CAPITOLO 60

Il giorno per Gerusalemme arriverà, allora si dirà: “Sorgi, risplendi, perché la tua luce è giunta, e la gloria dell’Eterno si è levata su di te” (v.1).

Mentre per il residuo di Sion è riservata la gloria dell’Eterno, la sua luce meravigliosa; per il rimanente degli ebrei, gli iniqui, invece sono destinate le tenebre, insieme a tutti i popoli che andranno a combattere contro l’Agnello (Gesù) il RE dei Re, il SIGNORE dei Signori. Tutti quelli che rimarranno vivi, dei popoli gentili, cammineranno alla luce del popolo di Dio ed andranno ad adorare l’Eterno in Sion.

In quel tempo Satana, sarà legato e gettato nell’abisso ed allora Gerusalemme trionferà, divenendo “la città dell’Eterno”, “la Sion del Santo d’Israele” (v.14).

“Ristabilirò i tuoi giudici come erano all’inizio, e i tuoi consiglieri come erano al principio. Dopo questo, sarai chiamata -la città della giustizia-, -la città fedele-“ (Is.1:26).

In quel tempo Gerusalemme risorgerà e splenderà come il sole, perché in lei abiterà l’Eterno (nel millennio) insieme ai redenti, residuo di israele, tanto da essere chiamata anche “campo dei santi”.

Inoltre presso Dio scenderà la nuova Gerusalemme, celeste o diletta città, in cui ci sarà la Sposa o Chiesa di Cristo e tutti i martiri, compresi quelli della grande tribolazione, che regneranno per mille anni, insieme a Cristo (Apoc.20:4,6).

Israele sarà il popolo dell’Eterno, una nazione santa, scelta tra tutte le nazioni fin dai tempi antichi.

Dio annullerà la maledizione data alla Terra per il peccato di Adamo: “…il suolo sarà maledetto per causa tua; ne mangerai il frutto con fatica tutti i giorni della tua vita” (Gen.3:17).

Nel millennio la Terra sarà benedetta, perché Dio creerà nuovi cieli e nuova terra, in essa abiterà la giustizia e la pace: la terra produrrà frutto in abbondanza, Israele vivrà in pace per sempre, Dio abiterà con loro (Apoc.21:3) ed essi saranno il suo popolo (Ez.37:27).

Il tempo della redenzione di Israele, oggi è molto vicino: pochi anni ancora e Dio riprenderà a trattare con il suo popolo. Egli salverà e manterrà in vita chi è stabilito, chi è scritto tra i vivi, ossia un piccolo residuo proveniente da ogni tribù, che ripopolerà nuovamente Israele per la durata di mille anni.

Allora tu riguarderai, e sarai illuminata; e il tuo cuore sbigottirà, e si allargherà; perciocché la piena del mare sarà rivolta a te, la moltitudine delle nazioni verrà a te” (v.5). Il mare indica popoli e nazioni quindi tutte le ricchezze delle nazioni dopo la guerra, si riverserà su Israele: “Tutte le greggi di Kedar si raduneranno presso di te, i montoni di Nebaioth saranno al tuo servizio, saliranno sul mio altare come offerta gradita, e io renderò glorioso il tempio della mia gloria” (v.7).

Gerusalemme diventerà la città in cui Dio stesso abiterà con gli uomini, chiamati santi dell’Eterno. Tutte le nazioni della Terra spereranno in Dio e andranno in Gerusalemme portando il loro oro e il loro argento. Gli stranieri, coloro che non appartengono al popolo israelita, ricostruiranno le mura e tutti i loro re o capi di governo saranno assoggettati a Israele.

Dio castigò il suo popolo mandandolo in esilio; lo disperse su tutta la Terra, fra le nazioni loro nemiche per sessantadue settimane, ma, per la sua immensa misericordia, tutto questo sarà dimenticato.

Invece di essere abbandonata e odiata, tanto che nessuno più passava da te, io farò di te uno splendore eterno, la gioia di molte generazioni” (v.15)Gerusalemme sarà la città dell’Eterno, in lei saranno offerti sacrifici sull’altare di Dio e ne prenderà piacere “…ed io glorificherò la Casa della mia gloria”

Dio magnificherà il suo popolo sopra tutte le nazioni, lo benedirà donandogli pace, ricchezza e gloria. Le porte della santa città saranno sempre aperte, sia di giorno che di notte, perché in essa dovranno affluire tutte le ricchezze delle nazioni: “Poiché la nazione e il regno che non ti serviranno periranno, e quelle nazioni saranno interamente distrutte. La gloria del Libano verrà a te…” (v.12,13). Tutto il legno del Libano servirà per abbellire il luogo del santuario dell’Eterno e glorioso sarà il luogo dove Dio poserà i suoi piedi.

La profezia ribadisce che le ricchezze dei popoli saranno portate a Gerusalemme: in essa giungerà oro invece di bronzo, argento invece di ferro, bronzo invece di legno, ferro invece di pietre. I figli di quelli che hanno afflitto e disprezzato Israele nel passato, nel millennio si prostreranno ai piedi degli ebrei e li serviranno questo lo ha deciso l’Eterno.

Dio stabilirà la pace e la giustizia e non ci sarà più alcuna violenza, né devastazione nei confini di Israele. Le sue mura saranno chiamate “Salvezza” e le sue porte “Lode”; di giorno e di notte la città sarà illuminata dall’Eterno, una luce eterna ed infinita: “Il tuo sole non tramonterà più e la tua luna non si ritirerà più, perché l’Eterno sarà la tua luce perpetua e i giorni del tuo lutto saranno finiti. Tutti quelli del tuo popolo saranno giusti; essi possederanno il paese per sempre, il germoglio da me piantato, l’opera delle mie mani, per manifestare la mia gloria. Il più piccolo diventerà un migliaio, il minimo, una nazione potente. Io, l’Eterno, affretterò le cose a suo tempo” (v.20-22)..

Nel millennio tutto il popolo di Dio sarà santo, Dio dice al profeta: “E quei del tuo popolo saranno giusti tutti quanti; erederanno la terra in perpetuo” (v.21, vers.Diodati).

Dio non tarderà le sue promesse, stanno per compiersi le sessantanove settimane mancherà solo l’ultima di sette anni; solo sette anni, Gesù profetizzo: “se quei giorni non fossero abbreviati, nessuna carne si salverebbe; ma a motivo degli eletti quei giorni saranno abbreviati” (Mt.24:22), prima delle benedizioni accennate.

Gli eletti possederanno la Terra (Slm.37:9), in perpetuo perché Dio l’ha data al suo popolo per patto eterno. Scamperà anche un residuo appartenenti alle nazioni o isole, chiamati stranieri, che dovranno ricostruire le mura e serviranno Israele. Adoreranno e celebreranno le festività del Dio di Giacobbe: “E avverrà che ogni sopravvissuto di tutte le nazioni venute contro Gerusalemme salirà di anno in anno ad adorare il Re, l’Eterno degli eserciti, e a celebrare la festa delle Capanne” (Zac.14:16).

CAPITOLO 61

La profezia indica la missione dell’Unto di Dio il suo Unigenito Figlio, mandato per essere il Salvatore di tutte le genti credenti (Rom.1:16), prima del giudeo e poi del greco o del popolo gentile: “Lo spirito del Signore, l’Eterno, è su di me, perché l’Eterno mi ha unto per recare una buona novella agli umili; mi ha inviato a fasciare quelli da cuore rotto, a proclamare la libertà a quelli in cattività, l’apertura del carcere ai prigionieri” (v.1).

Dio scelse gli umili ed i più poveri del suo popolo, così come gli Evangeli ci espongono. A proposito dei più miseri di Israele, Zaccaria profetizza: “Allora mi misi a pascere le pecore destinate al macello, precisamente le più misere del gregge. Presi quindi per me due bastoni: uno lo chiamai –Grazia- e l’altro lo chiamai -Legami-, e mi misi a pascere il gregge” (Zac.11:7).

Questa profezia indicò che Gesù Cristo, discendente della stirpe di Davide, è il Pastore di due greggi: di Israele, il popolo che Dio scelse, chiamato Legami o Vincoli e l’altro dei gentili, innestati su Israele, detto Grazia o Favore.

Due popoli che, dal tempo di Giovanni il Battista fino alla conclusione del periodo della Grazia, sono considerati come un unico popolo della Grazia o Favore. Dopo, saranno distinti: Israele sarà il popolo scelto come eredità di Dio mentre coloro che sono appartenuti al periodo della Grazia, saranno con Cristo, lo Sposo, per seguirlo ovunque Egli vada (per questo motivo sono identificati come Sposa).

Dio ama gli umili e coloro che non sono riconosciuti, apprezzati o rispettati da questo mondo, perché non appartengono ad esso. Gesù non è stato mandato per coloro che s’innalzano, ma per quelli che si abbassano, che hanno il cuore rotto e che erano prigionieri del mondo delle tenebre, ma sono stati illuminati da Gesù “luce degli uomini” (Gv.1:4).

Israele oggi è ancora nell’oscurità. Su di loro splenderà non più la luce del sole, ma quella diretta della gloria di Dio: “Il sole non sarà più la tua luce di giorno, né la luna ti illuminerà più col suo chiarore; ma l’Eterno sarà la tua luce eterna e il tuo Dio la tua gloria. Il tuo sole non tramonterà più e la tua luna non si ritirerà più, perché l’Eterno sarà la tua luce perpetua e i giorni del tuo lutto saranno finiti” (v.19,20).

Non tutti gli ebrei saranno salvati, ma solo quelli che riconosceranno il proprio peccato, facendo cordoglio. Riceveranno un diadema, invece di cenere, l’olio della gioia invece di lutto e il manto della lode invece di uno spirito abbattuto: loro saranno chiamati “…querce di giustizia, la piantagione dell’Eterno…” (v.3). “Riverserò sulla casa di Davide e sugli abitanti di Gerusalemme lo Spirito di grazia e di supplicazione; ed essi guarderanno a me, a colui che hanno trafitto; faranno quindi cordoglio per lui, come si fa cordoglio per un figlio unico, e saranno grandemente addolorati per lui, come si è grandemente addolorati per un primogenito” (Zac.12:10; Apoc.1:7). Tutti coloro che sono scritti tra i vivi (Is.4:3) o scritti nel libro (Dan.12:1) faranno cordoglio per Gesù, capiranno che Egli è il Figlio di Dio, il messia d’Israele, che i loro padri uccisero appendendolo al legno della croce come malfattore: “il Dio dei nostri padri ha risuscitato Gesù, che voi uccideste, appendendolo al legno” (Atti 5:30).

Il futuro glorioso delle tribù di Israele è proclamato in tutte le profezie. Dio desidera che ognuno di noi riconosca la grandezza della sua gloria, attraverso ciò che Egli ha fatto e farà per il suo popolo, eletto nei tempi antichi tramite un patto eterno con Abramo, Isacco e Giacobbe i patriarchi dell’eredità dell’Eterno.

Oggi Israele non può comprendere le profezie fino a quando Dio non eliminerà lo spirito di torpore che ha posto su di loro: “L’Eterno infatti ha sparso su voi uno spirito di torpore; ha chiuso i vostri occhi, i profeti, ha velato i vostri capi, i veggenti” (Is.29:10). Gli ebrei saranno ciechi e sordi spiritualmente fino all’inizio dell’ultima settimana delle settanta (Dan.9:24,25) Tutto ciò che Dio ha espresso contro il suo popolo si è avverato e si compirà presto tutta la profezia che li riguarda; noi dobbiamo amare questo popolo stupendo, perché la Grazia ci è pervenuta proprio attraverso loro.

Dio abbandonò il suo popolo per tutte le loro iniquità e la Grazia passò a noi gentili che non eravamo stati scelti ma proprio per Grazia In virtù del sacrificio della morte di Gesù, Egli ci ha chiamati e ci ha scelto per essere la sua Chiesa o Sposa e per essere partecipi della natura divina, ereditando la vita eterna, in Cristo.

Nel millennio però gli stranieri (popoli gentili) serviranno Israele, come pure i re e le regine si prostreranno davanti ai loro piedi e tutte le ricchezze e la gloria della Terra saranno portate in Israele che le possederà (Is. 49.23); “Essi ricostruiranno le antiche rovine, rialzeranno i luoghi desolati nel passato, restaureranno le città desolate, devastate da molte generazioni. Stranieri verranno a pascolare le vostre greggi, i figli dello straniero saranno i vostri agricoltori e i vostri vignaiuoli. Ma voi sarete chiamati -sacerdoti dell’Eterno- e sarete chiamati -ministri del nostro Dio-. Voi godrete le ricchezze delle nazioni, e la loro gloria passerà a voi” (v.4-6).

Dio darà loro il doppio delle ricchezze con allegria eterna, invece di vergogna darà doppio onore (v.7); Israele sarà riconosciuto da tutti i popoli, in quanto discendenti dell’Eterno (v.9).

“Perciò, come la terra fa crescere la sua vegetazione e come il giardino fa germogliare ciò che vi è stato seminato, così il Signore, l’Eterno, farà germogliare la giustizia e la lode davanti a tutte le nazioni” (v.11). Tutte le nazioni in quel tempo sapranno che Israele è la progenie che il Signore, l’Eterno li ha benedetti. Un millennio di pace e di prosperità per tutta la Terra, perché Satana sarà in questo periodo legato nell’abisso. Dio: “…farà germogliare la giustizia e la lode, nel cospetto di tutte le genti”.

CAPITOLO 62

La Parola del Signore è vera e stabile, perché non cadrà nemmeno un apice di ciò che ha detto. Al suo comando originò tutta la creazione in sei giorni e poi si riposò il settimo giorno, disponendo che anche l’uomo si riposasse dalle sue fatiche. Il giorno del riposo spirituale del nostro Dio sarà il millennio. Lui agirà per amore di Sion, la città dell’Eterno, che adesso è ancora contaminata dagli uomini iniqui, ma la renderà pura e santa nel millennio, dopo lo sterminio degli empi, perché sarà abitata dal residuo salvato, “Per amore di Sion io non tacerò, e per amore di Gerusalemme non mi darò riposo finché la sua giustizia non spunti come l’aurora e la sua salvezza come una fiaccola ardente. Allora le nazioni vedranno la tua giustizia e tutti i re la tua gloria; sarai chiamata con un nome nuovo, che la bocca dell’Eterno indicherà” (v.1,2).

La nuova Gerusalemme sarà la città gloriosa, nel millennio Dio le darà un nuovo nome. La profezia la descrive come una splendida corona e un diadema nella mano dell’Eterno: “L’Eterno, il loro Dio, li salverà in quel giorno, come il gregge del suo popolo, perché saranno come le pietre preziose di una corona, che saranno innalzate come una bandiera sulla sua terra” (Zac.9:16).

Gerusalemme sarà abitata da un popolo santo, riconosciuto da tutta la Terra, innalzato da Dio sopra ogni popolo.

Questo capitolo descrive in dettaglio la città, che è stata per tanto tempo abbandonata nelle mani dei nemici di Israele, a causa dei loro continui peccati nei confronti dell’Eterno.

Gerusalemme sarà ricostruita nuovamente e in essa non entrerà mai più il peccato (Apoc.21:8): l’uomo iniquo morirà prima che inizi il millennio, ucciso dalla spada a doppio taglio che Gesù avrà nella sua bocca (Apoc.19:15). “Non sarai più chiamata “Abbandonata”, né la tua terra sarà più detta “Desolazione”, ma sarai chiamata “La mia delizia è in lei” e la tua terra “Maritata”; perché l’Eterno trova piacere in te, e la tua terra avrà uno sposo. Perciò, come un giovane sposa una vergine, i tuoi figli sposeranno te; e come la sposo gioisce per la sposa, così il tuo Dio gioirà per te. Sulle tue mura, o Gerusalemme, ho posto delle sentinelle, che per tutto il giorno e tutta la notte non taceranno mai. Voi che ricordate all’Eterno le sue promesse, non state in silenzio, e non dategli riposo, finché non abbia ristabilito e reso Gerusalemme la lode di tutta la terra” (v.4-7).

Questi versi non hanno bisogno di commento o spiegazioni; Gerusalemme sarà la lode di tutta la Terra, affluiranno in essa uomini da tutto il mondo per adorare l’Eterno e coloro che non lo faranno Dio li castigherà: “Se la famiglia d’Egitto non salirà e non verrà, neppure su di essa cadrà la pioggia, ma cadrà la stessa piaga con cui l’Eterno colpirà le nazioni che non saliranno a celebrare la festa delle Capanne. Questa sarà la punizione dell’Egitto, e la punizione di tutte le nazioni che non saliranno a celebrare la festa delle Capanne” (Zac.14:18,19).

Il residuo salvato del popolo israelita sarà benedetto. Esso non dovrà più preoccuparsi, perché avrà cibo e ricchezze a sazietà; non gli mancherà alcuna cosa e sarà sempre esaudito. Dio proclamerà a tutti, fino all’estremità della terra, che Gesù presto verrà per la figlia di Sion, il residuo che Egli ha scelto, “…Ecco, colui ch’è la tua salute viene; ecco, la sua mercede è con lui, e la sua opera è davanti a lui” (v.11,vers.Diodati).

L’apostolo Giovanni ripete: “Ecco, io vengo presto e il mio premio è con me, per rendere ad ognuno secondo le opere che egli ha fatto” (Apoc.22:12).

È ribadito in più parti dei libri profetici che il residuo salvato diventerà una moltitudine, un popolo santo, eletto e scelto da Dio, essi saranno riscattati e perciò chiamati popolo santo, Dio stesso abiterà con loro in Sion (Zac.8:8; Apoc.21:3). “Li chiameranno -Il popolo santo-, -I redenti dell’Eterno-, e tu sarai chiamata –Ricercata-, La città non abbandonata-” (v.12).

CAPITOLO 63

Il capitolo, descrive come per ordine di Dio (Gioele 3) si metterà fine all’empio, la bestia (l’uomo con lo spirito di Satana), l’anticristo o falso profeta e di tutti coloro che sono stati sedotti. Questo avvenimento apocalittico è chiamato vendemmia; re, capitani, uomini prodi, cavalli e cavalieri, schiavi e liberi, piccoli e grandi (Apoc.19:18), provenienti da ogni popolo, nazioni e lingue, tutti saranno tutti radunati nella valle di Giosafat (Gioele 3), descritta “Allora l’angelo lanciò la sua falce sulla terra e vendemmiò la vigna della terra e gettò l’uva nel gran tino dell’ira di Dio” (Apoc.14:19).

“Chi è costui che viene da Edom, di Bosra, co’ vestimenti macchiati? Che è magnifico nel suo ammanto, che cammina nella grandezza della sua forza?” ( v.1,vers.Diodati). Gesù nella sua grandezza e potenza apparirà nel cielo per fare vendetta con la spada della Parola di Dio, la spada che Gesù avrà nella bocca è per combattere alla fine contro tutti quelli che hanno amato la menzogna e non hanno voluto ravvedersi: “Ravvediti dunque; altrimenti verrò presto da te e combatterò contro di loro con la spada della mia bocca” (Apoc.2:16). Gesù apparirà nel cielo, con una veste macchiata del sangue degli uccisi in Armagheddon, che scorrerà per 1600 stadi: “… il tino fu pigiato fuori della città e dal tino uscì tanto sangue, che giungeva sino alle briglie dei cavalli, per una distanza di milleseicento stadî” (Apoc.14:20). “…-Sono io che parlo con giustizia e sono potente nel salvare. Perché la tua veste è rossa e i tuoi abiti come quelli di chi pigia nel tino?” (v.1,2).

Anche l’apostolo Giovanni espone la stessa visione, descrivendo l’apparizione di Gesù su un cavallo bianco: “Poi vidi il cielo aperto, ed ecco un cavallo bianco, e colui che lo cavalcava si chiama il Fedele e il Verace; ed egli giudica e guerreggia con giustizia. I suoi occhi erano come fiamma di fuoco e sul suo capo vi erano molti diademi, e aveva un nome scritto che nessuno conosce se non lui; era vestito di una veste intrisa nel sangue, e il suo nome si chiama:- la Parola di Dio-” (Apoc.19:11-13).

Nel giorno dell’ira di Dio, Egli si vendicherà dei suoi nemici, di coloro che hanno preferito camminare nella menzogna di Satana. Il dragone darà la sua potenza e grande autorità alla bestia, uomo con lo spirito di Satana e tutti i seduttori e i sedotti saranno sconfitti e uccisi con la spada nel gran giorno dell’Eterno. Questo avverrà nella valle di Giosafat (Gioele3:2), dove si svolgerà la guerra di Armagheddon (Apoc.16:16) o Valle della Visione (Is.22:1) e Gesù apparirà nel cielo su un cavallo bianco ed ogni occhio lo vedrà (Apoc.1:6).

Tutto il Suo esercito, la Sposa o Chiesa, che avrà rapito nelle nuvole, prima dei sette anni finali, sarà con lui (Apoc.19:11,14).

Gesù ucciderà con la sola Parola (spada a doppio taglio) tutti quelli che, per ordine dell’Eterno, li incita: “…fate risvegliare gli uomini valorosi, si avvicinino, salgano tutti gli uomini di guerra” (Gioele 3:9; Ez.38:21; Aggeo 2:22; Is.19:2; Zac.14:13). Gesù pronuncerà, dalla sua bocca una Parola e cadrà sugli eserciti della bestia e dell’anticristo grande confusione ed essi si uccideranno l’uno con la spada dell’altro. Quando tutti saranno accampati e pronti per la battaglia Gesù apparirà nelle nuvole e senza mano d’uomo (Dan.2:34,35) colpirà con la sola spada della Parola: “Il tino l’ho pigiato da solo e dei popoli nessuno è stato con me. Li ho pigiati nella mia ira e li ho calpestati nel mio furore. Il loro sangue è spruzzato sulle mie vesti e ho macchiato tutti i miei abiti” (v.3).

Cosa accadrà e come verranno uccisi viene chiaramente esposto dal profeta Zaccaria: “In quel giorno avverrà che per opera dell?Eterno vi sarà in mezzo a loro una grande confusione; ognuno di loro afferrerà la mano del suo vicino e alzerà la sua mano contro la mano del suo vicino” (Zac.14:13). Si uccideranno tra gli alleati, con le loro spade, l’uno contro l’altro; il loro sangue scorrerà per una distesa di 1.600 stadi e tutti moriranno dissanguati.

“Poiché il giorno della vendetta era nel mio cuore e l’anno della mia redenzione è giunto. Guardai, ma non c’era che mi aiutasse; rimasi stupito che nessuno mi sostenesse. Allora il mio stesso braccio mi ha salvato e il mio furore mi ha sostenuto. Ho calpestato i popoli nella mia ira, li ho resi ubriachi nel mio furore e ho fatto scorrere il loro sangue sulla terra” (v.4-6).

(vedi Profezia dell’Apocalisse).

Dio ricorda ad Israele il loro passato, quando li guidava per mano del suo servo Mosè e divise le acque del mar Rosso, facendoli passare per l’asciutto “…Cosí tu guidasti il tuo popolo, per farti un nome glorioso” (v.14). Al tempo stabilito inviò per loro un Salvatore, il suo Unigenito Figlio, Egli: “In ogni loro afflizione egli fu afflitto…” (v.9). Per la sua misericordia li salvò e li riscattò.

“Io ricorderò le benignità dell’Eterno, le lodi dell’Eterno per tutto ciò che l’Eterno ci ha largito e la grande bontà usata alla casa d’Israele, concessa loro secondo le sue compassioni e secondo la sua grande benevolenza. Egli infatti aveva detto: – Essi sono veramente il mio popolo, figli che non agiranno falsamente-. Così divenne il loro Salvatore” (v.7;8).

Gesù venne per il suo popolo e sacrificò se stesso per i loro peccati, salvando solo il residuo che erano scritti nel libro della vita. Per tutti gli altri Gesù divenne la Pietra d’inciampo: “E chi cadrà su questa pietra sarà sfracellato; ed ella stritolerà colui sul quale cadrà” (Mt.21:44).

“ Ma essi contristarono il suo santo Spirito; perciò egli divenne loro nemico e combatté contro di loro” (v.10).

Israele rifiutò il Salvatore, Colui che era sceso in mezzo a loro per redimerli, ma essi si ribellarono ed Egli li abbandonò: “Non avrò più compassione degli abitanti del paese-, dice l’Eterno, -anzi, farò cadere ognuno in potere del suo prossimo e in potere del suo re. Essi devasteranno il paese e non libererò alcuno dalle loro mani-… -Non vi pascerò più; chi sta per morire muoia, e chi sta per perire perisca; quelle poi che rimangano si divorino a vicenda” (Zac.11:6,9).

Le profezie confermano che Israele è stato abbandonato da Dio, ma non dimenticato, perché Egli li ha fatti ritornare nella terra promessa: “Fischierò loro per riunirli, perché io li riscatterò…” (Zac.10.8).

Dio abbandonò il suo popolo, lo esiliò tra i gentili, loro nemici, per sessantadue settimane e, al termine di esse, sono stati ricondotti nuovamente in Israele. Dio ha preparato un esercito in Israele, che riconoscerà il Messia negli ultimi sette anni. Crederanno alla testimonianza dei due testimoni, o ulivi, che Dio manderà in mezzo a loro. Oggi coloro che devono essere salvati comprendono di avere gli occhi velati ed innalzano a Dio una preghiera: “Perché tu sei nostro padre, anche se Abrahamo non ci conosceva e Israele ci ignora. Tu, o Eterno, sei nostro padre, nostro Redentore, da sempre è il tuo nome” (v.16) ed ancora: “O Eterno, perché ci fai errare lontano dalle tue vie e indurisci il nostro cuore perché non ti tema? Ritorna per amore dei tuoi servi, alle tribù della tua eredità. Per poco tempo il tuo santo popolo ha posseduto il paese; i nostri nemici hanno calpestato il tuo santuario. Noi siamo diventati come quelli sui quali non hai mai governato, sui quali il tuo nome non è mai stato invocato” (v.17-19).

Chiedono a Dio di intervenire in loro favore, perché sono stati afflitti in esilio; per loro era come non essere mai stato un popolo di Dio. I loro nemici (l’impero Romano) distrussero e calpestarono il santuario dell’Eterno nel 70 d.C.

Oggi in Israele esiste un esercito che appartiene a Dio e lo invoca: “…Ritorna per amore dei tuoi servi, alle tribù della tua eredità” (v.17).

Gli apostoli continuarono a predicare l’Evangelo fino a quando in Israele non si trovò più nessuno che desiderasse ascoltare la Parola di verità. Per questo motivo, l’Evangelo passò ai gentili ed Israele fu lasciato nelle mani dei nemici, che distrussero il tempio e vietarono agli ebrei di tornare in Gerusalemme. Molti di loro morirono, mentre altri furono deportati tra le nazioni.

Dalla distruzione del tempio di Gerusalemme, avvenuta nel 70 d.C., iniziò l’esilio ebreo, durato sessantadue settimane, definito “diaspora ebrea”. Dio abbandonò il suo popolo, tanto che la profezia annuncia: “Ho abbandonato la mia casa, ho rigettato la mia eredità; ho dato ciò che ho di più caro nelle mani dei suoi nemici” (Ger.12:7). Dio si rammarica di questo, ma Egli abbondò il suo popolo nelle mani dei nemici, non per sempre, ma solo per sessantadue settimane. Nel 1948, su intervento di Dio, i grandi dell’ONU restituirono a Israele la loro antica terra, così come Dio stesso aveva fatto nei tempi antichi con il re Ciro, che fece ritornare gli abitanti di Gerusalemme e di Giuda esiliati in Babilonia per settanta anni.

La profezia integrale di quanto sopra dichiarato la troviamo in Daniele: “Sappi perciò e intendi che da quando è uscito l’ordine di restaurare e ricostruire Gerusalemme fino al Messia, il principe, vi saranno sette settimane e altre sessantadue settimane; essa sarà nuovamente ricostruita con piazza e fossato, ma in tempi angosciosi” (Dan.9:25). I tempi angosciosi di cui parla la profezia sono riferiti allo sterminio degli ebrei, la Shoah, in cui furono sterminati circa sei milioni di ebrei, mentre i superstiti tornarono in Israele.

CAPITOLO 64

Il popolo di coloro che sono scritti nel libro che devono essere salvati (Dan.12:1) invocano soccorso, riconoscendo la giustizia di Dio, il loro peccato e quello dei loro padri commesso contro l’Eterno: “Tu vai incontro a chi gode nel praticar la giustizia e si ricorda di te nelle tue vie. Ecco, tu ti sei adirato, perché noi abbiamo peccato; in questo abbiamo continuato a lungo e abbiamo bisogno di essere salvati” (v.5).

Il popolo di coloro che saranno messi in salvo, durante la grande tribolazione, si chiedono se mai saranno salvati, riconoscendosi argilla nelle mani di Dio: “Tuttavia, o Eterno, tu sei nostro padre; noi siamo l’argilla e tu colui che ci formi; noi tutti siamo opera delle tue mani. Non adirarti troppo, o Eterno, e non ricordarti dell’iniquità per sempre. Ecco, guarda, ti preghiamo: noi tutti siamoli tuo popolo” (v.8,9). Questi riconoscono il proprio peccato e quello di tutto il loro popolo; umilmente chiedono a Dio di tornare da loro e di non lasciarli in perpetuo. Afflitti e prostrati, espongono la loro richiesta a Dio: “Davanti a queste cose ti conterrai ancora, o Eterno, tacerai e ci affliggerai ancora molto?” (v.12).

Dio risponde e li esaudisce: “Io raccoglierò quelli che sono afflitti per le assemblee solenni, che sono tra di voi, per i quali il peso per lei era divenuto oggetto di disprezzo. (Sof.3:18).

Dio ha fissato un giorno per tutto; per Israele ha determinato settanta settimane “…per sigillare visione e profezia e per ungere il luogo santissimo” (Dan. 9:24).

Dio avrà nuovamente misericordia del suo popolo: “Tu ti leverai ed avrai compassione di Sion, perché è tempo di usarle misericordia; e il tempo fissato è giunto” (Slm.102:13), come pure “Ti ho abbandonata per un breve istante, ma con immensa compassione ti radunerò” (Is.54:7).

CAPITOLO 65

“Sono stato ricercato da quelli che non chiedevano di me, sono stato trovato da quelli che non mi cercavano. Ho detto: -Eccomi, eccomi-, a una nazione che non invocava il mio nome. Ho steso tutto il giorno le mie mani verso un popolo ribelle che cammina per una via non buona, seguendo i propri pensieri” (v.1,2).

Dio rimprovera aspramente Israele per la sua disubbidienza. Si sono allontanati da Dio, mentre un altro popolo, i gentili, che Egli non aveva scelto, lo hanno cercato e Lui si è fatto trovare, dicendo: “Eccomi”. Un popolo pagano, che non portava il nome dell’Eterno, ha trovato il vero Dio, mentre Israele ha desiderato seguire i propri cuori provocando l’ira dell’Eterno, il Santo di Giacobbe.

Il popolo che Dio scelse si contaminò con cose abominevoli, tanto che gli scribi ed i farisei si dichiaravano più santi degli altri. Gesù disse: “Ma guai a voi, scribi e Farisei ipocriti! Perché chiudete il regno dei cieli davanti agli uomini; poiché né entrate voi né lasciate entrare coloro che stanno per entrarvi” (Mt.23:13).

Nulla è dimenticato, né di bene, né di male e, a suo tempo, Dio darà la giusta retribuzione a tutti: “Ecco, tutto questo sta scritto davanti a me; io non tacerò, ma ripagherò, sì, ripagherò nel loro grembo le vostre iniquità e le iniquità dei vostri padri tutte insieme-, dice l’Eterno. Essi hanno bruciato incenso sui monti e mi hanno oltraggiato sui colli; perciò misurerò nel loro grembo il salario della loro condotta passata-” (v.6).

Dio distruggerà gli empi, ma userà benignità verso un piccolo residuo, per amore dei suoi servi, cui riverserà una grande benedizione.

Da Giacobbe uscirà una progenie che riempirà Israele, tutti i popoli riconosceranno che sono benedetti dall’Eterno: “la loro discendenza sarà nota fra le nazioni e la loro progenie fra i popoli; tutti quelli che li vedranno li riconosceranno, perché essi sono una discendenza benedetta dall’Eterno” (Is.61:9). Dalla tribù di Giuda è uscito un erede dei monti dell’Eterno, Gesù: “In questi ultimi giorni ha parlato a noi per mezzo di suo Figlio, che egli ha costituito erede di tutte le cose, per mezzo del quale ha anche fatto l’universo” (Ebr.1:2).

Oggi, più che mai, Gerusalemme è piena di idoli. La chiesa cattolica ne ha collocati in ogni posto e molti ebrei hanno aderito alla sua dottrina, ma in mezzo a tutta questa idolatria, esiste chi non si è piegato e non ha adorato idoli. Questi appartengono al residuo scelto, che sta aspettando la salvezza da parte di Dio e non ha corrotto il proprio cuore, come la profezia dichiara di loro: “Ma voi sarete chiamati -sacerdoti dell’Eterno- e sarete chiamati -ministri del nostro Dio-. Voi godrete le ricchezze delle nazioni, e la loro gloria passerà a voi” (Is.61:6).

Gli ebrei che si sono compiaciuti nel male, contagiandosi con idolatrie, senza ravvedersi, saranno sterminati: “vi destino alla spada, cadrete tutti per la strage, perché quando ho chiamato non avete risposto, quando ho parlato non avete dato ascolto, ma avete fatto ciò che è male ai miei occhi e avete scelto ciò che mi dispiace” (v.12).

I servi di Dio canteranno per la gioia del loro cuore durante la grande tribolazione, perché Dio li proteggerà in un posto sicuro e lontano dal serpente antico; gli empi invece grideranno per l’angoscia e l’afflizione di spirito.

Gli stolti saranno abbandonati, per tre anni e mezzo, nelle mani della bestia e dell’Anticristo: chi sopravvivrà morirà di spada nella guerra di Armagheddon (Apoc.16:16).

I giusti erediteranno la Terra, saranno benedetti e Dio darà loro un altro nome: “Così chi invocherà su di sé una benedizione nel paese, lo farà per il Dio di verità, e chi giurerà nel paese, giurerà per il Dio di verità; perché le sventure passate saranno dimenticate e saranno nascoste ai miei occhi” (v.16).

Dio creerà cose nuove: “Poiché, ecco, io creo nuovi cieli e nuova terra…” (v.17). Tutte le cose di prima non le ricorderanno più ed il residuo, scelto per vivere, ripopolerà nuovamente Israele, regnando su tutta la Terra.

“Ora il giorno del Signore verrà come un ladro di notte: in quel giorno i cieli passeranno stridendo, gli elementi si dissolveranno consumati dal calore e la terra e le opere che sono in essa saranno arse” (2Ptr.3:10), “-Poiché, ecco, io creo nuovi cieli e nuova terra, e le cose di prima non si ricorderanno più e non verranno più in mente” (v.17).

Non ci sarà più pianto; Israele gioirà per le cose nuove che Dio creerà. Non morirà più alcun bambino, non ci sarà vecchio che non viva tutti i suoi giorni e il giovane morirà a cento anni; mentre il peccatore che non giungerà a cento anni, sarà ritenuto maledetto.

“Non faticheranno invano né daranno alla luce figli per una improvvisa distruzione, perché saranno la progenie dei benedetti dall’Eterno e i loro discendenti con essi” (v.23).

Costruiranno case e l’abiteranno; berranno il vino delle loro vigne, godranno a lungo dei loro beni e nessuno più li esproprierà come quando erano in esilio, lontani da Dio. “L’Eterno ha giurato per la sua destra e per il suo braccio potente: -Non darò più il tuo frumento in cibo ai tuoi nemici, e i figli dello straniero non berranno più il tuo mosto per il quale hai faticato” (Is.62:8). “E avverrà che prima che mi invochino io risponderò, staranno ancora parlando che io li esaudirò” (v.24).

(continua)