Capitolo 51

Continua la profezia contro Babilonia, il regno dei nemici di Dio, perché adoratori di idoli ed operatori di continue nefandezze, abominevoli all’Eterno.

Contro la grande Babilonia che è l’impero cattolico romano, la Città famosa in Roma, per loro si leverà come un vento distruttore all’improvviso; essa sarà distrutta, resa desolata in un solo giorno sarà interamente consumata col fuoco perché è il Signore Dio che la giudicherà, (Apoc.18:8,9:10).

“Non lasciare che colui che tende l’arco tenda il suo arco o si rizzi nella sua corazza. Non risparmiate i suoi giovani, votate allo sterminio tutto il suo esercito. Così essi cadranno uccisi nel paese dei Caldei e trafitti per le vie di Babilonia“ (v.3,4).

Dio non userà alcuna pietà per la grande Babilonia; i romani distrussero Gerusalemme e dispersero gli ebrei superstiti tra tutte le nazioni della terra, impedendo loro di rientrare in Israele, loro terra perchè Dio li aveva abbandonati. “… ma li ho dispersi col turbine fra tutte le nazioni che essi non conoscevano” (Zac.7:14)

Per tutto il tempo della durata dell’esilio, dal 70 d.C. al 1948 e fino all’inizio dell’ultima settimana (Dan.9:24,25), Giuda ed Israele rimarranno senza Dio, “Poiché Israele e Giuda non sono stati ripudiati dal loro Dio, dall’Eterno degli eserciti, anche se il loro paese era pieno di colpe contro il Santo d’Israele” (v.5).

Prima del termine dei sette anni, Dio raccoglierà gli ebrei dispersi tra tutte le nazioni e li riporterà in Israele. Dopo la fine dell’empio nella guerra di Armagheddon, inizierà il millennio di pace e si compirà la promessa di Dio verso il residuo del suo popolo, che non avrà mai più desolazione in Gerusalemme, come dichiarato: “…Come foste una maledizione fra le nazioni, o casa di Giuda e casa d’Israele, così quando vi salverò sarete una benedizione…” (Zac.8:13).

Dio esorta il suo popolo a fuggire da Babilonia, la grande, perché diventerà una dimora per spiriti immondi ed un rifugio di uccelli abominevoli (Apoc.18:2), li incita dicendo: “Fuggite di mezzo a Babilonia e salvi ognuno la propria vita, guardate di non essere distrutti nella sua iniquità. Poiché questo è il tempo della vendetta dell’Eterno; egli le darà la giusta ricompensa. Babilonia era nelle mani dell’Eterno una coppa d’oro che inebriava tutta la terra; le nazioni hanno bevuto del suo vino, perciò le nazioni sono divenute deliranti” (v.6,7; cfr. Apoc.17:2; 18:3,4).

Dio ha dato un tempo a Babilonia per ravvedersi, “…ma lei non si è ravveduta” (v.9; Apoc.2:21).

Dio ha eccitato lo spirito di Satana affinché distrugga Babilonia (Apoc.17,11,12,13): “…L’Eterno ha risvegliato lo spirito dei re dei Medi, perché il suo disegno contro Babilonia è di distruggerla, poiché questa è la vendetta del Signore” (v.11).

Il mondo è stato ingannato e, non riconoscendo che qualsiasi menzogna conduce alla morte, così andranno tutti nella fossa, insieme al seduttore. Quindi tutti quelli che non sono scritti nel libro della vita e credenti che questo impero religioso, pieno di ricchezze, fosse quello giusto (bevendo dalla coppa abominevole del suo vino, col quale si sono ubriacati, diventando deliranti), saranno allora tormentati notte e giorno con fuoco e zolfo, per l’eternità. Le nazioni hanno preferito adorare gli idoli e con il loro commercio si sono arricchiti. La sua rovina arriverà e allora nessun balsamo la può salvare: “Improvvisamente Babilonia è caduta, è stata distrutta. Innalzate lamenti su di essa, prendete del balsamo per il suo dolore; forse può essere guarita”, in affinità a: “Egli gridò con forza e a gran voce, dicendo: -E’ caduta, è caduta Babilonia la grande, ed è diventata una dimora di demonî, un covo di ogni spirito immondo, un covo di ogni uccello immondo ed abominevole” (Apoc.18:2).

Questo impero religioso ha stabilito santo chi voleva, ha dispensato corone e titoli a uomini indegni di Dio. La profezia definisce la meretrice, non esistente all’epoca della rivelazione, come la dispensatrice di corone: “Chi mai ha deciso questo contro Tiro, la dispensatrice di corone, i cui mercanti erano principi e i cui negozianti erano gli uomini onorati della terra?” (Is.23:8).

A chi sarà attribuita la prossima corona di santo e di quale santità parlano? Ricordiamo che i nomi citati nelle profezie sono usati in similitudini.

Dio ci rivela alcune caratteristiche della grande Babilonia, che domina su molte acque, ossia su molti popoli e nazioni, che abbonda di grandi tesori e ricchezze inestimabili, nascoste agli uomini, ma non a Dio.

O tu che abiti presso grandi acque, ricca di tesori, la tua fine è giunta, il termine dei tuoi ingiusti guadagni” (v.13).

Un accenno è presentato circa tutte le loro merci, oggetto di traffici commerciali: “Anche i mercanti della terra piangeranno e si lamenteranno per lei, perché nessuno compera più le loro merci: merci d’oro e d’argento, di pietre preziose e di perle, di bisso e di porpora, di seta e di scarlatto, e ogni sorta di legno profumato, ogni specie di oggetti d’avorio e di legno preziosissimo, di bronzo, di ferro e di marmo e cinnamomo, profumi, olii odorosi, incenso, vino, olio, fior di farina, frumento, bestiame, pecore, cavalli, carri, corpi me anime umane” (Apoc.18:12,13).

Nella grande Babilonia si trova ogni specie di peccato, perché è guidata da Satana che, con la sua corrotta sapienza, ha accumulato grandi tesori. Inoltre la sua scienza è insensata e tutti i suoi idoli sono una falsità.

Dio, il Creatore e formatore di ogni cosa, è contro Babilonia e la distruggerà. Dio userà Satana, il devastatore (Is.54:16), come strumento di sterminio per distruggere tutti coloro che seguono la menzogna. Allo stesso modo Dio farà vendetta su Babilonia, dandole la stessa retribuzione della loro malvagità usata verso Sion, perchè nel 70 i romani distrussero Gerusalemme e il tempio di Dio. La caduta di Babilonia sarà la gioia di tutti i figli di Dio (Apoc.19:1-3), appartenenti alla chiesa di Cristo, già rapita in cielo e sia da tutti gli ebrei rimasti vivi in Israele.

Gesù è venuto per la salvezza di ogni essere umano che intenda ravvedersi e che creda solo in Lui. Questa opportunità è valida per tutto il tempo della Grazia ed anche per tutti quelli che si ritengono cristiani e riconoscono di aver sbagliato, seguendo tradizioni contrarie alla verità, per adorare e confidare nei loro idoli, anziché rivolgersi esclusivamente al loro Vero Dio e Creatore. Alla fine se non si ravvedono saranno giudicati (Apoc.20:12), chi non sarà trovato scritto nel libro della vita sarà gettato nello stagno di fuoco e zolfo (Apoc.20:15).

Dio giudicherà Babilonia, del periodo della Grazia, perché ha ingannato con i suoi idoli il mondo intero (Babilonia significa confusione). All’inizio del regno dell’uomo iniquo, con lo spirito di Satana, suoi dieci re o capi incendieranno la meretrice, distruggendo il suo regno. La ridurranno ad un cumulo di rovine, per trasferire il suo potere imperiale sotto il controllo della bestia (Apoc.17:12,17).

“La venuta di quell’empio avrà luogo, per l’azione efficace di Satana, con ogni sorta di opere potenti, di segni e di prodigi bugiardi” (2Tes.2:9).

La bestia si innalzerà sopra tutto e tutti; regnerà sulla terra e si farà adorare al posto di Dio e si metterà a sedere nel tempio di Dio, come Dio (2Tess.2:4), ma per soli 1260 giorni, prima della sua fine programmata, quando Gesù apparirà su un cavallo bianco, insieme alla sua chiesa, il suo esercito (Apoc.19:11,12). L’apostolo Paolo profetizzò che: “allora sarà manifestato quell’empio, che il Signore distruggerà col soffio della sua bocca e annienterà all’apparire della sua venuta” (2Tes.2:8).

Per evidenziare che nessuno può opporsi alla Parola pronunciata da Dio, che ha disposto ogni cosa a suo tempo, anche la meretrice, seduta sulla bestia (Satana), sarà annientata dal distruttore (Satana, la quarta bestia mostrata in visione al profeta Daniele 7:7). Dio avverte: “Eccomi contro di te, o montagna dii distruzione, dice l’Eterno, tu che distruggi tutta la terra. Io stenderò la mia mano contro di te, ti rotolerò giù dalle rocce e farò di te una montagna bruciata” (v.25).

Babilonia ha il suo esercito che la protegge, ma quando giungerà la sua fine, i suoi soldati non combatteranno, perché saranno tutti come donne senza forza.

La parola profetica è rivolta alla grande Babilonia, la quale continua a regnare tranquilla su tutta la terra, fino all’arrivo dell’uomo spregevole (Satana), che la distruggerà col fuoco. La descrizione della sua sconfitta la troviamo esposta anche dall’apostolo Giovanni (Apoc.17:18). Essa continua indisturbata la sua opera, accrescendo il suo potere, tanto da considerarsi forte ed invincibile, non immaginando la sua distruzione, che verrà in un momento (Apoc.18:8,10). Le sue idolatrie sono innumerevoli. Essa dichiara santi secondo il suo giudizio, li esalta come esempi e poi li venerano, chiedendo miracoli e prodigi, ma non sanno che facendo in questo modo adorano i demoni. E’ certamente Satana a compiere i falsi miracoli, che loro chiedono. L’apostolo Paolo a riguardo degli idoli conferma: “…fuggite dall’idolatriama dico che le cose che i gentili sacrificano, le sacrificano ai demonî e non a Dio; or io non voglio che abbiate comunione coi demonî… Vogliamo noi provocare il Signore a gelosia? Siamo noi più forti di lui?” (1Cor.10:1,20,22).

Non ci sarà salvezza per coloro che confidano negli idoli. Sarà punita per prima colei che ha istigato le nazioni ad imitare le sue abominazioni, poi verrà il tempo anche per tutti quelli che hanno seguito il suo esempio, la sua falsa dottrina, come annunciato: “… i disegni dell’Eterno contro Babilonia si compiranno, di ridurre il paese di Babilonia una desolazione, senza abitanti” (v.29).

Questo impero religioso è definito al femminile, perché è la madre delle meretrici e delle abominazioni della terra (Apoc.17:4), che seduce con i suoi inganni nazioni e popoli, attirandoli sotto il dominio e regno di Satana (Apoc.2:13).

Il profeta Daniele descrive come i tre corni, le tre grandi religioni monoteiste (islamica, ebrea, cristiana), saranno divelti davanti al piccolo corno che ha occhi e bocca, che proferisce grandi cose (Dan.7:20). Il piccolo corno, che spunta tra i dieci corni, è la bestia, che prenderà tutto il potere sia religioso che politico (la bestia è l’uomo con lo spirito di Satana o dragone). I fedeli delle tre religioni (o corni) monoteiste, che prima adoravano ognuna i suoi dèi, adoreranno direttamente il grande seduttore, attraverso l’uomo con lo spirito del serpente antico, che è Satana.

Oggi tale impero vive in delizie, ricchezze ed in sicurezza, pensando che mai sarà “…vedova e non vedrò mai cordoglio” (Apoc.18:7) e che non sarà mai privata dei suoi figli, perché crede di poter regnare per sempre insieme a tutti i suoi rappresentanti ed ai suoi sedotti sostenitori, divenuti suoi figli.

La profezia la invita ad ascoltare ciò che le accadrà fra breve: “Ma queste due cose ti avverranno in un momento, in uno stesso giorno: perdita dei figli e vedovanza; ti piomberanno addosso in piena misura, per la moltitudine dei tuoi sortilegi e la grande abbondanza dei tuoi incantesimi” (Is.47:9).

Ha formulato i suoi principi dottrinali ingannevoli e satanici, ritenendosi la sola e incontrastata vera religione, attraverso cui si ha la sicurezza di essere salvati. La profezia dichiara: “il devastatore infatti è venuto contro di essa, contro Babilonia; i suoi prodi sono catturati, i loro archi spezzati; perché l’Eterno è il Dio delle retribuzioni; egli ripagherà certamente” (v.56).

Tutti i suoi savi, che vengono chiamati impropriamente sacerdoti,saranno messi a tacere e non si risveglieranno mai più. Le mura del Vaticano saranno abbattute e le sue alte porte saranno arse col fuoco, come tutte le opere.

Gli inganni di Satana sono molto efficaci, perché distolgono l’attenzione dovuta a Gesù, l’Unigenito Figlio di Dio, che ha dato se stesso per i peccati di molti e perché dirottano l’adorazione spettante a Dio verso idoli di pietra, di marmo, di oro o di argento, opera di uomini. Di tali sculture od immagini poi ne sono orgogliosi e ne vanno pazzi, a tal punto da esaltarli alle loro feste e, ponendoli su dei piedistalli, li trasportano per le strade delle città, come oggetto di venerazione. Purtroppo la congregazione non si accorge che tali riproduzioni non camminano, non parlano e non sentono e come possono essere utili a qualcosa? (Slm.115:7). In questo modo Satana è adorato sotto forma di idoli, ma alla fine, egli arriverà perfino a farsi adorare direttamente e lo magnificheranno, come hanno fatto prima con gli idoli. Colui che desiderò porsi al posto di Dio per essere adorato (Is.14; Ez.32), negli ultimi 1260 giorni, regnerà indiscusso come dittatore assoluto, imponendo le sue leggi e precetti religiosi, perciò abolirà quelle in uso dal sistema idolatro con la sua distruzione: “…Perciò ti verrà addosso una sciagura, e non saprai da dove viene; ti piomberà addosso una calamità, che non potrai scongiurare con alcuna espiazione; ti cadrà improvvisamente addosso una rovina, che non hai previsto” (v.11).

Dio ha avuto pazienza, ha sopportato l’ignominia di un regno pagano idolatra, un governo in cui dominano seduttori di ingiustizia. Il profeta Daniele descrive questo impero come la quarta bestia, diversa da tutte le altre, perché i regni precedenti erano politici, ma questo è religioso: “Allora desiderai sapere la verità intorno alla quarta bestia, che era diversa da tutte le altre e straordinariamente terribile, con denti di ferro e artigli di bronzo, che divorava, stritolava e calpestava il resto con i piedi” (Dan.7:19).

Considerate con attenzione la sua descrizione terribile: i denti di ferro e gli artigli di bronzo mostrano la forza satanica che sostiene l’intero sistema; mentre il divorare, lo stritolare e il calpestare il resto con i piedi indica che la meretrice, la chiesa apostata, ha perseguitato i santi e li ha perfino uccisi, come tutti quelli che non condividevano od accettavano le sue false dottrine, vedi la “santa” Inquisizione. Da notare inoltre che in questi ultimi tempi ha anche convinto alcuni cristiani evangelici ed altre credi ad associarsi nell’ecumenismo, forma di inganno presentata come comunione di fede e di libertà di confessare il proprio credo. Questi ultimi, provenienti da religione protestanti, pastori senza scrupoli l’apostolo Giuda li definisce: “… nuvole senz’acqua, sospinte qua e là dai venti ……….. stelle erranti a cui è riservata la caligine delle tenebre in eterno” (Giuda v. 12,13), non si sono accorti minimamente dove sono caduti, nelle maglie di una rete predatrice ed insaziabile di anime. Possiamo affermare, come confermano le profezie, che essa è una grande Babilonia di una confusione totale.

Il profeta Geremia annuncia ciò che Dio farà di Babilonia: “Io li farò scendere al macello come agnelli, come montoni, insieme ai capri. Come mai è stata presa Sceshak ed è stata conquistata colei che era il vanto di tutta la terra? Come mai Babilonia è diventata una desolazione fra le nazioni?” (v.40,41).

La profezia è rivolta alla Babilonia, capitale dell’Impero Romano, quando nel 70 d.C. distrusse il tempio di Dio e incendiò la città di Gerusalemme. Iniziò da allora l’esilio del popolo ebreo per 62 settimane, circa 1878 anni, dove Israele e Gerusalemme furono abitate dai gentili, popoli pagani fino al 1948.

Dio si vendicherà dei devastatori, proprio distruggendo col fuoco Roma e tutto il suo impero fatto di ricchezze e di idoli.

L’Eterno è un Dio di giustizia, che rivela al suo popolo tutto quello che farà, compreso la distruzione della Babilonia romana.

Ecco, che Dio avvertì il suo popolo del male che avrebbe mandato sia distruggendo la Babilonia caldea, dove gli ebrei furono esiliati per 70 anni, sia quella romana, dopo circa 2500 anni, riferendosi al regno satanico su cui siede la grande meretrice. Infatti le Scritture parlano di una vendetta da parte dell’Eterno contro Babilonia.

Geremia scrisse tutte le parole rivelate da Dio in un libro, che fu letto al popolo in cattività da Seraiah: “e dirai: -O Eterno, tu hai detto di questo luogo che lo avresti distrutto, e che non vi sarebbe rimasto più nessuno, né uomo né bestia, ma che sarebbe diventato una desolazione perpetua-. Quando poi avrai finito di leggere questo libro, legherai su di esso una pietra e lo getterai in mezzo all’Eufrate, e dirai: -Così affonderà Babilonia e non si rialzerà più dalla calamità che farò venire su di lei; ed essi saranno esausti-. Fin qui le parole di Geremia” (v.62-64).

Il profeta ed apostolo Giovanni riferisce della caduta di Babilonia, paragonata a una grossa pietra di macina che affonda nel mare, “Poi un angelo potente sollevò una pietra dalle dimensioni di una grossa macina e la gettò nel mare dicendo: -Con lo stesso impeto sarà scagliata Babilonia la grande città, e non sarà più ritrovata” (Apoc.18:21). Ricordiamo in breve che la distruzione di Babilonia avverrà all’inizio dei 1260 giorni del regno della bestia (l’uomo con lo spirito di Satana). Essa sarà incendiata e distrutta in una sola ora (Apoc.18:16) da dieci re o presidenti, in comune accordo, che saranno al servizio dell’uomo empio (Apoc.17:12).

 

Capitolo 52.

Il capitolo descrive tutti gli eventi della deportazione in Babilonia, effettuata da re Nebucadnetsar, predetta dal profeta Geremia, a partire dal tempo di Giosia, re di Giuda, fino all’undicesimo anno di Sedekia, successore al trono.

Sedekia fu l’ultimo re di Giuda e fece tutto ciò che è male agli occhi dell’Eterno. “Questo accadde in Gerusalemme e in Giuda, a motivo dell’ira dell’Eterno, che alla fine li scacciò dalla sua presenza. Sedekia si ribellò al re di Babilonia” (v.3).

Nebukadnetsar, re di Babilonia, con tutto il suo esercito assediò Gerusalemme, a partire dal nono anno del regno di Sedekia fino all’undicesimo anno. In questo tempo avvenne una grave carestia nella città e tutti rimasero senza pane, “Allora fu aperta una breccia nelle mura e tutti gli uomini di guerra fuggirono, uscendo di notte dalla città,… nonostante i Caldei fossero tutt’intorno alla città. Così essi presero la via dell’Arabah” (v.7).

L’esercito del re di Babilonia era formato dai Caldei, (popoli dotti in letteratura, che portarono la loro lingua e la loro cultura a Babilonia, vedere Dan.1:4). Essi inseguirono il re di Giuda fuggiasco e lo presero, perché i giudei, componenti dell’esercito di Sedekia, si dispersero.

Il re di Giuda fu così condotto alla presenza di Nebukadnetsar, che pronunciò la sentenza su di lui. “Il re di Babilonia uccise quindi i figli di Sedekia sotto i suoi occhi e uccise pure tutti i principi di Giuda in Riblah; poi cavò gli occhi a Sedekia. Il re di Babilonia lo incatenò…, lo condusse a Babilonia e lo mise in prigione fino al giorno della sua morte” (v.10,11).

Era il decimo giorno del quinto mese, ossia il 19° anno del regno di Nebukadnetsar, re di Babilonia, quando Nebuzaradan, capitano della guardia del corpo, giunse a Gerusalemme e, su ordine: “…bruciò la casa dell’Eterno e la casa del re e diede alle fiamme tutte le case di Gerusalemme e tutte le case dei nobili” (v.13).

Distrusse le mura di Gerusalemme, come l’Eterno aveva predetto a Geremia e ad Isaia, poi “Nebuzaradan, capitano della guardia, deportò una parte dei più poveri del popolo, il resto del popolo che era rimasto in città, i disertori che erano passati al re di Babilonia e il resto della popolazione” (v.15).

Lasciò in Giuda alcuni dei più poveri del paese per coltivare le vigne e i campi.

“I Caldei fecero a pezzi le colonne di bronzo che erano nella casa dell’Eterno, i carrelli e il mare di bronzo che era nella casa dell’Eterno e ne portarono il bronzo a Babilonia” (v.17).

Portarono a Babilonia tutti gli oggetti di valore nella casa dell’Eterno e nella casa del re. Infatti Ezekia, mentre regnava, mostrò tutte le cose preziose nel tempio e nel suo palazzo ai messi mandati dal re di Babilonia, che erano andati a trovarlo, dopo la sua malattia (Is.39:6,7).

Il capitano delle guardia portò in Babilonia tutti gli arredi della casa di Dio.

In città furono trovati degli uomini, che si erano rifiutati di sottomettersi al re di Babilonia: sessanta uomini, sette consiglieri del re, un eunuco che era il comandante dei guerrieri, il sommo sacerdote Seraiah, il sacerdote Sofonia e tre custodi della porta, tutti furono portati in Babilonia e fatti uccidere “…a Riblah, nel paese di Hamath” (v.27).

Un totale di 4600 persone di Giuda furono deportate, come era stato predetto dal profeta Geremia e stettero lontani dal loro paese fino al compimento dei settanta anni di esilio, “Tutto questo paese diventerà una desolazione e un oggetto di stupore e queste nazioni serviranno il re di Babilonia per settant’anni(Ger.25:11), “Inoltre Nebukadnetsar, deportò a Babilonia quelli che erano scampati alla spada; essi divennero servitori suoi e dei suoi figli, fino all’avvento del regno di Persia” (2Cron.36:20).

Al 37° anno di esilio di Jehoiakim, re di Giuda, in Babilonia subentrò il re Evil-Merodak, che lo graziò, facendolo uscire di prigione, “gli parlò con benevolenza e pose il suo seggio al di sopra del seggio, dei re che erano con lui in Babilonia. Così Jehoiakim cambiò i vestiti della sua prigionia e mangiò sempre il pane alla presenza del re tutti i giorni della sua vita” (v.32,33).

Come abbiamo notato, si attuò tutto il piano di Dio per Giuda e per Gerusalemme, perché essi furono ribelli, non avendo voluto ubbidire e non tornando indietro per seguite le vie di Davide, loro progenitore, che fece tutto quello che piaceva a Dio, fino al termine dei suoi giorni.

Dopo circa 560 anni dalla ricostruzione del tempio di Dio, dopo la cattività babilonese si replicò la stessa cosa ovvero si avverò anche la profezia della diaspora, avvenuta nel 70 dopo Cristo e terminata dopo 62 settimane (circa 1878 anni) come profetizzato da Dan.9:24,25.

Quando furono compiti gli anni della cattività per Israele per decisione dell’ONU, il nuovo stato di Israele fu ricostituito nel 1948, dopo l’olocausto degli ebrei, esattamente come l’angelo riferì al profeta, che la restaurazione di Gerusalemme avveniva in tempi angosciosi, riferendosi alla Shoah: “Sappilo dunque, e intendi! Dal momento in cui è uscito l’ordine di restaurare e riedificare Gerusalemme fino all’apparire di un unto, di un capo, vi sono sette settimane; e in sessantadue settimane essa sarà restaurata e ricostruita, piazze e mura, ma in tempi angosciosi. Dopo le sessantadue settimane, un unto sarà soppresso, nessuno sarà per lui. E il popolo d’un capo che verrà, distruggerà la città e il santuario; la sua fine verrà come un’inondazione; ed è decretato che vi saranno delle devastazioni sino alla fine della guerra” (Dan.9:25,26, vers. Riveduta).

Un piccolo cenno sulle profezie degli ultimi tempi, rivelando gli avvenimenti che l’angelo annunciò a Daniele.

Terminate le sessantadue settimane (nel 1948), un unto sarà soppresso, vuol dire che lo Spirito Santo verrà tolto definitivamente dalla terra, insieme alla sposa. Così inizierà la grande guerra, descritta in Dan.11:14-18. Ci saranno molte devastazioni in Israele e tra i popoli islamici. Terminati i primi tre anni e mezzo di distruzioni, inizierà il regno dell’uomo spregevole, vedi Dan.11:21-45.

Da notare in particolare che l’angelo non ha dato un tempo preciso, ma ha riferito che solo dopo le 62 settimane, o dopo il 1948, la Chiesa o sposa di Cristo e lo Spirito Santo saranno tolte dalla terra.

Analizzando attentamente la profezia, esclusiva per il popolo ebreo, osserviamo che l’angelo ha conteggiato le 7 settimane, dall’editto del re Ciro di ricostruire Gerusalemme, dopo la cattività babilonese, fino alla nascita del Messia, ma non ha calcolato il tempo trascorso dalla venuta di Gesù fino alla distruzione di Gerusalemme, avvenuta nel 70 d.C.

Di questa pausa durata circa settanta anni, tra le 7 settimane e le altre 62 successive, l’angelo non fa alcun riferimento nella sua esposizione, perché questo periodo è esattamente quello che dovrà trascorrere dall’istituzione dello stato di Israele, dal 1948, all’inizio dell’ultima settimana, composta di sette anni, prima del millennio di pace.

Ascoltiamo quindi lo Spirito, come Gesù ci invita: “Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese” (Apoc.3:22).

Se ascoltassimo spiritualmente, Gesù non verrebbe per noi all’improvviso, come un ladro di notte, sorprendendo gli increduli, ma sapendo adesso che Egli è vicino, alla porta, dobbiamo perciò vegliare e prepararci alla sua venuta: “Ricordati dunque quanto hai ricevuto e udito; serbalo e ravvediti. Se tu non vegli, io verrò su di te come un ladro, e non saprai a quale ora verrò su di te” (Apoc.3:3).

Certamente nessuno vorrebbe rimanere qui e rimanere sorpreso quando la tromba di Dio suonerà e Gesù raccoglierà nelle nuvole del cielo la sua Sposa, coloro che si sono ravveduti e hanno vegliato continuamente.

Se invece fossimo colti alla sprovvista, sicuramente compariremmo in giudizio, dopo essere stati sconvolti e lasciati nelle mani di Satana, il quale regnerà su tutti gli empi per 1260 giorni, per poi essere uccisi dalla spada della Parola di Gesù.

Quindi, ripeto, vegliamo e preghiamo per essere pronti.