Voi mi chiamate Maestro e Signore e dite bene, perché lo sono” (Gv.13:13).

Se Gesù è il nostro Maestro, noi, suoi discepoli dobbiamo eseguire tutta la sua volontà e non mettere niente di noi stessi. Questa è la volontà di Dio e non la nostra, come infatti Gesù riferì: “Non chiunque mi dice: -Signore, Signore-, entrerà nel regno dei cieli; ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli” (Mt.7:21).

Chi fa cose che Dio non ha comandato, non mette in pratica la volontà di Dio, ma fa la sua propria volontà.

A tale proposito, Gesù chiese: “Ora, perché mi chiamate, -Signore, Signore-, e non fate quello che dico?” (Lc.6:46). Gesù, come Figlio, ubbidì totalmente al Padre, dicendo: “-Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia volontà, ma la tua-“ (Lc.22:42).

Chi non fa la volontà di Dio, non può essere chiamato Suo figlio. Sono giorni difficili per i santi di Dio, perché, oggi come non mai, l’apostasia ha distolto lo sguardo da Cristo e l’iniquità è aumentata a dismisura (Mt.24:12).

Babilonia, la grande, come una piovra, ha allargato e allungato i suoi tentacoli, dichiarando tutti ecumenici e figli di dio, non di certo del Creatore “…il quale ha creato il cielo e le cose che sono in esso, la terra e le cose che sono in essa, il mare e le cose che sono in esso”  (Ap.10:6).

Molti ignorano il consiglio da mettere in pratica: “Non amate il mondo, né le cose che sono nel mondo. Se uno ama il mondo, l’amore del Padre non è in lui” (1Gv.2:15).

Dio è amore e, se l’amore Suo non è in noi, come possiamo appartenergli?

Se non siamo da Dio, di sicuro apparteniamo all’altro, cioè al principe di questo mondo. Facciamo molta attenzione, “Perché se esaminassimo noi stessi, non saremmo giudicati” (1Cor.11:31). Oggi, in pochi si esaminano, perché tutti si credono ricchi spiritualmente (Ap.3:17), ma è accertato che: “Beati piuttosto quelli che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica!” (Lc.11:28).

Figlioli, nessuno vi seduca, perché “Chi pratica la giustizia è giusto, com’egli è giusto” (1Gv.3:7).