L’apostolo avverte: “Non sapete voi che se vi offrite a qualcuno come schiavi per ubbidirgli, siete schiavi di colui a cui ubbidite: o del peccato che conduce alla morte o dell’ubbidienza che conduce alla giustizia?” (Rom.6:16).

Chi stiamo servendo: Dio o gli uomini?

I servi di Dio si astengono da ogni iniquità consigliata dall’uomo, perché sono sottomessi a Dio, mettendo in pratica la sua Parola e “…resistete al diavolo, ed egli fuggirà da voi” (Gcm.4:7), perciò tutti i credenti ricevono vittoria nel nome di Gesù.

Al contrario, chi si rende schiavo degli uomini è schiavo del peccato, “Perché, ignorando la giustizia di Dio e cercando di stabilire la propria, non si sono sottomessi alla giustizia di Dio” (Rom.10:3).

Chi crede che, pur servendo le ingiustizie di questo mondo, si salvi, non ha conosciuto la giustizia di Dio. L’apostolo domanda a tutti quelli che hanno “…conosciuto Dio, o piuttosto che siete stati conosciuti da Dio, come mai vi rivolgete di nuovo ai deboli e poveri elementi, di cui volete rendervi schiavi di nuovo?” (Gal.4:9). La risposta è “Benché si dichiarino sapienti, sono diventati stolti” (Rom.1:22).

Dio è perfetto, completo e giusto, senza favoritismi, perciò: “Considera dunque la bontà e la severità di Dio: la severità verso quelli che sono caduti; ma verso di te la bontà di Dio, purché tu perseveri nella sua bontà; altrimenti, anche tu sarai reciso” (Rom.11:22).

Oggi è molto facile lasciarti trascinare dalle menzogne. Ricordiamoci che la vittoria di Satana sull’uomo fu tramite la menzogna, insinuando il dubbio, che si è dimostrata essere la sua arma vincente, essendo padre della menzogna (Gv.8:44).

Se tu credi nella verità, sarai libero (Gv.8:32), altrimenti come è scritto: “siete schiavi di colui a cui ubbidite, del peccato che conduce alla morte”.

La vita terrena di un cristiano non è fatta di carnalità. Se non fai morire le opere del corpo, non puoi appartenere a Dio “…perché se vivete secondo la carne voi morrete; ma se mediante lo Spirito fate morire le opere del corpo, voi vivrete” (Rom.8:13).

Vuoi vivere? Segui Gesù! Egli assicurò che: “Se uno vuol venire dietro a me, rinunci a se stesso, prenda la sua croce e mi segua” (Mrc.8:34). Rinunciare a se stessi, vuol dire annullare la propria personalità (il nostro io) e vivere per Cristo, allora potremo affermare come Paolo che la vita: “…la vivo nella fede nel Figlio di Dio il quale mi ha amato e ha dato se stesso per me” (Gal.2:20).

Nessuno dimentichi che: “Cristo ci ha liberati perché fossimo liberi; state dunque saldi e non vi lasciate porre di nuovo sotto il giogo della schiavitù” (Gal.5:1).

Gesù ci assicurò: “In verità, in verità vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha vita eterna; e non viene in giudizio, ma è passato dalla morte alla vita” (Gv.5:24). Se oggi credi in Cristo Gesù, come è scritto:  “…se con la bocca avrai confessato Gesù come Signore e avrai creduto con il cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvato” (Rom.10:9).

La domanda è: credi tu che Dio ha risuscitato dai morti Cristo Gesù?

Molti impulsivamente rispondono affermativamente, però poi lo negano con la bocca e con i fatti.  Tutti quelli che invece continuano a credere con tutto il loro cuore, avverrà che: “Dio, come ha risuscitato il Signore, così risusciterà anche noi mediante la sua potenza” (1Cor.6:14).

Chi li condannerà? Cristo Gesù è colui che è morto e, ancor più, è risuscitato, è alla destra di Dio e anche intercede per noi” (Rom.8:34).

Noi viviamo (1Gv.5:12), crediamo (Rom.10:11) e vinciamo (1Gv.5:5) “…per mezzo di Gesù Cristo e di Dio Padre che lo ha risuscitato dai morti” (Gal.1:1).

Nessun giudizio ci sarà per quelli che credono nella verità, perché “Chi crede in lui non è giudicato; chi non crede è già giudicato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio” (Gv.3:18). Chi dunque non crede nel Figlio di Dio, non vedrà la vita “…ma l’ira di Dio rimane su di lui” (Gv.3:36). E’ allora opportuno chiedere: “Esaminami, o Dio, e conosci il mio cuore. Mettimi alla prova e conosci i miei pensieri” (Sal.139:23). Dobbiamo avere in noi la certezza che quando arriverà la fine, saremo pronti, con la nostra lampada ripiena di olio (Spirito), vegliando, per non trovarci addormentati, ma preparati per ricevere la corona della gloria, “…quando apparirà il supremo pastore, riceverete la corona della gloria che non appassisce” (1Ptr.5:4).

Inoltre non dimentichiamoci mai che: “Il precetto è infatti una lampada, l’insegnamento una luce, le correzioni e la disciplina sono la via della vita” (Prv.6:23).