Ora, noi non siamo di quelli che si tirano indietro a loro perdizione, ma di quelli che hanno fede per ottenere la vita” (Ebr.10:39).

In questi ultimi tempi, tanti credenti sono tornati indietro dal cammino spirituale intrapreso per la vita eterna. Parlando in parabola, Gesù riferì che essi assomigliano ad un seme “Quello che è stato seminato nel terreno sassoso è l’uomo che ascolta la parola e subito l’accoglie con gioia, ma non ha radice in sé ed è incostante, sicché appena giunge una tribolazione o persecuzione a causa della parola, egli ne resta scandalizzato” (Mt.13:20,21). Chi torna indietro non ha quindi radice, perché ha creduto per un certo tempo, rinuncia e poi ritorna al mondo.

Gesù fa un altro paragone: “Quello che ha ricevuto il seme tra le spine è colui che ode la parola; poi gli impegni mondani e l’inganno delle ricchezze soffocano la parola che rimane infruttuosa” (Mt.13:22). Attenzione, perché questa tipologia di persone non torna indietro, ma continua a proclamarsi cristiana, purtroppo senza frutto, perché preferiscono trascorrere il loro tempo ad occuparsi delle cose mondane. Molte volte Gesù e i suoi apostoli hanno avvertito che, senza frutto, si viene gettati nella geenna del fuoco inestinguibile. Infatti, Gesù si riferì a quelli che credono con fede ferma e che portano frutto, come il seme “Quello seminato nella terra buona è colui che ascolta la parola e la comprende; questi dà frutto e produce ora il cento, ora il sessanta, ora il trenta” (Mt.13:13).

Come possiamo notare, è scritto che senza frutto assomigliamo ad un albero secco, “…che non fa buon frutto è tagliato e gettato nel fuoco” (Mt.7:19). L’albero può dare anche un frutto non buono, che non serve ad alcuna cosa, se non ad essere tagliato e finire arso. Così è per ogni credente, “…perché ogni albero si riconosce dal proprio frutto; infatti non si colgono fichi dalle spine, né si vendemmia uva dai rovi” (Lc.6:44; Mt.7:17).

Tutti dobbiamo portare frutto, altrimenti la nostra fede è vana, perché la fede senza opere è morta (Gcm.2:17). Nessuno può rimanere pigro, se è un tempio dello Spirito di Dio, perché in Gesù abbiamo uno Spirito vivificante (1Cor.15:45) e non uno spirito inattivo, perciò ricordiamo che: “Egli renderà a ciascuno secondo le sue opere: la vita eterna a coloro che perseverando nelle opere di bene cercano gloria, onore e incorruttibilità; sdegno ed ira contro coloro che per ribellione resistono alla verità e obbediscono all’ingiustizia” (Rom.2:6-8). Non lasciarti sedurre da quelli che assicurano il regno dei cieli, senza mettere in pratica la verità.

Esaminiamoci, per vedere se abbiamo ricevuto il seme della Parola e stiamo portando frutto.