Capitolo 1.

La profezia che Dio indirizzò a Sofonia tratta degli ultimi tempi, quando Dio distruggerà e “…i cieli passeranno stridendo e gli elementi si dissolveranno consumati dal calore, e la terra e le opere che sono in essa saranno arse” (2Ptr.3:10,11).

Tutti gli uomini malvagi e i loro seduttori saranno sterminati nella guerra di Armagheddon e tutti gli elementi saranno consumati dal fuoco: questi cieli e questa terra si ritireranno come una pergamena (Ap.6:14), perché tutto sarà creato nuovo, come l’apostolo Pietro conferma: “…mentre i cieli e la terra attuali sono riservati dalla stessa parola per il fuoco, conservati per il giorno del giudizio e della perdizione degli uomini empi” (2Ptr.3:7). Anche per Giuda con Gerusalemme ci sarà distruzione, perché Dio eliminerà tutti gli idoli e saranno sterminati anche chi adora il Signore con la loro bocca, mentre il loro cuore è lontano: “Perciò il Signore dice: -Poiché questo popolo si avvicina a me solo con la bocca e mi onora con le labbra, mentre il suo cuore è lontano da me, e il loro timore di me è solo un comandamento insegnato da uomini” (Is.29:13).

Che messaggio forte!

Il popolo di Dio era ormai abituato a lodare l’Eterno, che lo faceva quasi per senso di dovere, per ubbidire solo ai riti religiosi imposti. Il loro cuore era perciò lontano da Dio, perché lo cercavano e l’onoravano solo con le loro labbra.

Quanti cristiani oggi fanno lo stesso?

Molti vanno in chiesa solo per tradizione: lodano, cantano, pregano e s’inginocchiano davanti a Dio, a comando, solo se invitati da qualcuno a farlo. Questo è camminare nella carne e non nello Spirito.

Dobbiamo cercare Dio, sempre, quando siamo tristi o quando siamo allegri, quando soffriamo o quando siamo felici, ma dobbiamo farlo con tutto il nostro cuore e imparare a gioire alla sua presenza in ogni occasione e situazione, sapendo con certezza che Dio è con noi e nessuna cosa può allontanarci dal suo grande amore: Chi ci separerà dall’amore di Cristo? Sarà l’afflizione, o la distretta, o la persecuzione, o la fame, o la nudità, o il pericolo, o la spada? (Rom. 8:35).

Avere la certezza che stiamo camminando nello Spirito, è possibile solo se adoriamo Dio con tutta la nostra anima, forza, mente e corpo, come Gesù consiglia: Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta l’anima tua e con tutta la tua mente(Mt.22:37; Lc.10:27). Stiamo attenti perciò a non imitare il popolo di Dio, che è stato sempre ribelle alla voce dell’Eterno e per questo l’ha rigettato e lo ha abbandonato all’esilio per sessantadue lunghe settimane, circa 1878 anni, tra le nazioni nemiche (Ger 6:30; Is 2:6).

Se ci accorgeremo di non sentire la presenza divina oppure che adoriamo, lodiamo Dio solo attraverso le nostre emozioni e non nella potenza del suo Spirito, fermiamoci, arrendiamoci e umiliamoci ai suoi piedi, allora vedremo che tutto cambierà.

 

 Per la durezza del cuore di questo popolo Dio dichiara tramite il profeta che: “Stenderò la mia mano contro Giuda e contro tutti gli abitanti di Gerusalemme e sterminerò da questo luogo quanto rimane di Baal, il nome dei sacerdoti idolatri, assieme ai sacerdoti, quelli che si prostrano sui terrazzi davanti all’esercito del cielo, quelli che si prostrano giurando davanti all’Eterno, ma giurando anche a Malkam, quelli che si allontanano dall’Eterno e quelli che non cercano l’Eterno e non lo consultano” (v.4-6).

 

Il giorno della punizione per Israele arrivò, perché Dio vide la grande iniquità. Quello che fu rivelato da tutti i profeti, si avverò quando il popolo di Dio, arrivato al colmo della malvagità e del peccato d’idolatria, fu depredato e ucciso dai romani, mentre il residuo sopravvissuto fu disperso fra le nazioni della terra: “E i vostri scampati si ricorderanno di me fra le nazioni dove saranno condotti in cattività, perché sono stato fiaccato per il loro cuore adultero che si è allontanato da me e per i loro occhi che si prostituiscono dietro i loro idoli. Proveranno disgusto di se stessi per le malvagità da loro commesse in tutte le loro abominazioni. (Ez.6:9). Dio avverte i suoi eletti di stare in silenzio; dal luogo nascosto, il residuo vedrà lo sterminio delle nazioni, che li hanno perseguitati, nella guerra detta del Massacro (Ger.7:32).

“Sta in silenzio davanti al Signore, l’Eterno, perché il giorno dell’Eterno è vicino, perché l’Eterno ha preparato un sacrificio, ha sacrificato i suoi convitati” (v.7).

Israele fu punito da Dio per le sue grandi iniquità e per non aver creduto in Gesù, rinnegandolo come il Messia e crocifiggendolo: “E noi siamo testimoni di tutte le cose che egli ha fatto nel paese dei Giudei e in Gerusalemme; e come essi lo uccisero, appendendolo a un legno” (At.10:39). Essi se n’attirarono la colpa, come lo dichiararono davanti a Pilato: “Sia il suo sangue sopra di noi e sopra i nostri figli!” (Mt.27:25).

 

Dio li diede nelle mani dei loro nemici. Il profeta Sofonia annunciò la diaspora, dove moltissimi ebrei furono sterminati dalla spada, dalla peste e dalla fame: “Di fuori la spada, di dentro la peste e la fame. Chi è nei campi morirà per la spada, chi è in città sarà divorato dalla fame e dalla peste” (Ez.7:15).

“In quel tempo avverrà che io frugherò Gerusalemme con lampade e punirò gli uomini che, fermi sulle loro fecce, dicono in cuor loro: -l’Eterno non fa né bene né male-. Perciò i loro beni diventeranno bottino di guerra e le loro case una desolazione. Costruiranno case, ma non le abiteranno; pianteranno vigne, ma non ne berranno il vino” (v.12,13).

Israele fu mandato in esilio per circa 1878 anni, dal 70 d.C. al 1948. Terminati gli anni di cattività, Dio ha ridato nuovamente la terra promessa a Israele, perché Egli è fedele e non viene mai meno. Pochi anni ancora, perché per Israele inizierà l’ultima settimana, che completerà le settanta (Dan.9:24,25), “…allora io mi ricorderò del mio patto con Giacobbe, mi ricorderò del mio patto con Isacco e del mio patto con Abrahamo e mi ricorderò del paese” (Lev.26:42).

Ora il profeta descrive gli avvenimenti dell’ultima settimana, che si concluderanno nel giorno dell’ira dell’Eterno, alla guerra di Armagheddon, dove tutti gli eserciti delle nazioni, guidati dalla bestia, che è l’uomo con lo spirito di Satana, insieme all’anticristo, moriranno uccisi dalla loro stessa spada (Ez.38:21; Zac.14:13 Agg.2:22). La guerra della Valle di Giosafat o di Armagheddon è descritta come: ”Il giorno dell’Eterno è vicino, è vicino e giunge in fretta. Ah, il suono del giorno dell’Eterno! Allora l’uomo valoroso griderà amaramente. Quel giorno è un giorno di ira, un giorno di calamità e angoscia, un giorno di distruzione e desolazione, un giorno di tenebre e caligine, un giorno di nuvole e fitta oscurità, un giorno di squillo di tromba e di allarme contro le città fortificate e contro le alte torri. Farò venire l’avversità sugli uomini ed essi cammineranno come ciechi, perché hanno peccato contro l’Eterno; il loro sangue sarà sparso come polvere e la loro carne come escrementi” (v.14-17; Ap.19-11-21). Anche l’apostolo e profeta Giovanni descrive tale giorno di vendetta con il termine vendemmia: “Il tino fu pigiato fuori della città e dal tino uscì tanto sangue, che giungeva sino alle briglie dei cavalli, per una distanza di milleseicento stadi” (Ap.14:20)Isaia profetizza il giorno della grande vendetta dell’Eterno: “ «Il tino l’ho pigiato da solo e dei popoli nessuno è stato con me. Li ho pigiati nella mia ira e li ho calpestati nel mio furore. Il loro sangue è spruzzato sulle mie vesti e ho macchiato tutti i miei abiti.  Poiché il giorno della vendetta era nel mio cuore e l’anno della mia redenzione è giunto” (Is.63:3,4).

Tutti quelli che resteranno, dopo il rapimento della chiesa di Cristo dalla terra, saranno costretti a prendere il marchio della bestia, “E per questo Dio manderà loro efficacia di errore, perché credano alla menzogna” (2Tes.2:11).

Chi resterà vivo durante i sette anni di piaghe orrende, versate sugli abitanti della terra dagli angeli, come i sigilli, le trombe e le coppe, sarà votato allo sterminio nella guerra della Valle di Giosafat, chiamata anche Valle del Massacro (Ger.7:32) o di Armagheddon (Ap.16:16). Non ci sarà oro, né argento che potrà pagare il debito, che hanno con Dio, perciò tutti gli empi saranno sterminati e moriranno uccisi dalla spada nel giorno dell’ira dell’Eterno, ”…perché egli compirà certamente una completa distruzione di tutti gli abitanti del paese” (v.18).

 

Capitolo 2.

 La parola indirizzata al profeta riguarda la grande distruzione, che avvenne in Israele nel 70 d.C., ma il messaggio è rivolto anche a quelli che credettero in Cristo e ai suoi apostoli, gli appartenenti al residuo dei salvati, con l’invito: “Cercate l’Eterno voi tutti, umili della terra che praticate la sua legge. Cercate la giustizia, cercate l’umiltà. Forse sarete nascosti nel giorno dell’ira dell’Eterno” (v.3).

Dio ha lasciato un residuo del suo popolo, che Egli nasconderà e proteggerà dalla grande tribolazione fino a dopo “il giorno della sua ira”. Essi sono scelti tra tutte le 12 tribù di Israele, chiamata in similitudine donna: “E la donna fuggì nel deserto, dove ha un luogo preparato da Dio, perché vi sia nutrita durante 1260 giorni” (Apoc.12:6), che ripopoleranno la terra promessa nel millennio.

 

Dio distrusse Israele per mano dei loro stessi conquistatori, i romani, ma negli ultimi sette anni, prima del millennio, tutte le nazioni che hanno oppresso il popolo di Dio, pagheranno amaramente le loro persecuzioni. Nella prima metà di questo periodo, ossia nei primi tre anni e mezzo un capo del nord combatterà contro le nazioni del sud e le sottometterà, perché sarà così forte e potente che nessuno gli potrà resistere (Dan.11:15-16-17). Le città di Gaza, Aschelon, Asdod ed Ecron saranno devastate e distrutte. Dio vendicherà il male fatto ad Israele “Guai agli abitanti della costa del mare, alla nazione dei Kerethei! La parola dell’Eterno è contro di te, o Canaan, paese dei Filistei: -io ti distruggerò e non rimarrà più nessuno-” (v.5). Queste città saranno deserte; tutte le loro contrade saranno date di nuovo in possesso ad Israele. Terminato il lungo esilio nel 1948, Dio riportò nuovamente gli ebrei nella terra promessa, ma oggi non vediamo ancora tutte le benedizioni riservate ad Israele, perché esse si completeranno alla settantesima settimana. Infatti, nel millennio, Dio ristabilirà ogni cosa e ricondurrà tutto il suo popolo nella sua terra promessa, benedicendolo grandemente.

 

La profezia descrive quindi la vendetta che Dio riverserà sulle nazioni, che si associarono ai romani, quando Israele fu colpito per la sua malvagità,

“Ho udito il disprezzo di Moab e gli oltraggi dei figli di Ammon, con i quali hanno insultato il mio popolo e si sono ingranditi a danno del loro territorio. Perciò, com’ è vero che io vivo-, dice l’Eterno degli eserciti, il Dio d’Israele, -certamente Moab sarà come Sodoma e i figli di Ammon come Gomorra, un luogo occupato dalle ortiche e saline, una desolazione per sempre. Il resto del mio popolo li saccheggerà e il residuo della mia nazione li possederà. Questo avverrà loro per la loro superbia; perchè hanno insultato e si sono vantati contro il mio popolo dell’Eterno degli eserciti” (v.8-10).

Dio colpirà anche Moab ed i figli di Ammon, così tutti gli idoli delle nazioni saranno distrutti e, nel millennio, le isole delle genti (tutti i popoli gentili) adoreranno il Dio di Israele.

Sempre durante i sette anni, la mano dell’Eterno sarà rivolta anche contro le nazioni del Settentrione e non risparmierà gli empi, quelli che non hanno creduto alla verità, ma si sono compiaciuti nell’ingiustizia (2Tes.2:12); annienterà la bestia, l’uomo con lo spirito di Satana, qui denominato in similitudine Assur.

Inoltre è ripetuto che Ninive, analogia con la Città del Vaticano, sarà resa come un deserto, dove risiederanno tutte le bestie immonde della terra. La bella, potente e famosa città sarà spogliata dei suoi cedri (di tutte le sue ricchezze), “Questa è città gaudente che se ne stava al sicuro e diceva in cuor suo: -Io e nessun altro fuori di me-. Come mai è diventata una desolazione, un luogo dove gli animali si accovacciano? Chiunque le passerà vicino fischierà e agiterà la mano” (v.15).

 

Capitolo 3.

Non esiste profeticamente religione al mondo più odiata da Dio dell’impero cattolico, definita Babilonia, la grande, perché in particolare ha modificato la Parola di Dio a suo tornaconto (es. 2° comandamento: “Non ti farai scultura alcuna né immagine alcuna delle cose che sono lassù nei cieli o quaggiù sulla terra o nelle acque sotto la terra” Deut.5:8, Es.20) e ha basato la sua dottrina su principi e tradizioni umane (Mrc.7:7).

Dio non ha disposto alcuno dei suoi discepoli come maggiore tra gli altri (Mt.23:11) e né ha affidato a qualcuno un trono sulla terra. Chi adesso governa quest’organismo è manipolato dalla bestia, (Apoc.17). Sofonia la indica come la città d’oppressione, ribelle e contaminata (v.1), “Essa non ha ascoltato la sua voce, non ha accettato correzione, non ha confidato nell’Eterno, non si è avvicinata al suo Dio. I suoi principi in mezzo a lei sono leoni ruggenti; i suoi giudici sono lupi della sera, che non lasciano alcun osso da rosicchiare per il mattino. I suoi profeti sono sconsiderati, uomini perfidi; i suoi sacerdoti hanno profanato il luogo santo, hanno fatto violenza alla legge” (v.2-4).

Dio è il giusto giudice e certamente non terrà innocente il malvagio e non mancherà di giudicarlo. Anche quando Dio distruggerà Babilonia, i suoi seguaci non si convertiranno, ma continueranno a camminare nella loro idolatria: “Io le ho dato un tempo per ravvedersi dalla sua fornicazione, ma lei non si è ravveduta” (Ap.2:21).

“Io dicevo: -Certamente tu mi temerai, accetterai la correzione; così la sua dimora non sarebbe distrutta, nonostante tutte le punizioni che le ho inflitte. Ma essi si sono affrettati a pervertire tutte le loro azioni” (v.7).

 

Dio non tarderà la sua decisione, che arriverà al momento opportuno, quando distruggerà Babilonia e, dopo pochi anni, saranno annientati tutti i malvagi nella Valle di Giosafat (Gioele 3), alla guerra di Armagheddon (Apoc.16:16). Dio allora si ricorderà di dare il calice della sua furente ira a tutte le nazioni, che hanno seguito Babilonia e che non hanno voluto ravvedersi (Apoc.16:19). Radunerà moltitudini di popoli e nazioni nella Valle della Decisione (Gioele 3:14) e la siederà per far giudizio, “Si destino e salgano le nazioni alla valle di Giosafat, perché io la siederò a giudicare tutte le nazioni d’intorno” (Gioele 3:12). Nel giorno dell’ira dell’Eterno, quindi Egli si eleverà: “…per far bottino; poiché la mia determinazione è di radunare le nazione, di riunire i regni, per riversare su di essi la mia indignazione, tutto l’ardore della mia ira” (v.8).

Dopo la morte dell’uomo con lo spirito di Satana, la bestia, dell’anticristo e degli empi, sconfitti da Gesù, l’Agnello di Dio, con la sposa vestita di lino finissimo e puro su dei cavalli bianchi (Apoc.19:11-21), seguirà la distruzione dei cieli e della terra, “…tutta la terra sarà divorata dal fuoco della mia gelosia” (v.8).

Poi saranno creati nuovi cieli e una nuova terra: “-Poiché come i nuovi cieli e la nuova terra che io farò sussisteranno stabili davanti a me-, dice l’Eterno, -così sussisteranno la vostra progenie e il vostro nome” (Is.66:22; 65:17), ”Ma noi, secondo la sua promessa, aspettiamo nuovi cieli e nuova terra, nei quali abita la giustizia” (2Ptr.3:13).

Inizierà quindi il millennio, “poiché allora trasformerò il linguaggio dei popoli in linguaggio puro, affinché tutti invochino il nome dell’Eterno, per servirlo di comune accordo Da oltre i fiumi di Etiopia i miei adoratori, la figlia dei miei dispersi, porteranno la mia offerta” (v.9,10).

 

Dio toglierà perciò lo spirito di confusione dagli ebrei ed annullerà tutto il loro peccato, così il residuo d’Israele servirà l’Eterno e, in mezzo a loro, non ci sarà più chi s’insuperbirà, perché essi saranno umili e spereranno nel Signore. Essi saranno santi, non peccheranno più e non ci sarà nessuno che li spaventi, perché Satana sarà legato e gettato nell’abisso (Apoc.20:1-2) per mille anni. In Israele ci sarà gioia ed allegria. Dio abiterà con loro: “Ecco il tabernacolo di Dio con gli uomini! Ed Egli abiterà con loro; essi saranno  suo popolo e Dio stesso sarà con loro e sarà il loro Dio” (Ap.21.3).

Il profeta Sofonia aggiunge: “Manda grida di gioia, o figlia di Sion, manda grida di allegrezza, o Israele! Rallegrati ed esulta di tutto cuore, o figlia di Gerusalemme! L’Eterno ha revocato i tuoi giudizi, ha cacciato via il tuo nemico. Il re d’Israele, l’Eterno, è in mezzo a te; tu non vedrai più alcun male. In quel giorno si dirà a Gerusalemme: -Non temere, o Sion, le tue mani non s’indeboliscano! L’Eterno, il tuo Dio, è in mezzo a te; egli è il Potente che salva. Egli esulterà di gioia per te, nel suo amore starà in silenzio, si rallegrerà per te con grida di gioia” (v.14-17).

 

Tutti gli israeliti, ancora oggi tra le nazioni, torneranno nella loro terra, nell’ultima settimana, ma chi è destinato alla morte morirà e chi è destinato alla vita vivrà (Is.4:3). Tutti i popoli che hanno perseguitato e ucciso gli ebrei moriranno nella guerra di Armagheddon, nella valle di Giosafat.

Il residuo ebreo sarà invece benedetto grandemente e nel millennio la loro fama sarà nota al residuo di tutti i popoli della terra, anche dai sopravvissuti di dei popoli che li avevano perseguitati, li loderanno. Il profeta Isaia sostiene sempre in similitudine che questi superstiti leccheranno la polvere dei loro piedi, prostrandosi davanti a loro li dovranno ubbidire perché Israele sarà la capitale di tutto il mondo.

“I re saranno i tuoi padri adottivi e le loro regine saranno le tue nutrici; essi si prostreranno davanti a te con la faccia a terra e leccheranno la polvere dei tuoi piedi; così saprai che io sono l’Eterno e che coloro che sperano in me non saranno svergognati”  (Is 49:23).

”Ecco, in quel tempo io agirò contro quelli che ti opprimono; salverò lo zoppo e raccoglierò quelli che sono stati scacciati, e li renderò gloriosi e rinomati in tutti i paesi dove sono stati nella vergogna. In quel tempo io vi farò ritornare, sì, in quel tempo vi raccoglierò, poiché vi renderò rinomati e gloriosi fra tutti i popoli della terra quando, sotto i vostri occhi, vi ricondurrò dalla cattività-, dice l’Eterno” (v.19,20).

Una parte della profezia si è avverata, quando lo Stato d’Israele è stato ricostituito nel 1948, mentre l’altra parte si avvererà, quando per Israele inizierà il millennio. In quel periodo la loro fama sarà per tutta la terra e tutte le nazioni cammineranno alla sua Luce (Ap.21.24).

 

Messaggio conclusivo.

Tutte le profezie già verificatesi e quelle che si compiranno fino alla chiusura della settantesima settimana, saranno per Israele (Dan.9:24-27).

I popoli gentili delle nazioni, quelli non Ebrei, sono poco nominati nelle profezie, perché appartenenti al nuovo patto. Noi siamo stati innestati sulla radice, che è Israele, cui appartiene: “…l’adozione, la gloria, i patti, la promulgazione della legge, il servizio divino e le promesse” (Rom.9:4). Infatti, la promessa del Messia non l’avevamo ricevuta noi, bensì Israele. Soltanto quando Israele ha rinnegato il Cristo, noi allora siamo stati uniti alle loro promesse. Per la loro incredulità e disubbidienza, noi abbiamo ottenuto misericordia, per mezzo della fede (Rom.11:17,20,30).

Noi, non avevamo alcuna parte con Israele, perché Dio lo aveva scelto come suo popolo tra tutte le nazioni della terra: “…eravate in quel tempo senza Cristo, estranei dalla cittadinanza d’Israele e estranei ai patti della promessa, non avendo speranza ed essendo senza Dio nel mondo” (Ef.2:12).

A noi credenti del nuovo patto, popoli Gentili o Pagani, è stata riservata la promessa della vita eterna, se perseveriamo nella fede fino alla fine. A noi è stato assegnato l’evangelo della Grazia, la spada a doppio taglio (Ebr.4:12), che Gesù avrà nella sua bocca (Ap.1:16; 2:12-16), la Parola di Dio a cui noi dovremmo ubbidire, se desiderassimo la salvezza, altrimenti la stessa spada ci colpirà all’improvviso per distruggerci, quando Gesù apparirà nel cielo, per fare giustizia di Dio, insieme alla sua Sposa, la Chiesa degli eletti e fedeli, nella valle di Giosafat (Gioele 3) oppure Valle del Massacro (Ger.7:32; 19.6), o battaglia di Armagheddon (Ap.16:16) in Israele, come precisato: “Dalla sua bocca usciva una spada acuta per colpire con essa le nazioni; egli governerà con uno scettro di ferro ed egli stesso pigerà il tino del vino della furente ira di Dio onnipotente” (Ap.19:15).

Prendere in esame Israele, che fu incredulo e Dio quindi lo abbandonò all’esilio per molti secoli, perché “Or tutte queste cose avvennero loro, come esempio, e sono scritte per nostro avvertimento, per noi, che ci troviamo alla fine dei secoli” (1Cor.10:11). Anche noi se non credessimo, saremmo abbandonati non per secoli, ma in eterno. Rivestiamoci perciò dell’armatura di Dio per resistere agli attacchi del nemico e restare fermi nella fede, fino alla fine, “Rivestitevi dell’intera armatura di Dio per rimanere ritti e saldi contro le insidie del diavolo” (Ef 6:11).

Perciò chi pensa di stare in piedi, guardi di non cadere…Or Dio è fedele e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze, ma con la tentazione vi darà anche la via d’uscita, affinché la possiate sostenere” (1Cor.10:12,13), se confidiamo assolutamente e completamente in Cristo Gesù, nostro Signore e Salvatore.

Dio ci ha scelto dal mondo “In lui siamo anche stati scelti per un’eredità, essendo predestinati secondo il proponimento di colui che opera tutte le cose secondo il consiglio della sua volontà” (Ef.1:11) e, come promesso, ci proteggerà fino alla fine, se perseveriamo nella fede, dandoci vittoria sul mondo, sul peccato e sul nemico “Ma essi l’hanno vinto per mezzo del sangue dell’Agnello e per mezzo della parola della loro testimonianza; e non hanno amato la loro vita, tanto da esporla alla morte” (Ap.12:11). Come Gesù ha vinto, anche noi avremo vittoria in Gesù nostro Signore.

Abbiamo qualche dubbio?

Se noi camminassimo nella verità, facendo la sua volontà, mettendo in pratica la sua Parola, avendo la nostra mente rivolta a Dio, vegliando e pregando in ogni tempo, noi avremmo la certezza di essere scelti e non solo chiamati. Questo sarà il nostro premio, se restiamo fedeli fino alla fine: “Chi vince lo farò sedere con me sul mio trono, come anch’io ho vinto e mi sono seduto con il Padre mio sul suo trono” (Ap.3:21).

Rallegriamoci perciò e gioiamo, perché presto, anzi tra breve tempo, noi saremo con Gesù e non lo lasceremo più per tutta l’eternità.