Capitolo 1.

Dio mostrò al profeta Abacuc le situazioni prima della venuta del Messia, quando in Gerusalemme i sacerdoti, gli scribi e i farisei non seguivano più la legge di Mosè, comportandosi esteriormente in maniera formale, con la conseguenza che il peccato avanzava e il popolo commetteva iniquità come rapine, violenze, liti, contese e frodi. In condizioni anche peggiori, trovò Gesù, quando venne per salvare il suo popolo, ma quelli di casa sua non lo riconobbero come il Messia e non l’accolsero come il Salvatore (Gv.1:11), tranne che solo un residuo scelto credettero e per questo fu salvato. Tutti gli altri, dopo circa settanta anni dalla nascita di Gesù Cristo, furono uccisi dai romani ed i pochi che sopravvissero all’invasione e devastazione furono cacciati dalla loro terra e dispersi tra tutte le nazioni della terra, in un lungo esilio di 62 settimane, circa 1878 anni.

Dio avvertì più volte il popolo, tramite i suoi servi, i profeti, iniziando da Mosè: “Disperderò voi fra le nazioni e trarrò fuori la spada contro di voi; il vostro paese sarà desolato e le vostre città saranno deserte” (Lev.26:33; Neemia 1:8).

In seguito, tutti i profeti annunciarono la distruzione di Gerusalemme e la successiva dispersione degli ebrei tra tutte le nazioni, come anche Gesù profetizzò l’avvenimento: “Non vedete voi tutte queste cose? In verità vi dico che non resterà qui pietra su pietra che non sarà diroccata” (Mt.24:2). Infatti, i romani demolirono completamente il tempio di Dio in Gerusalemme.

Abacuc profetizzò a riguardo: “Guardate fra le nazioni e osservate, siate stupefatti e sbalorditi, perché io compirò ai vostri giorni un’opera, che voi non credereste, anche se ve la raccontassero. Poiché ecco, io susciterò i Caldei, quella nazione feroce e impetuosa, che percorre la terra nella sua ampiezza per impadronirsi di abitazioni non sue. Essa è terribile e spaventevole; il suo giudizio e la sua dignità procedono da lei stessa. I suoi cavalli sono più veloci dei leopardi, più feroci dei lupi della sera. I suoi destrieri vengono da lontano, volano come l’aquila che piomba sulla preda per divorare. Vengono tutti per far violenza; le loro facce sono protese in avanti e ammassano prigionieri come la sabbia. Ed essa si fa beffe dei re e i principi sono per lei un oggetto di scherno; si ride di ogni fortezza, perché accumula un po’ di terra e la prende” (v.5-10).

La profezia non si limita alla descrizione della sola devastazione della città di Dio (Is.60:14) ed alla distruzione del tempio in Gerusalemme ad opera dei romani, che uccisero i suoi abitanti e cacciarono via i sopravvissuti, il residuo, in esilio, ma accenna alla vendetta divina quando, al tempo stabilito, distruggerà quelli che la distrussero: “Ma allora il vento si muterà, ed essa trapasserà, e sarà distrutta. Questa sarà la forza che le sarà data dal suo dio” (v.11).

Dio ha quindi riservato un giudizio mortale per tutti quelli “…che hanno disperso (Israele) fra le nazioni, dividendosi quindi il mio paese” (Gioele 3:2-3).

Il profeta presenta il popolo ebreo durante la loro cattività di sessantadue settimane, dove Dio si è allontanato da loro, perché Egli non risponde più alle loro grida di aiuto; “Li abbandonerò ad essere maltrattati e travagliati in tutti i regni della terra, e diventeranno un obbrobrio, una favola, un sarcasmo e una maledizione in tutti i luoghi dove li disperderò” (Ger.24:9).

Consapevole del giudizio e della correzione divina, il popolo esiliato chiede: “…perchè stai a guardare quelli che agiscono con frode, e taci quando il malvagio divora chi è più giusto di lui? Perché rendi gli uomini come i pesci del mare e come i rettili, che non hanno signore su di loro? Essa li prende tutti all’amo, li cattura con la sua rete e li raccoglie con la sua rete da pesca; quindi si rallegra ed esulta. Per questo fa sacrifici alla sua rete e brucia incenso alla sua rete da pesca, perché con essi la sua parte è abbondante e il suo cibo squisito. Continuerà dunque essa a vuotare la sua rete e a massacrare le nazioni senza pietà” (v.13-17). I popoli gentili, nemici d’Israele, hanno perseguitato e calpestato il popolo scelto. Essi sono stati in potere dei loro nemici, che si rallegravano e trionfavano sempre su di loro, fino alla Shoah, dove sono stati sterminati circa sei milioni di ebrei. Finita la cattività, solo un residuo doveva rientrare nella terra promessa ai loro padri (Es.3:8; 13:15).

Quando l’Eterno ebbe mostrato tutte le abominazioni compiute dal popolo, il profeta rimase impressionato e chiese l’intervento di Dio e come poteva sopportare di vedere il comportamento malvagio dei suoi connazionali. Per la loro persistente iniquità, Dio decise di consegnarli in mano ai Caldei (i romani). Essi si sarebbero impossessati di tutti i loro averi occupando e conquistando tutto il paese. La completa distruzione d’Israele avvenne nel 70 d.C. da parte dell’esercito romano, che fece prigionieri i superstiti e mise in fuga gli altri, iniziando la diaspora.

Il profeta dichiara inoltre l’angoscia del popolo di Dio, esiliato fra le nazioni gentili, per i trattamenti spregevoli subiti, ma Dio risponde che li raccoglierà e li salverà, mentre tutti quelli che li avranno maltrattati, saranno da Lui puniti con la stessa distruzione.

Capitolo 2.

Il profeta, ricevette da Dio rivelazioni sul periodo seguente la deportazione babilonese: “E il Signore mi rispose, e disse: Scrivi la visione, e distendila chiaramente sopra delle tavole; acciocchè si possa leggere speditamente. Perciocchè vi è ancora visione fino ad un certo tempo, e il Signore parlerà ancora delle cose che avverranno alla fine, e non mentirà; se tarda, aspettalo, perciocchè egli per certo verrà, e non indugerà. Ecco, l’anima di colui che si sottrae non è diritta in lui; ma il giusto viverà per la sua fede” (v.2-4). Abacuc fissò il contenuto su tavole in modo che si potesse leggere, per distinguerle dalla altre profezie indicate fino a Giovanni Battista, “Poiché tutti i profeti e la legge hanno profetizzato fino a Giovanni” (Mt.11:13). Fino a Giovanni, Dio rivelò, tramite i suoi profeti, le cose che dovevano avvenire e, in particolare, quello che si doveva compiere nei riguardi del Messia, che puntualmente si realizzò. Dal sacrificio di Gesù, la legge cessò ed iniziò il periodo della grazia, dove solo il giusto vivrà per fede, mentre per l’incredulo non c’è alcuna speranza.

Dio annuncia che lascerà così il suo popolo in cattività per un lungo periodo, circa 1878 anni o sessantadue settimane (Dan.9:24,25), fino al 1948, ma Dio riprenderà a curare il suo popolo dall’inizio dell’ultima settimana delle settanta, ovvero dai sette anni precedenti il millennio. Egli perciò invita adesso il residuo scelto ad aspettare quel momento, perché Egli non indugerà.

Gli israeliti però s’insuperbirono e non vollero ravvedersi né convertirsi, per cui la grazia passò ai gentili. Per gli ebrei purtroppo avvenne la distruzione della loro terra, decretata fin dai tempi antichi, tutti i popoli hanno odiato gli ebrei perché li ritenevano colpevoli dell’uccisione del Cristo di Dio, e la fuga dei superstiti tra tutte le nazioni della terra, dove sono stati dispersi, diventando un obbrobrio: “Li abbandonerò ad essere maltrattati e travagliati in tutti i regni della terra, e diventeranno un obbrobrio, una favola, un sarcasmo e una maledizione in tutti i luoghi dove li disperderò” (Ger.24:9).

Le persecuzioni inflitte dalle nazioni al popolo di Dio saranno vendicate negli ultimi anni, quando la vita dell’empio terminerà nella Valle di Giosafat o Valle della Decisione (Gioele 3). Dio vendicherà il suo popolo e il territorio per le violenze subite nel 70 d.C. quando cacciarono fuori gli israeliti e distrussero Gerusalemme, così giudicherà tutte le nazioni e il loro capo seduttore, cioè Satana con un corpo di uomo, la bestia, che sarà annientata insieme ai sedotti (Apoc.19:11-21). Subito dopo il cielo e la terra attuali saranno distrutti col fuoco per fare posto ai nuovi cieli e nuova terra. “Guai a chi costruisce una città con il sangue e fonda una città con l’iniquità! Ecco, non viene forse dall’Eterno degli eserciti che i popoli si affatichino per il fuoco e le nazioni si stanchino per nulla?” (v.12,13).

La nuova terra sarà piena della gloria di Dio, perché Egli abiterà con l’uomo e ci sarà solo pace e tranquillità per tutto il millennio, “poiché la terra sarà ripiena della conoscenza della gloria dell’Eterno, come le acque coprono il mare” (v.14).

L’uomo satanico regnerà su tutto il mondo, si farà adorare come un dio e tutti lo serviranno e lo adoreranno per 1260 giorni (Apoc.13; Dan.8:9-12).

“Guai a chi dà da bere al suo prossimo, porgendo a lui la propria bottiglia, e lo ubriaca per guardare la sua nudità! Tu sarai saziato di vergogna e non di gloria; bevi anche tu e la tua in circoncisione sia messa a nudo. La coppa della destra dell’Eterno sarà rivolta verso di te e l’ignominia coprirà la tua gloria” (v.15,16).

Il regno attuale di Satana sarà annientato dalle dieci corna, ovvero dai dieci re che regneranno anche loro per 1260 giorni, però sottomessi alla bestia (Satana). Essi infatti stermineranno col fuoco Babilonia e daranno il suo potere alla bestia, che dominerà assolutamente incontrastato. L’uomo con lo spirito di Satana non avrà più bisogno di idoli, perché allora tutto il mondo lo adorerà direttamente (Apoc.13 e Dan.8:23-24,25). Tutti quelli che hanno preferito ed adorato gli idoli saranno sterminati nella guerra di Armagheddon (Apoc.16:16), “Poiché la violenza fatta al Libano ti coprirà,… A che giova un’immagine scolpita, quando il suo artefice l’ha scolpita? A che giova un’immagine fusa, che insegna la menzogna, perchè l’artefice confidi nel suo lavoro, fabbricando idoli muti? Guai a chi dice al legno: -Svegliati!- o alla pietra muta: -Levati!-. Potrebbe essa insegnar qualcosa? Ecco, è ricoperta d’oro e d’argento, ma in essa non c’è alcun soffio di vita. Ma l’Eterno è nel suo tempio santo; tutta la terra stia in silenzio davantii a lui” (v.17-20).

Dio diede ancora visione al profeta di tutte le cose che sarebbero avvenute dopo settanta anni dalla nascita del Messia, con la descrizione dell’esilio del suo popolo, per 62 settimane. Alla fine ci sarà vendetta per le nazioni delle isole (Is.59:18), perché esse avranno la retribuzione di tutto il male commesso contro Israele. Infine tutti gli empi saranno sterminati e la gloria dell’Eterno regnerà su tutti i nuovi cieli e sulla nuova terra, dove ci sarà pace e giustizia (Is.66:22). Tutte le fatiche degli uomini nelle loro opere saranno distrutte, perché questa terra e questi cieli saranno consumati dal fuoco (1Ptr.3:13). Vane quindi saranno tutte le sculture senza vita; tutti gli idoli bruceranno e la loro polvere sarà portata via dal vento.

Capitolo 3.

Per le rivelazioni ricevute il profeta fu preso da grande timore e per il successivo abbandono di Israele all’esilio, Abacuc intercede l’Eterno chiedendogli di conservare viva l’opera sua in tutti quegli anni (Dan.9:24,25; sessantadue settimane): “…Nell’ira, ricordati di aver pietà” (v.2).

Il profeta descrive la visione che Dio gli rivelò riguardo agli avvenimenti che dovevano avere luogo nel 70, d.C. Infatti avvenne proprio quanto visto, che i romani distrussero il tempio di Dio e profanarono la terra santa.

Questo accadde, perché Gesù venne per portare la salvezza prima ai Giudei, ma essi non vollero ascoltare i suoi insegnamenti e non lo riconobbero come il Messia e il Salvatore, per cui Dio riversò su di loro la pestilenza e la spada. L’ira di Dio si abbatté su di loro, disperdendo il residuo superstite fra tutte le nazioni e la loro terra fu resa desolata: “I monti ti videro e tremarono; l’inondazione d’acqua è passata; l’abisso ha fatto udire la sua voce e ha levato in alto le mani. Il sole e la luna sono rimasti nella loro dimora; alla luce delle tue frecce si sono mossi veloci, all lampeggiare della tua lancia sfolgorante. Tu hai percorso la terra indignato, hai calpestato le nazioni adirato” (v.10-12).

Dio predice per bocca del profeta che alla fine, Egli ritornerà al suo popolo per salvare  tutti quelli che sono scritti nel libro (Dan.12:1) ma per gli empi non ci sarà scampo, perché saranno trafitti con la spada (Zac.14:13; Ez.38:21; Aggeo 2:22), che Gesù avrà nella sua bocca (la Parola di Dio, Apoc.19:11-21).

Con i tuoi cavalli hai camminato attraverso il mare, attraverso un mucchio di molte acque” (v.15). Le grandi acque rappresentano i popoli e le nazioni che andranno a combattere contro Gesù (l’Agnello) nella guerra di Armagheddon (Apoc.16:16), raccolti nella Valle della Decisione (Gioele 3:14).

Gesù allora apparirà su “…un cavallo bianco, e colui che lo cavalcava si chiama il Fedele e il Verace… gli eserciti che sono nel cielo lo seguivano su cavalli bianchi, vestiti di lino finissimo, bianco e puro” (Apoc.19:11-1-14).

Dio diede in visione al profeta tutta la distruzione del popolo di Dio e Habacuc fu angosciato e spaventato per l’evento drammatico che sarebbe accaduto in Israele. Gli israeliti si ribellarono al dominio romano ma Dio li abbandonò ed essi furono consegnati nelle loro mani nel 70 d.C., esattamente come fu profetizzato dai profeti.

“Come avrei io riposo nel giorno della distretta, Quando colui che darà il guasto al popolo salirà contro a lui?”  (v.16, vers. Diodati). ”Anche se il fico non fiorirà e non ci sarà alcun frutto sulle viti, anche se il lavoro dell’ulivo sarà deludente e i campi non daranno più cibo, anche se le greggi scompariranno dagli ovili e non ci saranno più buoi nelle stalle” (v.17).

Dio non mostrò al profeta solo la distruzione d’Israele ma anche il tempo della sua redenzione (Dan.12:1). Infatti, l’ultima settimana è riservata alla protezione di chi è scritti tra i vivi (Is.4:2). Essi formeranno il residuo preso da tutte le dodici tribù, che entreranno per abitare nella nuova Gerusalemme nel millennio, insieme a quelli salvati, che daranno la loro vita per essere purificati ed imbiancati (Dan.11:35). Ecco il profeta come indica quel tempo: “esulterò nell’Eterno e mi rallegrerò nel Dio della mia salvezza. L’Eterno, il Signore, è la mia forza; egli renderà i miei piedi come quelli delle cerve e mi farà camminare sulle mie alture” (v.18,19).

La cattività per il popolo di Dio ha avuto una lunga durata di sessantadue settimane (Dan.9:25,26). In questi 1878 anni circa, sono stati maltrattati, perseguitati ed anche uccisi, dall’inizio della diaspora.

La cattività è terminata con il rientro dei superstiti dalla Shoah nella nazione d’Israele ricostituita.

Dio ritornerà a trattare con il suo popolo nell’ultima settimana delle settanta, quando saranno mandati i due profeti (gli ulivi, Zac.4:3-11). In quel momento ci sarà solo un residuo che entrerà nella nuova Gerusalemme, mentre un’altra parte si convertirà, i martiri della grande tribolazione (Apoc.7:14), perché riconoscerà il Messia come il Salvatore.

 MESSAGGIO.

Tutte le profezie che riguardano il popolo d’Israele si sono compiute e altre si compiranno nell’ultima settimana delle settanta (Dan.9:24). In quel periodo ci saranno fenomeni disastrosi per tutti i popoli delle nazioni. Per i gentili non ci sarà più salvezza, perché il periodo della Grazia terminerà prima dell’inizio degli ultimi sette anni o ultima settimana. In particolare i primi tre anni e mezzo saranno di carestia e di morte per la spada, per la fame e mediante le fiere della terra (Apoc.6:6-8). Gli altri tre anni e mezzo saranno caratterizzati dal regno satanico di 1260 giorni, perché Satana dominerà il mondo con un corpo d’uomo  malvagio e perverso, chiamato appunto la bestia per la sua ferocia, aiutato dal falso profeta o anticristo, che verrà da Israele. Questo periodo è detto della grande tribolazione, per gli eventi catastrofici che avverranno sulla terra e che colpiranno tutta l’umanità, fino a giungere alla fine di questa era con la guerra di Armagheddon, dove terminerà la vita di tutti gli empi. Dopo inizierà il millennio e Satana sarà legato e gettato nell’abisso (Apoc.20:2).

Se tu fossi ancora insicuro del tuo futuro e non hai ancora deciso della tua vita, adesso è il tempo per riflettere bene da che parte vorrai stare nella battaglia di Armagheddon: con il vincitore Gesù, montando sopra dei cavalli bianchi (Apoc.19:14) o essere schierato con l’esercito della bestia, uomo satanico, per combattere contro Gesù? Solo tu adesso puoi decidere a quale schieramento vuoi appartenere. Sappi che se vuoi stare con Gesù, devi affrettarti perché i termini per presentare la domanda di arruolamento presto scadranno e i requisiti per un buon combattente sono: eseguire gli ordini del tuo comandante Gesù, senza discutere. Se tu offrissi completamente la tua vita nelle mani di Gesù, senza alcuna condizione, Egli ha la responsabilità della tua vita. Egli avrà cura di te. “Nessuno che presta servizio come soldato s’immischia nelle faccende della vita, se vuol piacere a colui che l’ha arruolato” (2Tmt.2:4). Se non lo farai subito e indugi, il tempo passa e poi sarà troppo tardi e ti ritroverai inevitabilmente dall’altra parte ovvero di Satana. Non si può scappare, perché “nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro; oppure sarà fedele all’uno e disprezzerà l’altro…” (Mt.6:24).

“…Ecco ora il tempo il tempo accettevole, ecco ora il giorno della salvezza” (2Cor.6:2).

Accetta ora Gesù come tuo comandante, come tuo Signore e Salvatore, sarai vittorioso in Lui.