Gesù ancora ci incoraggia ad avere le nostre lampade accese ed i nostri lombi cinti.
Confronta il ritorno di Gesù, come il padrone che rincasa dalle nozze e trova i suoi servi attenti e vigili, aprendogli la porta al suo arrivo.
Assomigliamo a quei servi vigilanti con la luce della sua Parola in noi e rivestiti dell’armatura completa di Dio ?
Siamo pronti ad andare con Lui, quando la tromba suonerà ?
Ci esorta ad esserlo a qualunque ora, sia essa la seconda o terza vigilia, Lui tornerà.

Beati coloro che lo aspetteranno pronti, proprio perché non sanno a quale ora viene.
Dobbiamo stare attenti per andargli incontro, quando ci chiamerà.
Vivi o morti, trasformati o risuscitati, Gesù ci accoglierà e si metterà Lui stesso a servirci.

Pietro chiese se quell’insegnamento fosse indirizzato a loro o rivolto a tutti.
La risposta fu, come sempre, precisa, spiegandola con un esempio chiaro di un amministratore, delegato ed incaricato dal padrone di occuparsi saggiamente dei bisogni dei suoi domestici, in occasione della sua assenza.

Gesù si rivolge a chi gli ha affidato la missione di predicare e di amministrare il suo Vangelo e proclama beato colui che, essendogli stato assegnato il compito, lo porterà a termine.
Gesù afferma che lo costituirà su tutti i suoi beni.
Se quel servo invece, vedendo che il padrone tarda, cominciasse a mangiare, a bere, a trattare male il personale, ad inorgoglirsi, così come se qualcuno sfruttasse la Chiesa per i suoi fini, non avesse interesse per le anime, non portasse la sana dottrina di Cristo e fedele Parola di Dio, quel servo verrebbe punito severamente, assegnandogli la sorte insieme agli infedeli.

A quel servo che gli è stato concesso molto, pur conoscendo la volontà di Dio, non ha portato a termine la mansione attribuitagli, egli riceverà molte battiture.
Chi però non ha conosciuto la verità, se facesse le cose che meriterebbero battiture, ne riceverebbe poche.

La parola di Dio è vita, se mancasse al fedele, morirebbe.
Attenzione a questa parabola, diretta ai pastori, ministri, evangelisti e a tutti coloro che hanno un ruolo nella divulgazione dell’Evangelo. Questi hanno ricevuto molto e gli sarà richiesto molto.
Molto non ha un limite e conoscere la volontà del Padre per questi figli, è importantissimo.

Dio affida un compito ben definito e del suo operato si deve renderne conto.
Lui non reclama ciò che non ha donato, se Dio ti ha fornito di sapienza, di conoscenza o altra dote, usale alla sua gloria. Se possiedi ministeri vari, impiegali, perché qualunque virtù ti è stata consegnata, ti sarà ridomandata.

Chiedi a Dio specificamente di rivelarti ciò che ti è stato assegnato, non puoi portare a termine il lavoro di quello che non ti è stato attribuito.
Se tu operassi in un campo dove tu pensi di essere adatto, ma che Dio non ti ha stabilito per quell’incarico, non porteresti frutto.
Chiedilo a Dio e ti mostrerà il tuo campo, lavoraci con animo ed impegno, allora riuscirai con successo, tu sei un collaboratore prezioso dell’opera perfetta di Dio.