Capitolo 7.

I 144 mila e la grande folla dei martiri.

“Dopo questo, vidi quattro angeli che stavano in piedi ai quattro angoli della terra, e trattenevano i quattro venti della terra affinché non soffiassero sulla terra, né sul mare, né su alcun albero” (Ap.7:1).

Si avvererà per Israele la punizione per la sua grande malvagità, che persiste nell’iniquità, rifiutando di ravvedersi. L’apostolo avverte: “Poiché è giunto il tempo che il giudizio cominci dalla casa di Dio; e se comincia prima da noi, quale sarà la fine di coloro che non ubbidiscono all’evangelo di Dio?” (1Ptr.4:17). Prima che tutto questo accada, Dio preserverà in Gerusalemme i 144 mila israeliti, “…uomini che sospirano e gemono per tutte le abominazioni che si commettono in mezzo a lei” (Ez.9:4). Così l’angelo che ha il sigillo di Dio, cioè Gesù, perché: “il Padre, cioè Dio, ha posto il suo sigillo” (Gv.6:27), ordinò di:  “Non danneggiate la terra, né il mare, né gli alberi, finché non abbiamo segnato sulla fronte, con il sigillo, i servi del nostro Dio” (v.3).

Dio infligge sempre la retribuzione agli empi, così nessuno resterà impunito, perché:  “L’iniquità della casa d’Israele e di Giuda è troppo grande; il paese è pieno di sangue, e la città è piena d’ingiustizie; poiché dicono: -Il Signore ha abbandonato il paese, il Signore non vede nulla-.  Perciò, anche il mio occhio sarà senza pietà, io non avrò compassione, e farò ricadere sul loro capo la loro condotta” (Ez.9:9-10).

L’apostolo e profeta Giovanni vide anche “…una folla immensa che nessuno poteva contare, proveniente da tutte le nazioni, tribù, popoli e lingue, che stava in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello, vestiti di bianche vesti e con delle palme in mano” (v.9). Tutta questa folla immensa, proveniente da ogni nazione, tribù, popolo e lingua, vissuta prima e durante la Legge di Mosè, è costituita da tutti i martiri, dal principio della creazione, ovvero dal primo martire Abele, fino al profeta Zaccaria.

Essi sono stati visti dal profeta Giovanni sotto l’altare, che chiedevano a Dio vendetta del loro sangue versato. Furono date a loro delle vesti bianche e li fu detto di aspettare ancora un poco, fino a quando si completasse il numero dei loro conservi e fratelli, “che hanno da essere uccisi come loro” (Ap.6:9-11).

I martiri che “…gridavano a gran voce, dicendo: -La salvezza appartiene al nostro Dio che siede sul trono, e all’Agnello-“ (v.10), appartengono alla grande tribolazione, ovvero i fratelli e conservi di coloro che sono stati uccisi dal giusto Abele fino alla Legge e, dalla Legge fino al profeta Zaccaria, ultimo martire, da ricordare che, tutti i martiri uccisi durante la grazia risorgeranno insieme alla chiesa o sposa di Cristo.

Attenzione, in questo stesso capitolo la profezia riguarda diversi periodi e determinati soggetti: 1) i 144 mila Israeliti; 2) tutti i martiri da Abele fino al profeta Zaccaria; 3) i martiri della grande tribolazione.

La Chiesa o sposa di Cristo, indicati come “…angeli erano in piedi intorno al trono, agli anziani e alle quattro creature viventi; essi si prostrarono con la faccia a terra davanti al trono e adorarono Dio, dicendo: -Amen! Al nostro Dio la lode, la gloria, la sapienza, il ringraziamento, l’onore, la potenza e la forza, nei secoli dei secoli! Amen-“ (v.11,12;  Ap.5:11,12).

Uno degli anziani chiese a Giovanni: -Chi sono queste persone vestite di bianco e da dove sono venute?-, …allora mi disse: -Sono quelli che vengono dalla grande tribolazione. Essi hanno lavato le loro vesti, e le hanno imbiancate nel sangue dell’Agnello-” (v.13,14). Nota bene che egli non dice più che sono appartenenti a nazioni, tribù, popoli e lingue, perché sono tutti israeliti. Infatti, tutti i martiri riconosceranno il loro Messia, il Cristo, che i loro padri “…lo uccisero, appendendolo a un legno” (At.10:39). Essi si pentiranno e si ravvedranno dalle loro opere malvagie.

Il profeta Isaia rivela che: “Distruggerà per sempre la morte; il Signore, l’Eterno asciugherà le lacrime da ogni viso, toglierà via da tutta la terra il vituperio del suo popolo, perché l’Eterno ha parlato” (Is.25:8). Tutte le sofferenze passate non ci saranno più, non avranno più sete, né fame, perché: “Beato e santo è colui che ha parte alla prima risurrezione. Su di loro non ha potestà la seconda morte, ma essi saranno sacerdoti di Dio e di Cristo e regneranno con lui mille anni” (Ap.20:6), ”…perché l’Agnello che è in mezzo al trono li pascerà e li guiderà alle sorgenti delle acque della vita; e Dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi” (v.17).

Capitolo 8 – (Apertura del settimo ed ultimo sigillo).

Gesù, “l’Agnello aprì il settimo sigillo, si fece silenzio in cielo per circa mezz’ora” (v.1).

Tutto quello che segue, accadrà, quando Gesù aprirà il settimo sigillo. In questo tempo non partirà da Dio alcun ordine, fino a quando saranno date ai sette angeli le sette trombe. I primi quattro flagelli del suono delle trombe sono riservati per tutti i popoli di religione musulmana e giudaica; quindi le trombe saranno per Israele e le nazioni vicine (Ger.4.5; 6:1).

L’incensiere d’oro, tenuto in mano dall’angelo, svela l’origine del popolo a cui è indirizzato il suono delle trombe, ovvero Israele. All’angelo gli furono dati dei profumi, affinchè li offrisse insieme alle preghiere dei santi, che saranno bruciati sull’altare d’oro (Eso. 39:38; 40:5).

E dalla mano dell’angelo il fumo degli aromi salì davanti a Dio, insieme con le preghiere dei santi” (v.4).

Poi l’angelo prese l’incensiere, lo riempì del fuoco preso dall’altare e lo gettò sulla terra: ne seguirono scoppi di tuono, clamori, fulmini e scosse di terremoto (v.5; Ez.10;7).  I sette angeli, che suoneranno le sette trombe, sono pronti e preparati per iniziare a suonarle:

Appena il primo suonerà la tromba, “…grandine e fuoco mescolati a sangue scrosciarono sulla terra. Un terzo della terra fu arso, un terzo degli alberi andò bruciato e ogni erba verde si seccò” (v.7).

Al suono della tromba del secondo angelo, una montagna di fuoco sarà gettata nel mare, così una terza parte diventerà sangue, una terza parte delle navi saranno distrutte e le creature marine moriranno.

Quando il terzo angelo suonerà la tromba, cadrà dal cielo una grande stella ardente, che si chiama Assenzio. Essa colpirà un terzo dei fiumi e delle sorgenti delle acque. Un terzo delle acque si muterà in assenzio e molti uomini moriranno per quelle acque amare.

Anche il quarto angelo suonerà la tromba ed avverrà che un terzo del sole, della luna e degli astri si oscureranno, come pure “…il giorno perse un terzo della sua luce e la notte ugualmente” (v.12). Vidi poi e udii un’aquila che volava nell’alto del cielo e gridava a gran voce: “Guai, guai, guai agli abitanti della terra al suono degli ultimi squilli di tromba che i tre angeli stanno per suonare!” (v.13). L’aquila che vola nel cielo annuncia gli altri tre guai per Gerusalemme, come il profeta rivela:  “Guai a voi che desiderate il giorno dell’Eterno! Che sarà mai per voi il giorno dell’Eterno? Sarà un giorno di tenebre e non di luce” (Amos 5:18).

Ripetiamo ancora che le piaghe dell’apertura dei sigilli e il suono delle trombe avverranno sempre nei primi tre anni e mezzo dei sette, ovvero prima della grande tribolazione.

Capitolo 9 .

Il primo guaio per Israele, compreso Gerusalemme, inizierà quando “…il quinto angelo suonò la tromba, e io vidi un astro che era caduto dal cielo sulla terra; e a lui fu data la chiave del pozzo dell’abisso. Egli aprì il pozzo dell’abisso e ne salì un fumo, come quello di una grande fornace; il sole e l’aria furono oscurati dal fumo del pozzo” (v.2).

L’angelo caduto è Satana, re di tutti i demoni. Il suo nome in greco è Apollion o in ebraico Abaddon, che vuol dire distruttore (v.11). Satana perderà la sua battaglia e sarà cacciato dai cieli e non potrà mai più ritornarci  (Ap.12:8,9) e, quando gli sarà data la chiave dell’abisso, farà uscire tutti i suoi angeli, tenuti in carcere per questo giudizio, che sarà senza misericordia  (2Ptr.2:4; Gcm.2:13). Da tenere ben presente che l’unico regnante sopra tutti i demoni è Satana; egli è il re di ogni male, che si compie sotto il sole.

Gli spiriti non possono essere visti dall’occhio umano, ma Dio farà in modo che si notino come un fumo grigio, che oscurerà persino aria e sole. Dal fumo, vale a dire dai demoni, usciranno come delle cavallette,  ovvero prenderanno forma simile alle cavallette per tormentare tutti gli empi. Le cavallette avranno il potere di uno scorpione, solo per torturare gli uomini che non avranno il sigillo di Dio sulla fronte, vale a dire tutti gli empi che non si converiranno a Cristo, perché “Fu loro concesso, non di ucciderli, ma di tormentarli per cinque mesi; e il tormento che procuravano era simile a quello prodotto dallo scorpione quando punge un uomo” (v.5).

Infatti, “In quei giorni gli uomini cercheranno la morte, ma non la troveranno; brameranno morire ma la morte fuggirà da loro” (v.5,6).

Per noi credenti è imposto assolutamente di non modificare le Scritture, aggiungendo o togliendo dalla Parola di Dio, ma ognuno, se guidato dallo Spirito Santo, può comprendere la verità, così come non inventare sull’aspetto delle cavallette, descritto dal verso 7 al 10, che possono assomigliare a qualcosa che noi già conosciamo.

Il primo -guai- è passato; ecco, vengono ancora due -guai- dopo queste cose” (v.12).

“Il sesto angelo suonò la tromba, e udii una voce dai quattro corni dell’altare d’oro che era davanti a Dio” (v.13; 1Re 6:22). All’angelo, che suonerà la sesta tromba, sarà dato l’ordine di sciogliere  “…i quattro angeli che sono legati sul gran fiume Eufrate” (v.14). Questi quattro angeli sono stati preparati “…per quell’ora, quel giorno, quel mese e quell’anno, per uccidere la terza parte degli uomini. Il numero dei soldati a cavallo era di duecento milioni e io udii il loro numero” (v.15,16).

Coloro che cavalcavano i cavalli “…avevano delle corazze color di fuoco, di giacinto e di zolfo; i cavalli avevano delle teste simili a quelle dei leoni e dalle loro bocche usciva fuoco, fumo e zolfo”. Una terza parte degli uomini, saranno uccisi dal fuoco, dal fumo e dallo zolfo “…che uscivano dalle bocche dei cavalli”(v.17,18), perché i cavalli avranno il potere nella loro bocca e nella loro coda e feriranno con le loro teste.

Ricordiamo che, le profezie sono descritte in analogia e con similitudini, ma tutto avverrà come è stato scritto, anche se non saranno veri cavalieri e cavalli, ma robot. Il senso non cambia, quello che sarà, è già determinato. Con tutti questi flagelli,  “Il resto degli uomini che non furono uccisi da questi flagelli non si ravvidero dalle opere delle loro mani; non cessarono di adorare i demoni e gli idoli d’oro, d’argento, di bronzo, di pietra e di legno, che non possono né vedere, né udire, né camminare. Non si ravvidero neppure dai loro omicidi, né dalle loro magie, né dalla loro fornicazione, né dai loro furti” (v.20,21).

Oggi è il tempo, non indurire il tuo cuore, ma ravvediti e vai a Cristo, perché chi si pentirà della propria malvagità, avrà salva la vita.

Capitolo 10.

La visione dell’apostolo Giovanni prosegue osservando Gesù nel suo splendore.
Egli è con un piede sulla terra e l’altro sul mare (Sal.89:25), come capo supremo di tutte le nazioni. La terra rappresenta il popolo di Dio (Israeliti) ed il mare tutti gli altri popoli gentili (Ap.17:15).

Egli grida a gran voce come un leone ruggente e, quando ebbe gridato, i sette tuoni fecero udire la loro voce. Quando i sette tuoni ebbero fatto udire le loro voci, io stavo per scrivere, ma udii una voce dal cielo che mi disse: -Sigilla le cose che i sette tuoni hanno detto, e non le scrivere” (v.3,4).

All’apostolo è comandato di non scrivere le cose proferite dai sette tuoni, perché non sono state date per essere rivelate in questo libro.

L’apostolo divorò il libretto che gli fu dato dall’angelo, avvertendolo che doveva annunciare il suo contenuto ancora a molti popoli, nazioni, lingue e re. Divorare è inteso come memorizzare il messaggio che i tuoni gli avevano pronunciato. Stessa analogia viene riportata con l’ordine: “mangia questo rotolo, poi và e parla alla casa d’Israele. Così io apersi la bocca ed egli mi fece mangiare il rotolo” (Ez.3.1,2). Molti apostoli, nelle loro lettere, hanno ripetuto profezie già rivelate dai servi di Dio nell’Antico testamento e da Gesù stesso. L’unico che ha visto in visione tutta la fine riservata all’uomo iniquo sulla terra, come la fine di questa generazione o fine dei tempi del peccato, compreso l’inizio del regno assoluto di Dio, fu il profeta e l’apostolo Giovanni, il discepolo che Gesù amava (Gv.21:20).

“Quindi egli mi disse: Tu devi profetizzare ancora intorno a molti popoli, nazioni, lingue e re” (v.11).

Capitolo 11.

Al profeta e apostolo sarà affidato un compito: “Poi mi fu data una canna” e l’Angelo mi disse: “Alzati e misura il tempio di Dio, l’altare e quelli che vi adorano, ma tralascia il cortile che è fuori del tempio e non misurarlo, perché è stato dato ai gentili, ed essi calpesteranno la santa città per quarantadue mesi” (3 anni e mezzo) (v.1,2).

La profezia sopra indicata riguarda gli ultimi tre anni e mezzo, quando in Israele entreranno i gentili (popoli non Ebrei), mentre ci saranno ancora i santi, indicati come quelli che vi adorano. Essi si convertiranno, riconoscendo il Messia, “Il Cristo di Dio” (Lc.9:20), che i loro padri rinnegarono e uccisero.

Avverrà che nei primi tre anni e mezzo, mentre in Israele ci saranno guerre e devastazioni da parte del re del nord (Dan.11.13-18), in Gerusalemme, Dio manderà due testimoni (due ulivi o candelabri): “Questi sono i due ulivi e i due candelabri che stanno davanti al Dio della terra” (v.4) o “…i due unti che stanno presso il Signore di tutta la terra” (Zac.4:14,11).
Loro profetizzeranno per tre anni e mezzo, 1260 giorni. Avranno potere sulle acque per convertirle in sangue e saranno in grado di chiudere il cielo, perché non scenda la pioggia e di percuotere la terra tutte le volte che vorranno. Terminati i 1260 giorni per i due testimoni, subentrerà la bestia, cioè l’uomo con lo spirito di Satana, che li vincerà e li ucciderà (v.7). Tutto il mondo ne gioirà, perché li vedrà morti e giacenti sulla piazza di Gerusalemme, perché nessuno li seppellirà (v.9). Da tutte le televisioni, ogni  giorno, li mostreranno al mondo con commenti pieni di soddisfazioni, perché i due testimoni avranno tormentato e spaventato gli abitanti della terra (Israele) con le loro opere e profezie. Con stupore dei presenti, dopo tre giorni e mezzo, si alzeranno in piedi e saliranno al cielo in una nuvola “e in quel momento si fece un gran terremoto e la decima parte della città cadde e settemila persone furono uccise nel terremoto e il resto fu spaventato e diede gloria al Dio del cielo” (v.13). Questo devastante terremoto rappresenta l’ultimo e terzo guaio.

In Israele, il frutto della testimonianza dei due profeti sarà un esercito di stelle del cielo (Dan.8:10; 12:3), formate dai santi, perché essi si ravvedranno dalle opere malvagie e riconosceranno Gesù Cristo come il vero Messia e per Lui faranno cordoglio (Zac.12:10; Mt.24:30; Ap.1:7).

L’angelo suonerà la settima tromba.

“Poi il settimo angelo suonò la tromba e si fecero grandi voci nel cielo, che dicevano: -I regni del mondo sono divenuti il regno del Signor nostro e del suo Cristo, ed egli regnerà nei secoli dei secoli” (v.15).

La settima tromba suonerà al termine del compimento di ogni visione e profezia: guerra di Armagheddon, risurrezione dei martiri, distruzione dei cieli e della terra attuali e nuova creazione. Allora tutti i regni della terra passeranno nelle mani del Padre (1Cor.15:24), “ma, che nei giorni della voce del settimo angelo, quand’egli avrebbe suonato la tromba, si sarebbe compiuto il mistero di Dio, come Egli ha annunziato ai suoi servi, i profeti” (Apoc.10:7). Gesù assicura che non ci sarebbe stato più indugio, il settimo angelo avrebbe suonato la settima tromba e si sarebbe compiuto il mistero di Dio, secondo quanto era stato annunciato dai suoi profeti. A tal proposito, l’angelo di Dio annunciò al profeta Daniele che: “Settanta settimane sono stabilite per il tuo popolo e per la tua santa città, per far cessare la trasgressione, per mettere fine al peccato, per espiare l’iniquità, per far venire una giustizia eterna, per sigillare visione e profezia e per ungere il luogo santissimo” (Dan.9:24).

Quando suonerà la settima tromba si compiranno per Israele le settanta settimane, annunciate dall’angelo al profeta Daniele, così si chiuderà ogni profezia e visione. Quindi sarà unto il luogo santissimo e il tabernacolo di Dio, perché Egli sarà insieme agli uomini (Ez. cap. 40 al 48; 21:3; 12-27) sul monte santo di Dio, chiamato: “la Sion del Santo d’Israele o la città dell’Eterno” (Is.60:14).

Il profeta Daniele espone, nella sua visione, il passaggio dei regni del mondo sotto il dominio dell’erede (Ebr.1:2), il Figlio di Dio (Lc.1:33,35) e Figlio dell’uomo (Gesù) (Mt.16:13). Durante il millennio, infatti Gesù regnerà sul trono di Davide, come RE su tutto Israele e tutti i popoli lo serviranno, come rivelato: “Io guardavo nelle visioni notturne, ed ecco sulle nubi del cielo venire uno simile a un Figlio dell’uomo; egli giunse fino all’Antico di giorni e fu fatto avvicinare a lui. A lui fu dato dominio, gloria e regno, perché tutti i popoli, nazioni e lingue lo servissero; il suo dominio è un dominio eterno che non passerà, e il suo regno è un. regno che non sarà mai distrutto” (Dan.7:13,14; 2:44,45), “ … ed egli regnerà sulla casa di Giacobbe in eterno, e il suo regno non avrà mai fine” (Lc.1:33).

“E quando ogni cosa gli sarà sottoposta, allora anche il Figlio stesso sarà sottoposto a Colui che gli ha sottoposto ogni cosa, affinché Dio sia tutto in tutti” (1Cor.15:28). Dio è Sovrano, Creatore e Signore su tutta la Sua creazione, lingue, nazioni, popoli e regni, e su ogni creatura celeste e terrena. Mentre Gesù è l’erede di Dio, perché Figlio, Dio infatti ha posto ogni cosa sotto i suoi piedi. Quando però dice che ogni cosa gli è sottoposta, è chiaro che ne è eccettuato colui che gli ha sottoposto ogni cosa (cioè Dio Padre)” (1Cor. 15:27; Ebr.2:8).

Confermato anche dai ventiquattro anziani, che siedono davanti a Dio sui loro troni, che affermeranno: “Noi ti ringraziamo, o Signore, Dio onnipotente, che sei, che eri e che hai da venire, perché hai preso in mano il tuo grande potere e ti sei messo a regnare“. Essi continuano col dichiarare che è arrivato il momento di giudicare i morti e di dare il premio ai suoi servi, ai profeti, ai santi e a coloro che temono il nome di Dio e di distruggere i devastatori. Tutti quelli che oggi stanno distruggendo la terra, creata da Dio perfetta, moriranno nella guerra, indicata come Armagheddon (Ap.16:16) o Valle di Giosafat (Gioele 3:12).

I martiri risusciteranno tutti insieme; infatti “Ed egli manderà i suoi angeli con un potente suono di tromba; ed essi raccoglieranno i suoi eletti dai quattro venti, da una estremità dei cieli all’altra” (Mt.24:31). In quel momento riceveranno il premio, che è stato riservato per loro (Ap.7:17; 21:4) e regneranno mille anni con Cristo (Ap.20:4,5), insieme alla chiesa o sposa di Cristo, nella nuova Gerusalemme celeste. In quel tempo Dio farà nuovi cieli e nuova terra (Is.65:17; 66:22; 2Ptr.3:13), toglierà la maledizione posta al peccato di Adamo (Gen.3:17) e metterà una grande benedizione su Israele e su tutte le nazioni della terra, perché:  “Le nazioni cammineranno alla sua luce e i re della terra vi porteranno la loro gloria” (Ap.21:24; Ger.31:12).

Tutte le profezie si stanno avverando, una ad una, a dimostrazione dell’autenticità della Parola di Dio: “…finché il cielo e la terra non passeranno, neppure un iota o un solo apice della legge passerà, prima che tutto sia adempiuto” (Mt.5:18).