Dio fece una promessa ad Israele di farlo entrare in un paese spazioso, dove scorre latte e miele (Es.3:8,17; 13:5), già abitato da sei popoli, che il Signore avrebbe scacciato. La promessa si avverò, pur sapendo che Israele, popolo scelto, era ribelle. Molte volte gli ebrei si rivolsero contro Mosè, servo di Dio, iniziando subito dopo l’uscita dall’Egitto, “…chi furono coloro di cui si è disgustato per quarant’anni? Non furono quelli che avevano peccato e poi caddero cadaveri nel deserto?  E a chi giurò che non sarebbero entrati nel suo riposo, se non a quelli che non avevano creduto? In realtà vediamo che non vi poterono entrare a causa della loro mancanza di fede” (Ebr.3:17-19).

Per la loro incredulità alle promesse di Dio, molti furono quelli che non entrarono nella terra promessa, perciò tutta la generazione malvagia morì nel deserto. Dio fece entrare solo i loro figli e figlie, così essi ereditarono la terra promessa (Deut.1:39).

La stessa cosa avvenne quando Dio mandò suo Figlio, come aveva loro promesso tramite Mosè: “Il Signore vostro Dio vi farà sorgere un profeta come me in mezzo ai vostri fratelli; voi lo ascolterete in tutto quello che egli vi dirà. E chiunque non ascolterà quel profeta, sarà estirpato di mezzo al popolo” (At.3:22,23). Così avvenne, quando Gesù venne in mezzo a loro, lo rinnegarono (Gv.1:11), rifiutando la “…buona notizia fu prima annunciata non vi entrarono a motivo della loro disubbidienza” (Ebr.4:6).

Al tempo stabilito “Dio, dopo aver risuscitato il suo servo, l’ha mandato prima di tutto a voi per portarvi la benedizione e perché ciascuno si converta dalle sue iniquità” (At.3:26). Di nuovo, il popolo israelita peccò, uccidendo il Cristo di Dio. Infatti, l’apostolo Pietro testimoniò: “il Dio dei nostri padri ha glorificato il suo servo Gesù, che voi avete consegnato e rinnegato di fronte a Pilato, mentre egli aveva deciso di liberarlo; voi invece avete rinnegato il Santo e il Giusto, avete chiesto che vi fosse graziato un assassino e avete ucciso l’autore della vita. Ma Dio l’ha risuscitato dai morti e di questo noi siamo testimoni” (At.3:14-15).

 Dio li escluse di nuovo dal popolo acquistato con il prezioso sangue di Cristo. Infatti, essi non faranno parte con la sposa di Cristo, eccetto un piccolo residuo (la chiesa di Efeso). Israele rifiutò la Grazia, fondata sulla fede in Cristo (At.13:46), rimanendo nella Legge, data tramite Mosè, “Perché? Perché l’ha ricercata non per fede ma per opere. Essi hanno urtato nella pietra d’inciampo (Cristo)” (Rom.9:32). Così Dio li abbandonò all’esilio tra le nazioni, loro nemiche, perciò Dio affermò: “Non entreranno nel mio riposo!” (Ebr.4:5), mentre la Chiesa o sposa di Cristo entreranno nel riposo con Cristo. Israele, popolo di Dio, ovvero “…i figli del regno saranno gettati nelle tenebre di fuori. Là ci sarà pianto e stridor di denti” (Mt.8:12).

Bene: essi sono stati troncati per la loro incredulità e tu rimani stabile per la fede; non insuperbirti, ma temi” (Rom.11:20). La Grazia passò agli stranieri, ovvero ai popoli non Ebrei, perché essi credettero in Cristo. Tutti gli israeliti, che rifiutarono di credere nel Figlio di Dio, Cristo Gesù, persero in questo modo il diritto di diventare eredi, “Perché, se diventano eredi quelli che si fondano sulla legge, la fede è resa vana e la promessa è annullata” (Rom.4:14).

Gesù rivelò di un riposo dell’anima: “Prendete su di voi il mio giogo e imparate da me, perché io sono mansueto e umile di cuore; e voi troverete riposo alle anime vostre” (Mt.11:29). Per entrare nel riposo, che è il millennio con Cristo Gesù, abbiamo l’invito: “Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo” (Mt.11:28).

Chi ascolterà l’invito di Gesù, entrerà con Lui nel Suo riposo, perché “Chi è entrato infatti nel suo riposo, riposa anch’egli dalle sue opere, come Dio dalle proprie.  Affrettiamoci dunque ad entrare in quel riposo, perché nessuno cada nello stesso tipo di disobbedienza” (Ebr.4:10,11).

Non prendiamo esempio dalle disubbidienze d’Israele, per cui è rimasto escluso dalla promessa ed abbandonato da Dio fino all’ultima settimana delle settanta, quando allora ci sarà salvezza solo per Israele. Anche per loro Dio ha preparato un millennio di pace e di sicurezza, ma solo per un residuo santo, scelto, protetto e lontano dal dragone, che è Satana, durante il suo regno di 1260 giorni. Dopo, Israele entrerà nel millennio e Dio farà per Israele nuova creazione, come rivela il profeta Isaia: “Infatti, come i nuovi cieli e la nuova terra che io sto per creare rimarranno stabili davanti a me-, dice il Signore, -così dureranno la vostra discendenza e il vostro nome” (Is.66:22).

Se noi rimanessimo nella disubbidienza, come avvenne per Israele, saremmo abbandonati in eterno, lontani da Dio e gettati nella geenna del fuoco, che arde con zolfo (Ap.20:15). Israele ricevette per prima la promessa: “quelli che per primi ricevettero la buona novella non entrarono a causa della loro disobbedienza” (Ebr.4:6). Israele si fermò alla legge, perché rigettò la Grazia. Un solo residuo fu salvato, fino al giorno in cui Dio li scacciò definitivamente dalla terra promessa ai loro padri (Rom.11:5).

Anche noi siamo invitati ad ubbidire “Dobbiamo dunque temere che, mentre ancora rimane in vigore la promessa di entrare nel suo riposo, qualcuno di voi ne sia giudicato escluso. Poiché anche a noi, al pari di quelli, è stata annunziata una buona novella; purtroppo però ad essi la parola udita non giovò in nulla, non essendo rimasti uniti nella fede a quelli che avevano ascoltato” (Ebr.4:1-2). Molte volte, gli apostoli ci esortano ad essere fedeli, irreprensibili e ad usare la Parola, annunciata ad Israele, come fonte per la nostra fede. Inoltre a considerare ed a non fare gli errori peccaminosi d’Israele, perciò “egli fissa di nuovo un giorno, oggi, dicendo per mezzo di Davide dopo tanto tempo, come è stato detto: -Oggi, se udite la sua voce, non indurite i vostri cuori!-” (Ebr.4:7).

In ogni istante della nostra vita ricordiamoci che “la parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito, delle giunture e delle midolla e scruta i sentimenti e i pensieri del cuore.  Non v’è creatura che possa nascondersi davanti a lui, ma tutto è nudo e scoperto agli occhi suoi e a lui noi dobbiamo rendere conto” (Ebr.4:12,13). Considerando che tutto quello che noi pensiamo e facciamo è scoperto agli occhi di Dio, non vi è nulla di occulto.

Credete forse che possiamo ingannare Dio?

Quanti affermano di mettere in pratica la verità, ma invece amano e seguono la menzogna, perciò Dio ammonisce tramite il profeta: “Voi ingannate voi stessi, a rischio della vostra vita…” (Ger.42:20).

La parola di Dio è tutto per noi, perché dalla Scrittura apprendiamo come camminare nella Luce e come evitare le tenebre. Infatti, Gesù disse: “Chi mi respinge e non riceve le mie parole, ha chi lo giudica; la parola che ho annunciata è quella che lo giudicherà nell’ultimo giorno” (Gv.12:48). Se non vogliamo essere giudicati dalla Parola, che abbiamo letto e non messo in pratica, svegliamoci!

Chi dorme, afferma l’apostolo, dorme di notte e noi non siamo della notte “…perché voi tutti siete figli di luce e figli del giorno; noi non siamo della notte né delle tenebre” (1Tes.5:5,7).