Essere tifosi ed appassionati per una squadra o un atleta in un incontro sportivo fino a seguire l’evento e gioire per la vittoria, non è da vero cristiano.

In primo luogo, l’apostolo Giovanni attesta: “Non amate né il mondo, né le cose del mondo! Se uno ama il mondo, l’amore del Padre non è in lui;  perché tutto quello che è nel mondo, la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita, non viene dal Padre, ma dal mondo” (1Gv.2:15,16).

Dall’osservare le espressioni e le esclamazioni dello spettatore, si deduce il suo attaccamento e interesse, perché “ciò che esce dalla bocca viene dal cuore, ed è quello che contamina l’uomo” (Mt.15:18).

Ad esempio, esaltare, gioire e tifare per una squadra di calcio, totalmente mondana, non edifica lo spirito, pertanto non si addice ad un credente, perché lo distrae e lo allontana dalla comunione con il Signore. Inoltre interessi e ricchezze trainano tutto il calcio e le ricchezze di questo mondo appartengono a Satana.

Anche l’apostolo Paolo sostiene: “Anzi, a dire il vero, ritengo che ogni cosa sia un danno di fronte all’eccellenza della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore, per il quale ho rinunciato a tutto; io considero queste cose come tanta spazzatura al fine di guadagnare Cristo” (Fil.3:8), proprio perché la grazia di Dio “…ci insegna a rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere con sobrietà, giustizia e pietà in questo mondo” (v.12).