“…Fissando lo sguardo su Gesù, colui che crea la fede e la rende perfetta. Per la gioia che gli era posta dinanzi egli sopportò la croce, disprezzando l’infamia, e si è seduto alla destra del trono di Dio” (Ebr.12:2).

Il nostro sguardo deve essere fissato saldamente su Gesù, perché se fosse altrove non vedremmo mai la verità, che si trova proprio in Gesù. Sarà bene per noi prendere l’esempio da Gesù che, pur sapendo tutto quello che doveva soffrire sulla croce, non si curò della sua carne, ma aspettò la fine della sua sofferenza, compiendo completamente la volontà del Padre, rendendosi degno di ogni onore: “Tu sei degno di prendere il libro e di aprirne i sigilli, perché sei stato immolato…” (Ap.5:10) e si è seduto alla destra di Dio, sul suo trono (Ap.3:21).

Il profeta Isaia predisse, per lo Spirito di Dio, che Gesù: “Dopo il suo intimo tormento vedrà la luce e si sazierà della sua conoscenza; il giusto mio servo giustificherà molti, egli si addosserà la loro iniquità. Perciò io gli darò in premio le moltitudini, dei potenti egli farà bottino, perché ha consegnato se stesso alla morte ed è stato annoverato fra gli empi, mentre egli portava il peccato di molti e intercedeva per i peccatori” (Is.53:11,12).

Tutto quello che il profeta Isaia rivelò si compì nel tempo stabilito da Dio, quando Gesù venne sulla terra per dare la sua vita per molti, che furono eletti da Dio prima che fondasse il mondo (Mt.25:34; Ef.1:4) e che avrebbero creduto in Lui (1Ptr.2:24; 1Gv.3:5).

Dio elesse un popolo e, tramite Cristo, essi sono stati giustificati, lavati e purificati tramite il suo prezioso sangue, fino alla fine (Tito 3:7; Ef.1:7; Col.1:14).

Gesù sulla croce fu caricato di tutti i nostri peccati (Ebr.1:3; 9:28).

Dio gli darà in suo possesso tutte le nazioni della terra; infatti, tutte le cose create sono sottoposte a Cristo Gesù (Ebr.1:2; Sal.2:8-9; Ap.2:27; 12:5);

Gesù non rifiutò di consegnare se stesso alla morte (Gv.10:18).

Egli fu annoverato tra gli empi, appeso ad un legno, come coloro che erano maledetti (Gal.3:13).

Gesù è colui che intercede per noi presso il Padre (Rom.8:34).

Nessuno può vantarsi di aver cercato e trovato la salvezza, perché l’uomo di sua natura è incline al male “…poiché tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio” (Rom.3:23).

Siccome la Legge ci ha fatto conoscere il peccato, ora non essendo più vincolati ad essa:  “Non regni quindi il  peccato nel vostro corpo mortale, per ubbidirgli nelle sue concupiscenze” (Rom.6:12). Il peccato conduce, senza alcun dubbio, alla morte, mentre Dio ha fatto dono ai suoi figli, tramite Cristo Gesù, della vita eterna: “Infatti il salario del peccato è la morte, ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore” (Rom.6:23).

Due leggi sono opposte tra di loro: quella dello Spirito e quella della morte (peccato): “…perché la legge dello Spirito della vita in Cristo Gesù mi ha liberato dalla legge del peccato e della morte” (Rom.8:2). Gesù ci ha resi liberi, se crediamo e siamo stati battezzati nel suo nome: “Perciò anche Gesù, per santificare il popolo con il proprio sangue, ha sofferto fuori della porta” (Ebr.13:12).

Ma voi siete una stirpe eletta, un regale sacerdozio, una gente santa, un popolo acquistato per Dio, affinché proclamiate le meraviglie di colui che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua mirabile luce” (1Ptr.2:9).