CAPITOLO 24

Questo capitolo descrive la fine di tutti gli empi che abitano sulla Terra; non ci sarà alcuna preferenza, tanto al ricco che al povero, al servo e al suo padrone, al creditore come al debitore; tutti gli iniqui saranno cancellati dalla faccia della Terra: “La terra è profanata sotto i suoi abitanti, perché essi hanno trasgredito le leggi, hanno cambiato lo statuto, hanno infranto il patto eterno” (v.5).

Dio consegnò al suo popolo la legge dei dieci comandamenti, ma gli ebrei furono di collo duro non furono in grado di osservati; così Gesù fu mandato per far conoscere Dio e dare salvezza per mezzo del suo sacrificio.

L’uomo ha preferito volgere il suo sguardo non a chi può dare vita, Gesù, ma alla madre che lo ha partorito, proclamando che la salvezza si trova solo nella chiesa romana per mezzo dell’adorazione alla madonna: “Perciò una maledizione ha divorato la terra e i suoi abitanti sono desolati; perciò gli abitanti della terra sono arsi e pochi sono gli uomini rimasti” (v.6).

Dio distruggerà la terra col fuoco: “mentre i cieli e la terra attuali sono riservati dalla stessa parola per il fuoco, conservati per il giorno del giudizio e della perdizione degli uomini empi” (2Ptr.3:7).

Dio toglierà la maledizione da tutto il mondo, creando nuovi cieli e nuova terra in cui possa regnare la giustizia e la fedeltà a Dio.

Al verso 13 è presente una similitudine: su tutta la terra rimarranno tanti uomini quanti i frutti che rimangono dopo lo scuotimento degli ulivi o quando si racimola dopo la vendemmia. Ci sarà una grande gioia per coloro che rimarranno; tutti glorificheranno il nome dell’Eterno, siano essi ebrei o delle isole (gentili): “Dall’estremità della terra udiamo canti: -Gloria al giusto!…” (v.16).

Per coloro che saranno trovati ingiusti ci saranno solo guai, guai e guai; “Terrore, fossa e laccio ti sovrastano o abitante della terra” (v.17). gli abitanti della terra sono gli israeliti, per loro sono riservati i tre guai del suono delle ultime tre trombe, segnaleranno calamità più tremende, che si abbatteranno sugli abitanti della Terra santa: “… Guai, guai, guai a coloro che abitano sulla terra, a causa degli altri suoni di tromba che i tre angeli stanno per suonare” (Apoc.8:13). Non avranno scampo ed ovunque fuggiranno cadranno nella fossa o saranno presi nel laccio, perché su di loro: “…dall’alto si apriranno le cataratte e le fondamenta della terra saranno scosse” (v.18).

Quando tutti gli empi, saranno morti nella guerra di Armagheddon la terra si schianterà, si screpolerà e traballerà violentemente, questo perché su di essa pesa il peccato dell’umanità. Tutte le anime di quelli che saranno puniti per le loro colpe o iniquità, andranno in un carcere sotterraneo come profetizzato “In quel giorno avverrà che l’Eterno punirà in alto l’esercito di lassù, e giù sulla terra i re della terra; saranno radunati insieme, come carcerati in una prigione sotterranea; saranno rinchiusi in un carcere e, dopo molti giorni, saranno puniti”(v.21,22). Tutti gli eserciti, che andranno alla guerra di Armagheddon, moriranno di spada e le loro anime andranno nello Sceol o nella fossa. Dopo un certo numero di giorni, essi saranno puniti (Is.24:22), nel giudizio che si terrà dopo i mille anni. Gli angeli satanici o demoni sono invece già condannati. Molti di loro saranno liberati dopo i mille anni, insieme al dragone, che è Satana, per sedurre nuovamente il mondo intero e condurre tutti, un’altra volta, contro Gerusalemme. Tutti saranno consumati dal fuoco, che scenderà dal cielo ed andranno nello stagno di fuoco che arde con zolfo, insieme a Satana (Apoc.20:10,15). La bestia e l’anticristo saranno gettati direttamente nel fuoco che arde con zolfo, senza aspettare i mille anni, perché loro sono stati già condannati (Apoc.19:20).

Dio è un giudice retto e Giusto che decide per i fedeli che hanno messo in pratica i suoi comandamenti e per i corrotti che hanno preferito camminare secondo la caparbietà del loro cuore, riceveranno il premio o la condanna.

A molti non interessano gli avvenimenti futuri, esposti nelle profezie, ma essi esercitano un duplice effetto: primo, quello di avvertirci delle imminenti flagelli ed essere preparati e, secondo, quello di aver maggior fiducia e timore di Dio, mantenendoci più stretti a Lui, rimanendo fedeli, vigili e pronti per quello che avverrà. Altro valido motivo è determinato che tutto quello che è scritto è per nostra conoscenza volta a far crescere la nostra fede in Dio. Siamo negli ultimi tempi della Grazia e il compimento di tutte le profezie sta per avverarsi. Per noi, che apparteniamo alla Sposa di Cristo, la conoscenza ci aiuta a capire meglio la volontà divina, a santificarci, allontanandoci completamente dalle concupiscenze del mondo, sempre più frenetiche ed invitanti. L’uomo non ha più rispetto, alcuni nemmeno per se stessi; l’egoismo e l’orgoglio arriveranno ai massimi livelli e colmeranno la misura delle loro ribellioni (Dan.8:23).

Da lungo tempo Dio ha preparato ogni cosa (v.11). Al tempo in cui si rivelerà l’ira di Dio, il sole e la luna non brilleranno più del loro splendore, sarà un giorno di tenebre e non di luce: “In quel giorno avverrà, dice il Signore, l’Eterno, che io farò tramontare il sole a mezzodì e oscurerò la terra in pieno giorno” (Amos 8:9). Tolto di mezzo l’uomo empio, Dio farà nuovi cieli e nuova terra e tutto sarà rigenerato. Dio toglierà la maledizione, eliminerà la vergogna del peccato col fuoco ed ogni astro celeste si dissolverà (2Ptr.3;10,12; Apoc.6:14). Cambierà la maledizione in benedizione, regnerà la giustizia e la pace, sul monte Sion e in Gerusalemme. La gloria di Dio non sarà nascosta agli occhi umani, ma sarà davanti a loro, notte e giorno.

CAPITOLO 25

“O Eterno, tu sei il mio Dio; io ti esalterò e celebrerò il tuo nome, perché hai fatto cose meravigliose, disegni concepiti molto tempo fa e adempiuti in fedeltà e verità” (v.1).

Il residuo d’Israele, esulterà di gioia quando vedrà la mano dell’Eterno agire in loro favore, Dio ha compierà le sue promesse, le cose dette molto tempo prima si compieranno. Babilonia sarà distrutta, Dio si vendicherà del sangue dei santi martiri, dei profeti e degli apostoli versato dalla sua mano perciò tutti i santi faranno festa. Il residuo del popolo ebreo dirà: “ Come il calore è domato in una terra arida, così tu hai domato il tumulto degli stranieri; come il calore è diminuito dall’ombra d’una nuvola, così il canto dei tiranni è stato attenuato” (v.5).

La città che regna sui re della terra (la grande Babilonia) è stata distrutta e ridotta ad un cumulo di rovine, la città degli stranieri non sarà mai più ricostruita (Apoc.19:1,7). La profezia di questo capitolo indica la distruzione di Babilonia e la fine dell’empio che avverrà nella Valle di Giosafat o Armagheddon. Annuncia che: “L’Eterno degli eserciti preparerà su questo monte a tutti i popoli un banchetto di cibi succulenti, un banchetto di vini vecchi, di cibi succulenti pieni di midollo, di vini vecchi e raffinati” (v.6).

In Israele saranno giudicati e moriranno tutti i partecipanti dei popoli della terra, colpiti dalla spada a doppio taglio che Gesù, il Signore dei signori, il RE dei re, avrà nella sua bocca, ossia la Parola di Dio. In dettaglio: “Poi vidi un angelo in piedi nel sole,che gridò a gran voce dicendo a tutti gli uccelli che volano in mezzo al cielo: -Venite, radunatevi per il gran convito di Dio, per mangiare le carni di re, le carni di capitani, le carni di uomini prodi, le carni di cavalli e di cavalieri, le carni di tutti gli uomini, liberi e schiavi, piccoli e grandi-” (Apoc.19:17,18).

Tutti i popoli della terra si accamperanno per combattere contro l’Agnello (Gesù), Essi combatteranno contro lAgnello e lAgnello li vincerà, perché egli è il Signore dei signori e il Re dei re; e coloro che sono con lui sono chiamati, eletti e fedeli” (Apoc.17:14). Tutte le nazioni, popoli e lingue saranno indotte da Dio ad andare alla guerra nella valle di Giosafat la dove Egli siederà a giudicare (Gioele 3:2). Tutti saranno invitati a farsi delle spade con i loro vomeri e delle lance con le loro falci, si uccideranno l’uno contro l’altro proprio con le loro spade e lance (Ez.38:21; Aggeo 2:22; Zac.14:13). Dio li incita ad affrettarsi e a radunarsi tutti contro Israele perché la saranno giudicati. Dio dice: “Affrettatevi e venite, nazioni tutte d’attorno, e radunatevi! Là, o Eterno, fa’ scendere i tuoi uomini valorosi! Ridestino e salgano le nazioni alla valle di Giosafat, perché là io siederò a giudicare tutte le nazioni d’intorno” (Gioele 3:11,12,13). Dio mostrerà loro la potenza della Sua Parola, quando Gesù apparirà dal cielo insieme al suo esercito, gli uomini forti, valorosi, uomini di guerra non resisteranno davanti alla gloriosa mano di Gesù, Egli ha nella sua bocca la spada a doppio taglio  (Gioele 3:9,10).

Nello stesso giorno, che l’empio morirà, tutti i martiri del tempo della legge (solo del popolo ebreo) e della grande tribolazione, che avranno dato la vita per la testimonianza di Gesù, risorgeranno nella prima risurrezione, annientando per sempre la morte. Loro avranno vittoria sulla bestia e sulla morte, perché “Distruggerà per sempre la morte; il Signore, l’Eterno, asciugherà le lacrime da ogni viso, toglierà via da tutta la terra il vituperio del suo popolo, perché l’Eterno ha parlato” (v.8), come confermato “e Dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi, e non ci sarà più la morte, né cordoglio né grido né fatica, perché le cose di prima sono passate” (Apoc.21:4; 7:16,17).

Alla battaglia di Armagheddon, il dragone, Satana, sarà legato e gettato nell’abisso dove resterà per mille anni e infine sarà sciolto per breve tempo e nuovamente sarà sconfitto nella guerra chiamata di Gog e Magog, per finire gettato nello stagno di fuoco, dove si trovano già la bestia ed il falso profeta, che hanno regnato per tre anni e mezzo come dittatori e devastatori (Dan.11:27). Alla conclusione della guerra di Armagheddon (Apoc.16:16), Dio farà tutto nuovo (Is.66:22), inizierà il millennio e l’Eterno abiterà sul monte Sion: “…Ecco il tabernacolo di Dio con gli uomini! Ed egli abiterà con loro; e essi saranno suo popolo e Dio stesso sarà con loro e sarà il loro Dio” (Apoc..21:3), così “In quel giorno si dirà: -Questo è l’Eterno in cui abbiamo sperato; esultiamo e rallegriamoci nella sua salvezza!” (v.9).

Poiché la mano dell’Eterno si poserà su questo monte (Sion), mentre Moab (l’uomo spregevole o bestia in Apoc.13 e in Dan.11:21) sarà calpestato sotto di lui come si calpesta la paglia su un letamaio” (v.10). Dio toglierà, distruggendo la superbia della bestia e di tutto il suo esercito, demolirà ogni sua fortezza e ”…la getterà a terra fin giù nella polvere” (v.12).

CAPITOLO 26

Questo capitolo esalta la grandezza, l’immensa pace, la giustizia e la gloria, che Dio darà ai giusti, coloro che sono scritti nel libro (Dan.12:1), ovvero gli ebrei, che si umilieranno, riconoscendo il solo Vero Dio e Gesù Cristo, il Figlio di Dio e il RE dei Giudei. Il residuo d’Israele, quelli che sono scritti tra i vivi, i santi, entreranno in Gerusalemme ricostruita ed esulteranno di gioia. Si canterà e si gioirà in Gerusalemme, perché Dio è quello che ha operato con mano potente, ha liberato il suo popolo dai loro oppressori, che li ha umiliati e li ha gettati nella polvere. Si apriranno le porte della città forte, perché entrino i santi, “Dio vi ha posto la salvezza per mura e per bastioni. Aprite le porti ed entri la nazione giusta, che mantiene la fedeltà” (v.1,2). Il residuo scelto, che oggi cerca la luce, la troverà soltanto quando finirà la Grazia per i gentili (le nazioni non ebree).

Dio riprenderà a trattare con il suo popolo, che aprirà gli occhi e vedrà la luce, aguzzerà le orecchie ed udrà la verità; coloro che aspettavano la salvezza diranno: “…noi ti abbiamo aspettato. Il desiderio della nostra anima si volge al tuo nome e al tuo ricorso. Con la mia anima ti desidero di notte, si, con lo spirito che è dentro di me ti cerco al mattino presto; poiché quando i tuoi giudizi si manifestano sulla terra, gli abitanti del mondo imparano la giustizia” (v.8,9). Il residuo del popolo di Dio aspetta che Egli stabilisca la pace; dopo essere stato dominato per sessantadue settimane dalle nazioni nemiche di Israele, presso le quali era stato esiliato ed abbandonato da Dio, continua a sperare nell’Eterno.

Dio distruggerà l’empio, lo farà morire e il suo ricordo sparirà: “Egli ha umiliato quelli che stavano in alto, ha abbassato la città elevata, l’ha abbassata fino a terra, l’ha gettata nella polvere” (v.5). La città elevata è la nuova Babilonia (la grande meretrice), che si è innalzata come capitale mondiale religiosa e legittima erede della fede cristiana. Inoltre il suo conduttore si è dichiarato unico successore di Pietro e vicario di Cristo, come custode della salvezza e testimone della verità, stabilendo l’osservazione di altri principi. La meretrice è seduta sulla bestia, che è Satana. Noi credenti sappiamo che Satana è il principe di questo mondo e il padre della bugia (Gv.8:44), che ha sedotto e seduce ancora il mondo con i suoi inganni e, negli ultimi tempi, ha attratto nella sua rete anche molti protestanti ed evangelici. Sono caduti nella Babilonia, accettando compromessi dottrinali, in cambio di riconoscimento e di aver parte a sovvenzioni anche economiche.

Come le ricchezze attirano, così il vino inebria, facendo lo stesso con le fornicazioni idolatre, infatti la profezia afferma: “e vanno in delirio per quegli spauracchi dei loro idoli” (Ger.50:38, vers. Diodati). Un esempio di fornicazione idolatra è avvenuta proprio alla morte del papa Wojtila, quando durante i suoi funerali, la gente reclamava subito la sua santificazione. Questa è ubriachezza idolatra, perché la gente non sapeva ciò che chiedeva. Erano inebriati da ciò che il papa stesso aveva dato loro. Quindi la meretrice, con la sua coppa d’oro piena di immondezze e di abominazioni, ha inebriato nazioni, popoli e lingue a venerare idoli di ogni genere, a partire dalla madonna. Per questo motivo, Dio, in un solo giorno, la giudicherà (Apoc.18:8). Il vino porta all’ebbrezza, un suo uso continuo o smoderato può causare molti inconvenienti alla salute fino alla morte per cirrosi, così l’idolatria conduce ad una falsa benedizione o a un benessere finto e passeggero, ma alla fine provoca la morte spirituale. Quanti, a loro insaputa, stanno bevendo e berranno ancora dalla coppa dell’ira di Dio ed, ubriachi, fanno festa al loro patrono, idolo del loro paese, che portano perfino in processione.

Oggi, il residuo scelto da Dio sta soffrendo perché vede tutto il male che il suo popolo fa ma non riesce a comprendere ancora la Parola della verità, perché i loro orecchi spirituali sono chiusi ed i loro occhi sono ancora velati, ma si ricordano dell’Eterno quando si trovano nelle avversità, rivolgendo la loro preghiera al Dio degli eserciti (v.16).

Dal tempo che Dio abbandonò il popolo ebreo in esilio, essi sono senza Dio: “Ho abbandonato la mia casa, ho rigettato la mia eredità; ho dato ciò che ho di più caro nelle mani dei suoi nemici” (Ger.12:7). Dio ha scelto questo popolo per sua eredità; saranno consacrati a Dio come un tesoro particolare e, durante l’ultima settimana i loro occhi saranno riaperti; saranno reinnestati: “Ed anche quelli, se non perseverano nella loro incredulità, saranno innestati; perché Dio è potente da innestarli di nuovo” Rom.11:23).. Essi crederanno ed avranno fede i poveri e i miseri saranno salvati; perdonerà loro tutte le iniquità e saranno chiamati “il popolo santo” e “i redenti dell’Eterno” (Is.62:12). Mosè profetizzò gli avvenimenti del millennio: “Poiché tu sei un popolo consacrato all’Eterno, il tuo Dio; l’Eterno, il tuo Dio, ti ha scelto per essere il suo tesoro particolare fra tutti i popoli che sono sulla faccia della terra” (Deut.7:6).

Sicuramente Dio ama il suo popolo e non lo ha rigettato definitivamente, ma li riprenderà con grande amore, in quanto eredità dell’Eterno. Quando la salvezza offerta per Grazia, a tutti i popoli Ebrei e gentili, mediante la fede nel sacrificio di Gesù terminerà con il rapimento della chiesa, Dio riprenderà il suo popolo e per loro ci sarà salvezza per tutti coloro che sono scritti nel libro (Dan.12:1) metterà il suo Spirito. Oggi sono senza Dio, perciò morti, ma il residuo scelto vivrà, Dio lo riempirà del suo Spirito: “Metterò in voi il mio Spirito e voi vivrete, e vi porrò sulla vostra terra; allora riconoscerete che io, l’Eterno, ho parlato e ho portato a compimento la cosa-, dice l’Eterno” (Ez.37:14).

Il residuo santo ripopolerà la terra di Israele, gli umili ed i giusti, coloro che Dio ha scelto: “I giusti erediteranno la terra e vi abiteranno per sempre” (Slm.37:29). A loro è rivolta la profezia: “…Svegliatevi ed esultate, o voi che abitate nella polvere! Poiché la tua rugiada è come la rugiada di una luce sfavillante e la terra darà alla luce i morti” (v.19). (La terra è Israele). Oggi sono ancora come in un sepolcro, morti, perché senza Dio, ma torneranno in vita, quando lo Spirito di Dio soffierà su di loro, vedranno la Sua gloria ed esulteranno di gioia. Essi saranno messi al riparo dal devastatore, colui che regnerà per tre anni e mezzo, la bestia, l’uomo spregevole con lo spirito di Satana e dal suo aiutante, l’anticristo.

Durante la grande tribolazione il residuo sarà protetto, la profezia afferma: “Va’ o popolo mio, entra nelle tue camere, chiudi le tue porte dietro a te; nasconditi per un istante, finché sia passata l’indignazione” (v.20; Apoc.12:6). Il residuo che Dio ha scelto, perché viva, sarà protetto; intorno a loro Dio metterà un riparo: “Egli ti coprirà con le sue penne e sotto le sue ali troverai rifugio; la sua fedeltà ti sarà scudo e corazza” (Slm.91:4). Mentre il residuo scelto sarà al sicuro, l’Eterno punirà l’iniquità degli abitanti della Terra, facendo giustizia del sangue versato per mano degli empi; terminerà tutto, quando si terrà nella Valle di Giosafat la guerra contro Gesù e il suo esercito: “E vidi la bestia e i re della terra con i loro eserciti radunati per far guerra contro colui che cavalcava il cavallo e contro il suo esercito” (Apoc.19:19). La bestia e colui che farà segni e prodigi (il falso profeto o anticristo) saranno gettati vivi nel fuoco che arde con zolfo.

CAPITOLO 27

In questo capitolo la profezia afferma che Dio punirà il mondo con il suo strumento di devastazione e distruzione, che è Satana (Is.54:16). Ha deciso il giorno e nessun empio scamperà. Il devastatore prenderà forma umana che, nella visione in Dan.2:33, è rappresentato dai piedi della grande immagine, ultimo regno di argilla e di ferro; dove il ferro rappresenta il suo spirito forte e potente, perciò è chiamato bestia (Apoc.13; Dan.7:11), mentre l’argilla raffigura la debolezza dell’uomo. E’ contraddistinto con sostantivi quali: “l’uomo spregevole” (Dan.11:21), “In quel giorno il Signore farà punizione, la sua dura, grande, e forte spada, di Leviatan, serpente guizzante, e di Leviatan, serpente tuortuoso; ed ucciderà la balena che è nel mare”. vers. Diodati>> (v.1). Tutti questi termini sono associati al dragone, Satana, egli è il Leviatan serpente guizzante, la balena che è nel mare invece è l’analogia della grande Babilonia. La bestia, (l’uomo con lo spirito di Satana), all’inizio del suo regno, insieme ai suoi dieci re, che sono simboleggiati dalle corna (Apoc.17:12; Dan.7:20), uccideranno la balena (versione Diodati) od il mostro (vers.N.D.) “che è nel mare”, riconosciuto nella meretrice, che siede su molte acque (Apoc.17:15), o Babilonia la grande.

In quel giorno la vigna dell’Eterno sarà protetta. “In quel giorno si dirà: -La vigna dal vino vermiglio, cantate di lei” (v.2). La vigna è il residuo della casa di Giacobbe (dalle 12 tribù), che Dio porterà al sicuro e lontani dal serpente (Apoc.12:6), all’inizio del regno della bestia. “Io, l’Eterno, la custodisco, l’annaffio ad ogni istante, la custodisco giorno e notte, perché nessuno la danneggi” (v.3). Dio li ha scelti per ripopolare Israele durante il millennio. Egli, durante la grande tribolazione di 1260 giorni, li proteggerà sempre e nessuno potrà colpirli, perché non ci sarà mai più ira in Dio, verso il suo popolo. Infatti appena terminerà la distruzione dell’empio, questo residuo sarà portato nella nuova Gerusalemme ricostruita: “Nei giorni a venire Giacobbe metterà radice, Israele fiorirà e germoglierà, e riempiranno di frutti la superficie della terra” (v.6).

Dio sarà il guardiano di Israele, mai più Egli sarà adirato contro di loro e se qualcuno volesse combattere contro di loro li brucerebbe tutti. Questa è la profezia che avverrà quando, trascorso il millennio, Satana sarà slegato ed andrà contro Israele con un grandissimo esercito: “…Ma dal cielo scenderà fuoco, mandato da Dio, e le divorerà” (Apoc. 20:9).

Il residuo del popolo di Israele, tratto da ogni tribù, avrà mille anni di pace, diventerà un popolo numeroso e santo, in cui regnerà la giustizia. Lo Spirito Santo abiterà in loro, Dio sarà con loro e non li sterminerà, come invece ha fatto e farà con quelli che hanno colpito ed ucciso gli ebrei (v.7).

Dopo circa settanta anni dalla nascita del Messia, gli ebrei furono privati della loro nazione: “…Egli l’ha portato via col suo soffio impetuoso; in un giorno di vento orientale”(v.8). Coloro che riuscirono a salvarsi dalla distruzione di Gerusalemme furono sparsi ai quattro venti del cielo (tra le nazioni dei gentili): “Una terza parte di te morirà di peste e sarà consumata dalla fame in mezzo a te; una terza parte cadrà di spada intorno a te e disperderò l’altra terza parte a tutti i venti, e sguainerò contro di essi la spada” (Ez.5:12). In questo modo sarà espiata l’iniquità di Giacobbe, gli altari e gli Ascerim non saranno mai più riedificati. In Gerusalemme ci fu una grande desolazione; essa fu distrutta e divenne un luogo disabitato come un deserto (v.10), perché abbandonata dal popolo ebreo sopravvissuto che andò in esilio. Questa desolazione fu causata dall’insensibilità e per l’ignoranza del popolo di Dio, che non riconobbe il Messia, il Cristo, che era stato promesso fin dall’antichità. Dio mantenne la promessa e non ebbe più grazia e compassione per loro, fino all’inizio dell’ultima settimana.

La profezia di Daniele (9:25) afferma che dovranno trascorrere sessantadue settimane, corrispondenti a circa 1878 anni, prima che Israele torni a vivere spiritualmente; dal 1948 le ossa secche si sono riunite, ma in loro non esiste ancora vita, perché manca lo Spirito di Dio (Ez.37:4-6) e “così profetizzai come mi era stato comandato; mentre profetizzavo, ci fu un rumore; ed ecco uno scuotimento; quindi le ossa si accostarono l’una all’altra. Mentre guardavo, ecco crescere su di esse i tendini e la carne, che la pelle ricoprì; ma non c’era in loro lo spirito” (Ez.37:7,8).

Nell’ultima settimana, o sette anni, Dio trasmetterà in loro il suo Spirito, aprirà i loro occhi e allora capiranno (Dan.11:33,35); di loro una parte vivrà e l’atra parte sarà martire, nessuno del popolo di Dio rimarrà in quel tempo rimarrà tra le nazioni gentili, all’inizio del millennio, saranno raccolti in Israele: “…e voi sarete raccolti uno a uno, o figli d’Israele” (v.12), dopo la vendetta che Dio farà sugli empi. Dall’Assiria e dall’Egitto andranno ad adorare l’Eterno sul monte santo, in Gerusalemme.

CAPITOLO 28

In questo capitolo compare la descrizione di ciò che accadrà nel tempo dell’ira di Dio sia su Efraim che su Giuda. Efraim è la tribù che occupava la città di Samaria, sede del re di Israele, mentre nella tribù di Giuda, a Gerusalemme, viveva il re Davide ed i suoi discendenti. Israele era un regno unito, ma dopo Salomone, esso fu diviso, perché egli peccò, non osservando quanto l’Eterno gli aveva comandato, avverandosi così la profezia di Ahijah, secondo la quale il regno d’Israele non rimaneva più alla discendenza del sovrano, ma sarebbe passato al suo servo Geroboamo, mentre a suo figlio rimaneva solo un regno (Giuda), “Ecco, io strapperò il regno dalle mani di Salomone e darò dieci tribù a te, ma a lui rimarrà una tribù per amore di Davide mio servo e per amor di Gerusalemme, della città che ho scelto fra tutte le tribù di Israele” (1Re 11:31,32).

Efraim è nominata come “fiore appassito della sua gloriosa bellezza che sta sul capo della feritile valle di quelli sopraffatti dal vino!” (v.1). Individua l’iniquità di Israele, che oggi vivono ancora come ubriachi, non sapendo da chi andare e non riconoscendo il falso cristianesimo; su di loro è operante ancora lo spirito di stordimento (Rom.11:8) che sarà tolto appena inizia per Israele l’ultima settimana delle settanta (Dan.9:25)..

La profezia annuncia ciò che avverrà a costoro: “Ecco, il Signore ha un uomo forte e potente (la bestia di Apoc.13), come una tempesta di grandine, un uragano distruttore, come un’alluvione di potenti acque inondanti; egli li getterà a terra con la sua mano” (v.2). Nell’ultima settimana Dio toglierà da Israele la sua protezione ed entrerà il devastatore che guerreggerà contro di loro e li vincerà (Dan.11:15,18; 11:21.45) seguirà la bestia insieme al suo aiutante che è l’anticristo, il loro regno è di 1260 giorni chiamati anche: tempo della grande tribolazione. Tutti gli empi, i superbi di Israele saranno calpestati cadranno nelle mani di colui che regnerà ponendosi al posto di Dio allora si compirà la profezia di Daniele: “Quando vedrete l’abominazione della desolazione… posta nel luogo santo” (Mt.24:15). Gerusalemme la città di Dio, Satana in vesti d’uomo metterà la sua statua proprio nella santa città, dove una volta c’era il tempio di Dio e si adorava Dio, si costruirà l’immagine che tutto il mondo adorerà, il falso profeta le darà uno spirito e la statua della bestia parlerà (Apoc.13:14,15; Dan.7:25); l’apostolo Paolo riferisce di lui: “Allora sarà manifestato quell’empio, che il Signore distruggerà col soffio della sua bocca e annienterà all’apparire della sua venuta” (2Tes.2:8; Apoc.19:20).

Quando la bestia sarà uccisa insieme al’anticristo e ai sedotti, inizieranno i mille anni di pace: “In quel giorno l’Eterno degli eserciti sarà una corona di gloria, uno splendido diadema per il resto del suo popolo” (v.5). Come già ribadito in altri capitoli, Dio ha un residuo che ha iscritto tra i vivi (Is.4:3). Questo residuo è il resto del popolo ebreo, che sarà messo al sicuro durante la grande tribolazione; terminerà con la guerra di Armagheddon e la fine della vita dell’empio sulla terra.

Dio paragona il suo popolo a dei bambini appena divezzati, perché bisogna dar loro continuamente insegnamento dopo insegnamento e linea dopo linea, ma Dio parlerà al suo popolo con lo Spirito Santo, con labbra balbettanti e lingua straniera. Lo Spirito Santo iniziò a scendere sul suo popolo il giorno di Pentecoste a Gerusalemme, secondo la promessa fatta anticamente ai suoi servi, i profeti.

Quelli che dominavano su Gerusalemme e schernirono Gesù e i suoi apostoli dicevano: “Abbiamo concluso un patto con la morte, abbiamo fatto un’alleanza con lo Sceol (soggiorno dei morti); quando l’inondante flagello passerà, non giungerà fino a noi, perché abbiamo fatto della menzogna il nostro rifugio e ci siamo nascosti dietro la falsità” (v.15).

Dio mandò in Giuda e a Gerusalemme il suo Unigenito Figlio: “Ecco, io pongo come fondamento in Sion una pietra, una pietra provata, una testata d’angolo preziosa, un fondamento sicuro; chi crede in essa non avrà alcuna fretta” (v.16). “Per voi dunque che credete essa è preziosa, ma per coloro che disubbidiscono: -La pietra che gli edificatori hanno rigettato, è divenuta la testata d’angolo, pietra d’inciampo e roccia d’intoppo che li fa cadere-” (1Ptr.2:7). Per questo motivo Gesù è stato per Israele una pietra d’inciampo, infatti sono stati “…fatti a pezzi, presi al laccio e catturati” (v.13). Dio aveva ordinato loro: “…Ecco il riposo: fate riposare lo stanco; questo è il refrigerio! -Ma essi non vollero ascoltare”(v.12).

Il benessere per Israele finì come riferito la vostra alleanza con la morte sarà annullata, “…..quando l’inondante flagello passerà, voi sarete da essi calpestati” (v.18)Dio aveva stabilito per il suo popolo per il grande peccato che commettevano i sacerdoti e gli scribi seguiti dal popolo di abbandonarli nelle mani dei loro nemici, questo avvenne a soli 70 anni dalla nascita del Messia. Loro rifiutarono di convertirsi a Cristo, la Pietra Angolare e furono sfracellati: “E chi cadrà su questa pietra sarà sfracellato, e colui sul quale essa cadrà sarà stritolato” (Mt.21:44). Tutto il popolo cadde nelle mani dei romani che distrussero il tempio di Dio e i superstiti furono sparsi tra le nazioni, loro nemiche. Il profeta riprende con insistenza il popolo dicendo: “Or dunque, non fate gli schernitori, perché i vostri legami non abbiano a rafforzarsi. Poiché io ho udito, da parte del Signore, l’Eterno degli eserciti, che è deciso uno sterminio completo di tutto il paese” (v.22).

Il profeta Isaia propone una parabola al popolo affinché potessero capire che non possono fare niente senza l’aiuto dell’Eterno.

Paragonando l’agricoltore, come ara la terra e la prepara per la semina in ogni suo dettaglio e quando l’ha preparata vi semina nel luogo dove egli ha designato per ogni seme, non è da solo che arriva a capire cosa fare, ma “Il suo Dio gl’insegna la regola da seguire e lo ammaestra” (v.26). È Dio che istruisce l’agricoltore, che l’aneto non si trebbia ma si batte con il bastone e il comino con la verga. “Anche questo procede dall’Eterno degli eserciti, che è meraviglioso nel suo consiglio e grande in sapienza” (v.29). Dio è grande, sapiente, meraviglioso e, come ha insegnato all’uomo per ottenere il pane dal grano, così ringraziamolo per la sua immensa bontà di donarci ogni cosa utile per la nostra esistenza. Nessuna conoscenza procede dall’uomo, senza Dio l’uomo è totalmente nelle mani del nemico di Dio e nostro, che è Satana.

CAPITOLO 29

La profezia annuncia, la devastazione di Gerusalemme e la disfatta d’Israele avvenuta nel 70 d.C, iniziò dalla distruzione del tempio di Dio.

Il termine leone viene spesso usato come sinonimo di forza e di regalità o di maestà, essendo considerato dagli uomini il re della foresta, della savana. Così Giuda, figlio benedetto da Giacobbe, da cui deriva la tribù omonima e dalla quale proviene il Cristo, è nominata “Giuda è un giovane leone” (Gen.49:9), come il significato di Ariel, il leone di Dio, a cui è rivolto il messaggio profetico. Ariel è Gerusalemme, la città forte, dove Davide scelse per regnare e che, nel tempo della sua avversità, Dio la diede in mano ai gentili (i romani) assediandola e distruggendo il tempio di Dio, per la grande malvagità del suo popolo. Ariel fu avvolta da angoscia e da lamenti. Dio non ebbe pietà di Gerusalemme: “Tu sarai visitata dall’Eterno degli eserciti con tuoni, terremoti e grande frastuono, con turbine, tempesta e fiamma di fuoco divorante”(v.6). Dio si schierò contro Ariel, che fu ridotta in rovina, fino alla polvere e non si rialzò più.

I romani perfino annullarono anche il nome di Gerusalemme e di tutta la nazione d’Israele.

Per tutta la moltitudine delle genti guerreggianti contro Gerusalemme (contro il monte Sion), sarà come una visione notturna, come un sogno di un affamato o di un assetato che si immagina di mangiare o di bere, ma al suo risveglio lo stomaco sarà ancora vuoto o la gola riarsa, così sarà solo un’illusione la conquista di Gerusalemme. Questo avvenimento riguarda tutto il periodo in cui il popolo ebreo fu in cattività ed i popoli che conquistavano Gerusalemme, credevano che fosse per sempre, ma era solo come un sogno, perché Dio doveva ridarla nuovamente al suo popolo.

La profezia sostiene che il popolo di Dio sarà ubriaco, ma non di vino: “Soffermatevi e stupite. Abbandonatevi ai piaceri e poi guardatevi attorno sgomenti. Costoro sono ubriachi, ma non di vino; barcollano, ma non a motivo di bevande inebrianti” (v.9) perché sugli ebrei, “L’Eterno infatti ha sparso su di voi uno spirito di torpore; ha chiuso i vostri occhi, i profeti, ha velato i vostri capi, i veggenti” (v.10). Gesù confermò che il suo popolo non avrebbe capito, perché, pur ascoltando la sua parola, la rifiutavano. Su di loro è presente uno spirito di stordimento (Rom.11:8): “Così si adempie in loro la profezia d’Isaia che dice: Voi udrete ma non intenderete; guarderete ma non vedrete” (Mt.13:14). Fino a quando Dio non toglierà da loro lo spirito di assopimento, tutte le profezie sono come un libro sigillato dato in mano ad una persona istruita per leggerlo, ma egli dirà: “Non posso, perché è sigillato”. La stessa cosa avviene porgendo un libro ad una persona analfabeta, perché egli risponderà “Non so leggere” (v.11,12). Così è oggi per Israele, che non può comprendere le profezie; tutti dicono che adorano Dio, ma in realtà il loro cuore è lontano da Lui. Non hanno timore di Dio e seguono un insegnamento umano, ma l’Eterno ha un residuo santo in Israele loro vedranno cose meravigliose e portenti; la sapienza e l’intelligenza dei savi scomparirà, perché Dio darà loro il suo Spirito, abiterà con loro, il suo tabernacolo sarà in mezzo a loro (Apoc.21:39; Ez.40 al 48).

Saranno guai per coloro che oggi si nascondono facendo opere malvagie, dicendo: “Chi ci vede? Chi ci conosce” (v.15).

“Avete completamente capovolto le cose. E’ forse il vasaio considerato pari all’argilla? Può l’opera dire a chi l’ha fatta:-Non mi ha fatto lui-?, o la cosa formata dire a chi l’ha formata:-Non ha intelligenza-?” (v.16). Hanno capovolto ogni cosa, può essere Dio considerato pari all’uomo? Il Creatore uguale alla creatura, il vasaio uguale all’argilla? Per Israele ancora un brevissimo tempo e Dio toglierà dal suo popolo lo spirito di torpore. Allora “…i sordi intenderanno le parole del libro e, liberati dall’oscurità delle tenebre, gli occhi dei ciechi vedranno” (v.18) e “In quel giorno, dice l’Eterno, io colpirò di smarrimento tutti i cavalli, e di pazzia i loro cavalieri; aprirò i miei occhi sulla casa di Giuda, ma colpirò di cecità tutti i cavalli dei popoli” (Zac.12:4). Da Israele sarà tolto lo spirito di stordimento e sarà posto da Dio sui gentili, su coloro che hanno perseguito il popolo eletto.

Tutti gli umili ed i poveri tra gli uomini, appartenenti alle dodici tribù di Israele, gioiranno, esulteranno nel Santo di Israele e in quel tempo colui che percuoteva i popoli (Satana) sarà scomparso e sterminato, insieme a tutti coloro che operavano iniquità (v.20). Il tempo della perversione terminerà, non ci sarà più alcuno che tenderà tranelli pervertendo il diritto del giusto ed Israele non dovrà più subire vergogna. dio toglierà via, da coloro che sono stati scelti per vivere, ogni traviamento di spirito e insegnerà loro la sana dottrina (Is.4:3).

(continua)