I tre amici di Giobbe andarono a fargli visita, dopo che Satana, per ordine di Dio, lo colpì. Dio disse al demone: “Eccolo nelle tue mani! Soltanto risparmia la sua vita”. – Satana si allontanò dal Signore e colpì Giobbe con una piaga maligna, dalla pianta dei piedi alla cima del capo” (Gb.2:6,7).

Gli amici lo rimproveravano continuamente, perché affermavano che Dio non rende sofferenze al giusto, come si trovava Giobbe. Inoltre lo accusavano di aver peccato contro Dio, a ragione del suo stato. Giobbe rispose ai rimproveri dei suoi amici: “Ecco, io conosco i vostri pensieri e gli iniqui giudizi che fate contro di me! Infatti, voi dite: -Dov’è la casa del prepotente, dove sono le tende degli empi?-. Non avete interrogato quelli che viaggiano? Non potete negare le loro prove, che nel giorno della sciagura è risparmiato il malvagio e nel giorno dell’ira egli non scampa” (Gb.21:27-30).

Giobbe spiegò ai suoi amici che chi viaggia può incontrare molte prove. Infatti, moltissime volte e in quei tempi, le strade non erano sicure, a causa dei briganti, che assalivano viandanti e depredavano le merci, in ogni luogo.

Fece loro questo esempio per indicare che i giusti “…per breve tempo, è necessario che siate afflitti da svariate prove” (1Ptr.1:6,7). Chi cammina in santità e in giustizia è provato da Dio e quindi soffre, proprio come è raffinato l’oro e l’argento, così è della fede, mentre gli empi prosperano e sono risparmiati.

Giobbe rivelò che addirittura gli empi rinnegano Dio e “cantano al suono di timpani e di cetre, si divertono al suono delle zampogne. Finiscono nel benessere i loro giorni. Eppure dicevano a Dio: -Allontanati da noi, non vogliamo conoscer le tue vie. Chi è l’Onnipotente, perché dobbiamo servirlo? E che ci giova pregarlo?-“ (Gb.21:12-15).

Che cosa avviene ad entrambi, quando Dio manda la sua ira? Allora, il giusto che ha subito e: “…che sopporta la prova; perché, dopo averla superata, riceverà la corona della vita, che il Signore ha promessa a quelli che lo amano” (Giac 1:12). Quelli che amano Dio, non subiranno la sua ira, mentre il malvagio non scamperà dall’ira di Dio, subendo il castigo della sua empietà.

L’apostolo Paolo lo conferma e ci consiglia di non essere “…per nulla spaventati dagli avversari. Questo per loro è una prova evidente di perdizione; ma per voi di salvezza; e ciò da parte di Dio” (Fil.1:28).

Rallegriamoci in Cristo, noi figli di Dio, perché l’ira di Dio non appartiene ai fedeli e santi, ma è riservata solo ai disubbidienti, come è scritto: “…ira e indignazione a quelli che, per spirito di contesa, invece di ubbidire alla verità ubbidiscono all’ingiustizia” (Rom.2:8).

I figli di Dio sanno che sono“…perseguitati, ma non abbandonati; atterrati ma non uccisi” (2Cor.4:9). Gesù rivelò: “…perché di loro è il regno dei cieli” (Mt.5:10).

Tutto per noi terminerà, ogni tristezza e affanno non ci sarà più, ma per gli empi sta per giungere l’ira di Dio e non scamperanno affatto, perché: “…se non risparmiò il mondo antico ma salvò, con altre sette persone, Noè, predicatore di giustizia, quando mandò il diluvio su un mondo di empi” (2Ptr.2:5).

Così avverrà oggi, Dio salverà la sua Chiesa; quando la sposa di Cristo sarà rapita nei cieli, allora arriverà la grande tribolazione, descritta dal profeta Gioele, “Quel giorno è un giorno d’ira, un giorno di sventura e d’angoscia, un giorno di rovina e di desolazione, un giorno di tenebre e caligine, Un giorno di nuvole e di fitta oscurità” (Sof.1:15).

Non ti associare agli empi, ma esci da questo mondo di tenebre e mettiti in salvo. Mettiamo in pratica quello che è scritto: “Cercate il Signore voi tutti, umili della terra, che eseguite i suoi ordini; cercate la giustizia, cercate l’umiltà, per trovarvi al riparo nel giorno dell’ira del Signore” (Sof.2:3).