Capitolo 21.

Dio farà nuovi cieli e nuova terra (Is.65:17; 66:22) affinché vi abiti la giustizia (Is.60:17; 62:1), così inizierà il tempo del millennio di pace per Israele, il quale crescerà da piccolo residuo fino a diventare una nazione potente: “Il più piccolo diventerà un migliaio, il minimo una nazione potente…” (Is.60:22).

Molte profezie indicano ciò che avverrà quando Dio toglierà il malvagio ed i suoi seduttori, abbandonandoli al massacro; essi saranno “…gettati via, i loro cadaveri esaleranno fetore e i monti si scioglieranno col loro sangue. Tutto l’esercito del cielo si dissolverà, i cieli si arrotoleranno come un libro, ma tutto il loro esercito cadrà, come cade la foglia dalla vite, come cade un frutto appassito dal fico” (Is.34:3,4; 2Ptr.3:10).

I cieli si piegheranno come un rotolo di pergamena.

Dio toglierà tutto il male esistente sulla terra, che sarà consumata dal fuoco e allora ci saranno nuovi cieli e nuova terra “…perchè il primo cielo e la prima terra erano passati, e il mare non c’era più” (Apoc.21:1).
Tutte le cose di prima sono passate e dimenticate; esse saranno tutte rinnovate (Apoc.21:4,5) come assicurato “…le cose vecchie sono passate; ecco, tutte le cose sono diventate nuove” (2Cor.5:17) e anche ripetuto “Poiché ecco, io creo nuovi cieli e nuova terra, e le cose di prima non si ricorderanno più e non verranno più in mente” (Is.65:17).
Dio stabilirà una nuova creazione per il suo popolo santo, che abiterà la Gerusalemme terrena, mentre i salvati dalla Grazia, appartenenti alla Chiesa, vivranno nella Gerusalemme celeste, discendente dal cielo, da presso Dio e piena di splendore.
Ulteriori particolari sono rappresentati in Apoc.21:10-27 e in Ezechiele dal cap.40 al 48, a cui rivolgersi per una precisa illustrazione.

Che aspetto mostreranno i nuovi cieli e la nuova terra?
Del millennio vengono presentate dai profeti molte enunciazioni a riguardo, descrivendo la grandezza e meravigliosa opera di Dio per il suo popolo: “La luce della luna sarà come la luce del sole, e la luce del sole sarà sette volte più forte, come la luce di sette giorni, nel giorno in cui l’Eterno fascerà la piaga del suo popolo e guarirà la ferita prodotta dalle sue percosse” (Is.30:26). Tutto questo avverrà, perchè l’Eterno sarà la luce dei redenti.

E qui non ci sarà più notte alcuna e non avranno bisogno di luce di lampada né di luce di sole, perchè il Signore Dio li illuminerà, ed essi regneranno nei secoli dei secoli” (Apoc.22:5); non ci sarà più tramonto del sole, né sorgere della luna, perchè Dio si troverà con i giusti e santi.

Inoltre “Non avranno fame né sete, non li colpirà più né caldo né sole, perchè colui che ha pietà di loro li guiderà e li condurrà alle sorgenti d’acqua. Trasformerò tutti i miei monti in strade, e le mie strade maestre saranno elevate” (Is.49:10,11).

Dio stabilirà pace e giustizia sulla terra. Gerusalemme avrà un nuovo nome che Dio indicherà (Is.62:2) “…Da quel giorno il nome della città sarà – l’Eterno è là –” (Ez.48:35) e per Sion “…renderà il suo deserto come l’Eden e la sua solitudine come il giardino dell’Eterno…” (Is.51:3; Ez.36:35).

La creazione attuale ha subito la conseguenza del peccato dei nostri progenitori, quando Dio decretò ad Adamo ” …il suolo sarà maledetto per causa tua;…” (Gen.3:17).

A tal proposito l’apostolo Paolo afferma “Infatti il desiderio intenso della creazione aspetta con bramosia la manifestazione dei figli di Dio, …nella speranza che la creazione stessa venga essa pure liberata della servitù della corruzione per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio. Infatti noi sappiamo che fino ad ora tutto il mondo creato geme insieme ed è in travaglio” (Rom.8:19-22).

Dio realizzerà il suo piano secondo la sua Parola, formando nuovi cieli e nuova terra in cui abiteranno i santi (Is.65:17; 66.22).

Il suolo sarà benedetto e ci sarà abbondanza come precisato: “E avverrà che ogni essere vivente che si muove, dovunque il fiume arriverà, vivrà; ci sarà grande abbondanza di pesce, perchè vi giungono queste acque e risanano le altre; ovunque arriverà il fiume tutto vivrà … il suo pesce sarà dello stesso genere e in grande quantità, come il pesce del Mar Grande“(Ez.47:9,10).

La nuova creazione sarà benedetta: “Vi sarà abbondanza di grano sulla terra, sulla sommità dei monti; le sue spighe ondeggeranno come gli alberi del Libano, e gli abitanti delle città fioriranno come l’erba della terra” (Slm.72:16).

Dio toglierà dalla terra il peccato e vi farà trionfare l’equità: “Ma noi, secondo la sua promessa, aspettiamo nuovi cieli e nuova terra, nei quali abita la giustizia” (2Ptr.3:13) e “l’effetto della giustizia sarà la pace, il risultato della giustizia tranquillità e sicurezza per sempre” (Is.32:17). Israele vivrà in pace per altri mille anni, mentre la Chiesa di Cristo, rivestita di un corpo simile al Suo, starà con Gesù mille anni sulla terra. Ogni periodo, come messo in evidenza al termine di ogni lettera alle sette chiese dell’Asia, avrà una ricompensa; ad esempio, per gli eletti, vincitori della chiesa di Laodicea, Gesù darà il premio “…di sedere con me sul mio trono, come anch’io ho vinto e mi sono posto a sedere col Padre mio sul suo trono” (Apoc.3:21).

Dio guarirà il suo popolo, lo accoglierà e lo benedirà grandemente (Ger.12:15; 31:4; 31:31; Zac.1:16; Is.49:13; 54:7; ecc.).

Tutto quanto sopra descritto riguarda Israele, il popolo scelto fin dall’antichità, per essere l’eredità di Dio (Is.19:25; Gioele 3:2).

Adesso riprendiamo in considerazione l’elezione dei popoli riscattati, per Grazia, perché quando Dio abbandonò il suo popolo, la salvezza passò a noi gentili.

L’apostolo Paolo espone con fermezza e diligenza il messaggio di salvezza ai gentili; in particolare evidenzia, più volte nelle sue epistole, il motivo della nostra speranza, sottolineando l’importanza della perseveranza e il fine della fede: la salvezza. Anche Gesù, riguardo alla sua riapparizione, precisa: “E quando sarò andato e vi avrò preparato il posto, ritornerò e vi accoglierò presso di me, affinché dove sono io siate anche voi” (Gv.14:3; Atti 1:11; 1Tes.4:16,17).
I fedeli saranno rapiti per incontrare Gesù nelle nuvole, prima dell’inizio dell’ultima settimana o sette anni, esposta dal profeta Daniele, compresiva dei 1260 giorni della grande tribolazione. Gesù avverte: “Vegliate dunque, pregando in ogni tempo, affinché siete ritenuti degni di scampare a tutte queste cose che stanno per accadere e di comparire davanti al Figlio dell’uomo” (Lc.21:36).

Gesù assegnerà ai vincitori il premio: “Venite, benedetti dal Padre mio; ricevete in eredità il regno che vi è stato preparato sin dalla fondazione del mondo” (Mt.25:34), a tutti coloro che avranno creduto e messo in pratica la Parola di Dio, dall’inizio alla fine della Grazia e abiteranno la nuova Gerusalemme celeste. Gesù la chiama: “…la città del mio Dio, della nuova Gerusalemme…” (Apoc.3:12).
L’apostolo Giovanni vide “…la santa città, la nuova Gerusalemme,… pronta come una sposa adorna per il suo sposo” (Apoc.21:2).
La Sposa è la Chiesa di Cristo; Gesù ci ha comprati a Dio col suo sangue, così noi abiteremo sulla terra con lo Sposo (Gesù) nella santa città, che scenderà dal cielo piena di gloria e di splendore (i fedeli del tempo della Grazia), definita anche “…città del Dio vivente, che è la Gerusalemme celeste…” (Ebr.12:22).

Per l’illustrazione della città riservata al popolo di Dio, che è la Sua eredità, come precisato: “Giacobbe, suo popolo, e Israele, sua eredità“ (Slm.78:71), viene indicato: “…Ecco il tabernacolo di Dio con gli uomini! Ed egli abiterà con loro; e essi saranno suo popolo e Dio stesso sarà con loro e sarà il loro Dio. E Dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi, e non ci sarà più la morte, né cordoglio né grido né fatica,…” (Apoc.21:3,4).

Ad Ezechiele, profeta d’Israele, l’Eterno, richiamando i suoi statuti e leggi, mostrò in dettaglio l’intero suo modello della nuova Gerusalemme terrena e del nuovo tempio (Ez. cap.40-48), in tutte le sue forme, perfino la sua disposizione esatta, le uscite e gli ingressi, compreso il luogo del trono di Dio: “…Figlio d’uomo, questo è il luogo del mio trono e il luogo delle piante dei miei piedi, dove abiterò in mezzo ai figli d’Israele per sempre…” (Ez.43:7).

Alla fine (all’ultimo giudizio) Dio distruggerà per sempre la morte, aggiungendo: ” E’ fatto! Io sono l’Alfa e l’Omega, il principio e la fine; a chi ha sete io darò in dono della fonte dell’acqua della vita. Chi vince erediterà tutte le cose, e io sarò per lui Dio ed egli sarà per me figlio” (v.6,7).

Queste cose, infatti, sono riservate per chi vince, ma per gli altri decreta: “la loro parte sarà nello stagno che arde con fuoco e zolfo, che è la morte seconda” (v.8).

La netta divisione è evidente tra chi segue il mondo con tutte le sue concupiscenze, avendo in riservo le pene eterne, dagli altri, a cui spetta la vita eterna (vedi Mt.25:32-34,41).

A quale gruppo tu vuoi appartenere?

Sforzati adesso, per entrare attraverso la porta stretta, finché sarà aperta.
Per essere da Dio chiamato figlio, devi lasciare il mondo e la tua vecchia natura per seguire Gesù. Insisto nel richiamare alla tua attenzione il messaggio contenuto in “Procacciate la pace con tutti e la santificazione, senza la quale nessuno vedrà il Signore” (Ebr.12:14).
Non farti ingannare, satana è bugiardo!

Ora senza fede è impossibile piacergli, perché chi si accosta a Dio deve credere che egli è, e che egli è il rimuneratore di quelli che lo cercano” (Ebr.11:6).

Non immischiarti nelle cose del mondo perché “Nessuno che presta servizio come soldato s’immischia nelle faccende della vita, se vuol piacere a colui che l’ha arruolato” (2Tmt.2:4).

Satana ti induce a spostare il tuo sguardo sulle piccole cose materiali e passeggere, assicurandoti che non stai sbagliando, perché non fai alcun male, ma noi “… abbiamo lo sguardo fisso non alle cose che si vedono, ma a quelle che non si vedono, poiché le cose che si vedono sono solo per un tempo, ma quelle che non si vedono sono eterne” (2Cor.4:18).

Ti farà vedere tutto bello e piacevole, ma pian piano ti presenterà da realizzare diverse cose, innocue all’apparenza, od altre ancora, che prima rifiutavi, così tu non ti accorgerai dell’inganno fino a quando ti avrà legato bene, da non avere più la forza di tirarti indietro, cadendo nelle sue mani. Non lasciare alcuna possibilità di operare al nemico. Dio esorta il suo popolo ad uscire dalla grande Babilonia per non avere, con lei, parte alle sue condanne: “Uscite da essa, o popolo mio, affinché non abbiate parte ai suoi peccati e non vi venga addosso alcuna delle sue piaghe” (Apoc.18:4; Is.48:20; Ger.50:8; 51:45). Ricordati che il consiglio vale anche per te, per cui non immischiarti nella grande Babilonia, anzi esci ed allontanati dalle sue opere, se non vuoi esserci anche tu, durante la sua distruzione.

Ritorniamo alla visione con l’illustrazione della Sposa.
Uno dei sette angeli che aveva le sette coppe piene delle ultime piaghe, trasportò l’apostolo in spirito su di un grande e alto monte e lo invitò “Vieni, ti mostrerò la sposa, la moglie dell’Agnello…”, e gli “…mostrò la grande città, la santa Gerusalemme, che scendeva dal cielo da presso Dio“.

I particolari della Santa città, in tutta la sua bellezza, sono ben esposti durante la fase della sua misurazione (Apoc.21:9,25 – Ez.42).
Caratteristico il verso 14: “Il muro della città aveva dodici fondamenti, e su quelli erano i dodici nomi dei dodici apostoli dell’Agnello” (Gesù).

Il muro rappresenta il popolo del primo patto (Israele), mentre le fondamenta il popolo del secondo patto (La Grazia).
Le fondamenta del muro, adornate di ogni pietra preziosa, erano in numero di dodici con altrettante perle diverse l’una dall’altra, dal diaspro all’ametista, contrassegnate dai nomi dei 12 apostoli.

Da notare che le fondamenta, formate dai dodici apostoli, comprendono anche la Sposa dell’Agnello ed è indicativo l’illuminazione della città, (chiamata anche la diletta citta, Apoc.20:9) come definito “E la città non ha bisogno del sole né della luna, che risplendano in lei, perché la gloria di Dio la illumina e l’Agnello è il suo luminare“. Inoltre “E le nazioni di quelli che sono salvati cammineranno alla sua luce…” (Apoc.21:23,24) e ripetuto “E qui non ci sarà più notte alcuna e non avranno bisogno di luce di lampada né di luce di sole, perchè il Signore Dio li illuminerà” (Apoc.22:5).

Da sottolineare che nulla d’immondo vi entrerà, ma solo quelli che sono scritti nel libro della vita dell’Agnello.

La nuova Gerusalemme (celeste e terrena).

Esse sono sovrapposte, come abbiamo letto in Apoc.21:2.

La nuova Gerusalemme scendeva dal cielo presso Dio, che è la Gerusalemme celeste, dove i santi (Sposa dell’Agnello) regneranno con Cristo mille anni, insieme con tutti i martiri risuscitati nella prima resurrezione.

Al verso 3 invece dice: “…Ecco il tabernacolo di Dio con gli uomini!...”, riferendosi alla Gerusalemme terrena, popolata dal residuo d’Israele, salvato dalla tribolazione (Ez.34:13; Apoc.12:6) e dai 144 mila, scampati dalla strage, sottolineata anche in “Uccidete fino allo sterminio vecchi, giovani, vergini, bambini e donne, ma non avvicinatevi ad alcuno su cui ci sia il segno; incominciate dal mio santuario…” (Ez.9:6; Apoc.7:3).

Quindi durante il millennio ci saranno due Gerusalemme unite; in particolare, nella visione data al profeta Ezechiele: “Le camere laterali erano a tre piani,…trenta camere per piano;…L’ampiezza delle camere laterali aumentava man mano che si saliva da un piano all’altro, perchè le sporgenze del muro del tempio salivano come gradini tutt’intorno al tempio; perciò l’ampiezza della struttura del tempio aumentava man mano che si saliva dal piano inferiore al superiore passando per quello di mezzo” (Ez.41:6,7).

Tutto il capitolo espone le misure delle due città collegate e unite: quella terrena, chiamata il campo dei santi e abitata dal residuo sottratto dalle mani del dragone (bestia e anticristo), nei tre anni e mezzo del loro regno e della Gerusalemme celeste, che scende da presso Dio, chiamata la diletta città (Apoc.20:9), popolata dalla Sposa di Cristo e da tutti i martiri.

Come Dio mostrò in visione al profeta Ezechiele la nuova futura e gloriosa Gerusalemme in tutto il suo splendore, quando fu trasportato da Dio: “…su un monte altissimo, sul quale, verso il lato sud, c’era come la costruzione di una città” (Ez.40:2), così anche l’apostolo Giovanni, sempre trasportato in spirito: “…su di un grande ed alto monte, e mi mostrò la grande città, la santa Gerusalemme, che scendeva dal cielo da presso Dio” (Apoc.21:10).

Una differenza principale ed importante: nella Gerusalemme abitata dal popolo di Dio ci sarà un tempio, (vedi Ez.43), mentre nella Gerusalemme celeste non esisterà un tempio “…perchè il Signore Dio onnipotente, e l’Agnello, sono il suo tempio” (Apoc.21:23).
Tra I particolari della città notiamo: “Essa aveva un grande ed alto muro e aveva dodici porte, e alle porte dodici angeli, e su di esse dei nomi scritti che sono i nomi delle dodici tribù dei figli d’Israele” (Apoc.21:12).
Ciascuna delle dodici porte era fatta di una sola perla.
Altre indicazioni definiscono le mura della città, che rappresentano Israele, dove per ogni lato, ovvero a nord, est, sud ed a ovest, sono presenti tre porte corrispondenti a tre figli di Giacobbe. Esempio, al lato nord ci saranno tre porte, una porta per Ruben, una porta per Giuda e una porta per Levi, e così per gli altri lati.
La raffigurazione del muro rappresenta quindi, insieme alle porte, il popolo della legge.

E la costruzione del suo muro era di diaspro; e la città era di oro puro, simile a cristallo puro”  (Apoc.21:18).

Il perimetro intero della città “…sarà di 18 mila cubiti“; e la città sarà chiamata “…L’Eterno è là“; (Ez.48:31,35).

Capitolo 22.

Ancora una volta si confrontano le visioni, quella ricevuta dal profeta Ezechiele (47:1,12), con quella dell’apostolo Giovanni.
Poi mi mostrò il fiume puro dell’acqua della vita, limpido come cristallo, che scaturiva dal trono di Dio e dell’Agnello. In mezzo alla piazza della città e da una parte e dall’altra del fiume c’era l’albero della vita, che fa dodici frutti e che porta il suo frutto ogni mese; e le foglie dell’albero sono per la guarigione delle nazioni” (v.1,2).
Si rivolge poi ai servi di Dio che: “…vedranno la sua faccia e porteranno il suo nome sulla loro fronte” (v.5; Apoc.3:12).

Essi sono stati scelti per vivere e saranno alla presenza di Dio, perché “Egli abiterà con loro” e avrà il suo tabernacolo con gli uomini.
Una cosa meravigliosa, ancora da sottolineare, è che la nuova Gerusalemme non avrà bisogno di luce artificiale, perchè sarà la gloria di Dio ad illuminarla, così “… non ci sarà notte, e non avranno bisogno di luce di lampada né di luce di sole, perché il Signore Dio li illuminerà, ed essi regneranno nei secoli dei secoli“.

Nel millennio non ci sarà alcuna cosa maledetta, perché Dio benedirà la terra e i cieli, che farà nuovi:”E qui non ci sarà alcuna maledizione; in essa sarà il trono di Dio e dell’Agnello e i suoi servi lo serviranno; essi vedranno la sua faccia e porteranno il suo nome sulla loro fronte (v.2,3).

Nel millennio, tutti i compiti assegnati al popolo di Dio, compreso il servizio, le sue leggi, i sacrifici da offrire, eccetera, li troviamo ampiamente descritti in Ezechiele, dal capitolo 40 al 48. Nessuno che avrà commesso abominazioni, vi entrerà. Le porte della città non saranno mai chiuse e Gerusalemme sarà la gloria delle nazioni, che verranno ad adorare di anno in anno il Re e per celebrare la festa delle capanne (Zac.14:16).

L’AMORE DI DIO per il suo popolo.

Un piccolo accenno su quanto Dio ama immensamente il suo popolo, per cui il loro nome non sarà mai eliminato.
A conferma, altre indicazioni: ” – Poiché come i nuovi cieli e la nuova terra che io farò sussisteranno stabili davanti a me -; dice l’Eterno, – così sussisteranno la vostra progenie e il vostro nome – ” (Isaia 66:22); in accordo con “…il tuo Dio, ti ha scelto per essere il suo tesoro particolare fra tutti i popoli che sono sulla faccia della terra” (Deut.7:6).

Israele non sarà mai cancellato, loro saranno sempre il popolo scelto da Dio e che ancora rimarrà tale.

Dio si è riservato un piccolo residuo, salvato dalla grande tribolazione, custodendolo per tre anni e mezzo, lontano dal serpente antico. Esso diventerà numeroso nel corso del millennio e abiterà la nuova Gerusalemme terrena, sul monte Sion.
A tal riguardo è riferito: “Cose gloriose son dette di te, o città di DIO” (Slm.87:3) e “C’è un fiume i cui rivi rallegrano la città di DIO, il luogo santo della gloriosa dimora dell’Altissimo” (Slm.46:4).

Dio abiterà con il suo popolo nella nuova Gerusalemme (Apoc.21:3); sarà loro Dio e loro saranno il suo popolo.

Un richiamo alle grandi benedizioni, che avranno gli Israeliti durante il millennio di pace a dimostrazione dell’opera divina e dell’amore forte nei loro confronti, perchè li ha stabiliti come sua eredità (Is.19:25).
Infatti le profezie dichiarano che Dio li lasciò in mano ai loro nemici, con rammarico, per la loro iniquità, come precisato: “Ho abbandonato la mia casa, ho rigettato la mia eredità; ho dato ciò che ama l’anima mia nelle mani dei suoi nemici“; (Ger.12:7) ed ancora “Ti ho abbandonata per un breve istante, ma con immensa compassione ti radunerò. In uno scoppio d’ira ti ho nascosto per un momento la mia faccia, ma con un amore eterno avrò compassione di te, dice l’Eterno, il tuo Redentore” (Is.54:7,8).

Dio li proteggerà, li benedirà e santificherà un residuo scelto tra molti a cui sottometterà tutte le nazioni della terra e grandi ricchezze affluiranno a Gerusalemme, come disposto “I figli dello straniero ricostruiranno le tue mura e i loro re saranno al tuo servizio, perché nella mia ira ti ho colpito, ma nella mia benevolenza ho avuto compassione di te. Le tue porte saranno sempre aperte, non si chiuderanno nè di giorno né di notte, perché possano far entrare in te la ricchezza delle nazioni con i loro re in testa. Poiché la nazione e il regno che non ti serviranno periranno, e quelle nazioni saranno interamente distrutte” (Is.60:10,12). Di loro ancora riporta il verso 22 “Il più piccolo diventerà un migliaio. Il minimo una nazione potente. Io, l’Eterno, affretterò questo a suo tempo”.

Grandi cose Dio ha promesso al suo popolo in molte profezie, che riguardano il millennio, ma ricordiamoci che anche noi risusciteremo con un corpo glorificato (1Cor.15:52) e staremo nella sua gloria per l’eternità.

(continua)