CAPITOLO 9

Il popolo che camminava nelle tenebre, ha visto una grande luce; su coloro che abitavano nel paese dell’ombra della morte, si è levata una luce” (v.1).

La profezia riguarda la venuta del Messia, il verso introduttivo è rivolto ai popoli gentili, a noi, che camminavamo nelle tenebre, in un paese all’ombra della morte ovvero senza Dio, dichiara che Gesù ci ha portato la luce. Egli è il mediatore del nuovo patto, che ha sigillato con il suo proprio sangue (Ebr.8:6; Lc.22:20): “è di tanto più eccellente del primo il patto del quale Gesù è divenuto garante” (Ebr.7:22).

Al tempo che Israele rifiutò Cristo, la Grazia giunse ai gentili, noi stranieri, che non conoscevamo Dio. Gesù lo ha fatto conoscere prima al residuo ebreo, che doveva essere salvato, poi a noi (Gv.15:15), che prima camminavamo nelle tenebre.

Tramite Gesù siamo divenuti popolo di Dio, come predetto: “…Io chiamerò il mio popolo quello che non è mio popolo , e amata quella che non è amata” (Rom.9:25, 1Ptr.2:10; Osea 2:23). Quindi noi siamo un popolo acquistato a caro prezzo, mediante il sacrificio sulla croce del nostro Signore Gesù Cristo, come la profezia annuncia: “…Ecco me e i figli che Dio mi ha dato” (Ebr.2:13). Gesù pregando il Padre disse: “Non ho perduto nessuno di quelli che mi hai dato” (Gv.18.9; Is.8:18).

Gesù è l’Unigenito Figlio di Dio (Ebr.1:6; Apoc.1:5), tramite lo Spirito di Gesù, che è in noi, siamo divenuti anche noi figli di Dio, confermato dall’apostolo Paolo in Galati: “Ora perché voi siete figli, Dio ha mandato lo Spirito del Figlio suo nei vostri cuori, che grida: –Abba, Padre-” (Gal.4:6).

Per i popoli gentili, la salvezza terminerà con il rapimento della chiesa ed il periodo della Grazia si chiuderà con il termine della chiesa di Laodicea.

Durante gli ultimi sette anni, prima del millennio, il popolo di Dio sarà salvato, ossia tutti quelli che saranno trovati scritti nel libro (Dan.12:1). Essi riconosceranno che Gesù è il Figlio di Dio, mandato nel mondo, come era stato stabilito da Dio prima che fondasse il mondo, secondo le Scritture. Gesù fu discendente di Davide e proveniente dalla tribù di Giuda. Proprio i giudei non riconobbero allora Gesù come il Messia e lo condannarono a morte, a differenza del residuo scelto che, negli ultimi anni, farà cordoglio e piangerà amaramente: “… essi guarderanno a me, a colui che hanno trafitto; faranno quindi cordoglio per lui, come si fa cordoglio per un figlio unico, e lo piangeranno amaramente come si piange amaramente un primogenito” (Zac.12:10; Apoc.1:7).

Capiranno solo i savi, riconosceranno Gesù, Colui che regnerà sul trono di Davide. L’impero è Israele e Gesù sarà per sempre il RE dei Giudei, il Consigliere ammirabile. Gesù possiede la pienezza di Dio (i sette Spiriti, Apoc.3:1), Egli sarà Padre per Israele (Is.22:21) ed il Principe della Pace. “Poiché un bambino ci è nato, un figlio ci è stato dato. Sulle sue spalle riposerà l’impero, e sarà chiamato Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre eterno, Principe della Pace” (v.5).

Si compirà la profezia nei mille anni in cui ci sarà pace e giustizia, Gesù regnerà sul trono di Davide, sarà RE di Israele, esattamente come l’angelo profetizzò a Maria dicendo: “Dio gli darà il trono di Davide suo padre; e regnerà sulla casa di Giacobbe (Israele) in eterno, e il suo regno non avrà mai fine” (Lc.1:32,33; Dan.7:14).

Il profeta Isaia annunciò: “Non ci sarà fine all’incremento del suo impero e pace sul trono di Davide e sul suo regno, per stabilirlo fermamente e rafforzarlo mediante il giudizio e la giustizia, ora e sempre. Questo farà lo zelo dell’Eterno degli eserciti” (v.5,6).

Molti intendono questo verso diretto esclusivamente al popolo dei gentili, invece è indirizzato anche a coloro che saranno scelti per entrare a far parte dei santi dell’Eterno, abiteranno in Sion (Is.4:3), avranno mille anni di pace e di giustizia. Prima Gesù dovrà giudicare (Atti 17:31) gli empi nella valle di Giosafat (Gioele 3); poi regnerà sul trono di Davide, come stabilito anticamente dalle profezie; promesso a Davide (1Cron.17:11; Gv.7:14; Rom.1:3; 2Tmt.2:8; confermato dal salmista Slm.18:50; 89:4,29,36); Gesù l’erede di tutte le cose di Dio (Is.65:9; Ebr.1:2); perché Gesù è: “….. la Radice e la progenie di Davide, la lucente stella del mattino” (Apoc.22:16).

Dopo la grande guerra chiamata di Armagheddon (Apoc.16:16), tutti i nemici di Gesù, ovvero coloro che hanno rifiutato la Grazia per seguire la bugia di Satana, saranno sconfitti ed i regni della Terra allora passeranno nelle mani del nostro Creatore (1Cor.15:24).

Gesù siede alla destra di Dio, aspettando ora che il Padre (Dio) abbia fatto dei suoi nemici lo sgabello dei suoi piedi (1Cor.15:25; Slm.110:1; Mt.22:44; Lc.20:43; Atti2:35), compiendosi con lo sterminio dell’empio dalla terra e il dragone, Satana, sarà legato e gettato nell’abisso per mille anni (Apoc. 20:1).

Consigliere attraverso lo Spirito Santo di Dio, “Lo Spirito dell’Eterno riposerà su di lui:…spirito di consiglio…” (Is.11:2) e sparso in ogni credente fedele alla sua Parola (Gal.4:6).

Gesù, Potenza di Dio (1Cor.1:24), compiva miracoli, prodigi ed opere potenti, infatti “…Il Padre mio opera fino ad ora, e anch’io opero” e “Io non posso far nulla da me stessoperché non cerco la mia volontà, ma la volontà del Padre che mi ha mandato” (Gv.5:17,30). Gesù manifestava con segni la potenza dall’alto, avendo ricevuto ogni autorità dal Padre: “…Ogni potestà mi è stata data in cielo e sulla terra” (Mt.28:18) “…e gli ha dato autorità di giudicare, perché è il Figlio dell’uomo” (Gv.5:28), tanto da chiamare “…Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio” (Gv.5:18). Dio, “…come egli aveva già promesso per mezzo dei suoi profeti nelle sante Scritture, riguardo a suo Figlio, nato dal seme di Davide secondo la carne, dichiarato Figlio di Dio in potenza, secondo lo Spirito di santità mediante la risurrezione dai morti: Gesù Cristo nostro Signore” (Rom.1:2,3,4). Gesù, ha i sette Spiriti di Dio (Apoc.3:1), la pienezza e completezza della Deità. “…perché su di lui il Padre, cioè Dio, ha posto il suo sigillo” (Gv.6:27).

Nello Spirito, Gesù è uguale al Padre, perché lo Spirito di Dio era su di Lui, perciò la profezia rivela come Egli doveva essere traboccante delle virtù di Dio, con cui realizzò il suo mandato; “Lo spirito dell’Eterno riposerà su lui: spirito di sapienza e di intelligenza, spirito di consiglio e di potenza, spirito di conoscenza e di timore dell’Eterno” (Is.11:2) ed anche. “Lo spirito del Signore, dell’Eterno è su me, perché l’Eterno m’ha unto per recare una buona novella agli umili; m’ha inviato per fasciare quelli che hanno il cuore rotto, per proclamare la libertà a quelli che sono in cattività, l’apertura del carcere ai prigionieri” (Is.61:1; Lc.4:18).

Infatti Gesù operò uniformemente all’amore del Padre, dichiarando che faceva quello che aveva visto fare al Padre: “…il Figlio non può far nulla da se stesso, se non quello che vede fare dal Padre; le cose infatti che fa il Padre, le fa ugualmente anche il Figlio” (Gv.5:19).

Chiamato l’Emmanuel perché rivestito dell’autorità del Padre, Dio mise in Gesù tutta la sua potenza, i suoi sette Spiriti: “queste cose dice colui che ha i sette Spiriti di Dio e le sette stelle…” (Apoc.3:1).

Gesù è stato, ed è, Consigliere tramite lo Spirito Santo, che ora è in noi; Egli operava nella potenza di Dio con miracoli e prodigi (Lc.5:17), che egli fece e continua fino alla fine, per mezzo dello Spirito di Dio; nel millennio Gesù sarà un Padre per Giuda e Gerusalemme (Is.22:21); Gesù è il Principe della pace, che sussisterà in Israele e il suo regno non sarà mai distrutto (Dan.7:13,14).

Tutto ciò che è stato creato, è fin da ora sottoposto a Gesù, che esegue la volontà di Dio “…e voi siete di Cristo, e Cristo è di Dio” (1Cor.3:23; 1Cor.11:3; 15:27).

L’ira di Dio si riversò contro Israele, quando i Giudei si rifiutarono di credere nel Figlio di Dio, solo un residuo fu salvato per Grazia per mezzo di Gesù, il Cristo di Dio. Per questo motivo l’Eterno lasciò la sua eredità, il suo popolo, in mano ai loro nemici. Essi subirono la condanna dell’abbandono da parte di Dio, che li disperse ai quattro venti del cielo, fra tutte le nazioni della Terra (Ez.5:2; 6:8).

La mano del Signore rimase tesa contro Israele, contro l’eredità che Egli si scelse (Is.47:6); ma loro non si curarono di tornare all’Eterno, al loro Dio, ma si illusero che, pur essendo colpiti, potessero nuovamente ricostruire, meglio di prima.

L’Eterno quindi suscitò contro di loro i Siri ed i Filistei, che devastarono Israele, impadronendosi del loro territorio e, nonostante tale avversità, ancora il popolo israeliano non si umiliò davanti a colui che lo colpiva, né cercò il favore dell’Eterno.

Dio li diede in mano ai romani al popolo che loro odiavano, questo avvenne perché chi guidava il popolo li conduceva per una via errata; il profeta insegnava menzogne e nessuno si prendeva cura dell’orfano o della vedova; in tutti c’era perversione, ipocrisia e nessuno aveva pietà del proprio fratello. La mano dell’Eterno rimase perciò distesa contro di gli ebrei, lo sarà fino all’inizio dell’ultima settimana o sette anni in cui sarà salvato il residuo scelto che entrerà nella Gerusalemme ricostruita: nei sette anni ci saranno e devastazioni. Chiuderà il periodo dell’iniquità dell’uomo sulla terra la guerra che si terrà contro Gesù e il suo esercito nella valle di Giosafat (Gioele 3; Apocalisse 16,16; 19:11,21) inizierà quindi il millennio; tutto sarà nuovo e il popolo non soffrirà mai più la miseria, inizierà il tempo di abbondanza: “Farò tornare dalla cattività il mio popolo Israele, ed essi ricostruiranno le città desolate e le abiteranno; pianteranno vigne e ne berranno il vino, coltiveranno giardini e ne mangeranno i frutti. Li pianterò sulla loro terra e non saranno mai più sradicati dal suolo che io ho dato loro, dice l’Eterno, il tuo Dio” (Amos 9:14,15).

CAPITOLO 10

Dio rimproverava il suo popolo per tutte le ingiustizie da loro commesse, negando la giustizia al misero e spogliando il povero.

Dio chiese loro: “Che farete nel giorno del castigo e della distruzione che verrà da lontano? Da chi fuggirete in cerca di aiuto e a chi lascerete la vostra ricchezza?” (v.3).

Non rimase loro che sottomettersi a coloro che li avrebbero resi prigionieri o cadere uccisi: così avvenne e Dio decise di non intervenire, come aveva fatto altre volte, aiutando il suo popolo quando fu attaccato da altre nazioni.

Nel 70 d.C. Israele non ebbe la forza di resistere e nessuno la aiutò; il popolo fu attaccato dai romani, che distrussero il tempio e non permisero più ai superstiti di restare in Israele, proprio come era stato profetizzato loro, per lo Spirito di Dio, dal profeta: “Una terza parte di te morirà di peste, e sarà consumata dalla fame in mezzo a te; una terza parte cadrà di spada intorno a te e disperderò l’altra terza parte a tutti i venti, e sguainerò contro di essi la spada” (Ez.5:12).

Infatti Dio utilizzò i romani, che già prima della nascita di Gesù avevano assoggettato la Giudea al loro dominio, dopo settanta anni dal Messia devastarono Gerusalemme e la storia racconta che l’imperatore Vespasiano, dopo aver preso possesso esclusivo di Gerusalemme, vietò agli ebrei superstiti di ritornarvi e cambiò il suo nome in Aelia Capitolina, in onore di Giove.

L’annuncio che un residuo del popolo rientrerà in Israele dopo l’olocausto o Schoah, trascorso il tempo dell’esilio “Tuttavia vi lascerò un residuo, poiché avrete alcuni che scamperanno dalla spada fra le nazioni, quando sarete dispersi in vari paesi” (Ez.6:8).

La profezia annuncia che per l’Assiria, analogia dell’impero romano (i nomi usati sono dei tempi in cui vivevano i profeti, ma attinenti al futuro), saranno guai, nonostante Dio li avesse usati per il piano che aveva contro Israele: “Io la manderò contro una nazione empia e contro il popolo della mia ira. Le comanderò di saccheggiarlo, di depredarlo e di calpestarlo come il fango delle strade” (v.6). Il re di Assiria, uguagliato alla bestia, l’uomo che si porrà al posto di Dio, regnerà come dio per 1260 giorni alla fine, sarà punito perché si innalzerà e si glorierà per tutto il male che compirà, si esalterà per tutte le ricchezze dei popoli che egli ha depredato, detronizzerà i re perché tutti si sottometteranno e nessuno gli resisterà; ma Dio attesta: “Infatti egli dice: “L’ho fatto con la forza della mia mano e con la mia sapienza, perché sono intelligente; ho rimosso i confini dei popoli, ho depredato i loro tesori e come potente come sono, ho deposto quelli che erano sul trono. La mia mano ha trovato come un nido le ricchezze dei popoli; come uno raccoglie delle uova abbandonate, così ho raccolto la terra intera e non ci fu nessuno che abbia mosso le ali, o abbia aperto il becco e pigolato” (v.13,14).

La fine della bestia (in similitudine, detto l’Assiro) sarà nello stagno di fuoco e zolfo; questa sarà la sua punizione eterna.

Può forse la scure gloriarsi contro colui che la maneggia? O può farlo la sega? (v.15). Certo che no! Così la bestia, anche se ha lo spirito di Satana, non può innalzarsi, perché è Dio che gli ha permesso di distruggere e di regnare. Tutti saranno consumati come attraverso il fuoco di un incendio, nel giorno dell’ira di Dio. Gesù compirà in un giorno l’evento previsto per tutti gli empi, provenienti da ogni popolo e nazione, che moriranno di spada.

Di tutti i popoli e nazioni, che andranno a combattere contro l’Agnello (Gesù), ne resterà vivo una piccola parte, che può essere contata da un bambino, saranno più rari dell’oro di Ofir (Is.13:12); questo sarà il residuo, che ripopolerà il mondo dei gentili.

La profezia annuncia l’inizio dei mille anni in cui il residuo degli scampati (Israele) non si appoggerà più su colui che lo colpiva (Satana) ma si rivolgeranno con sincerità all’Eterno.

”Un residuo, il residuo di Giacobbe, tornerà all’Iddio potente. Poiché, quand’anche il tuo popolo, o Israele, fosse come la rena del mare, un residuo soltanto ne tornerà; uno sterminio è decretato, che farà traboccare la giustizia (v.21,22).

Dio ha decretato lo sterminio totale degli empi e sarà fatto in mezzo a tutta la terra ovvero Israele. Rivolto a quelli scritti nel libro (i salvati) dice: ”…O popolo mio, che abiti in Sion, non temere l’Assiro, che ti percuote con la verga e alza il suo bastone contro di te, come fece l’Egitto. Poiché ancora un breve tempo, e l’indignazione passerà, mentre la mia ira si volgerà alla loro distruzione” (v.24,25). (l’Assiro è la bestia di Apoc.13).

Il residuo sopravvissuto, che entrerà nella nuova Gerusalemme, sarà liberato dal seduttore perché Satana sarà legato e gettato nell’abisso per mille anni, quindi il carico pesante del male cadrà e il giogo di Satana sarà rimosso, come riportato:     “In quel giorno avverrà che il suo carico sarà allontanato dalle tue spalle e il suo giogo dal tuo collo; il giogo sarà distrutto dalla tua forza rigogliosa” (v.27).

Satana con un corpo d’uomo, è chiamato in similitudine Assiro, andrà contro tutte le città del sud metterà il suo trono anche in Gerusalemme; “Tuttavia oggi farà sosta a Nob, agitando il pugno contro il monte della figlia di Sion, la collina di Gerusalemme” (v.32).

Dio abbatterà tutti i sedotti da demoni che si sono innalzati contro di Lui, li stroncherà, chi si è innalzato sarà tagliato e i superbi atterrati , cadranno sotto i colpi del Potente.

Tutti i nemici di Dio saranno annientati, senza che ve ne resti nemmeno uno: “Ecco, il Signore, l’Eterno degli eserciti, stroncherà i rami con terribile violenza; i più alti saranno tagliati, i più altezzosi saranno abbassati” (v.33).

CAPITOLO 11

Poi un ramoscello uscirà dal tronco di Isai e un germoglio spunterà dalle sue radici” (v.1).

La profezia in questo capitolo dichiara la venuta di Gesù. Dalla discendenza di Davide, figlio di Isai, nascerà colui che è chiamato il Germoglio: “…Ecco, io faccio venire il mio servo, il Germoglio” (Zac.3:8).

Non dice la Scrittura che il Cristo viene dalla progenie di Davide e da Betlemme, villaggio dove viveva Davide?” (Gv.7:42).

Su di lui riposerà lo Spirito dell’Eterno: “spirito di sapienza e d’intelligenza, spirito di consiglio e di potenza, spirito di conoscenza e di timore dell’Eterno. Il suo diletto sarà nel timore dell’Eterno, non giudicherà secondo le apparenze, non darà sentenze per sentito dire” (v.2,3).

Gesù giudicherà i poveri con giustizia e prenderà decisioni eque, perché Dio ha fissato un giorno nel quale giudicherà il mondo con giustizia, per mezzo dell’uomo che Egli ha stabilito, “e ne ha dato prova a tutti, risuscitandolo dai morti”(Atti 17:31).

A Gesù è dato il potere di giudicare; Egli farà giustizia, guerreggiando contro l’empio ed uccidendolo con la spada della parola o con il soffio della bocca: “Allora sarà manifestato quell’empio, che il Signore distruggerà col soffio della sua bocca e annienterà all’apparire della sua venuta” (2Tes.2:8); “Colpirà il paese con la verga della sua bocca e col soffio delle sue labbra farà morire l’empio” (v.4) e “Poi vidi il cielo aperto, ed ecco un cavallo bianco, e colui che lo cavalcava si chiama il Fedele e il Verace; ed egli giudica e guerreggia con giustizia…Dalla sua bocca usciva una spada acuta per colpire con essa le nazioni …” (Apoc.19:11,15).

Questo è il giudizio contro gli empi, che Gesù compirà con giustizia nella Valle delle Visioni (Is. 22), più conosciuta come guerra di Armagheddon (Apoc.16:16), detta anche Valle di Giosafat (Gioele 3).

Quando l’empio sarà sterminato, allora i cieli e la terra saranno arsi dal fuoco:

“… mentre i cieli e la terra attuali sono conservati dalla medesima parola, riservati al fuoco per il giorno del giudizio e della perdizione degli empi” (2Ptr.3:7).

Dio creerà nuovi cieli e nuova terra (Is.66:22); allora inizierà il millennio di pace e di giustizia; ogni animale feroce diventerà mite, si ciberà di erba come gli agnelli ed i bambini li guideranno: “La vacca pascolerà con l’orsa, i loro piccoli giaceranno insieme, e il leone si nutrirà di paglia come il bue. Il lattante giocherà sulla buca dell’aspide…Non si farà né male né distruzione su tutto il mio monte santo, poiché il paese sarà ripieno della conoscenza dell’Eterno, come le acque ricoprono il mare”(v.7-9).

In quel giorno avverrà che la radice d’Isai (Gesù) sarà una bandiera per i popoli “…le nazioni lo cercheranno, e il luogo del suo riposo sarà glorioso” (v.10).

Il Signore riscatterà per la seconda volta il residuo del suo popolo, che abita fra le nazioni del mondo, lo raccoglierà dai quattro angoli della terra (Is.66:12), lo riporterà nella nuova Gerusalemme: tutte le tribù saranno in pace e le nazioni vicine saranno loro sudditi, in Gerusalemme fluiranno tutte le ricchezze della terra.

Dio renderà tutto nuovo con la potenza del suo soffio, colpirà il fiume con la sua mano ed egli sarà diviso in “sette canali, così da poterlo attraversare con i sandali” (v.15).

Il residuo del popolo, quella parte chiamata superstite, è composta da coloro che saranno messi in salvo, durante la grande tribolazione.

Ci sarà per loro una strada di salvezza, come lo fu per il popolo quando uscì dal paese d’Egitto ed attraversò il mare asciutto. Il residuo, che Dio metterà in salvo lontano dal serpente (satana, la bestia), passerà attraverso il monte degli ulivi, che si spaccherà in due (Zac.14:4) e si inoltrerà nella valle che si creerà.

Allora Satana, che in quel tempo sarà rivestito di un corpo e di un’anima, per questo chiamato uomo spregevole (Dan.11:21), invierà dietro di loro una grande quantità di uomini, paragonata ad un fiume (Apoc.12:15,16); la terra si aprirà, li inghiottirà vivi perché si richiuderà su di loro, come il mare si richiuse sugli egiziani (Es.15:4: “Vi sarà una strada per il residuo del suo popolo rimasto in Assiria, come ce ne fu una per Israele il giorno che uscì dal paese d’Egitto” (v.16).

Il residuo messo in salvo, vivrà ed abiterà in Gerusalemme: ”Poiché Dio salverà Sion e riedificherà le città di Giuda; allora essi vi abiteranno e la possederanno” (Slm.69:35).

Nel millennio Gesù sarà il RE di Israele, regnerà sulla casa di Davide in eterno e tutte le nazioni della terra lo serviranno (Dan.7:14; Lc.1:33,35). Sulla croce scrissero: “Costui è Gesú, il re dei Giudei” (Mt.27:37), è la verità che procede da Dio e non dall’uomo.

In quel giorno, (nel millennio) avverrà che la radice di Isai, si ergerà come una bandiera per i popoli; le nazioni lo cercheranno, e il luogo del suo riposo sarà glorioso” (v.10).

CAPITOLO 12

In quel giorno, dirai: -Io ti celebro, o Eterno. Anche se ti eri adirato con me, la tua ira si è calmata e mi hai consolato” (v.1).

Nel millennio la gioia del residuo di Israele sarà immensa, quando riconoscerà che l’ira dell’Eterno si è placata e che sarà consolato da tutte le loro sofferenze, innalzeranno un canto all’Eterno: “Cantate lodi all’Eterno, perché ha fatto cose grandiose; questo sia noto in tutta la terra. Grida ed esulta di gioia, o abitatrice di Sion, perché grande è in mezzo a te il Santo d’Israele” (v.5).

Dio tornerà ad aver pietà del suo popolo, getterà in fondo al mare tutti i loro peccati. Il residuo riconoscerà la fedeltà dell’Eterno che non ha dimenticato il patto fatto con i loro padri.

“Qual Dio è come te, che perdoni l’iniquità e passi sopra la trasgressione del residuo della tua eredità? Egli non serba l’ira sua in perpetuo, perché si compiace d’usar misericordia” (Michea 7:18).

Israele sarà una nazione santa e Dio, abiterà con loro e sarà in mezzo a loro; vivranno di gioia ed allegrezza, serviranno l’Eterno e insieme a tutte le nazioni della Terra verranno ad adorare in Sion (Zac. 14:16,19).

“Manda grida di gioia, o figlia di Sion, manda grida d’allegrezza, o Israele! Rallegrati ed esulta di tutto cuore, o figlia di Gerusalemme! L’Eterno ha revocato i suoi giudizi contro di te, ha cacciato via il tuo nemico. Il Re d’Israele, l’Eterno, è in mezzo a te, non avrai più da temere alcun male” (Sof.3:14,15).

La gioia del residuo di Israele sarà immensa e quando riconoscerà che l’ira dell’Eterno si è placata e che sarà consolato da tutte le loro sofferenze, innalzeranno un canto all’Eterno: “Cantate lodi all’Eterno, perché ha fatto cose grandiose; questo sia noto in tutta la terra. Grida ed esulta di gioia, o abitatrice di Sion, perché grande è in mezzo a te il Santo d’Israele” (v.5).

Dio abiterà con loro e sarà in mezzo a loro; tutte le nazioni della Terra verranno ad adorare in Sion l’Eterno, Dio (Zac.14:16,19).

CAPITOLO 13

La profezia di questo capitolo è diretta alla Babilonia a tutti coloro che si sono compiaciuti nel male e che non hanno accettato e riconosciuto Cristo Gesù nel tempo opportuno (Grazia).

Questa profezia si avvererà negli ultimi sette anni (ultima settimana); dichiara che Dio userà gli strumenti della sua ira contro Babilonia (popoli di origine gentili) “… ho chiamato i miei prodi per eseguire la mia ira…” (v.3) e che “Vengono da un paese lontano, dalla estremità dei cieli, l’Eterno e gli strumenti della sua ira, per distruggere tutta la terra” (v.5; Apoc.17:16,17).

Dio ha creato il devastatore come mezzo per devastare (Is.54:16); infatti l’Eterno userà gli strumenti della sua ira per distruggere e si ricorderà della grande Babilonia, per dargli il calice del vino, della sua furente ira (Apoc.16:19). Babilonia sarà distrutta, perché ha peccato e ha fatto peccare popoli e nazioni di idolatria, contro l’Eterno; “Io ha dato commissione ai deputati ed anche per eseguire l’ira mia, ho chiamato i miei uomini prodi trionfanti della mia altezza” (v.3, vers. Diodati).

Ecco, io suscito contro di essi i Medi, che non penseranno all’argento e non prenderanno alcun piacere nell’oro”(v.17), ma eseguiranno il suo disegno (Apoc.17:16,17).

I dieci re, detti corna distruggeranno con il fuoco Roma e il Vaticano e a loro non importerà niente di tutto l’oro e l’argento che possiede, sarà distrutta in una sola ora (Apoc.18:10).

Così come fu distrutta la vecchia Babilonia, dove regnavano idoli di ogni genere, data alle fiamme, ridotta ad un ammasso di rovine e mai più ricostruita, tale sarà la sorte della Babilonia attuale, la grande meretrice, ugualmente piena di idolatria in ogni angolo, che ha corrotto la terra con la sua fornicazione (Apoc.19:2; 17:2).

L’odierna Babilonia, la grande (Apoc.18:2), si è innalzata, ha sostituito la Parola di Dio con i suoi principi e dogmi e, all’inizio del regno della bestia, dell’uomo satanico e spregevole, “… in uno stesso giorno, verranno le sue piaghe: morte, cordoglio e fame, e sarà interamente consumata col fuoco, poiché potente è il Signore che la giudicherà” (Apoc.18:8) ad opera delle “dieci corna, che hai visto, sono dieci re” (Apoc.17:12; Dan.7:24) e “odieranno la meretrice, la renderanno desolata e la lasceranno nuda, mangeranno le sue carni e la bruceranno col fuoco. Dio infatti ha messo nei loro cuori di eseguire il suo disegno …” (Apoc.17:16,17).

Babilonia sarà distrutta all’inizio del regno del dittatore, chiamato bestia, questa città è identificata profeticamente nella Città del Vaticano che è in Roma, sarà bruciata col fuoco Apoc.17:16. La grande Babilonia è raffigurata da uno dei tre corni, che saranno divelti (Dan.7:8) davanti al dittatore. Da uno dei dieci corni usci un altro piccolo corno, che aveva occhi simili ad un uomo e una bocca che proferiva grandi cose (Dan.8:9). L’uomo iniquo con lo spirito di Satana annullerà le tre grandi religioni monoteiste: cattolicesimo, islamismo ed ebraismo.

…E’ caduta, è caduta Babilonia, la grande, ed è diventata una dimora di demoni, un covo di ogni spirito immondo, un covo di ogni uccello immondo ed abominevole” (Apoc.18:2). Ugualmente successe per l’antica Babilonia, rimasta deserta ed abitata solo dalle fiere della foresta: “Ma vi riposeranno le fiere del deserto, le sue case saranno piene di gufi, vi dimoreranno gli struzzi, vi danzeranno i satiri. Le iene ululeranno nelle sue case desolate,

gli sciacalli nei suoi palazzi lussuosi. Il suo tempo si avvicina, i suoi giorni non saranno prolungati”(v.21,22), a conferma che ”Quello che è stato è quel che sarà; quello che è stato fatto è quel che si farà; non c’è nulla di nuovo sotto il sole” (Eccl.1:9; 3:15).

Caduta Babilonia inizierà il regno di Satana, durerà 1260 giorni, tempi di grande tribolazione (Dan.12:1; Mt.24). La bestia che sale dalla terra insieme all’anticristo, saranno sconfitti da Gesù nella guerra di Armagheddon (Apoc.16:16).

Quando Satana, insieme a tutto il suo esercito, verrà gettato sulla Terra (Apoc.12:9) inizieranno i guai per i suoi abitanti (Apoc.12:12).

Avverranno devastazioni da parte dell’Onnipotente: “Ecco, il giorno dell’Eterno viene: giorno crudele, d’indignazione e d’ira ardente, per fare della terra un deserto e sterminare da esso i peccatori” (v.9).

Tutti saranno colti da spavento, come presi da dolori di una donna che partorisce, nel giorno della vendetta del Signore, che si abbatterà su tutti gli empi, il tempo è molto vicino. Dio ha sopportato i peccatori senza distruggerli, l’uomo ha preferito adorare gli idoli fatti con le proprie mani ed ha così messo da parte il Creatore di tutto, non si è curato di mettere in pratica l’Evangelo della Grazia, uomini sulla terra ne resteranno molto pochi, Dio renderà “l’uomo mortale più raro dell’oro fino,… di Ofir”(v.12).

Nel giorno dell’ira di Dio, il cielo e la terra tremeranno e saranno scossi per la grande indignazione dell’Eterno (v.13); per l’uomo peccatore non ci sarà scampo: “Chiunque sarà trovato sarà trafitto, e chiunque sarà preso cadrà di spada. I loro bambini saranno sfracellati davanti ai loro occhi, le loro case saranno saccheggiate e le loro mogli saranno violentate”(v.15,16).

Sapendo di avere un Dio fedele alla sua parola e sapendo che tutto ciò che è scritto certamente si avvererà (Mrc.13:31; Lc.2133); gli empi, che pensano di scampare, si illudono, continuando a seguire le indicazioni false di Satana, che seduce con molta astuzia.

Dio ha determinato un tempo per ogni cosa e tutto ciò che è scritto, profezie e visioni, certamente si compierà, in quel tempo tutto sarà santo perché l’empio sarà annientato e non esisterà più (Dan.9:25).

Nello stesso modo in cui le cose scritte, che dovevano avvenire fino ad oggi, si sono già verificate.

Durante il dominio della bestia, l’uomo con lo spirito di Satana, il serpente antico, il dragone, il cherubino chiamato Lucifero che si ribellò a Dio desiderando porsi al suo posto, regnerà come dittatore assoluto su tutto il mondo: questo gli sarà concesso negli ultimi tre anni e mezzo, 1260 giorni circa. La bestia devasterà e distruggerà, secondo il ruolo che gli è stato assegnato da Dio, alla fine morirà ucciso di spada nella guerra di Armagheddon (Apoc.16:16) insieme a tutti i quelli che sono stati sedotti, così si compirà la vendetta di Dio sugli uomini iniqui, che hanno preferito il peccato. Poiché il giorno della vendetta, che era nel mio cuore, e il mio anno di redenzione sono giunti” (Is.63:4)

(Il giorno della vendetta è la grande guerra in cui tutti gli empi moriranno e l’anno di redenzione è il millennio)

Tutti gli empi o incirconcisi nei 1260 giorni saranno consegnati nelle mani della bestia che farà di loro ciò che vorrà, essi saranno sedotti e seguiranno la bestia, l’uomo con lo spirito del dragone e l’anticristo alla guerra che si terrà nella valle di Giosafat (Gioele 3), dove moriranno tutti uccisi di spada, le loro anime invece, aspetteranno il giudizio che si terrà alla fine dei mille anni; “…saranno radunati insieme, come carcerati in una prigione sotterranea; saranno rinchiusi in un carcere e, dopo molti giorni, saranno puniti” (Is.24:22).

Si terrà il giudizio di tutti gli uomini, “… se qualcuno non fu trovato scritto nel libro della vita, fu gettato nello stagno di fuoco (Apoc.20:15).

Attenzione: tutti quelli che non desiderano passare la loro esistenza eterna nello stagno di fuoco e nelle pene, si ravvedano oggi dai loro peccati, accettando la salvezza in Gesù, perché presto non ci sarà più occasione per farlo ed una grande tribolazione giungerà sulla terra, come non c’è mai stata, da quando esistono le nazioni (Dan.12:1), con giorni terribili, in cui nessuno scamperà.

Se fai parte di Babilonia, della grande confusione religiosa, chiedi a Dio di aiutarti ad uscire, hai ancora poco tempo per ricevere Grazia tramite il sacrificio del nostro Signore, Gesù Cristo.

“Così Babilonia, lo splendore dei regni, la gloria dell’orgoglio dei Caldei, sarà come Sodoma e Gomorra quando Dio le sovvertì. Essa non sarà mai più abitata, né popolata di generazione in generazione; l’Arabo non vi pianterà più la tenda, né i pastori vi faranno sostare le greggi” (v.19,20).

La Città del Vaticano in Roma è chiamata Babilonia.

La Babilonia persiana non è mai stata ricostruita, perché Dio non l’ha permesso e tale sarà per la Babilonia odierna. Essa non esisterà mai più e dove adesso esiste, vi abiteranno le bestie del deserto, i cani selvatici saranno nelle sue ville deliziose.

Per Babilonia “…Il suo tempo si avvicina, i suoi giorni non saranno prolungati” (v.22).

(continua)