Capitolo 28.

Il contenuto di questo capitolo espone profeticamente la creazione di Lucifero o figlio dell’aurora (Is.14:12), Dio creò l’angelo cherubino, ponendolo sopra tutta la creazione angelica, in ordine gerarchico.

Con la sua intelligenza e sapienza si accumulò delle ricchezze, che durarono fino al giorno in cui fu trovato perverso nel suo cuore.

Dio comunica al profeta di innalzare un lamento nei riguardi del re di Tiro, analogia di Lucifero. Dio si magnificò nella sua perfezione, lo creò di una bellezza esuberante gli diede sapienza e intelligenza superiore ad ogni altro cherubino e lo stabilì, come protettore su tutta la creazione angelica.

Un lamento a lui indirizzato, perchè ciò che era, non è più; un’afflizione, perché egli peccò quando in lui venne trovato l’orgoglio e un dolore, perché l’Eterno distrusse quel mondo con le ricchezze accumulate da lui, facendo calare le tenebre, cacciandolo dalla sua funzione e servizio, rinchiudendo gli angeli ribelli nell’abisso o Tartaro.

“La parola dell’Eterno mi fu rivolta dicendo: -Figlio d’uomo, innalza una lamentazione sul re di Tiro e digli: -Così dice il Signore: Tu eri il sigillo della perfezione, pieno di sapienza e perfetto in bellezza. Eri nell’Eden il giardino di Dio; eri coperto d’ogni pietra preziosa: rubini, topazi, diamanti, crisoliti, onici, diaspri, zaffiri carbonchi, smeraldi e oro; la lavorazione dei tuoi tamburelli e dei tuoi flauti fu preparata per te nel giorno in cui fosti creato. Tu eri un cherubino unto, un protettore. Io ti avevo posto sul monte santo di Dio e camminavi in mezzo a pietre di fuoco. Tu eri perfetto nelle tue vie dal giorno in cui fosti creato, finché non si trovò in te la perversità” (v.11,15).

Dio creò tutti gli angeli, ma sopra di loro, in ordine gerarchico, mise un cherubino creato perfetto in tutto. Non che gli altri angeli non lo fossero, ma in Lucifero Dio mise il suo sigillo di perfezione in sapienza e bellezza. Proprio per tutte le ricchezze che Dio aveva posto al suo servizio, egli commerciando ne ricavava abbondanza, usando la sapienza di cui Dio lo aveva dotato, così le sue ricchezze divennero straordinarie e nacque in lui l’orgoglio e peccò riempiendosi di violenza: “…perciò io ti caccio come un profano dal monte di Dio, e ti farò sparire, o cherubino protettore, di mezzo alle pietre di fuoco. Il tuo cuore s’è fatto altero per la tua bellezza; tu hai corrotto la tua saviezza a motivo del tuo splendore; io ti getto a terra, ti do in ispettacolo ai re”.

La profezia continua col descrivere l’opera del serpente antico, Satana, attraverso il principe di Tiro che è colui al quale ha dato ricchezze ed autorità facendolo sedere su di un trono. Tiro era la città conosciuta dal profeta in quel tempo, in similitudine paragonata alla città del regno di Satana, ovvero Babilonia, la sede del potente ed influente sistema religioso attuale.

E’ annunciato che ”…Poiché il tuo cuore si è innalzato e hai detto: -Io sono un dio; io siedo su un trono di déi nel cuore dei mari – (cfr. Apoc.17:1,2), mentre sei un uomo e non un dio, anche se hai fatto il tuo cuore come il cuore di Dio” (v.2).

Il principe di Tiro, Satana, si formò un impero o regno basato sull’idolatra, in obbrobrio all’Eterno. Iniziò la sua ascesa già nel secondo secolo d.C., come affermato nella lettera indirizzata alla chiesa di Pergamo: “Io conosco le tue opere e dove tu abiti, là dove Satana ha il suo trono…” (Apoc.2:13).

Satana desiderò porsi al posto di Dio per essere adorato come Lui. Per questo fu cacciato e tutta la creazione distrutta a causa del suo peccato.

Così in tutti i secoli, egli ha fatto propria ogni sorta di adorazioni e venerazioni idolatre, perché Dio stabilì due stirpi o semi (Gen.3:15), una di Satana e l’altra del Messia, il Cristo di Dio (Lc.9:20; Gv.11:27). Satana come lo era stato con i pagani prima, per acquistarsi molti seguaci. In seguito molti idoli pagani e tradizioni popolari furono introdotti, con nomi diversi, in questo nuovo sistema religioso, come descritto dalla profezia “…siedo su un trono di dèi nel cuore dei mari” (v.2). Satana è il costruttore di questo impero. Fino al giorno del suo regno, di 1260 giorni, starà nascosto sotto l’impero religioso. Osserviamo che il Papa siede su un trono, attorniato da dèi, che l’apostolo Giovanni indica: “…vidi una donna che sedeva sopra una bestia di colore scarlatto, piena di nomi di bestemmia e che aveva sette teste e dieci corna” (Apoc.17:3).

La profezia identifica la donna meretrice che siede sul trono di Satana, mentre i nomi di bestemmia sono tutte le grandi abominazioni commesse contro Dio.

La meretrice cesserà di esistere, perché sarà distrutta proprio da chi la reggeva, cioè dalla bestia. Tutto il potere della grande Babilonia quindi passerà alla bestia, l’uomo con lo spirito del dragone, il quale sarà adorato al posto di Dio, per 1260 giorni.

La fine del grande devastatore sarà quella di essere trafitto da Gesù, che ”dalla sua bocca usciva una spada acuta per colpire con essa le nazioni;…” (Apoc.19:15,21).

La bestia, che è satana, in forma di uomo, sarà ucciso come un incirconciso, ovvero come colui che ha rifiutato Dio.

Dio ha permesso che tutti gli uomini ribelli, adorino questo angelo satanico, come un dio. A lui diede pure una progenie del male, la progenie del serpente, ponendo inimicizia con la progenie di Israele: “E io porrò inimicizia fra te e la donna e fra la tua progenie e la progenie di lei; questa progenie ti schiaccerà il capo, e tu le ferirai il calcagno” (Gen.3:15, vers. Nuova Riveduta).

Gesù ha schiacciato Satana sotto i suoi piedi, vincendo sulla morte. Satana aveva il potere sulla morte, perché “…il salario del peccato è la morte, ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore” (Rom.6:23), che ha vinto per tutti quelli che credono in Lui.

Come abbiamo molte volte spiegato, le profezie espongono che, durante la guerra di Armagheddon, la spada di uno sarà contro l’altro e così si uccideranno a vicenda (Ez.38:21; Zac.14:13; Aggeo 2:22). Questo avverrà anche a colui, la bestia, che avrà lo spirito di Satana. Egli morirà ucciso dalla spada, la sua grande bellezza e la sua intelligenza non gli serviranno per essere risparmiato, “…ecco, io farò venire contro di te le più terribili nazioni; essi sguaineranno le loro spade contro lo splendore della tua sapienza e contamineranno la tua bellezza” (v.7), perciò “Continuerai tu a dire: “Io sono un dio”, davanti a chi ti ucciderà? Ma sarai un uomo e non un dio nelle mani di chi ti trafiggerà” (v.9).

L’angelo cherubino, creato perfetto, era il sigillo di Dio in bellezza e sapienza. Egli peccando, contaminò la sua grande sapienza, divenendo corrotta e trasformandosi in astuzia e grande malvagità. Satana conosce perfettamente tutte le Scritture e perfino sa quale fine Dio gli ha riservato, perciò è giudicato più savio di Daniele, “Ecco, tu sei più savio di Daniele, nessun mistero è oscuro per te” (v.3). A Daniele, Dio rivelò tutto il piano degli avvenimenti futuri, a partire dall’impero di Babilonia fino all’ultimo impero, cioè quello di Satana, a cui nessun segreto è nascosto.

Dal giorno che peccò, arricchirsi sempre di più, è stata la sua più grande ambizione. Essere avido di denari e possedere beni e ricchezze sono alcuni aspetti satanici, ecco perché, quando egli era il capo della creazione angelica, peccò inorgogliendosi per la moltitudine delle ricchezze raccolte. Lo sta ripetendo nella creazione attuale, riunendo a sé tesori inestimabili e proseguirà fino alla sua fine.

Il suo desiderio peccaminoso fu di salire ”…sulle parti più alte delle nubi, sarò simile all’Altissimo” (Is.14,14).

Satana ha ricercato sempre la lode e la gloria che appartengono solo a Dio e, adescando anime deboli, si è fatto adorare indirettamente sotto falsi déi.

Nel principio è stato venerato dai pagani ed in seguito anche da coloro che si dichiarano cristiani, ma in realtà pongono la loro fede e speranza nelle creature, raffigurate in varie immagini o sculture, non sapendo che effettivamente la loro lode è diretta a colui che si nasconde dietro a quelle immagini.

Dio permetterà a Satana di assumere il controllo e il dominio del mondo in tre anni e mezzo. Sarà rivestito di un corpo umano, con poteri sovrannaturali. Ciò gli è concesso, affinché l’ira di Dio si riversi su tutti quelli che hanno preferito adorare e seguire il nemico della nostra anima, i quali sono destinati alla perdizione, non essendo i loro nomi scritti nel libro della vita (Apoc.13:8).

Satana, quindi regnerà con un corpo di uomo e si distinguerà dagli altri regnanti, perché sarà un dittatore e un devastatore, facendosi adorare come Dio.

La bestia, l’uomo devastatore, con lo spirito del dragone (satana), userà la sua intelligenza ed agirà con frode, s’impossesserà di tutte le ricchezze esistenti sotto il cielo: ”S’impadronirà dei tesori d’oro e d’argento e di tutte le cose preziose dell’Egitto…” (Dan.11:43).

Sarà adorato “…per un tempo, dei tempi e metà tempo” al posto di Dio da tutti quelli che lui stesso ha sedotto.

Arriverà molto presto la sua fine “….poi giungerà alla sua fine e nessuno gli verrà in aiuto”. (Dan.11:45), perché essa è stata stabilita fin dalla creazione del mondo. La bestia morirà come un incirconciso, ovvero come tutti gli uomini che hanno rifiutato Dio. La sua morte infatti sarà uguale a quella di tutti gli empi, che saranno andati nella valle di Giosafat a combattere contro l’Agnello, solo che egli non passerà per il giudizio, ma la sua anima scenderà direttamente nello stagno di fuoco, che arde con zolfo (Apoc.19:20). Il suo corpo invece sarà trafitto dalla spada e sarà dato in pasto agli uccelli del cielo, mentre lo spirito, che è il dragone (Satana), sarà invece legato e gettato nell’abisso, dove rimarrà per mille anni.

Poi, per breve tempo, sarà sciolto e, ancora per il desiderio di entrare in possesso delle ricchezze, che Dio ha donato ad Israele, si armerà di nuovo per andargli contro e per impossessarsi di tutto, ma cadrà fuoco dal cielo e lo divorerà (Apoc.20:9). La sua fine sarà insieme alla bestia ed al falso profeta, nello stagno di fuoco, per l’eternità (Apoc.20:10).

La conoscenza di tutto ciò che era, che adesso esiste ed, in particolare, la fine riservata al principe di questo mondo, insieme ai suoi angeli ed a tutti i seguaci, la troviamo nelle profezie.

Sono rivelate le origini di questo angelo cherubino, creato perfetto in bellezza ed in sapienza, l’incarico che aveva prima che peccasse di orgoglio e di quanta gloria Dio lo aveva rivestito.

Satana in questa profezia è nominato re di Tiro perché Tiro è riferito all’’impero cattolico romano e perché ogni ricchezza materiale, sotto il cielo, è stata conquistata con inganno (Lc.4:6). E’ nominato con altri titoli con analogie varie, come il Faraone o con nomi di città, di nazioni o di popoli, a lui attribuiti e sempre riferiti al principe di questo mondo, che dirige ogni opera malvagia, che si compie sotto il sole.

Quello che noi oggi conosciamo con il nome di Satana, dragone, serpente antico e diavolo, era prima il sigillo della perfezione, pieno di sapienza e perfetto in bellezza. Dio lo aveva posto nel giardino dell’Eden, che era il giardino di Dio, coperto di ogni pietra preziosa, dai rubini all’oro.

Nel giorno che fu creato, Dio preparò per lui flauti e tamburelli: “Tu eri un cherubino unto, un protettore. Io ti avevo posto sul monte santo di Dio e camminavi in mezzo a pietre di fuoco. Tu eri perfetto nelle tue vie dal giorno in cui fosti creato, finché non si trovò in te la perversità” (v.14,15).

Il cherubino che Dio unse e pose come protettore su ogni cosa creata, fu creato perfetto in bellezza, a tal punto che l’Eterno si era compiaciuto, mettendo su di lui il sigillo di Dio. Era preferito su tutta la creazione, il suo nome era Lucifero, che voleva dire figlio dell’aurora (Is.14:12).

Il cherubino unto però s’innalzò nel suo cuore, perché non si accontentò della gloria e delle ricchezze di cui Dio lo aveva riempito. Egli commerciò con sapienza e si arricchì di ogni bene: ”Per l’abbondanza del tuo commercio, ti sei riempito di violenza e hai peccato, perciò ti ho scacciato come un profano dal monte di Dio e ti ho distrutto, o cherubino protettore di mezzo alle pietre di fuoco” (v.16).

Quando Lucifero peccò e con lui molti angeli, che lo seguirono, Dio, nella sua ira, distrusse tutta la creazione e quindi tutto quello che Lucifero aveva accumulato fu interamente cancellato, ogni tipo di ricchezze svanì.

Egli fu cacciato come un profano dal suo monte e di mezzo alle pietre preziose: ”Il tuo cuore si era innalzato per la tua bellezza; hai corrotto la tua sapienza a motivo del tuo splendore…” (v.17).

La sua sapienza e il suo splendore furono irrimediabilmente corrotti dall’iniquità, ma non gli furono tolte, né fu trasformata la sua immensa bellezza e la sua abilità, che rimasero, per il suo orgoglio, la sua sapienza divenne corrotta, proseguendo come un astuto commerciante ed abile seduttore.

Il commercio fu lo strumento per arricchirsi nel mondo angelico e sempre tramite esso ha arricchito il suo impero religioso del mondo attuale, come le profezie ci annunciano nel cap.27 ed in Apoc.18.

Il motivo per cui Dio distrusse tutta la creazione angelica, fu appunto per il peccato di ribellione di Lucifero e dei suoi angeli.

Ecco com’è descritto ciò che avvenne: ”…Nel giorno in cui discese nello Sceol io feci fare cordoglio; per lui copersi l’abisso, arrestai i suoi fiumi e le grandi acque furono fermate…” (Ez.31:15), come confermato dai primi versi dell’Antico Testamento (Gen.1:2), in cui si riferisce in modo chiaro come Dio mutò la creazione che esisteva prima di ora, a causa del peccato di Lucifero. L’Eterno arrestò i fiumi e le grandi acque furono fermate, lo spirito di Dio aleggiava sopra le acque, la terra era informe e vuota e regnavano le tenebre sopra di essa.

L’angelo cherubino, chiamato Lucifero, che vuol dire figlio dell’aurora, insieme a tutti gli angeli che si ribellarono come lui, scesero nello Sceol o nella fossa; il luogo in cui torneranno, perché l’x Lucifero, conosciuto con il nome di Satana insieme ai suoi angeli ribelli furono già giudicati al momento del loro peccato e Dio determinò la loro condanna.

Satana è attratto dalle ricchezze di questo mondo, sono sue e lui, le dona a chi vuole (Lc.4:6), per questo le offrì anche a Gesù. Satana offre ricchezze in cambio di adorazione. Egli è un esperto in commercio e stratagemmi, usa coloro che ha sedotto, arricchendoli, come ha arricchito il suo impero, tramite il commercio di idoli di ogni genere, perché i suoi frequentatori senza rendersene conto, lo adorano.

Un richiamo attento per chi opera nel commercio, nel non farsi coinvolgere in operazioni dai ricavi facili o dalla bramosia al denaro con gravi conseguenze, come affermato “L’avidità del denaro infatti è la radice di tutti i mali e, per averlo grandemente desiderato, alcuni hanno deviato dalla fede e si sono procurati molti dolori” (1Tmt.6:10).

Consigliamo di dare uno sguardo alla storia della chiesa romana, troveremo la conferma di tutte le profezie di Ezechiele, di Isaia, Geremia e Daniele ecc.

Lucifero perse il nome e tutte le ricchezze che egli aveva accumulato nella precedente creazione, perché Dio le distrusse. Nella creazione dell’uomo con la seduzione di Eva e di Adamo, riconquistò il dominio su tutte le ricchezze del mondo, che Dio aveva ricreato (Lc.4:6).

Fin dal giorno che peccò, il suo unico scopo fu quello di possedere immense ricchezze ed essere adorato come dio.

Nella creazione attuale è diventato il capo di tutto ciò che rappresenta il male ed opera anche attraverso i suoi angeli, che lo seguirono ed a lui sono sottoposti in ordine gerarchico, come nell’origine.

I versi 20 e 21 di questo capitolo trattano del giudizio che Dio eseguirà contro i Sidoni, che sono gli abitanti dell’antica città di Sidone, posta sulla costa libanese, corrispondente all’attuale Seida. Sidone, insieme a Tiro, furono degli importanti siti commerciali, già da circa mille anni prima di Cristo. I Sidoni riconosceranno che il Signore è l’Eterno, solo quando Egli eseguirà contro di loro i suoi giudizi, quando tutti gli abitanti del sud saranno dati in mano al re del nord, compreso Sidone: ”Manderò su di lei la peste e il sangue nelle sue vie; in mezzo ad essa cadranno gli uccisi dalla spada, mandata contro di lei da ogni parte…” (v.23).

Dio ordina al profeta di voltare la sua faccia verso Sidon e profetizzare contro di lei.

“Così parla il Signore, l’Eterno: Eccomi contro di te, o Sidon! e io mi glorificherò in mezzo di te: e si conoscerà che io sono l’Eterno, quando avrò eseguiti i miei giudizi contro di lei, e mi sarò santificato in lei. Io manderò contro di lei la peste, e ci sarà del sangue nelle sue strade; e in mezzo ad essa cadranno gli uccisi dalla spada, che piomberà su lei da tutte le parti; e si conoscerà che io sono l’Eterno” (v.22.23).

Ricordiamo che Dio preserverà un piccolo residuo di ogni nazione e anche dei Sidon ci sarà un residuo che riconoscerà che Dio è l’Eterno, avranno salva la loro vita ed entreranno nel millennio.

Oggi, i popoli musulmani rifiutano di ammettere ciò che l’Eterno ha fatto per il suo popolo, loro che hanno occupato indegnamente la terra santa per circa 1878 esattamente 62 settimane della durata cattività ebraica, terminata nel 1948 la terra che Dio promise ai loro padri (Abramo, Isacco e Giacobbe) è tornata ad Israele. I palestinesi avevano preso possesso di ciò che non era stato dato loro da Dio, perciò essi rifiutano di riconoscere Israele come Stato ebreo e sono divenuti i nemici agguerriti del popolo di Dio. Dopo la battagli di Harmagheddon in cui moriranno tutti gli empi (i sedotti dalla bestia e dall’anticristo) Dio farà nuovi cieli e nuova terra e inizierà il millennio, allora: “..non ci sarà più per la casa d’Israele né spina maligna né rovo irritante fra tutti i suoi vicini che la disprezzano; e si conoscerà che io sono il Signore, l’Eterno”.

Tutti gli ebrei sparsi ancora tra le nazioni torneranno in Israele, Dio li radunerà perché tra loro ci sono quelli che fanno parte del residuo scelto per vivere ed abitare il paese che Dio diede al suo servo Giacobbe e: “…vi abiteranno al sicuro; edificheranno case e pianteranno vigne; abiteranno al sicuro, quand’io avrò eseguito i miei giudizi su tutti quelli che li circondano e li disprezzano; e conosceranno che io sono l’Eterno, il loro Dio” (v.26).

Le profezie sono per noi una fonte di ricchezza spirituale ed un ricco serbatoio di avvertimenti, da cui attingere insegnamenti preziosi per la nostra vita e per il cammino in santità. Esse ci sono state rivelate allo scopo di farci conoscere le cose che avverranno tra non molto e quelle che sono già passate. L’angelo rivelò a Daniele che alla fine non sarà più sigillata la profezia ma in molti studieranno e capiranno, questo è per Israele perché Dio aprirà i loro occhi, per la loro incredulità furono velati (Mt.13:13); negli ultimi sette anni i savi che sono scritti nel libro della vita capiranno (Rm.11:23,24).

Tu, Daniele, tieni nascoste queste parole e sigilla il libro sino al tempo della fine. Molti lo studieranno con cura e la conoscenza aumenterà»… Molti saranno purificati, imbiancati e affinati; ma gli empi agiranno empiamente e nessuno degli empi capirà, ma capiranno i saggi” (Dan.12:4,10).

Noi appartenenti al tempo della Grazia, Dio non ha velato i nostri occhi come agli ebrei increduli, Gesù è la nostra luce perché abbiamo lo Spirito Santo che ci illumina e ci da conoscenza di tutte le profezie

 Alcuni ritengono che lo studio delle profezie non è attinente alla salvezza, ma evitando l’espressione di un giudizio a tal riguardo, posso confermare, per lo Spirito, che senza una visione complessiva dell’opera divina, con la conoscenza delle profezie, si rischia di commettere diversi errori. E’ riportato che ”Il mio popolo perisce per mancanza di conoscenza. Poiché tu hai rifiutato la conoscenza, anch’io ti rifiuterò come mio sacerdote” (Osea 4:6).

Ciò che è scritto in Proverbi ci fa riflettere ”quando ciò che temete verrà come una tempesta, e la vostra sventura arriverà come un uragano, quando verranno su di voi l’avversità e l’angoscia. Allora essi grideranno a me, ma io non risponderò, mi cercheranno con premura, ma non mi troveranno. Poiché hanno odiato la conoscenza e non hanno scelto il timore dell’Eterno” (Prv.1:27-29).

Le Scritture ci assicurano che è meravigliosa la conoscenza e beato è il lettore; è cosa buona ricercarla (Rom.15:14; 1Cor.15:34).

La conoscenza e il sapere le cose che sono passate sono utili, perché possono essere di esempio per noi.

Imparare e mettere in pratica le leggi ed i decreti stabiliti da Dio, per mezzo dei suoi profeti e degli apostoli, è gratificante e doveroso farlo, mediante l’aiuto dello Spirito, perché “Non chiunque mi dice: – Signore, Signore -, entrerà nel regno dei cieli; ma chi fa la volontà del Padre mio, che è nei cieli” (Mt.7:21).

Sapere ciò che sopraggiungerà dopo che Cristo ha raccolto presso di sé la sua Sposa e delle cose stupende che accadranno al residuo del popolo israelita durante il millennio di pace e di prosperità per Israele, porta certamente a comprendere di più il piano divino e ad avere, di conseguenza, più timore e fede.

Una veduta completa ci aiuta anche a riconoscere maggiormente la grandezza di Dio ed a ringraziarlo per averci permesso di conoscere, anche se in parte (1Cor.13:9), tutta la grandezza di Dio ma tutto quello che dobbiamo sapere per la nostra redenzione in tutti i suoi aspetti.

A proposito delle profezie, dal libro di Daniele, il profeta riferisce che negli ultimi tempi “…molti lo studieranno con cura, e la conoscenza aumenterà” (Dan.12:4). Attenzione al soggetto, è riportato che molti e quindi non tutti, si dedicheranno con passione a studiare ed a meditare la Parola, soprattutto profetica, come chi scava alla ricerca di un tesoro, fino a trovarlo con gioia e soddisfazione, perché sicuramente sarà più ricco di prima, così sarà con la conoscenza.

Ti esorto quindi a sforzarti, desiderando con tutto il tuo cuore di conoscere la verità, anche su quelle cose che avverranno molto presto e la tua curiosità sarà premiata, perché tu potrai far parte di quei molti.

Un esempio è tratto dal libro di Daniele, in cui espone tutti i regni, da quello babilonese all’impero romano, poi cambiato in un impero religioso. La fine di tutti questi regni, che hanno dominato empiamente, accadrà molto presto, l’empio sarà eliminato dalla faccia della terra nella guerra di Armagheddon; Dio creerà nuovi cieli nuovi cieli e nuova terra, toglierà la maledizione (Gene.3:17) data al suolo per cagione del peccato di Adamo e la terra sarà benedetta (Zac.8:12; Is.30:23; 35:7) affinché inizi un millennio di pace e di giustizia, dove il dominio della terra passerà a Dio il quale ha sottoposto ogni cosa a Gesù che regnerà su tutti i popoli, nazioni e lingue (Dan.7:13,14) per l’eternità. Prima dell’inizio del millennio, gli empi, i nemici di Gesù saranno uccisi e messi sotto i suoi piedi di Gesù (Slm.101:1; Mt.22:44; Ebr.1:13), ovvero coloro che si sono rifiutati di riconoscerlo ed accettarlo come proprio Salvatore e Signore. Perciò è bene che noi oggi si conoscano le profezie per essere ancor più pronti, vigili, nel constatare come i tempi profetici si stanno compiendo in fretta e, saldi nella speranza, aspettare che Gesù ci accolga presso di sé per stare sempre con Lui e seguirlo dovunque Egli vada.

Capitolo 29.

La profezia trattata in questo capitolo fu rivelata al profeta nel decimo anno della cattività Babilonese, al decimo mese e nel dodicesimo giorno.

Essa riguarda nuovamente l’Egitto, dove è stato tenuto in schiavitù il popolo di Dio, liberato per mezzo del suo servo Mosè. Dio fece passare per l’asciutto tutti gli ebrei ma fece richiudere le acque del mar Rosso, affondando in esso carri e cavalieri egiziani. L’Egitto non è mai stato favorevole verso il popolo di Dio.

Dio indirizza il suo messaggio contro il Faraone, analogo titolo dato al serpente antico, l’ex Lucifero, nominato Satana. Dio perciò ordina al profeta di rivolgergli un lamento, perché egli peccò, volendo innalzarsi al pari di Dio.

Un consiglio o un suggerimento nello studio è dettato dal fissare un attimo l’attenzione sui nomi e sui titoli usati durante le rivelazioni di varie profezie, aiutandosi con gli aggettivi ed il verbo, oltre al contesto e al senso del verso, per individuare meglio il soggetto che può cambiare da verso a verso passando ad altre situazioni.

Ad esempio, qui, satana è paragonato al re o al principe di nazioni o di città e, in altri punti, collegato a nomi di città e di nazioni, come: Tiro, Assiria, Egitto, Elam, Mescek, Tubal, Edom e Gog. Tutti questi termini sono messi in relazione con il principe delle tenebre, conosciuto col il nome di Satana, principe di questo mondo, il quale sostiene spiritualmente la parte empia o malvagia di quelle città, popoli e nazioni cadute sotto la sua giurisdizione.

Non conoscendo questo accorgimento, possiamo essere portati facilmente a pensare diversamente dal contenuto vero e proprio del messaggio, ma non sempre è sufficiente a decifrare il significato, perché occorre la guida infallibile dello Spirito.

Esiste un’altra eventualità che Dio abbia voluto rivelare queste profezie, per mezzo dei suoi servi, con un vincolo.

Ad esempio il profeta Daniele afferma: ”Io udii, ma non compresi, perciò chiesi: -Mio signore, quale sarà la fine di queste cose?- Egli rispose: -Va, Daniele, perché queste parole sono nascoste e sigillate fino al tempo della fine” (Dan.12:8,9).

In effetti, molti degli eventi rivelati, che accadranno alla fine dei tempi, agli stessi profeti non era concesso, a quel momento, di comprenderne il significato.

Ad altri invece, Dio riferiva che ciò che stavano profetizzando non era per loro, come per la venuta di Cristo ”…fu rivelato che, non per se stessi ma per noi, amministravano quelle cose che ora vi sono state annunziate…” (1Ptr.1:12).

Gli oracoli venivano esposti al profeta in moltissimi casi in parabole o attraverso enigmi, come dichiarato: “Ho parlato ai profeti, ho moltiplicato le visioni e per mezzo dei profeti ho usato similitudini” (Osea 12:11; Slm.78:2; Ez.17:2; 21:5).Gesù parlava in parabole perché non era dato di capire agli increduli:

“Perciò parlo loro in parabole, perché, vedendo, non vedono; e udendo, non odono e non intendono” (Mt.13:13).

Per questi motivi, spesso sono usati nomi, titoli e situazioni che, a quell’epoca, loro conoscevano bene, ma che in realtà il messaggio profetico era destinato a periodi diversi od era indirizzato a personaggi differenti di allora.

Com’era un privilegio dato da Dio la conoscenza dei tempi e dei luoghi degli avvenimenti futuri, perché non era certamente una funzione o capacità del profeta il comprendere ciò che gli veniva detto per lo Spirito di Dio, ma le cose predette erano velate per la fine.

Le attinenze della città di Tiro con la Città in Roma sono dovute per l’idolatria delle due città, per il commercio e le ricchezze. Tiro è stata pure, per un periodo, assoggettata all’Impero romano.

Riscontriamo che la lamentazione sul re di Tiro è diretta concretamente al principe dei demoni, l’angelo cherubino che era il sigillo di Dio.

Quale attinenza ha Satana con la città di Tiro?

Egli è colui che dominava spiritualmente tale città di origine pagana e da essa ne deriva la sua denominazione e designazione, arrogandosi il titolo di massima autorità.

Ugualmente è chiamato con il titolo di Faraone, il sovrano dell’Egitto, perché questa nazione non riconosce ancora il vero Dio ed in essa si adoravano e si adorano idoli, perciò Dio è contro l’Egitto e contro colui che spiritualmente la domina: ”… così dice il Signore, l’Eterno: Ecco, io sono contro di te, o Faraone, re di Egitto, grande dragone, che giaci in mezzo ai tuoi fiumi; che hai detto: -Il mio fiume è mio e l’ho fatto io stesso” (v.3).

Il fiume, in questo verso, è il regno che egli si è costruito e del quale ne esige il diritto dicendo: è mio, l’ho fatto io.

Come abbiamo già sostenuto, quando nelle profezie s’incontra il termine “acque”, esso si riferisce spesso a moltitudine di persone, di popoli e nazioni (Apoc.17:15). Più avanti paragona il principe di questo mondo ad un dragone (cfr. Apoc.13:4).

La profezia riporta che Dio permetterà a tutti i pesci del fiume, ovvero a coloro che sono stati sedotti, di attaccarsi a lui come alle squame e di seguirlo.

Lo farà quindi uscire dal fiume, ossia l’Eterno permetterà che l’uomo spregevole lasci il suo regno terminati 1260 giorni, andrà a sedurre il mondo intero e li condurrà a combattere contro l’Agnello e la sua Sposa (Gioele 3:2; Apoc.19:11:21).

Il Faraone, titolo attribuito a satana, nelle vesti della bestia (Apoc.13), con tutto il suo esercito, cadrà in aperta campagna e saranno dati in pasto agli uccelli del cielo, così gli abitanti dell’Egitto riconosceranno chi è l’Eterno.

La bestia o l’uomo spregevole, con lo spirito del dragone, di satana, sarà gettato nello stagno di fuoco che arde con zolfo, dopo lo seguiranno (attaccati al suo squame Is.22:25) anche tutti quelli che hanno creduto in lui e lo hanno adorato come dio, perché egli li ha sedotti (Apoc.16:12; Gioele 3:9,16). A tutti spetterà la stessa fine (Apoc.14:10,11).

Per la casa di Israele, l’Egitto è stato solo un sostegno di canna, un sostegno senza forze, che si piega come la canna. Israele preferì seguire gli idoli egiziani (Ez.20.8), sotto i quali governa Satana. Israele non si ravvide per servire l’Eterno, perciò caddero e Dio li disperse ai quattro venti del cielo, su tutta la terra: ”Ora ecco, tu confidi nel sostegno di questa canna rotta, che è l’Egitto, che penetra nella mano di chi vi si appoggia e la fora. Tale è appunto il Faraone, re d’Egitto, per tutti quelli che confidano in lui” (2Re18:21).

Dio rimprovera Israele che non confida in Lui, ma si appoggia su chi non li sostiene, ovvero sul devastatore, che li porterà alla distruzione, nel tempo della loro angoscia.

Nel ventisettesimo anno della cattività di Gerusalemme in Babilonia, nel primo mese e il primo giorno dell’anno, la parola dell’Eterno fu rivolta ancora al profeta: “Ecco, io do a Nebukadnetsar, re di Babilonia, il paese d’Egitto; egli asporterà le sue ricchezze, ne porterà via le spoglie e lo saccheggerà; e questo sarà il compenso per il suo esercito” (v.19).

Dio diede questa profezia ad Ezechiele nel 27° anno della cattività babilonese, quando il re Nebukadnetsar aveva già portato via dall’Egitto tutte le sue ricchezze, com’è confermato: ”…il re di Babilonia aveva preso tutto ciò che apparteneva al re d’Egitto, dal torrente d’Egitto al fiume Eufrate” (2Re 24:7; Ger.43:11,12).

La profezia quindi non è riferita a quel tempo, ma al tempo futuro, quando Satana regnerà nelle vesti di uomo, paragonato in similitudine al re Nebukadnetsar (Dan.11:43).

(continua)