Gesù paragona il regno dei cieli ad un padrone di casa che esce di buon mattino, per cercare dei lavoratori e mandarli a lavorare nella sua vigna. Li trovò e si accordò con loro per la paga di un denaro al giorno.

Ugualmente invitò sia alla terza, sesta ed undicesima ora del giorno altri disoccupati, a lavorare stabilendone il giusto compenso.

A conclusione, il padrone ordinò al fattore di pagare il salario ai lavoratori, iniziando dagli ultimi. Quelli dell’undicesima ora ricevettero un denaro, i primi allora pensarono di riscuoterne di più, ma anch’essi ebbero un denaro.

Allora questi mormorarono contro il padrone di casa, per il trattamento del duro lavoro, di tutto il giorno sotto il sole, reclamando più compenso di quelli dell’ultima ora.

Gesù in similitudine mostra le attitudini dei due popoli: quello della Legge e quello della Grazia.

Il padrone (Dio) intervenne ammonendoli e ricordandoli il patto che aveva fatto con il suo popolo, perché: “Mosè infatti descrive così la giustizia che proviene dalla legge: -L’uomo che fa quelle cose, vivrà per esse-” (Rom.10:5;  Gal.3:12). Il popolo della Legge riceveva la salvezza secondo le opere compiute, mentre il popolo della Grazia è secondo la fede .

Israele fu il primo popolo eletto da Dio e molti furono salvati per le opere della Legge, opere molto gravose da compiere, ma a loro furono affidate tutte le promesse: “Essi sono Israeliti e possiedono l’adozione a figli, la gloria, le alleanze, la legislazione, il culto, le promesse” (Rom.9:4). Molti di loro furono disubbidienti fino a che rigettarono anche il Cristo di Dio, perciò fu profetizzato: “mentre di Israele dice: Tutto il giorno ho steso le mani verso un popolo disobbediente e ribelle!” (Rom.9:21). Dio fece un patto con il suo popolo, riscontrabile qui nella definizione del suo accordo per un denaro, ovvero il regno dei cieli in ugual misura sia al popolo della Legge che a quello della Grazia.

Il motivo è dedotto dall’aver osservato sempre la legge per essere salvati, mentre noi ci chiama operai dell’ultima ora, così è, perché noi siamo quelli degli ultimi tempi. Gesù lo confermò più di una volta: “Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino”  (Mrc.1:15).

Il tempo di Israele è stato molto più lungo della Grazia. Noi siamo stati graziati per mezzo del sangue di Gesù Cristo, non abbiamo sopportato il peso gravoso della legge.

Non dobbiamo sacrificare alcun animale per essere perdonati, siamo fatti liberi in Gesù, che ci ha riscattati, ma, Israele rigettò la Grazia offerta da Gesù: “Perché? Perché la cercava non mediante la fede ma mediante le opere della legge; essi infatti hanno urtato nella pietra d’inciampo” (Rom.9:32).

Noi della Grazia siamo gli operai dell’ultima ora: “Da quel tempo Gesù cominciò a predicare e a dire: -Ravvedetevi, perché il regno dei cieli è vicino!-“ (Mt.4:17), ed entreremo nel regno dei cieli (nuova Gerusalemme) prima del popolo vissuto sotto la Legge di Mosè. La parabola conclude asserendo che gli ultimi (il popolo della Grazia) saranno i primi e i primi saranno gli ultimi (il popolo della Legge).
In definitiva, gli ultimi rappresentano i gentili, perché la Grazia è giunta a noi, attraverso il popolo giudeoprimo destinatario delle promesse divine.

Questa sequenza si invertirà per quanto riguarda la risurrezione, che avverrà secondo la seguente successione:

1) prima accadrà il rapimento della Chiesa dei fedeli in Cristo (all’inizio della settantesima ed ultima  settimana date a Israele (Dan.9:24) ;

2) dopo gli ultimi sette anni, che compongono la 70-esima settimana, avverrà la prima risurrezione, alla quale parteciperanno tutti i martiri israeliti per la testimonianza di Dio (Ap.6:9-11); a loro si aggiungeranno gli israeliti che saranno decapitati durante la grande tribolazione per la Parola di Dio e di Cristo.  Tutti insieme risusciteranno nella prima resurrezione per stare con Cristo mille anni (Ap.20:4,5);

3) mentre il popolo della Legge, giusti ed ingiusti, si presenteranno davanti a Dio per il giudizio universale, dopo il millennio. Tutti i morti, da Adamo all’ultimo uomo vissuto sulla terra, grandi e piccoli, saranno chiamati alla presenza di Dio, per essere giudicati in base alle loro opere, scritte nei libri: “Furono aperti dei libri. Fu aperto anche un altro libro, quello della vita. I morti vennero giudicati in base a ciò che era scritto in quei libri, ciascuno secondo le sue opere” (Ap.20:12).