“Ti renderò lode. Perché tu hai liberato l’anima mia dalla morte e hai preservato i miei piedi dalla caduta, affinché camminassi davanti a Dio nella luce dei viventi” (Slm.56:13).

Nel giorno di martedì 19/10/2010, mi trovavo per un servizio in un ufficio posto al primo piano di un antico palazzo a cui si accedeva tramite una scala esterna. Salii e dopo aver ricevuto la consulenza desiderata, uscii e mi apprestai a scendere senza notare e senza ricordarmi che subito dopo un piccolo pianerottolo iniziavano i primi tre scalini seguiti da altri posti ad angolo retto. Camminando svelta ed essendo distratta non mi resi conto che stavano per iniziare le scale, quando all’improvviso fui fermata. Mi trovai immobile come se qualcuno mi avesse bloccato i piedi per avanzare. Abbassai gli occhi e solo allora vidi, con sorpresa, che ero proprio sopra al primo gradino; un solo passo ancora e mi sarei trovata a cadere, con conseguenze gravi per il mio stato di salute.

Iniziai subito a dare lode e gloria a Dio, riconoscendo che ero stata fermata, perché non cadessi dalla scalinata. Il mio più grande desiderio fu di gridare grazie a squarciagola dalla felicità, ma glorificai Dio immensamente con tutto il mio cuore a bassa voce.

La gioia fu così intensa, perché rafforzò la mia fede nel credere in un Dio Onnipotente e grande in Maestà, che libera da ogni pericolo, affidandoGli completamente la vita in ogni momento. Non si può smettere di glorificarlo per la sua immensa misericordia, dimostrata ancora per il suo intervento tempestivo verso di me, e per la sua immutabile fedeltà alle promesse, come espressa attraverso: “l’angelo dell’Eterno s’accampa intorno a quelli che lo temono, e li libera” (Slm.34:7), che ricordai mentre scendevo tranquillamente e in sicurezza quelle scale.

Mai avere perciò paura, ma fiducia incondizionata e sempre il timore dell’Eterno, perché:  “Il timore del SIGNORE è fonte di vita e fa evitare le insidie della morte” (Prv.14:27). Dio ci preserva quindi da ogni caduta spirituale, ma protegge anche la nostra persona fisica da ogni pericolo e da qualsiasi male, se credessimo nell’Eterno, perché beato è l’uomo che si affida a Dio, come infatti è riportato: “Temete l’Eterno voi suoi santi, perché nulla manca a quelli che lo temono” (Slm.34:9).

Dio custodisce ed aiuta sempre coloro che lo amano, infatti: “Tutto coopera al bene di coloro che amano Dio…” (Rom.8:28). Per questo motivo noi dobbiamo fare la nostra parte: di ubbidire alla sua Parola, facendo la sua volontà.

Amare, adorare, lodare e quindi pregare Dio, per un vero cristiano, non deve essere un abitudine che si pratica solo la domenica, in chiesa o in qualche altra occasione speciale e sporadica, come se fosse un obbligo o perché lo fanno tutti gli altri, ma in ogni attimo della nostra vita, che Dio ci dona e a cui dobbiamo renderne conto un giorno. Pregare quindi dovrebbe essere invece uno spontaneo e continuo esercizio nel ricercare sempre la presenza insostituibile, la guida infallibile e la comunione santa col Signore. Solo in questo modo saremo certi che la mano del Signore è su di noi e non permetterà che il nostro piede intoppi in alcuna cosa malvagia.

Egli è la nostra rocca, il nostro aiuto, il nostro Salvatore e ci sosterrà fino alla fine. Abbandoniamoci totalmente nelle mani di Gesù Cristo, allora vedremo cose grandi e meravigliose nella nostra vita e intorno a noi.

Possiamo vivere, già da adesso, nella tranquillità assoluta e “Non siate dunque in ansietà del domani, perché il domani si prenderà cura per conto suo. Basta a ciascun giorno il suo affanno” (Mt.6:34), “Io vi lascio la pace, vi do la mia pace, io ve la do, non come la dà il mondo; il vostro cuore non sia turbato e non si sgomenti” (Gv.14:27) e in sicurezza, quando credi e vivi con Gesù.