CAPITOLO 66

Così dice l’Eterno: -Il cielo è il mio trono e la terra è lo sgabello dei miei piedi. Dov’è dunque la casa che mi potreste edificare e dov’è il luogo del mio riposo?” (v.1).

Il martire di Cristo, Stefano, rimproverò il popolo per la loro durezza di cuore. Israele pensava che, avendo costruito il tempio a Dio, fosse salvo; per questo, Dio afferma che Egli è il creatore, quindi tutto gli appartiene e quale cosa l’uomo potrà mai fare per Dio, perché vi abiti? (Atti 7:49).

“Tutte queste cose le ha fatte la mia mano e tutte quante sono venute all’esistenza, dice l’Eterno. Su chi dunque volgerò lo sguardo? Su chi è umile, ha lo spirito contrito e trema alla mia parola” (v.2). La Parola è ancora indirizzata ad Israele; il popolo che è stato scelto e amato grandemente.

Il profeta Gioele conferma che Dio farà: “…rimanere in mezzo a te un popolo umile e povero, che confiderà nel nome dell’Eterno” (Sof.3:12). Dio ha sempre scelto chi è umile, chi è pentito nel suo cuore ed ha timore di Dio, così sarà per il futuro del suo popolo, sceglierà i più poveri e miseri, li salverà e li proteggerà: “L’Eterno, il loro Dio, li salverà in quel giorno, come il gregge del suo popolo, perché saranno come le pietre preziose di una corona, che saranno innalzate come una bandiera sulla terra” (Zac.9:16).

Per tutto il tempo della Grazia, Dio sarà ancora lontano dal suo popolo, lo sarà fino all’inizio dell’ultima settimana con la quale si concluderanno le settanta settimane per Israele (Dan.9:24,25), fino ad allora tutta la religiosità di Israele è vana agli occhi dell’Eterno ed anche coloro che fanno sacrifici, secondo la legge di Mosè, commettono peccato, perché “…costoro hanno scelto le loro vie e la loro anima prende piacere nelle loro abominazioni” (v.3).

Dio ricorda agli ebrei le loro abominazioni, come essi presero piacere a far male, senza ravvedersi dalle loro opere malvagie; quando Dio ha mandato in mezzo a loro il suo Unigenito Figlio non lo hanno ascoltato (Gv.1:11). Dio continua ad riprenderli: “…poiché, quando ho chiamato, nessuno ha risposto, quando ho parlato, essi non hanno ascoltato; invece hanno fatto ciò che è male ai miei occhi e hanno preferito ciò che mi dispiace” (v.4).

Gli ingiusti del popolo ebreo derisero e perseguitarono gli apostoli di Cristo e tutti coloro che non si contagiarono col mondo furono odiati. La profezia espone, a tal riguardo: “Ascoltate la parola dell’Eterno, voi che tremate alla sua parola. I vostri fratelli, che vi odiano e vi scacciano a motivo del mio nome, hanno detto: -Mostri l’Eterno la sua gloria affinché noi possiamo vedere la vostra gioia-. Ma essi saranno confusi” (v.5).

Dio è giusto e, al tempo determinato, darà loro la retribuzione per le opere abominevoli, per le quali hanno preferito camminare: essi saranno sconfitti, moriranno di spada e di loro non resterà alcuno. Tutti gli empi della Terra saranno ritenuti i nemici dell’Eterno e di Gesù: saranno posti sotto i piedi di Gesù, come profetizzato nel Salmo di Davide e confermato dagli apostoli “Il SIGNORE ha detto al mio Signore: -Siedi alla mia destra finché io faccia dei tuoi nemici lo sgabello dei tuoi piedi” (Slm.110:1), ugualmente “Finché io abbia posto i tuoi nemici come sgabello dei tuoi piedi” (Mt.22:44; Mrc.12:36; Lc.20:42,43; Atti 2:35).

Ancora aggiunge: “Io che fo partorire, non potrei io generare? Dice il Signore; io che fo generare; sarei io sterile? Dice l’Iddio tuo” (v.9, vers.Diodati).

Dio benedirà non renderà mai più sterile il suo popolo, da un residuo nel millennio diventeranno migliaia. “Manda grida di gioia, o figlia di Sion, manda grida di allegrezza, o Israele! Rallegrati ed esulta di tutto cuore, o figlia di Gerusalemme” (Sof.3:14). Dio chiama tutti a gioire di Gerusalemme, saziandosi e deliziandosi della sua abbondanza. In Gerusalemme giungerà pace come un fiume; tutta la gloria e le ricchezze delle nazioni sarà fatta fluire nella Santa Città (Is.61:6). Dio consolerà il residuo che ha scelto, come una madre consola il proprio figlio: “Come una madre consola il proprio figlio, così io consolerò voi e sarete consolati in Gerusalemme” (v.13).

Contro coloro che si sono compiaciuti nel male e hanno compiuto cose abominevoli, adorando idoli, l’Eterno scaglierà il fuoco e con i suoi carri riverserà la sua ira con furore. Il giudizio di Dio contro gli empi sarà eseguito con la spada nella guerra di Armagheddon (Apoc.16:16), prima dell’inizio del millennio, mentre altri malvagi, invece, saranno consumati dal fuoco nell’ultima guerra, chiamata Gog e Magog, che avrà luogo dopo il millennio, “Poiché l’Eterno farà giustizia con il fuoco e con la sua spada contro ogni carne; e gli uccisi dall’Eterno saranno molti” (v.16).

Per tutti quelli che sperano in Dio ci sarà pace a sazietà ed i superstiti delle nazioni vedranno la gloria dell’Iddio vivente.

Da Tarsihish alle isole lontane, che non hanno mai visto la gloria di Dio e né hanno udito la sua fama, verrà proclamata la Sua gloria tra le nazioni: “… e ricondurranno tutti i vostri fratelli da tutte le nazioni come un’offerta all’Eterno, su cavalli, su carri, su portantine, su muli e su dromedari al mio santo monte di Gerusalemme-, dice l’Eterno, – come i figli d’Israele portano un’offerta in un vaso puro nella casa dell’Eterno” (v.20).

Le profezie comunicano in più parti e per bocca di molti profeti che Dio si è scelto un residuo dalle tribù di Giacobbe: “Un residuo, il residuo di Giacobbe, tornerà all’Iddio potente” (Is.10:21). Il residuo che Dio ha scelto rimarrà protetto durante milleduecentosessanta giorni della grande tribolazione, trascorsi i quali verrà combattuta la battaglia di Armagheddon o della Valle di Giosafat (Apoc.16:16; Gioele 3), in cui saranno giudicate tutte le nazioni.

In quello stesso giorno avverrà la vendemmia e la mietitura.

La vendemmia sarà l’uccisione di tutti gli empi, che sedotti e guidati dalla bestia e dall’anticristo andranno alla guerra contro l’Agnello (Gesù) e il suo esercito (Apoc.19:11- 21).

La mietitura sarà la prima risurrezione di tutti i martiri, compresi quelli della grande tribolazione.

Quindi, nello stesso giorno, in ordine di successione ci sarà: la vendemmia, la mietitura, la distruzione dei cieli e della terra attuali col fuoco e creazione di nuovi cieli e nuova terra. “Sarà un giorno unico, che è conosciuto dall’Eterno; non sarà né giorno né notte, ma verso sera vi sarà luce” (Zac.14:7).

Terminata la nuova creazione inizierà il millennio; il residuo scelto, che vivrà (Is.4:3), entreranno trionfanti in Gerusalemme sarà la loro città in perpetuo. La progenie e il nome del popolo di Dio sarà stabile, tutte le nazione andranno ad adorare al cospetto dell’Eterno in Sion.

Poiché Dio salverà Sion e riedificherà le città di Giuda; allora essi vi abiteranno e la possederanno” (Slm.69:35). Dio stesso abiterà in Gerusalemme ed Israele sarà suo popolo in eterno: “…Ecco il tabernacolo di Dio con gli uomini! Ed Egli abiterà con loro, e essi saranno suo popolo e Dio stesso sarà con loro e sarà il loro Dio” (Apoc.21:3).

I superstiti dei popoli gentili adoreranno l’Eterno in Gerusalemme e su cavalli, carri e dromedari condurranno in Gerusalemme tutti gli ebrei rimasti tra loro, portando le loro offerte in vasi puri all’Eterno.

Durante il millennio tutte le nazioni saranno sottoposte ad Israele e, di anno in anno, si recheranno ad adorare l’Eterno in Gerusalemme: “E avverrà che ogni sopravvissuto di tutte le nazioni venute contro Gerusalemme salirà di anno in anno ad adorare il Re, l’Eterno degli eserciti, e a celebrare la festa delle Capanne” (Zac.14:16). Ogni carne si prostrerà davanti all’Eterno, che promette: “Poiché come i nuovi cieli e la nuova terra che io farò sussisteranno stabili davanti a me-, dice l’Eterno, -così sussisteranno la vostra progenie e il vostro nome” (v.22).

Ribadiamo che Dio ha scelto un residuo del suo popolo, che rimarrà vivo, protetto durante la grande tribolazione della durata di 1.260 giorni. Tutti coloro che rimarranno vivi riconosceranno che il male che Dio ha compiuto contro Israele e le nazioni è giusto.

Le ricchezze delle nazioni affluiranno tutte in Israele e i gentili ricostruiranno le loro mura, mentre “la nazione e il regno che non ti serviranno periranno, e quelle nazioni saranno interamente distrutte” (Is.60:10,12; 66:18,20; Zac.14:16). Tutti i popoli della Terra serviranno Israele e saranno loro servi, durante tutto il millennio.

Riepiloghiamo di nuovo ciò che avverrà prima dell’inizio del glorioso millennio in cui Israele “…abiterà in una dimora di pace, in abitazioni sicure e in quieti luoghi di riposo” (Is.32:18).

Terminato il regno della bestia, l’uomo con lo spirito del dragone, e dell’anticristo, suo aiutante, Dio radunerà tutti i popoli, le nazioni della Terra, in Israele per il grande giorno dell’ira del Signore: “…. radunerò tutte le nazioni e le farò scendere nella valle di Giosafat; e là eseguirò il mio giudizio su di loro, per Israele, mio popolo e mia eredità, che hanno disperso fra le nazioni, dividendosi quindi il mio paese” (Gioele3:2).

Dio ha determinato il giorno in cui riverserà la sua ira su tutti i popoli, che sono stati nemici di Israele. Dio darà ordine che si radunino in Israele: “Radunatevi, radunatevi assieme, o nazione spudorata, prima che il decreto abbia effetto, prima che il giorno passi come la pula, prima che venga su di voi l’ardente ira dell’Eterno, prima che venga su di voi il giorno dell’ira dell’Eterno” (Sof.2:1,2).

Quando l’angelo verserà la sesta coppa, il fiume Eufrate sarà asciugato, facilitando la strada a coloro che verranno dal levante: “…il sesto angelo versò la sua coppa sul gran fiume Eufrate e la sua acqua si prosciugò per preparare la via dei re che vengono dall’Oriente” (Apoc.16:12).

Tutto questo accadrà al termine dei milleduecentosessanta giorni, quando cammineranno nel fiume asciutto con carri e cavalli, armati di spade e di lance (Gioele 3:10), per combattere contro Israele, ma apparirà Gesù su un cavallo bianco e li annienterà con la sua spada (la Parola), “Perciò aspettami-, dice l’Eterno, – quando mi leverò per far bottino; perché la mia determinazione è di radunare le nazioni, di riunire i regni, per riversare su di essi la mia indignazione, tutto l’ardore della mia ira; sì, tutta la terra sarà divorata dal fuoco della mia gelosia” (Sof. 3:8).

La battaglia che si terrà dopo la grande tribolazione è chiamata Armagheddon (Apoc.16:16) oppure della Valle delle Visioni (Is.22), in cui Gesù apparirà dal cielo e tutti lo vedranno: “infatti, come il lampo esce da levante e sfolgora fino a ponente, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo” (Mt. 24:27) e “Perciò ecco, vengono i giorni-, dice l’Eterno, – nei quali non si chiamerà più “Tofet” né “la valle del figlio di Hinnom”, ma “la Valle del massacro“, e si seppelliranno i morti in Tofet, perché non ci sarà spazio altrove” (Ger.7:32). Il massacro è destinato a tutti gli uomini che sono stati sedotti e al loro seduttore, la bestia, l’uomo con lo spirito del dragone, di Satana, l’ex cherubino unto come protettore sulla prima creazione angelica e che peccò di orgoglio (Ez.28:16).

Dio enuncia la profezia dell’abbattimento del principe del male dicendo: “E tu, o corrotto e malvagio principe d’Israele, il cui giorno è giunto al tempo della punizione finale-, cosi dice il Signore, l’ETERNO: -deponi il turbante, togliti la corona; le cose non saranno più le stesse; ciò che è basso sarà innalzato e ciò che è alto sarà abbassato” (Ez.21:30,31).

La bestia che si è innalzata, facendosi adorare come un dio al posto di Dio, sarà abbassato insieme al suo aiutante, l’anticristo o falso profeta, che farà miracoli e grandi prodigi durante il proprio regno (milleduecentosessanta giorni), al termine del quale saranno uccisi con la spada a doppio taglio che uscirà dalla bocca di Gesù (Apoc.19:15).

Il profeta Aggeo annuncia: “rovescerò il trono dei regni e distruggerò la forza dei regni delle nazioni; rovescerò i carri e quelli che vi montano; cadranno i cavalli e i loro cavalieri, l’uno per la spada del suo fratello“ (Aggeo 2:22; Zac.14:13). Le nazioni, compresa Gerusalemme, saranno devastate e giudicate con la spada: “Devastazione, devastazione, devastazione, io la compirò. Ed essa non sarà più restaurata, finché non verrà colui a cui appartiene il giudizio e al quale io la darò” (Ez.21:32).

In Israele ci saranno sette anni di devastazioni, al termine dei quali avverrà la grande battaglia. I morti saranno molti: “I loro uccisi saranno gettati via, i loro cadaveri esaleranno fetore e i monti si scioglieranno col loro sangue” (Is.34:3).

Terminata la guerra, i superstiti, ritenuti degni, scelti per adorare l’Eterno durante il millennio di pace e di prosperità, usciranno dal posto dove Dio li avrà nascosti e protetti durante il regno della bestia: “-Quando essi usciranno, vedranno i cadaveri degli uomini che si sono ribellati contro di me; poiché il loro verme non morirà e il fuoco non si estinguerà, e saranno in orrore ad ogni carne-” (v.24).

Il verme è riferito all’anima dell’uomo, in questo caso dell’empio, colui che non ha voluto sottomettersi all’autorità di Dio, preferendo la bugia di Satana. Gesù conferma: “…ed essere gettato nella Geenna del fuoco, dove il loro verme non muore ed il fuoco non si spegne” (Mrc.9:47,48).

Molte sono le angosce che attendono coloro che non si ravvedranno dai loro peccati, che non si convertiranno alla verità e purtroppo anche credenti superficiali o carnali che, offuscati dalle bugie di Satana, continueranno a camminare nel loro orgoglio, credendo di essere nel giusto.

Gli occhi di molti sono accecati e non si rendono conto, a causa dell’orgoglio, di non conoscere la verità. Essi hanno come oro impuro, non raffinato col fuoco, come invece Gesù desidera che sia: “Io conosco le tue opere, che tu non sei né freddo né caldo. Oh, fossi tu pur freddo o caldo! Così, perché sei tiepido e non sei né freddo né caldo, io sto per vomitarti dalla mia bocca. Poiché tu dici: -Io sono ricco, mi sono arricchito e non ho bisogno di nulla-; e non sai invece di essere disgraziato, miserabile, povero, cieco e nudo. Ti consiglio di comperare da me dell’oro affinato col fuoco per arricchirti,…” (Apoc.3:15-18).

Gesù nell’ultima lettera alla chiesa di Laodicea parla a tutti coloro che compongono l’ultima delle sette stelle che tiene nella Sua mano e che dovrebbero avere un solo Spirito, quello del Figlio di Dio, Gesù Cristo (Gal.4:6).

Apostoli, profeti, dottori, pastori, evangelisti e ministri dovrebbero attingere da una sola sorgente, da Colui che li tiene nella Sua mano destra, ma essi hanno lasciato l’oro affinato col fuoco (la verace Parola di Dio) per prendere quello falso da altri uomini carnali. Trasmettendo dottrine senza conoscenza della verità spirituale, principi difformi dalla verità dei profeti, di Gesù e dei suoi apostoli. La sola verità per cui siamo salvati è quella attraverso la rivelazione dello Spirito Santo di Dio, chi non accetta la verità che procede dallo Spirito di Dio sta camminando nella bugia di Satana.

Gli uomini hanno formato dottrine fondate sulla credenza di un Dio trino e molte altre negano la presenza di Gesù, uomo risorto e seduto alla destra di Dio con un suo corpo glorioso, dichiarando falsamente che Gesù è lo stesso Dio e, di conseguenza, è come negare adesso la sua esistenza materiale in una forma celeste, come lo saranno i suoi fedeli, la Chiesa di Cristo o Sposa.

Mettiamo in pratica la verità e non basiamoci sulle credenze degli uomini, perché esse portano alla morte: “Se diciamo di avere comunione con lui e camminiamo nelle tenebre, noi mentiamo e non mettiamo in pratica la verità” (1Gv.1:6).

Gesù avvisa l’angelo della chiesa di Laodicea (ultimo periodo della Grazia) di ravvedersi, di comprare dell’oro affinato col fuoco, di indossare delle vesti bianche e di ungersi gli occhi con il collirio dello Spirito, altrimenti sarebbe presto rigettato dalla presenza di Dio e di Gesù.

Vi esortiamo nel Signore a prendere nota di ciò che lo Spirito Santo dice e di lasciare lo spirito di orgoglio, per il quale fu condannato l’angelo cherubino, unto da Dio come protettore su tutta la creazione angelica primitiva.

Egli peccò proprio di orgoglio e fu condannato al fuoco eterno inestinguibile. Dio non risparmierà coloro che si macchiano dello stesso peccato, anche se hanno predicato, evangelizzato od altro. Essi resteranno sulla Terra al tempo del rapimento della chiesa e passeranno direttamente nelle mani di Satana. Saranno sorpresi e spaventati, proveranno delusione ed orrore quando si accorgeranno di essere stati lasciati da Gesù, perché non hanno sentito suonare la tromba di Dio.

La profezia descrive quel giorno: “Terrore, fossa e laccio ti sovrastano, o abitante della terra!” (Is.24:17).

“L’Eterno fa udire la sua voce davanti al suo esercito, perché il suo campo è molto grande e potente l’esecutore della sua parola. Sì, il giorno dell’Eterno è grande e assai terribile; chi lo potrà sostenerlo?” (Gioele 2:11).

Dobbiamo conoscere Gesù e solo allora conoscere il Vero Dio: “Ma noi sappiamo che il Figlio di Dio è venuto e ci ha dato intendimento, affinché conosciamo colui che è il Vero; e noi siamo nel Vero, nel suo Figlio Gesù Cristo; questo è il vero Dio e la vita eterna” (1Gv.5:20).

Siamo nel tempo dell’apostasia, che precede la venuta dell’uomo empio, il figlio del peccato (2Tes.2:3). Lasciamo ogni pensiero umano e rivestiamoci dello Spirito Santo, l’unico che ci conduce alla conoscenza della verità.

L’apostolo Pietro elenca tutte le qualità che un credente dovrebbe possedere e facciamole nostre: fede, virtù, conoscenza, autocontrollo, perseveranza, pietà, affetto fraterno e amore. Inoltre aggiunge che, se tutti questi elementi si trovano in noi, certamente non saremo oziosi, né infruttuosi, nella conoscenza di Cristo Gesù, nostro Signore. Conclude affermando che “Chi invece non ha queste cose è cieco e miope, perché ha dimenticato la purificazione dei suoi vecchi peccati. Perciò fratelli… facendo queste cose non inciamperete mai. Così infatti vi sarà ampiamente concesso l’ingresso nel regno eterno del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo” (2Ptr.1:7-11).

Concludo quindi con un invito: “Conosciamo il Signore. Sforziamoci di conoscerlo!… “ (Osea 6:3).