Chiunque riconosce che Gesù è il Figlio di Dio, Dio dimora in lui ed egli in Dio” (1Gv.4:15),

Gesù disse: “Io però ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni: le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato. E anche il Padre, che mi ha mandato, ha reso testimonianza di me. Ma voi non avete mai udito la sua voce, né avete visto il suo volto, e non avete la sua parola che dimora in voi, perché non credete a colui che egli ha mandato” (Gv.5:36-38).

Gesù afferma che nessuno ha mai udito la voce del Padre, cioè Dio, né visto il suo volto e poi considera: “Da tanto tempo io sono con voi e tu non mi hai ancora conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre; come mai dici: -Mostraci il Padre?-” (Gv.14:9-11).

Gesù non confonde, né si smentisce, perché spiega subito che sta indicando le opere del Padre, non certo la sua persona. Opere che Gesù compiva dall’inizio della sua Missione, qui sulla terra, affermando che: “Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso. Il Padre che dimora in me è colui che fa le opere. Credetemi che io sono nel Padre e che il Padre è in me; se no, credetemi a motivo delle opere stesse” (Gv.14:10,11).

Dio compiva opere grandi tramite Gesù: “Poiché il Padre ama il Figlio e gli mostra tutte le cose che egli fa; e gli mostrerà opere più grandi di queste, affinché voi ne siate meravigliati” (Gv.5:20,36; 9:3). I Giudei rimasero increduli di fronte alle opere che Gesù compiva, anche se credevano in Dio, ritenendosi figli d’Abrahamo, come affermarono: “Il padre nostro è Abrahamo-. Gesù disse loro: -Se foste figli di Abrahamo, fareste le opere di Abrahamo-“ (Gv.8:39).

Tutti i profeti annunciarono la venuta del Figlio di Dio, più della metà dei Salmi parlano di Gesù, delle sue sofferenze, di come Dio lo avrebbe risorto dai morti e della gloria che l’aspettava. Il profeta Isaia rivela quale sarà la missione di Gesù sulla terra e come il Padre avrebbe operato nella sua potenza, con grandi prodigi (Is.42:7).

A Nazaret Gesù entrò nella sinagoga e lesse proprio quello che il profeta Isaia aveva scritto di Lui: “Lo Spirito del Signore è sopra di me, perché mi ha unto per evangelizzare i poveri; mi ha mandato per guarire quelli che hanno il cuore rotto, per proclamare la liberazione ai prigionieri e il recupero della vista ai ciechi, per rimettere in libertà gli oppressi, e predicare un anno di grazia del Signore” (Lc.4:18-21; Is.61:1). Gesù precisò: “Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi”.

Gesù compì esattamente tutte le opere che il Padre gli diede da fare; infatti è scritto: “…come Dio abbia unto di Spirito Santo e di potenza Gesù di Nazaret, il quale andò attorno facendo del bene e sanando tutti coloro che erano oppressi dal diavolo, perché Dio era con lui” (At.10:38). Dio era con Lui, tranne l’unica volta che lo lasciò, fu sulla croce, quando Gesù si era caricato di tutti i nostri peccati, perché dove esiste il peccato non può esserci la presenza di Dio.

Notate bene che Dio era con Lui ed è sempre Dio che lo ha unto di Spirito Santo e di potenza. Non è mai scritto che “lui era Dio” e, se Gesù fosse vero Dio, perché doveva essere unto di Spirito e di potenza?

Chi dunque ha unto Gesù di potenza e da chi ha ricevuto il sigillo?

Come noi dobbiamo alimentarci del cibo spirituale che viene dal cielo “ …che il Figlio dell’uomo vi darà, perché su di lui il Padre, cioè Dio, ha posto il suo sigillo” (Gv.6:27).

Dio compì in Gesù grandi opere, pose la sua unzione su Gesù, suo Figlio, che dichiarò: “…mi ha unto per evangelizzare i poveri; mi ha mandato per guarire quelli che hanno il cuore rotto, per proclamare la liberazione ai prigionieri e il recupero della vista ai ciechi, per rimettere in libertà gli oppressi”. I discepoli videro tutte le opere di Dio, che Gesù compì in ubbidienza fino alla morte in croce (Fil.2:7,8).

I discepoli non videro la presenza fisica di Dio in Gesù, ma la sua potenza attraverso le opere che Gesù compiva, poiché è impossibile vedere Dio, come è indicato: ”Dio nessuno l’ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato” (Gv.1:18). Dio è stato rivelato e ha fatto conoscere la sua volontà da Gesù: “…perché vi ho fatto conoscere tutte le cose che ho udito dal Padre mio” (Gv.15:15; Gv.17:26).

Dio dimora in Gesù, proprio come Gesù dimora in noi, ma non per questa considerazione possiamo attestare che Gesù è Dio, perché se fosse così dovremmo, di conseguenza, stabilire ugualmente che anche noi siamo Gesù, cosa evidente dell’assurdità. Riconoscendo l’unicità di Gesù, dobbiamo tendere alle sue caratteristiche, ad assomigliarGli, ad imitarlo, come siamo invitati a farlo. Infatti Gesù, pregando il Padre, chiese: “…Affinché siano tutti uno, come tu, o Padre, sei in me e io in te; siano anch’essi uno in noi, affinché il mondo creda che tu mi hai mandato. E io ho dato loro la gloria che tu hai dato a me, affinché siano uno, come noi siamo uno” (Gv.17:21,22).

L’unità non è identità.

Tutti i fedeli sono in un solo Spirito. Come Dio dimora in Gesù, così Gesù dimora in noi.

Gesù conferma: “Io e il Padre siamo uno” (Gv.10:30), non certamente che è lo stesso nel fisico, ma nello Spirito, perché Dio ha posto in Gesù i suoi sette Spiriti, indicati anche come occhi dell’Eterno. Il profeta Zaccaria profetizza: “…Questi sette sono gli occhi dell’Eterno che percorrono tutta la terra” (Zac.4:10) e confermato: “Poi vidi ritto,… un Agnello come ucciso, il quale aveva sette corna e sette occhi, che sono i sette Spiriti di Dio, mandati per tutta la terra” (Ap.5:6). Gesù stesso dichiara alla chiesa di Sardi: “…Queste cose dice colui che ha i sette Spiriti di Dio e le sette stelle” (Ap.3:1; 1:4; 4:5; 5:6; Zac.4:10). Le sette stelle o angeli sono i conduttori, rappresentanti delle comunità e divulgatori dell’evangelo dei sette periodi delle sette chiese.

E’ scritto di Gesù: “…essendo ripieno di sapienza; e la grazia di Dio era su di lui” (Lc.2:40). Il profeta Isaia afferma che “Lo Spirito dell’Eterno riposerà su lui: spirito di sapienza e d’intelligenza, spirito di consiglio e di potenza, spirito di conoscenza e di timore dell’Eterno” (Is.11:2), “Poiché un bambino ci è nato, un figlio ci è stato dato. Sulle sue spalle riposerà l’impero, e sarà chiamato Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre eterno, Principe della pace” (Is.9:5).

Quest’ ultimo verso vien preso in esame solo da quelli che affermano che Gesù è il vero Dio. Leggete bene e considerate secondo lo Spirito e non con la mente razionale, perché Gesù sarà padre per Israele, come riportato dal profeta Isaia: “Sarà un padre per gli abitanti di Gerusalemme e per il casato di Giuda…” (Is.22:21).

Isaia sostiene anche per lo Spirito di Dio che Gesù sarà chiamato Dio potente, per le opere che Dio, il Padre, compirà tramite il Figlio, come dichiarato da Nicodemo: “…tu sei un dottore venuto da Dio, perché nessuno può fare i segni che tu fai, se Dio non è con lui” (Gv.3:2) e come Pietro proclamò a tutti: “Uomini d’Israele, ascoltate queste parole: Gesù il  Nazareno, uomo accreditato da Dio tra di voi per mezzo di potenti operazioni, prodigi e segni che Dio fece tra di voi per mezzo di lui, come anche voi sapete” (At.2:22).

E’ confermato che Dio farà potenti operazioni tramite Gesù, come è accaduto e riportato nei vangeli e nelle epistole. Dio potente in opere, compiute da Gesù, che dichiarò a Tommaso “tanto tempo che io sono in mezzo a voi e tu dici che non mi conosci”. Tommaso e tutti gli apostoli avevano visto tutti i miracoli e i prodigi che Dio faceva per mezzo di Gesù, come è attestato dallo Spirito Santo in tutte le Scritture profetiche: “Lo Spirito del Signore, l’Eterno, è su di me, perché l’Eterno mi ha unto per recare una buona novella agli umili; mi ha inviato a fasciare quelli dal cuore rotto, a proclamare la libertà a quelli in cattività, l’apertura del  carcere ai prigionieri” (Is.61:1; Lc.4:18).  

Ancora Isaia profetizzò di Gesù: “Ecco il mio servo che io sostengo, il mio eletto di cui mi compiaccio. Ho posto il mio spirito su di lui; egli porterà il diritto alle nazioni” (Is.42:1).

Gesù non parlava mai della sua persona, ma sempre del Padre, che lo aveva mandato, tranne pochi chiarimenti, riferendosi al Figlio dell’uomo su domande poste dai presenti; infatti dichiara che: “Io non posso far nulla da me stesso; giudico secondo ciò che odo e il mio giudizio è giusto, perché non cerco la mia volontà, ma la volontà del Padre che mi ha mandato” (Gv.5:30).

Dio parla di Gesù tramite il profeta Isaia, dicendo: “Ecco, io l’ho dato come testimone ai popoli, come principe e comandante dei popoli” (Is.55:4).

Molti si soffermano su determinati versi, a convalida del loro pensiero, tralasciando altri significativi, perché non hanno una visione totale della Sacra Scrittura, rifiutando o non prendendo in esame il resto, non concorde al loro credo. A tal proposito è scritto: “Verrà il tempo, infatti, in cui non sopporteranno la sana dottrina ma, per prurito di udire, si accumuleranno maestri secondo le loro proprie voglie” (2Tmt.4:3).

L’apostolo Giovanni conclude la sua testimonianza, affermando che Gesù è il Figlio di Dio e in Lui è la vita: ”Ma queste cose sono state scritte, affinché voi crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio e affinché, credendo, abbiate vita nel suo nome” (Gv.20:31). Per ricevere vita, bisogna credere nel Figlio di Dio, perché: “Chi ha il Figlio ha la vita; chi non ha il Figlio di Dio, non ha la vita” (1Gv.5:12).

I Giudei non credettero, anzi lo misero a morte sulla croce, perché Gesù si era fatto Figlio di Dio (Gv.19:7).

Il Padre, cioè Dio, ha testimoniato tramite i suoi profeti e anche direttamente, dichiarando che: “Questi è il mio amato Figlio, in cui mi sono compiaciuto: ascoltatelo!” (Mt.17:5). Credo che non potrai contraddire questa parola di Dio, così chiara e precisa.

Gli occhi degli increduli sono purtroppo stati velati allo stesso modo dei Giudei, come pure quelli dei due sulla strada di Emmaus, che non riconobbero Gesù, mentre esponeva tutte le profezie che lo riguardavano, fino a quando Gesù gli aprì gli occhi (Lc.24:31).

Gesù afferma che: “Ogni cosa mi è stata data in mano dal Padre mio, e nessuno conosce il Figlio, se non il Padre; e nessuno conosce il Padre, se non il Figlio e colui al quale il Figlio avrà voluto rivelarlo” (Mt.11:27).

L’anticristo, che oggi sta operando in tutti gli increduli, nega che Gesù, il Cristo, è il Figlio di Dio (1Gv.2:22), perché Gesù lo ha vinto, schiacciando il capo del serpente antico (Satana) sotto i suoi piedi (Gen.3:15). Noi abbiamo ricevuto vittoria in Cristo, ma solo se lo riconosciamo e crediamo in Lui.

Satana sa molto bene che se uno non riconosce il Cristo, come Figlio di Dio, non avrà vita, ma su di lui regna l’ira di Dio. Molti sono i ciechi spirituali che, senza comprendere, negano fortemente il Figlio di Dio. Noi sappiamo invece che Gesù afferma più volte di essere stato mandato dal Padre, che ha testimoniato di Lui. “Se accettiamo la testimonianza degli uomini, la testimonianza di Dio è maggiore; e la testimonianza di Dio è quella che ha dato al suo Figlio. Chi crede nel Figlio di Dio, ha questa testimonianza in sé. Chi non crede a Dio, fa di lui un bugiardo, perché non crede alla testimonianza che Dio ha reso a suo Figlio” (1Gv.5:9,10).

Chiunque ha lo Spirito di Dio conosce la verità, perché ha lo Spirito di verità, che non può mentire. Chi invece vive nella menzogna e nell’incredulità non può conoscere e né ricevere lo Spirito Santo, perché è verità, come indicato: “…E lo Spirito è colui che ne rende testimonianza, perché lo Spirito è la verità” (1Gv.5:6).

Da questo potete conoscere lo Spirito di Dio; ogni spirito che confessa che Gesù Cristo è venuto nella carne, è da Dio” (1Gv.4:2).

Ognuno si esamini e si faccia guidare dallo Spirito di verità in ogni cosa, negando e rifiutando decisamente la menzogna, che procede da Satana, il padre della menzogna. “…Perciò v’ho detto che morrete nei vostri peccati; perché se non credete che sono io (il Cristo), morrete nei vostri peccati” (Gv.8:24).

Chiediamo a Dio di togliere ogni velo di incredulità, allora vedremo perfettamente la gloriosa e meravigliosa via, che dobbiamo seguire, per arrivare ad ottenere il premio della vita eterna in Cristo Gesù, il Figlio di Dio, nostro Signore e Salvatore.

Ma queste cose sono state scritte, affinché voi crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e affinché, credendo, abbiate vita nel suo nome” (Gv.20:31; Mt.10:32; 1Gv.2:23; 4:15).