Capitolo 46.

Parola dell’Eterno che fu rivolta al profeta Geremia contro le nazioni” (v.1).

Questa profezia riguarda le nazioni compreso Israele ed è la similitudine del conflitto di Armagheddon.

Infatti espone l’evento della distruzione dell’esercito egiziano (sono tutti quelli che avranno preso il marchio della bestia) il suo Faraone è il sinonimico della bestia ovvero l’uomo con lo spirito di Satana. Il re Nebukadnetsar che distrusse Giuda, Gerusalemme e l’Egitto è la similitudine di Gesù, Colui che con la spada della Parola; farà in modo che tutti si uccidono l’un l’altro con la spada (Ez.38:21; Zac.14:13). Le profezie annunciano che Dio chiamerà tutti i popoli ad armarsi ed a prepararsi alla battaglia che si terrà nella Valle di Giosafat, in Israele (leggere anche Gioele 3:8,15; Apoc.16:16; 19:11,21), “Bardate i cavalli e, voi cavalieri, montateli; presentatevi con elmi, lucidate le lance, indossate le corazze!”(v.4).

Il profeta Ezechiele, Isaia, Geremia, Daniele, tutti i profeti minori e i Salmi annunciano la grande guerra in cui sarà sterminato l’uomo con lo spirito di satana, l’anticristo e tutto il suo esercito di cavalli e cavalieri, prodi e capitani, liberi e schiavi, piccoli e grandi (Apoc.19:18).

“Proclamate questo fra le nazioni: -preparate la guerra, fate risvegliare gli uomini valorosi, si avvicinino, salgano tutti gli uomini di guerra! Forgiate spade con i vostri vomeri e lance con le vostre falci. Il debole dica: -Sono forte!- Affrettatevi e venite, nazioni tutte d’attorno, e radunatevi! Là, o Eterno, fa’ scendere i tuoi uomini valorosi!” (Gioele 3:9-11). Dio li invita ad essere forti ed a non sentirsi deboli; ordina pure che si armino di spada e di lance, di indossare corazze. Quando tutti vedranno apparire nel cielo Gesù su di un cavallo bianco seguito dal suo esercito (la Sposa o Chiesa), resteranno sbalorditi, cercheranno di fuggire, perché presi dal terrore per l’ira dell’Eterno, ma tutti cadranno in battaglia. “Non lasciare che il veloce sfugga né che il prode si metta in salvo. A nord, presso il fiume Eufrate, vacillano e cadono” (v.6).

La bestia, cioè l’uomo con lo spirito del dragone (Satana), è paragonato all’Egitto ed al fiume Nilo in tutta la sua forza, perché le acque indicano tutto il suo esercito di uomini prodi, che andrà contro Gerusalemme. Il condottiero sarà sicuro di vincere, perché con sé avrà i migliori uomini di guerra: “…Egli dice: -Salirò, ricoprirò la terra e distruggerò la città e i suoi abitanti-. Caricate, o cavalli, e avanzate furiosamente, o carri; si facciano avanti gli uomini prodi, quei di Etiopia e di Put che portano lo scudo e quei di Lud che maneggiano e tendono l’arco. Questo giorno per il Signore, l’Eterno degli eserciti, è giorno di vendetta, per vendicarsi dei suoi nemici. La spada divorerà, si sazierà e si inebrierà del loro sangue, perché il Signore, l’Eterno degli eserciti, fa un sacrificio nel paese del nord, presso il fiume Eufrate” (v.8-10).

Gesù combatterà con la spada (la Parola di Dio) e vincerà, perché Egli è il Re dei Re ed il Signore dei Signori. L’apostolo Giovanni descrive l’avvenimento: “Poi vidi il cielo aperto, ed ecco un cavallo bianco, e colui che lo cavalcava si chiama il Fedele e il Verace; ed egli giudica e guerreggia con giustizia” (Apoc.19:11,16).

Gesù stesso informò che in quel giorno apparirà nel cielo in tutta la sua potenza, sarà come il lampo che esce da levante e sfolgora fino a ponente e tutti lo vedranno.

Molti avvenimenti accadranno in quel momento, in ordine di successione: la distruzione dell’empio, tutto il residuo del popolo di Dio, farà cordoglio, riconoscerà che Gesù è il Figlio di Dio, (immolato sulla croce per i loro peccati) il Salvatore. Nello stesso giorno appena finita la guerra ci sarà la resurrezione dei martiri, cioè la prima resurrezione (Mt.24:27,31; Apoc.1:7; Zac.12:10). Seguirà la distruzione dei cieli e della terra attuali e la nuova ricreazione (Is.65:17; 66:22; 2Ptr.3:13).

La profezia continua contro l’uomo spregevole (Dan.11:21) o la bestia (Apoc.13), rappresentato dall’Egitto. Per lui nessun rimedio, perché è già stato giudicato e condannato insieme all’anticristo; i due capi che cadranno in battaglia insieme nello stesso giorno, all’apparizione di Gesù nel cielo. Gesù è come già scritto in relazione di similitudine con Nebukadnetsar, re di Babilonia, al quale Dio consegnò Giuda, la città di Gerusalemme e l’Egitto per distruggerli. Gesù compirà la strage con la spada a doppio taglio, che uscirà dalla sua bocca, nella guerra di Armagheddon, per giudicare tutti gli empi. “La parola che l’Eterno rivolse al profeta Geremia sulla venuta di Nebukadnetsar, re di Babilonia, per colpire il paese d’Egitto” (v.13).

La spada colpirà senza misericordia e tutti saranno presi da una grande confusione finendo per uccidersi a vicenda, “Perché i tuoi uomini valorosi sono atterrati? Non possono resistere perché l’Eterno li abbatte. Egli ne fa vacillare molti; cadono l’un sopra l’altro e dicono: -Su, torniamo al nostro popolo e al nostro paese natìvo, lontano dalla spada micidiale” (v.15,16).

Quando vedranno che la spada che uccide, riconosceranno che sono stati ingannati dall’uomo satanico e dall’anticristo, desidereranno tornare indietro, ma non sarà possibile.

La profezia descrive anche ciò che avverrà nei primi tre anni e mezzo dei sette anni, quando dal nord, rispetto alla terra santa, un capo o un re andrà contro il sud con il proposito di devastare. In questi anni ci sarà anche l’avvenimento delle sette piaghe annunciate dal suono delle rispettive trombe, come è riportato dal seguente: “- Com’è vero che io vivo-, dice il Re il cui nome è l’Eterno degli eserciti, -egli verrà come il Tabor fra le montagne, come il Karmel presso il mare…Essi abbatteranno la sua foresta-, dice l’Eterno, -benché sia impenetrabile, perché sono più numerosi delle locuste, non si possono contare. La figlia d’Egitto sarà coperta di vergogna, sarà data in mano del popolo del nord” (v.18,23). Il re del nord, con il suo esercito, distruggerà e abbatterà molti popoli del sud, compreso Israele. Alla fine farà con essi un patto di pace che non sarà mantenuto (Dan.11:14,19).

Alla fine dei primi tre anni e mezzo di questo periodo ricco di avvenimenti (Gesù aprirà i sigilli e gli angeli suoneranno le trombe), infine dominerà il regno satanico della durata di 1260 giorni. Subito dopo accadrà che tre spiriti immondi: del dragone, della bestia e dell’anticristo andranno a sedurre tutti i re, popoli e nazioni (Apoc.16:13) per condurli in Israele a combattere contro Gesù e il suo esercito, nella guerra di Armagheddon (Apoc.16:16) o valle di Giosafat dove saranno tutti giudicati (Gioele 3:2).

Si concluderà con la vendetta di Dio sugli uomini empi, attraverso la prima guerra chiamata di Armagheddon, il periodo di grandi sconvolgimenti naturali e politici. Inizierà poi il millennio, in cui Dio creerà nuovi cieli e nuova terra (Is.65:17; 66:22).

Nebukadnetsar, re di Babilonia, distrusse, per ordine di Dio, Giuda, la città di Gerusalemme e l’Egitto, perché grande era il loro peccato. Alla medesima maniera avverrà che, nella valle di Giosafat, Dio consegnerà tutti i popoli e nazioni nelle mani di Gesù e del suo esercito. In quel giorno ci sarà grande confusione e gli empi saranno uccisi con la spada a doppio taglio, la Parola di Dio, che uscirà dalla bocca di Gesù e “…la spada di ognuno si volgerà contro il proprio fratello” (Ez.38:21); “…rovescerò il trono dei regni e distruggerò la forza dei regni delle nazioni; rovescerò i carri e quelli che vi montano; i cavalli e i loro cavalieri cadranno, l’uno per la spada dell’altro” (Aggeo 2:22; Zac.14:13).

Nelle profezie è dichiarato che, nella guerra di Armagheddon, tutti saranno uccisi con la spada a differenza dell’ultima guerra di Gog e Magog, alla fine del millennio, dove cadranno dal cielo pietre di ghiaccio, fuoco e zolfo e tutti saranno consumati (Apoc.20:9: Ez.38:22).

L’Eterno degli eserciti, il Dio d’Israele, dice: -Ecco, io punirò Amon di No, il Faraone e l’Egitto, i suoi dèi e i suoi re, il Faraone e quelli che confidano in lui; li darò in mano di quelli che cercano la loro vita, in mano di Nebukadnetsar, re di Babilonia, e in mano dei suoi servi; ma dopo questo sarà abitato come nel passato-, dice l’Eterno” (v.25).

Dopo la guerra resterà un residuo di tutti i popoli, anche degli egiziani, che formeranno il popolo di Dio, come il profeta Isaia annuncia: “…-Benedetto sia l’Egitto mio popolo, l’Assiria opera delle mie mani e Israele mia eredità!-” (Is.19:25). Durante il millennio, queste tre nazioni saranno una benedizione in mezzo a tutta la terra, ma a Giacobbe (Israele) l’Eterno afferma: “Ma tu non temere, o mio servo Giacobbe, no ti sgomentare, o Israele, perché ecco, io ti salverò da lontano e la tua progenie dalla terra della sua cattività. Giacobbe ritornerà, non sarà più molestato e sarà tranquillo, e nessuno più lo spaventerà” (v.27).

Nella guerra di Armagheddon saranno annientate tutte le nazioni della terra che, durante la cattività del popolo di Dio, hanno perseguitato e maltrattato gli ebrei.

Dio avrà misericordia e perdonerà il residuo, scelto da tutte le tribù di Israele, come esposto dal profeta: “Qual Dio è come te, che perdona l’iniquità e passa sopra la trasgressione del residuo della sua eredità? Egli non conserva per sempre la sua ira, perché prende piacere nell’usare misericordia” (Mich.7:18). Il residuo quindi vivrà ed entrerà nella Gerusalemme del millennio.

A questo punto occorre precisare che ci saranno tre diversi gruppi distinti di ebrei con un’altrettanta e differente vicenda: un terzo sarà composto dai martiri della grande tribolazione, un esercito di savi (Dan.8:12), denominati santi o stelle, che cadrà per mano della bestia (l’uomo spregevole di Dan.11:21), per essere affinati, purificati e imbiancati (Dan.11:35), “La sua coda trascinava dietro a sé la terza parte delle stelle del cielo e le gettò sulla terra” (Apoc.12:4) ed “…Egli allora mi disse: -Costoro sono quelli che sono venuti dalla grande tribolazione, e hanno lavato le loro vesti e le hanno imbiancate nel sangue dell’Agnello” (Apoc.7:14).

Un altro terzo di tutti gli ebrei non si convertiranno e saranno uccisi con la spada nel giorno dell’ira di Dio. L’ultima terza parte è costituita dal residuo dei viventi, che non sarà annientata.

Si conclude il messaggio con una esortazione: “Non temere, o Giacobbe, mio servo-, dice l’Eterno, -perché io sono con te, io annienterò tutte le nazioni fra le quali ti ho disperso, ma non annienterò te; ti castigherò con giusta misura e non ti lascerò del tutto impunito” (v.28).

Capitolo 47.

La parola dell’Eterno, rivolta a Geremia, riguarda la profezia degli ultimi tempi, quando il re del nord andrà contro il sud. Nessuna formazione militare del sud potrà resistergli, così le nazioni mussulmane ed Israele saranno sotto il suo controllo.

Questo capitolo si riferisce ai Filistei.

Il popolo dei filistei fu sconfitto dal re Davide e fu confinato sulla fascia costiera della Palestina. I filistei hanno sempre odiato e perseguitato gli ebrei: “E tutto Israele sentì dire: -Saul ha sconfitto la guarnigione dei Filistei e Israele è venuto in odio ai Filistei-. Così il popolo fu convocato a Ghilgal per seguire Saul” (1Sam.13:4; 14:13; 17:52).

I filistei furono continuamente battuti, perché Dio voleva togliere la parte della Palestina da loro occupata per concedere tutta la terra promessa al suo popolo. Per questo suscitò contro di loro Sansone, il re Saul, suo figlio Gionatan e il re Davide, grande guerriero che uccise per prima il gigante Golia, nel quale i filistei confidavano.

Oggi l’odio dei filistei è cresciuto a dismisura verso Israele, per la sua rivendicazione dei territori di loro possesso. La disputa sarà risolta definitivamente quando essi dovranno lasciare anche la striscia di Gaza contesa ad Israele, perché saranno sconfitti dal re o dal comandante dell’esercito proveniente dal nord, rispetto a Gerusalemme (a settentrione o al nord sono raggruppate tutte le nazioni europee ed americane), “Il re del nord arruolerà di nuovo una moltitudine più numerosa della precedente, e dopo un po’ di tempo si farà certamente avanti con un grosso esercito e con un grande equipaggiamento” (Dan.11:13).

La grande guerra descritta dal profeta Geremia, evidenzia delle acque, che rappresentano popoli e nazioni, mentre il torrente è usato per indicare l’esercito coi potenti destrieri e con tutti gli armamenti, che assalirà e devasterà i popoli musulmani ed ebrei: “Così dice l’Eterno: -Ecco, delle acque salgono dal nord, diventano un torrente che straripa e inondano il paese e tutto ciò che contiene, la città e quelli che abitano in essa; allora gli uomini grideranno e tutti gli abitanti del paese urleranno… a motivo del giorno che viene per devastare tutti i Filistei, eliminando da Tiro e Sidone ogni superstite che può dar aiuto, perché l’Eterno distruggerà i Filistei, i superstiti dell’isola di Kaftor. Gaza è divenuta calva, Ashkelon è distrutta. O superstiti della loro valle, fino a quando vi farete delle incisioni?” (v.2,4-5).

Ciò che si verificherà in quel tempo non è certamente per opera dell’uomo, ma è di Dio, che darà ordine di distruggere ed essi ubbidiranno, perché Egli ha “…creato il devastatore per distruggere” (Is.54:16); “O spada dell’Eterno, quando mai ti concederai riposo? Rientra nel tuo fodero, fermati e sta’ calma! Come potrebbe riposare, se l’Eterno le ha dato ordini contro Ashkelon e contro il lido del mare?; egli l’ha convocata là-” (v.6,7).

Capitolo 48.

Contro Moab (v.1).

Il tempo è quello descritto dal profeta Daniele (Dan.11:13,18), quando un potentissimo e grandissimo esercito, proveniente dal nord, andrà contro il sud. Il dominatore sarà un re o un capo che, ai giorni nostri equivale ad un presidente, combatterà anche contro Moab e lo distruggerà.

Quante volte sentiamo dire dal presidente dell’Iran che vuole eliminare Israele? All’inizio degli ultimi sette anni, prima del millennio, Dio ha preparato la sua vendetta contro i popoli nemici di Israele. “Il devastatore verrà contro tutte le città, e nessuna città scamperà; la valle perirà e la pianura sarà distrutta, come l’Eterno ha detto” (v.8). Il nord, sono popoli dell’Unione Europea, gli Javaniti (Dan:8:21), eserciti coalizzati con gli americani; Geremia predice la caduta di Moab, esponente delle nazioni islamiche.

Chi è Moab?

Nella distruzione di Sodoma, col fuoco e lo zolfo, si salvò solo Lot insieme alle sue due figlie, mentre i due generi e la moglie di Lot perirono. Per dare discendenza al loro padre, le figlie si coricarono con lui, da cui nacquero due maschi: quello nato dalla prima figlia di Lot lo chiamarono Moab, i suoi discendenti sono i popoli dei moabiti; l’altro Ben-Ammi, i discendenti sono gli Ammoniti (Gen.19:30,28).

Moab si rallegrò quando Dio punì Israele per il suo peccato, disperdendoli come ai quattro venti del cielo, tra le nazioni gentili (nel 70 d.C.) ed approfittò della situazione, come ricordato dal salmista: “Dicono: -Venite e distruggiamoli come nazione, e il nome d’Israele non sia più ricordato-. Poiché hanno complottato insieme con una mente e hanno fatto un patto contro di te. Le tende di Edom e gli Ismaeliti, Moab e gli Hagareni” (Slm.83:4-6).

Stessa cosa è detta oggi dai popoli confinanti di Israele.

Il profeta Geremia rivela ciò che avverrà durante l’ultima settimana a Moab per aver desiderato il male ad Israele. Infatti “La gloria di Moab non è più; in Heshbon tramano del male contro di lui, dicendo: -Venite e distruggiamola, perché non sia più nazione-. Tu pure, o Madmen, sarai demolita, la spada ti inseguirà. …Moab è infranto, i suoi piccoli fanno udire le loro grida” (v.2,4). Grande angoscia sarà per Moab e per tutte le nazioni che hanno detto: “…Impossessiamoci dei pascoli di Dio” (Slm. 83:12). Quando passerà il distruttore, le città di Moab rimarranno deserte, senza più abitanti, perché i pochi superstiti scapperanno via.

Notiamo come l’Eterno annuncia per bocca del profeta: “maledetto colui che compie l’opera dell’Eterno fiaccamente, maledetto colui che trattiene la sua spada dallo spargere il sangue!” (v.10). Questa prescrizione è rivolta al devastatore ed al suo esercito, che agiranno per ordine dell’Eterno, “Perciò ecco, verranno i giorni-, dice l’Eterno, -nei quali gli manderò dei travasatori che lo travaseranno; vuoteranno i suoi vasi e frantumeranno le sue anfore” (v.12).

Moab sarà confuso, come lo fu Israele quando pose la sua fiducia in Bethel, “Come potete dire: -Noi siamo uomini forti e valorosi per la battaglia?- Moab è devastato; le sue città salgono in fumo e i suoi giovani migliori scendono al macello-, dice il Re, il cui nome è l’Eterno degli eserciti” (v.14,15).

Nei primi tre anni degli ultimi sette, prima del millennio, Moab sarà colpita da una grande calamità e sciagura, più dell’Egitto e di altre nazioni vicine, “Fate cordoglio per lui, voi tutti che lo circondate, e tutti voi che conoscete il suo nome, dite: -Come si è spezzato quel forte scettro, quel magnifico bastone?” (v.17). Il devastatore di Moab sarà il primo re del nord (Dan.11:13-19), che agirà nei primi tre anni, mentre non sarà più distrutto dalla bestia, l’uomo spregevole con lo spirito di Satana negli ultimi 1260 giorni (Dan.11:41).

Moab è coperto di vergogna, perché è infranto; gemete e gridate, annunziate sull’Arnon che Moab è devastato!” (v.20). Grande castigo cadrà su tutte le città di Moab, che diventeranno un oggetto di scherno, perché Moab si è innalzato contro l’Eterno e contro Israele, che per tutta la sua cattività, fu oggetto di scherno. Dio chiede inoltre a Moab se Israele fosse stato trovato tra i ladri, perché si riferiscono a lui scuotendo la testa.

Come le profezie rivelano che di tutti i popoli esistenti sulla terra, ci resterà un residuo, che vivrà per ripopolare le nazioni, così le razze umane non saranno del tutto estinte, anche di Moab rimarrà una piccola parte, a cui consiglia: “Abbandonate le città e andate ad abitare nella roccia, o abitanti di Moab, e siate come la colomba che fa il suo nido sulle pareti che sovrastano un precipizio” (v.28).

Il resto di Moab si nasconderà nelle rocce (Is.3:19), insieme ad altri appartenenti ai popoli gentili, che devono vivere. Essi riconosceranno che è giunta l’ora dell’ira dell’Eterno e del suo Agnello (Gesù), a cui nessuno può resistere (Apoc. 6:15,17).

Del popolo di Moab è specificato: “Abbiamo udito l’orgoglio di Moab, estremamente orgoglioso, la sua altezzosità, la sua superbia, la sua arroganza e l’alterigia del suo cuore” (v.29). Un popolo che non adora il Vero Dio, l’Eterno degli eserciti e non riconosce il suo unigenito Figlio, Gesù Cristo, venuto nel mondo. Esso è adoratore di demoni ed è stato sedotto da colui che si inorgoglì nel suo cuore e che si innalzò, desiderando di mettersi al posto di Dio, per essere adorato. Arroganza, superbia ed alterigia sono i primi aspetti negativi che mette in risalto nella mente dell’uomo per farlo innalzare contro Dio.

Moab ha seguito l’esempio del suo re, il principe dei demoni, così per ordine dell’Eterno saranno proprio uomini con spiriti satanici, che lo devasterà: “…Il devastatore è piombato sui tuoi frutti d’estate e sulla tua vendemmia… La gioia e l’allegrezza sono scomparse dalla fertile campagna e dal paese di Moab; ho fatto scomparire il vino dai tini, nessuno più pigia con grida di gioia, le loro grida non sono più grida di gioia… Io farò venir meno in Moab-, dice l’Eterno, -chi offre sacrifici sugli alti luoghi e chi brucia incenso ai suoi dèi” (v.12,13,15).

Su Moab quindi piomberà il devastatore perché si sono innalzati contro l’Eterno, le sue città saranno distrutte; Moab sarà schernito da tutte le nazioni vicine, saranno tutti presi da dolori come doglie di parto, saranno spaventati e atterrati: ”Poiché così dice l’Eterno: -Ecco, egli spiccherà il volo come un’aquila e spiegherà le sue ali verso Moab… Moab sarà distrutto, non sarà più popolo, perché si è innalzato contro l’Eterno” (v.40,42).

Naturalmente tutti quelli che non saranno scritti fra i vivi, cadranno, come “Chi fugge davanti allo spavento cadrà nella fossa e chi esce dalla fossa sarà preso nel laccio, perché farò venire su di lui, su Moab, l’anno della sua punizione-, dice l’Eterno” (v.44).

Il residuo di Moab, scampato alle devastazioni, perché nascosto nelle rocce, tornerà al loro paese, al termine della guerra di Armagheddon, come stabilito “Ma io farò tornare Moab dalla cattività negli ultimi giorni, dice l’Eterno-. Fin qui il giudizio su Moab” (v.47).

(continua)