CAPITOLO 30

Guai ai figli ribelli, dice l’Eterno, che fanno progetti che non vengono da me, che contraggono alleanze ma senza il mio Spirito, per accumulare peccato su peccato; che vanno giù in Egitto senz’aver consultato la mia bocca, per rafforzarsi nella forza del Faraone e cercare rifugio all’ombra dell’Egitto!” (v.1,2). Gli egiziani tennero in schiavitù il popolo ebreo per circa quattrocento anni, trascorsi i quali furono liberati dalla potente mano dell’Eterno (Es.12:40,41).

Gli ebrei cominciarono ad adorare gli idoli egiziani, continuarono ancora con quelli dei popoli stranieri, allontanandosi dall’Eterno.

Il peccato di idolatria è molto grave, tanto che Dio lo chiama fornicazione, ossia lasciare il proprio Dio per seguire altri dei o idoli fabbricati dalla mano dell’uomo. Dio dichiara tramite il profeta Geremia che il suo popolo lo ha “…provocato ad ira con le loro immagini scolpite e con idoli stranieri” (Ger.8:19).

L’idolatria fu il motivo per cui Dio lasciò Giuda e Gerusalemme nelle mani del re di Babilonia. Molti di loro si rifiutarono di andare in esilio e servire il re Nebukadnetsar, come Dio aveva loro comandato, perché ebbero paura dei Caldei (i babilonesi), perciò disubbidirono a Dio, fuggendo in Egitto e cercando protezione all’ombra del Faraone (2Re 25:26); “Ma la forza del Faraone sarà la vostra vergogna e il rifugiarsi all’ombra dell’Egitto la vostra disgrazia” (v.3).

Quelli che furono rimasti in Giuda al tempo della deportazione babilonese, volevano rifugiarsi in Egitto perché la non c’era guerra, Dio per bocca del profeta Isaia li avvertì del male che sarebbe venuto loro addosso dicendo: “…attraverso un paese di calamità e di angoscia, da cui vengono la leonessa e il leone, la vipera e il serpente ardente che vola, essi portano le loro ricchezze sul dorso di asinelli e i loro tesori sulla gobba di cammelli a un popolo che non gioverà loro nulla” (v.6).

La leonessa ed il leone rappresentano l’Egitto ed il Faraone; la vipera ed il serpente ardente che vola rappresentano gli spiriti satanici che controllano le nazioni ed esercitano potere tramite la mente dei governanti. I Giudei trasportarono i loro averi in Egitto e Dio fece trovare loro calamità e angoscia perché anche l’Egitto fu dato in mano al re Nebukadnetsar.

Quindi molti furono coloro che non si sottomisero al re babilonese e si rifugiarono in Egitto portando con se tutte le loro ricchezze, credendo che il Faraone li proteggesse, ma morirono in Egitto per la loro disubbidienza (Ger.27:13).

Dio ordinò al profeta di scrivere davanti al popolo su una tavola le parole profetiche e poi di trascriverle in un libro, perché restassero in futuro, in perpetuo.

Tanti credono che le profezie sono riservate agli ebrei e quindi non sono per noi, ma tutto ciò che è stato scritto ed è arrivato fino a noi, dovrebbe essere per noi un esempio ed un insegnamento ancora valido “Or tutte queste cose avvennero loro come esempio, e sono scritte per nostro avvertimento, per noi, che ci troviamo alla fine delle età” (1Cor.10:11). Dio desidera che anche noi gentili conosciamo le profezie, per acquisire timor di Dio e capire la sua grandezza e la sua immensa potenza (Is.29:13).

Il popolo ebreo fu sempre ribelle al suo Creatore, “Poiché questo è un popolo ribelle, sono figli bugiardi, figli che non vogliono ascoltare la legge dell’Eterno”(v.9). Così Dio definisce il suo popolo, gente disubbidiente, che non amava profezie e visioni vere, bensì desiderava solo cose piacevoli, ma ingannevoli. Perciò così dice il Santo d’Israele:-Poiché voi disprezzate questa parola e confidate nell’oppressione e nella perversità e vi appoggiate su di esse, questa iniquità sarà per voi come una breccia che minaccia di cadere, una sporgenza in un alto muro, il cui crollo avviene all’improvviso, in un istante” (v.12,13).

Dio mandò il suo Unigenito Figlio per offrire salvezza al suo popolo, ma essi lo rigettarono, mettendolo a morte, dicendo: ” … allontanate dai nostri occhi il Santo d’Israele!” (v.11).

L’Eterno, nella sua grande misericordia, aggiunge: “Nel tornare a me e nel riposare in me sarete salvati; nella calma e nella fiducia sarà la vostra forza-. Ma voi non avete voluto, anzi avete detto:- No, noi fuggiremo…” (v.15). Fuggiranno e cavalcheranno veloci, ma coloro che li inseguiranno saranno ancora più veloci. Questa profezia si è già compiuta quando Gerusalemme fu nuovamente distrutta e il territorio devastato, perché il popolo si rifiutò di accettare Gesù, come il Salvatore promesso dall’antichità: “Egli è venuto in casa sua ma i suoi non l’hanno ricevuto” (Gv.1:11). Il residuo ebreo, superstite della distruzione a causa della loro disubbidienza, fuggì davanti alle minacce avversarie, finendo consegnandosi nelle mani nemiche. Questa profezia fu annunciata ad Israele da Mosè (Deut.32:30) e la vera Roccia d’Israele, soggiunse: “A me appartiene la vendetta e la retribuzione; a suo tempo il loro piede vacillerà! Poiché il giorno della loro calamità è vicino, e le cose preparate per loro si affrettano a venire” (Deut. 32:35).

La profezia di Mosè si avverò nel 70 d.C., quando Dio li trascurò “Perciò il Signore aspetterà per farvi grazia…” (v.18) e passarono 62 settimane di esilio, dove gli ebrei furono dispersi tra le nazioni gentili. Dio non rispose subito a loro, all’inizio del loro rientro, cominciato (Dan.9:25,26) nel 1948, nella nascente nazione di Israele.

Dio però è misericordioso e non lasciò in eterno il suo popolo in esilio, “Beati coloro che l’attendono. Perciocché il popolo dimorerà in Sion, in Gerusalemme; tu non piangerai più; per certo egli ti farà grazia udendo la voce del tuo grido; tosto ch’egli ti avrà udito, egli ti risponderà” (v.19, vers.Diodati). Dio ha stabilito il giorno del riposo (Ebrei 4:3) che sono i mille anni in cui regnerà la pace e la giustizia, avrà compassione dei suoi servi, di tutti coloro che non si sono prostrati davanti agli idoli, perché essi considereranno abominevoli i loro idoli di argento e d’oro, per cui li getteranno via, dicendo: “Fuori!” (v.22).

“Allora Egli concederà la pioggia per il tuo seme che avrai seminato nel terreno, e il pane che il suolo produrrà sarà saporito e abbondante; in quel giorno il tuo bestiame pascolerà su vasti pascoli” (v.23). Farà loro grazia ed appena udrà il loro grido, li risponderà. Il giorno è molto vicino, per il residuo di Israele inizierà il millennio, in cui Dio concederà loro benedizioni: piogge per ciò che è seminato nel terreno, il pane sarà saporito e in abbondanza ed anche per il bestiame ci sarà foraggio salato e ventilato.

Prima che inizi la pace ed il benessere per Israele, Dio ha stabilito che tutti gli empi, ebrei e gentili, saranno sterminati nel grande massacro che si terrà nella guerra di Armagheddon o Valle di Giosafat (Apoc.16:16; Gioele 3). Al termine della guerra, Dio farà nuovi cieli e nuova terra e su Israele “la luce della luna sarà come la luce del sole, e la luce del sole sarà sette volte più forte, come la luce di sette giorni, nel giorno in cui l’Eterno fascerà la piaga del suo popolo e guarirà la ferita prodotta dalle sue percosse” (v.26).

Queste cose meravigliose avverranno molto presto, perché Dio visiterà nuovamente il suo popolo e salverà due residui: uno composto dai martiri e l’altro dai viventi che ripopoleranno le tribù di Israele.

Il giorno dell’Eterno sarà un giorno terribile; il profeta Gioele descrive: “Il sole sarà mutato in tenebre, e la luna in sangue, prima che venga il grande e terribile giorno dell’Eterno” (2:31). Dio si vendicherà dell’uomo che ha rifiutato di ascoltare la sua Parola e che ha camminato secondo la perversità del proprio cuore. Dio esaminerà i popoli con la prova della distruzione: “…la sua ira è ardente e il suo carico pesante; le sue labbra sono piene d’indignazione e la sua lingua è come un fuoco divorante: il suo soffio è come un torrente che straripa, che giunge fino al collo, per vagliare le nazioni con il vaglio della distruzione e per mettere nelle mascelle dei popoli una briglia che li faccia fuorviare” (v.27,28).

Dio metterà sui popoli empi uno spirito di confusione, che non darà loro scampo: cadranno tutti nella trappola che l’Eterno ha preparato per gli iniqui. La profezia continua descrivendo l’ultima guerra chiamata di Gog e Magog, dopo il millennio, nella quale saranno tutti colpiti dall’Eterno con fuoco divorante (Apoc.20:9), “Quindi l’Eterno farà udire la sua voce maestosa e mostrerà come colpisce col suo braccio nel suo furore della sua ira, nella fiamma di un fuoco divorante, in mezzo a esplosioni violente, uragano e grandine di pietre” (v.30).

Satana non avrà più scampo, perché Dio lo colpirà con la sua mano potente e lo manderà dove era stato destinato fin dal principio, nello stagno di fuoco che arde con zolfo per l’eternità (Apoc.20:10), “Tofet è preparato da molto tempo, esso è pronto anche per il re; egli lo ha fatto profondo e largo; sul suo rogo c’è del fuoco e legna in abbondanza; il soffio dell’Eterno, come un torrente di zolfo, lo accenderà” (v.33). Notate bene, cosa Dio preparò per lui (Lucifero) quando lo creò e cosa ha preparato per la sua distruzione. L’Eterno identifica Satana con il termine di Assiro; egli era Lucifero, “figlio dell’aurora” e quando Dio lo creò, fu “…la lavorazione dei tuoi tamburelli e dei tuoi flauti preparata per te nel giorno in cui fosti creato” (Ez.28:13). Per la sua fine è nel fuoco e zolfo, giorno del suo sterminio: “…ed ogni passaggio della verga determinata, la quale il Signore farà riposare sopra lui, sarà accompagnato da tamburi e da cetere, dopo ch’egli avrà combattuto contro a loro battaglie a mano alzata. Perciocché Tofet è già apparecchiato, egli è preparato eziandio per lo re; egli l’ha fatto profondo, e largo; la sua stipa è fuoco, e gran quantità di legne; il fiato del Signore sarà come un torrente di zolfo che l’accenderà” (v.32,vers. Diodati).

CAPITOLO 31

“Guai a quelli che scendono in Egitto in cerca di aiuto e fanno affidamento sui cavalli, confidano nei carri perché sono numerosi, e nei cavalieri perché molto potenti, ma non guardano al Santo d’Israele, e non cercano l’Eterno!” (v.1). Dio, attraverso il profeta Isaia, riprese molte volte duramente coloro che, indurendo il loro cuore, non si vollero sottomettere all’ordine dell’Eterno.

Era un popolo disubbidente, tanto da confidare nell’Egitto, anziché in Dio, appoggiandosi alla forza dell’uomo e non in quella di Colui che è il solo Salvatore, con potere di salvare o condannare i malvagi e i perversi.

Or gli Egiziani sono uomini e non Dio, i loro cavalli sono carne e non spirito. Quando l’Eterno stenderà la sua mano, il protettore inciamperà e il protetto cadrà, periranno tutti insieme” (v.2). Questo succederà a chi confida nell’uomo, ma Dio proteggerà i suoi figli, come gli uccelli del cielo si alzano in volo sui loro piccoli e Gerusalemme sarà risparmiata, lo sterminio avverrà fuori Gerusalemme nella Valle del figlio di Hinnom dove gli Ebrei sacrificavano i loro figli a Baal, è chiamata valle di Giosafa, o Armagheddon, “Perciò ecco, vengono i giorni», dice l’Eterno, «nei quali non si chiamerà più “Tofet” né “la Valle del figlio di Hinnom“, ma “la Valle del massacro”, e si seppelliranno i morti in Tofet, perché non ci sarà spazio altrove (Ger.7:32). Gerusalemme sarà ristabilita. Il residuo protetto ritornerà ad abitare e ripopolare la terra che Dio promise ad Abramo, Isacco e a Giacobbe loro padri.

Il resto dei santi (i martiri) e tutti gli empi del popolo di Dio, sarà lasciato in mano al re del Nord e negli ultimi 1260 giorni, tre anni e mezzo, subentrerà colui che avrà il potere assoluto; “Egli non avrà riguardo al Dio dei suoi padri, né al desiderio delle donne; non avrà riguardo ad alcun dio, perché si magnificherà al di sopra di tutti” (Dan. 11:37) e “…i suoi giovani saranno sottoposti a lavoro forzato” (v.8). Questo farà colui che devasterà Israele e tutti i regni della Terra.

Al termine dei 1.260 giorni saranno puniti l’Assiria, la bestia (uomo iniquo) e tutti i sedotti, ovvero quei popoli che si sono assoggettati alla bestia e che lo hanno adorato prendendo il marchio o il numero del suo nome. Essi cadranno per la spada, una spada non di uomo ma la spada della Parola (v.8; Apoc.19:20,21). Sarà un giorno di massacro e tutti i suoi comandanti saranno atterriti: “ Per la paura passerà altre la sua roccaforte, e i suoi principi saranno atterriti a motivo della bandiera” (v.9).

La bandiera è Gesù, IL RE DEI RE ed IL SIGNORE DEI SIGNORI: Egli apparirà dal cielo con il suo esercito (i fedeli) per giudicare e fare vendetta dell’empio.

CAPITOLO 32

L’oracolo della magnificenza di Cristo Gesù nel millennio e l’avvenuta disfatta della nazione israelita del 70 d.C. “Ecco, un re regnerà secondo giustizia e i principi governeranno con equità”. “Quell’uomo (Gesù) sarà come un riparo dal vento, come un rifugio contro l’uragano, come dei corsi d’acqua in luogo arido, come l’ombra di una gran roccia in una terra riarsa” (v.2, vers. Nuova Riveduta). Nel millennio Gesù è il RE che regnerà su Israele, avverandosi la promessa fatta: “e regnerà sulla casa di Giacobbe in eterno, e il suo regno non avrà mai fine” (Lc.1:33).

Il popolo di Dio sarà santo e mai più avranno occhi offuscati e le loro orecchie staranno attente e udranno. Gesù sarà una protezione per Israele, come rivi d’acqua in luogo arido e come un’ombra di una grande roccia in terra arida. In quel tempo lo sconsiderato acquisterà conoscenza e la lingua balbuziente parlerà speditamente; lo Spirito dell’Eterno sarà su di loro. Gesù è, e sarà loro RE e Principe su Israele.

“Ma il principe prende consigli da principe, e si leva per far cose degne di principe” (v.8, vers. Diodati). L’uomo spregevole invece cesserà di esistere (il nobile ai giorni nostri). Dio descrive Satana come: “…l’uomo spregevole proferisce cose spregevoli e il suo cuore opera iniquità, per commettere empietà e dire cose irriverenti contro l’Eterno, per rendere vuota l’anima dell’affamato e far mancare la bevanda all’assetato” (v.6, vers. Diod.; cfr. Dan. 7:11).

Dio proferisce per bocca del profeta riguardo alle donne agiate e alle fanciulle che vivono sicure di ascoltare il ragionamento dell’Eterno perché: ”Un anno dopo l’altro voi sarete in gran turbamento… “ (v.10, vers.Diodati). La profezia annunciò che sarebbero state in gran turbamento, perché comparirebbe la carestia di vendemmia e la raccolta non ci sarebbe stata. Spine e pruni sarebbero cresciuti nella terra del popolo di Dio (Israele) e sopra la città trionfante; la profezia si compì nel 70 d.C., perciò Dio invita le donne a vestirsi di cilicio.

Poiché il palazzo sarà abbandonato, la città rumorosa sarà deserta, la collina e la torre diventeranno per sempre caverne, gioia degli asini selvatici e pascolo dei greggi” (v.14).

L’agiatezza per Israele terminò quando i romani distrussero il tempio di Dio in Gerusalemme e la profezia annunciata contro il popolo di Dio si avverò. Dal giorno della profezia di Isaia alla distruzione del regno d’Israele trascorsero complessivamente 560 anni circa. La profezia annunciò che Israele si concesse completamente all’idolatria, rifiutando il Messia, il Salvatore. Dio abbandonò loro, disperdendoli come ai quattro venti del cielo, tra le nazioni, loro nemiche.

Gerusalemme non sarà per sempre desolata; Dio ha ridato la Terra promessa al suo popolo perché terminò l’esilio per Israele nel 1948; tutti gli Ebrei torneranno nella loro patria e Dio sceglierà un residuo santo che entrerà nel millennio e spargerà dall’alto su di loro il suo Spirito: “finché su di noi sia sparso lo Spirito dall’alto, il deserto divenga un frutteto, e il frutteto sia considerato come una foresta. Allora l’equità abiterà nel deserto e la giustizia avrà la sua dimora nel frutteto. L’effetto della giustizia sarà la pace, il risultato della giustizia, tranquillità e sicurezza per sempre” (32:15-17). Dio libererà la Terra dalla maledizione e concederà la sua benedizione in eterno; il deserto diventerà frutteto, su tutto Israele ci sarà abbondanza di cibo, mangeranno a sazietà e vestiranno splendidamente: “Il mio popolo abiterà in una dimora di pace, in abitazioni sicure e in quieti luoghi di riposo” (v.18).

Dio non risparmierà l’iniquo, identificato come una foresta, sulla quale scenderà grandine: nel primo suono di tromba cadrà grandine e fuoco sulla terza parte della terra (Apoc. 8:7).

Negli ultimi sette anni Gerusalemme, la città dell’Eterno, sarà lasciata nelle mani degli empi; Gesù predisse che: “Quando dunque vedrete l’abominazione della desolazione predetta dal profeta Daniele, posta nel luogo santo (chi legge intenda), allora coloro che sono nella Giudea fuggono ai monti” (Mt.24:15). Quelli che fuggiranno sui monti saranno messi in salvo dalla mano potente di Dio, Egli li proteggerà in un luogo lontano dal serpente antico per i 1260 giorni della grande tribolazione: essi sono il residuo che ripopolerà Israele, saranno beati ed abiteranno la Terra (Slm.37:29).

CAPITOLO 33

Guai a te che predi, e non sei stato predato; e a te, o disleale, che non sei stato trattato dislealmente!  Quando avrai finito di predare, sarai predato; quando avrai cessato di operar dislealmente, sarai trattato dislealmente” (v.1, vers.Diodati).

Questa parola profetica è indirizzata al principe di questo mondo; egli regnerà come dittatore assoluto, facendosi adorare come Dio e innalzandosi sopra ogni dio, devasterà con perfidia ed astuzia. Alla fine dei 1260 giorni, che Dio gli ha concesso, “giungerà alla sua fine e nessuno gli verrà in aiuto” (Dan.11:45). Il devastatore sarà devastato, proprio come la profezia annuncia, e gli sarà usata la stessa perfidia.

Il cherubino, unto come protettore, sarà condannato. Lucifero, che corruppe con il peccato di orgoglio la sua meravigliosa sapienza, divenuta perversione (Ez.28), conduce e seduce ancora gli uomini dal principio della creazione alla sua fine stabilita da Dio. Satana è il perfido devastatore nel mondo, inganna gli uomini facendoli prigionieri e schiavi del peccato, non lasciandoli mai liberi (Is.14:17). Satana è libero di adescare l’uomo, come lo ha fatto con Eva. Egli, con il suo esercito del male, ha sparso il terrore sulla terra dei viventi (Ez.32:24), ma giungerà la sua fine e tutto si rivolgerà contro di lui: Gesù lo annienterà, sarà ucciso con la spada e sarà gettato nel fuoco perenne che arde con zolfo (Apoc.19:20) “poiché hai fatto il tuo cuore come il cuore di Dio” (Ez. 28:6).

In questo capitolo è esposto l’avvenimento della fine, quando coloro che spereranno in Dio, grideranno al Signore dicendo: “O Eterno abbi pietà di noi… Sii il nostro braccio ogni mattina e la nostra salvezza in tempi di avversità”(v.2). Tutti gli Ebrei che confideranno in Dio e lo cercheranno nell’ultima settimana (sette anni), saranno salvati: “Ed avverrà che chiunque avrà invocato il nome del Signore sarà salvato” (Atti 2:21).

Circa sette anni di grandi sofferenze ed avversità si abbatteranno su Israele: una parte dell’esercito dei santi di Dio sarà martire per la testimonianza di Gesù e un’altra parte sopravvivrà per ripopolare la terra di Israele, protetti in un luogo sicuro per milleduecentosessanta giorni (Apoc.12.6). L’Eterno sarà la forza della salvezza; la conoscenza e la sapienza abiteranno in Gerusalemme iniziando dal millennio: “Ora mi leverò…”, disse l’Eterno “…ora sarò esaltato, ora mi innalzerò” (v.10). I popoli che camminano nell’iniquità saranno come rovi tagliati e gettati nel fuoco.

Dio parla a quelli che sono lontani, tutte le nazioni gentili, e a quelli che sono vicini, ad Israele. Tutti ascoltino ciò che l’Eterno farà in Sion, i peccatori e gli empi saranno presi da spavento e diranno: “Chi di noi potrà dimorare con il fuoco divorante? Chi di noi potrà dimorare con le fiamme eterne? Colui che cammina giustamente e parla rettamente, …che scuote le mani per non accettare regali,…e chiude gli occhi per non vedere il male, costui dimorerà in luoghi elevati,…il suo pane gli sarà dato, la sua acqua gli sarà assicurata”(v.15,16).

Il residuo scelto per vivere, sarà salvato da Gesù, che apparirà loro sul monte degli Ulivi. Sarà mostrato loro tutto quello che accadrà agli empi, mentre loro saranno protetti e sicuri. Essi vedranno il loro RE (Gesù): “Gli occhi tuoi mireranno il re nella sua bellezza, vedranno la terra lontana” (v.17; Mt.2:2, Lc.1:33; 23:3).

Di Gesù il salmista profetizza: “Tu sei più bello di tutti i figli degli uomini; le tue labbra sono ripiene di grazia; perciò Dio ti ha benedetto in eterno” (Slm.45:2).

Il popolo scelto non vedrà mai più i suoi nemici, coloro che li avevano perseguitati con ferocia. Gerusalemme sarà una dimora tranquilla, perché Dio abiterà con loro e sarà loro giudice, re e salvatore: “…Ed Egli abiterà con loro; ed essi saranno suo popolo e Dio stesso sarà con loro e sarà il loro Dio” (Apoc. 21:3).

Tutte le ricchezze dei popoli affluiranno in Gerusalemme: “Ma voi sarete chiamati -sacerdoti dell’Eterno-, e sarete chiamati -ministri del nostro Dio-. Voi godrete le ricchezze delle nazioni, e la loro gloria passerà a voi” (Is.61:6). Quanto descritto avverrà all’inizio del millennio: per il residuo che rimarrà ci sarà il perdono delle iniquità e nessuno di loro dirà più: “io sono malato”, perché insieme al perdono ci sarà guarigione.

CAPITOLO 34

La profezia di questo capitolo si verificherà negli ultimi tempi sette anni ed è rivolta tutti i popoli del mondo dei gentili e della Terra che è Israele. Poiché l’Eterno è indignato contro tutte le nazioni, è adirato anche contro tutti i loro eserciti: “Ascolti la terra e tutto ciò che è in essa, il mondo e tutto ciò che produce. Poiché l’Eterno è adirato contro tutte le nazioni,… i loro uccisi saranno gettati via, i loro cadaveri esaleranno fetore e i monti si scioglieranno co loro sangue” (v.1-3).

L’ira dell’Eterno è rivolta contro tutti gli eserciti di ogni stato, destinati allo sterminio e al massacro. “Perciò, ecco, i giorni vengono, dice l’Eterno, che non si dirà più “Tofet” né “la valle del figliuolo di Hinnom”, ma “la valle del massacro”, e, per mancanza di spazio, si seppelliranno i morti a Tofet “ (Ger.7:32). Tutti saranno radunati in un luogo detto Armagheddon (Apoc.16:16; o Valle della Visione (Is.22:1) o di Giosafat Gioel.3:11-14), dove Dio farà vendetta sulle nazioni; tutta la Valle sarà piena del sangue degli uccisi per una distesa di milleseicento stadi (Apoc.14:20). “I loro uccisi saranno gettati via; i loro cadaveri esaleranno fetore e i monti si scioglieranno col loro sangue” (v.3).

Sempre in quel giorno avverrà che Gesù aprirà il sesto sigillo (Apoc.6:12,13,14) ed allora: “Tutto l’esercito del cielo si dissolverà, i cieli si arrotoleranno come un libro, ma tutto il loro esercito cadrà , come cade la foglia dalla vite, come cade un frutto appassito dal fico”(v.4). Altrettanto profetizzò l’apostolo Pietro: “Ora il giorno del Signore verrà come un ladro di notte; in quel giorno i cieli passeranno stridendo, gli elementi si dissolveranno consumati dal calore e la terra e le opere che sono in essa saranno arse” (2Ptr.3:10).

Quello che noi vediamo oggi passerà, perché Dio toglierà dalla terra tutta la maledizione imposta in conseguenza del peccato di Adamo (Gen.3:17), per poi benedire e mettere il suo popolo in un paese in cui regni pace e giustizia in eterno.

Segue la descrizione di ciò che avverrà nella Valle della Visione (Is.22:1) o Valle di Giosafat: il grande massacro, lo sterminio di coloro che provengono da tutte le nazioni, insieme alla bestia e all’anticristo, per combattere contro Gesù, “IL RE DEI RE e IL SIGNORE DEI SIGNORI” (Apoc.19:11,21).

“…su Edom, sul popolo che ho votato allo sterminio, per fare giustizia. La spada dell’Eterno è piena di sangue, è satolla di grasso, del sangue di agnelli e di capri, del grasso dei reni di montoni; poiché l’Eterno fa un sacrificio a Botsrah e un gran massacro nel paese di Edom”. (v.5,6).

Molti profeti hanno trattato e dichiarato per lo spirito dell’Eterno il gran giorno dell’ira di Dio: “Poiché è il giorno della vendetta dell’Eterno, l’anno della retribuzione per la causa di Sion” (v.8). Dio si vendicherà della grande Babilonia che è il regno attuale di Satana, all’inizio del suo regno comanderà ai suoi dieci re o presidenti di distruggere Babilonia col fuoco: “ .. e vedendo il fumo dell’incendio d’essa esclameranno dicendo: Qual città era simile a questa gran città?” (Apoc.18:18).

Satana con un corpo d’uomo prenderà tutto il potere della grande Babilonia (Apoc.17:13) e regnerà 1260 giorni.

Nel luogo dove oggi sorge la grande Babilonia la città che regna sui re della terra, dove risiede la meretrice (il Vaticano), sarà un luogo in cui “i torrenti saranno mutati in pece, la sua polvere in zolfo, la sua terra diventerà pece ardente. Non si spegnerà né notte né’ giorno, il suo fumo salirà per sempre, rimarrà deserta di generazione in generazione, nessuno più vi passerà” (v.9,10). Non sarà giammai spenta, ne giorno, ne notte, il suo fumo salirà in perpetuo…” (rif. Apoc.14:11). Nel luogo della loro sepoltura non vi passerà più alcuno, esso sarà un luogo desolato in eterno.

Dio farà per prima vendetta sul regno di Satana, su cui sedeva la meretrice, indisturbata per quasi duemila anni. Il suo giorno arriverà e pagherà per tutto il male che ha fatto contro Gerusalemme, la città dell’Eterno. La distruggerà col fuoco e nei suoi sontuosi palazzi attuali cresceranno spine ed ortiche, si incontreranno le bestie che ululeranno, il serpente vi farà il suo nido. Dove prima esistevano le bellezze e le ricchezze della grande meretrice, di generazione in generazione, rimarrà desolato (v.10-15; Apoc.18). Dio ha dato quella terra agli animali selvatici “il suo spirito è quello che li ha radunati”; vi abiteranno per sempre, perché nessun uomo vi metterà piede. La città piena di idoli, sarà invece piena di animali, di generazione in generazione.

CAPITOLO 35

La grandiosa e meravigliosa Gerusalemme sarà per sempre abitata dal popolo di Dio, quel popolo che Egli si scelse per sua eredità (Slm.119.11; Gioele 3:2; Is.19:25), i redenti dell’eterno, coloro che saranno trovati scritti nel libro dei vivi, chiamati santi (Is .4:3) e vedranno la gloria dell’Eterno, la magnificenza del nostro Dio.

Esortati a fortificare le loro braccia e rendere le loro ginocchia ferme: “-Siate forti, non temete!- Ecco il vostro Dio verrà con la vendetta e la retribuzione di Dio; verrà egli stesso a salvarvi” (v.4). Mentre Dio eseguirà la vendetta sugli uomini per mezzo della bestia (l’uomo con lo spirito di Satana), il residuo che vivrà, sarà al sicuro, nascosto al dragone (l’uomo detto devastatore, iniquo o spregevole) e sarà da Dio nutrito per 1260 giorni.

All’inizio dell’ultima settimana (sette anni), Dio aprirà loro gli occhi e le orecchie spirituali, toglierà lo spirito di torpore (Is.29:10), ma solo ai savi, coloro che capiranno. Dio li ha scelti da tutte le tribù ebraiche; essi potranno vedere le grandi opere che l’Eterno farà per loro ed ammireranno le sue grandi meraviglie. Essi gioiranno e salteranno, non ci saranno più zoppi o muti, tutti potranno esultare nell’Iddio di Giacobbe.

Dio farà nuovi cieli e nuova terra e: “il luogo arido diventerà uno stagno e la terra assetata sorgenti d’acqua…”(v.7).

Ci sarà una strada maestra chiamata “la via santa” e non ci saranno più bestie feroci che spaventeranno.

Tutte queste meraviglie saranno per i redenti, il residuo scelti dalle tribù di Israele, che abiteranno la Gerusalemme terrena, dove non ci saranno dolori o lacrime ed essi saranno chiamati santi del Signore (Ez.40-48). “I riscattati dell’Eterno torneranno, verranno a Sion con grida di gioia e un’allegrezza eterna coronerà il loro capo; otterranno gioia e letizia, e il dolore e il gemito fuggiranno” (v.10).

CAPITOLO 36

Il re Sennacherib di Assiria sfidò l’Eterno inviando un suo messaggero a persuadere il popolo di Giuda in Gerusalemme di arrendersi al loro assedio, di non confidare nell’aiuto dell’Egitto e di non ascoltare il re Ezechia.

Rabshakeh, il portavoce del re, riferì le intenzioni minacciose del suo capo alla presenza del prefetto Eliakim, del segretario Scebna e dell’archivista Joah, disprezzando l’esercito del popolo di Dio: “Ora dunque fa’ una scommessa con il mio signore, il re di Assiria; io ti darò duemila cavalli, se tu sei in grado di procurare i cavalieri che li montino”(v.8). Cercò di dissuadere il popolo a seguire il re Ezechia e ad opporsi al re di Assiria, promettendo a ciascuno di loro di mangiare i frutti della sua vite, del suo fico e di bere l’acqua della sua cisterna, però nel loro paese (v.16,17). Egli gridò loro a gran voce nella lingua giudaica, affinché le sue condizioni fossero capite dagli uomini sulle mura, nonostante l’invito dei rappresentanti ebraici di indicarle in lingua aramaica, per riferirle solo al loro sovrano. Inoltre suggerì di non confidare nell’Eterno, perché nessun dio aveva potuto liberare il suo paese dalle mani del re di Assiria e per questo nemmeno l’Eterno, il Dio dei giudei, poteva farlo nei confronti di Gerusalemme dichiarando: “Dove sono gli dèi di Hamath e di Arpad? Dove sono gli dèi di Sefarvaim? Hanno forse essi liberato Samaria, dalle mie mani? Chi fra tutti gli dèi di questi paesi ha liberato il proprio paese dalle mie mani, perché l’Eterno possa liberare Gerusalemme dalle mie mani?” (v.19,20).

Avvenne al tempo del re Osea (2Re17) che Dio diede Samaria, capitale del regno di Israele, nelle mani del re di Assiria, il quale deportò gli Israeliti nel suo paese. Questo avvenne perché essi avevano peccato contro il Signore, l’Eterno, il loro Dio, seguendo le usanze delle nazioni che l’Eterno aveva scacciato davanti a loro.

Il motivo dell’orgoglio del re di Assiria fu perché nessuno poteva vincere il popolo di Dio e lui ci riuscì. Egli pensò quindi che tutto questo si era verificato per la sua grande forza e, non riconoscendo la mano del Signore, così andò, con grande fierezza, anche contro Giuda e Gerusalemme.

Dio era con il suo popolo. Il re Ezechia indirizzò i giudei verso l’Eterno Dio, con assoluto timore. I tre ambasciatori giudei ascoltarono le parole del messo del re di Assiria, che sfidava il popolo di Dio e le riferirono alla presenza di Ezechia con le loro vesti stracciate per il disonore e per le offese ricevute.

CAPITOLO 37

Ezechia, re di Giuda, quando ebbe ascoltato il messaggio si stracciò anch’egli le vesti, si coprì con un sacco ed entrò nella casa dell’Eterno.

Il re inviò il prefetto Eliakim e il segretario Scebna con alcuni sacerdoti anziani dal profeta Isaia: “Forse l’Eterno il tuo Dio ha udito le parole di Rabshakeh, che il re di Assiria, suo signore, ha mandato a insultare il DIO vivente, e lo castigherà a motivo delle parole che l’Eterno, il tuo DIO, ha udito. Innalza dunque una preghiera per il residuo che ancora rimane” (v.4). Isaia assicurò, da parte dell’Eterno, ai servi del re Ezechia di non aver paura e di non preoccuparsi delle parole di insulti contro l’Eterno, udite dai servi del re di Assiria, perché questo è ciò che farà l’Eterno: “Ecco, io manderò su di lui uno spirito e, appena avrà udito una certa notizia, ritornerà nel suo paese; e nel suo paese lo farò cadere di spada” (v.7).

Il re di Assiria inviò una lettera al re Ezechia, insultando nuovamente l’Eterno, ammettendo che egli non poteva liberarli dalla sua mano, perché nessuno degli dèi dei popoli che egli aveva sconfitto li aveva liberati dalla sua mano, per cui “Ezechia prese la lettera dalle mani dei messaggeri e la lesse; poi salì alla casa dell’Eterno e la distese davanti all’Eterno” (v.14). Certamente il cuore del re Ezechia era molto afflitto per ciò che il re di Assiria continuava a ripetere: “Non lasciare che il tuo Dio, nel quale confidi, t’inganni dicendo -Gerusalemme non sarà data nelle mani del re di Assiria-“ (v.10). Ma Ezechia aveva fiducia nel suo Dio “O Eterno degli eserciti, DIO d’Israele, che siedi tra i cherubini, tu sei DIO, tu solo, di tutti i regni della terra, tu hai fatto i cieli e la terra” (v.16), perciò egli innalzò una preghiera chiedendo a Dio di ascoltare gli insulti del re Sennacherib e, riscontrando che egli aveva sconfitto le nazioni ed aveva gettato nel fuoco i loro dèi, di liberarli dalle sue mani in modo che tutte le nazioni potessero capire che tu solo sei Dio.

La risposta dell’Eterno arrivò ad Ezechia tramite il profeta Isaia confermando che l’Eterno era contro il re di Assiria: “Chi hai insultato e oltraggiato? Contro chi hai alzato la voce e arrogantemente levato i tuoi occhi? Contro il Santo d’Israele” (v.23). La parola dell’Eterno è rivolta contro Satana, che ha usato i suoi servi per insultare l’Eterno ed innalzarsi, affermando che con la sua forza aveva sconfitto nazioni, perciò la profezia espone: “Non hai forse udito che da lungo tempo ho preparato questo, da tempi antichi ne ho formato il disegno? Ora ho fatto accadere questo; che tu riducessi in cumuli di rovine città fortificate” (v.26).

Questo verso dimostra che Satana è al corrente dei piani che Dio compirà per mezzo suo. Dio concede il permesso a Satana di distruggere quello che Dio ha designato alla distruzione. Satana quando avrà compiuto le devastazioni che le saranno permesse da Dio, si vanterà, perché è orgoglioso della sua forza e delle sue azioni. Queste imprese di vittoria o di successo alimentano la sua alterigia, che causò all’inizio il suo peccato di ribellione. Tale qualità naturale negativa è continuamente espressa nel suo comportamento e sarà più evidente verso la fine, durante il suo regno, quando devasterà il mondo intero, diventando il capo assoluto e la gente lo adorerà come un dio.

Dio conosce la sua dimora, quando egli esce e quando entra, niente gli è occulto. Satana sarà punito insieme ai suoi servi e perciò Dio affermò che il re di Assiria non sarebbe entrato in Gerusalemme e non l’avrebbe devastata.

Dio proteggerà e salverà la città per amore di Davide e di se stesso, così fece: “Quindi l’angelo dell’Eterno uscì e colpì nell’accampamento degli Assiri centoottantacinquemila uomini; e quando la gente si alzò al mattino, ecco erano tutti cadaveri (v.36).

8continua)