“…ciò che l’uomo semina, quello pure raccoglierà” (Gal.6:7).

Come io stesso ho visto, quelli che arano iniquità e seminano guai, ne raccolgono i frutti” (Gb.4:8) e “Poiché seminano vento, raccoglieranno tempesta…” (Os.8:7)

Siamo arrivati alla fine, l’empio ha poco tempo e cose orribili avvengono sotto i nostri occhi: assassini, furti, violenze, ingiustizie, iniquità, idolatrie (Abac 2:19). I bugiardi, gli omicidi, i fornicatori, gli avari, gli orgogliosi e gli increduli sono smisuratamente aumentati e sappiamo che nessuno di loro entrerà nel regno di Dio (Ap.21:8; 1Cor.6:10).

I rappresentanti, capi di popoli e i grandi della terra si sono corrotti e con loro tutti gli uomini e donne del mondo, proprio come avvenne dopo dieci generazioni circa, da Adamo a Noè: “Ora DIO guardò sulla terra ed ecco, era corrotta, perché ogni carne sulla terra aveva corrotto la sua condotta” (Gen.6:12-17).

L’Eterno perciò informò Noè, timoroso di Dio, della sua decisione di “…distruggere sotto i cieli ogni carne in cui è alito di vita; tutto quello che è sulla terra morirà”. Così accadde anche con il giusto Lot e la sua famiglia, che abitavano in una delle città corrotte, dove praticavano perversità fino a raggiungere il colmo del peccato per omosessualità, “…ma nel giorno in cui Lot uscì da Sodoma, piovve dal cielo fuoco e zolfo e li fece perire tutti “ (Lc.17:29).

Dio salvò Noè e Lot con le loro famiglie, perché li trovò giusti ed essi non perirono con gli empi. Simili sono i nostri giorni, perché l’uomo iniquo agisce con perfidia (Is.24:16). Il peccato di Sodoma e Gomorra era minimo, se paragonato a quello odierno per le unioni civili e convivenze permesse, approvate, regolarizzate e tutelate dal diritto come un vero matrimonio.

Il giudizio di Dio sopra ogni iniquità non tarderà e sarà severo per chi ha causato scandali (Mt.18:7), ”Guai all’empio! Gli verrà addosso la sventura, perché gli sarà reso quel che le sue mani hanno fatto” (Is.3:11).

Moltissime dottrine, credi, filosofie sono state fondate da persone senza aver ricevuto lo Spirito Santo, così una grande confusione di ideologie è entrata nella mente degli uomini ribelli, accettando i pensieri della più adatta, conveniente e appropriata religione per se stesso, perché la verità è stata cambiata in menzogna.

Dio ammonisce i disubbidienti, che non si rivolgono all’Eterno per i suoi consigli: “Guai ai figli ribelli, dice l’Eterno, che fanno progetti che non vengono da me, che contraggono alleanze ma senza il mio Spirito, per accumulare peccato su peccato” (Is.30:1). In Israele, dopo l’esilio babilonese e fino a Cristo, molti falsi profeti seducevano il popolo con inganno, proprio come avviene oggi, ai nostri giorni, “Or lo Spirito dice espressamente che negli ultimi tempi alcuni apostateranno dalla fede, dando ascolto a spiriti seduttori e a dottrine di demoni” (1Tmt.4:1) e “Verrà il tempo, infatti, in cui non sopporteranno la sana dottrina ma, per prurito di udire, si accumuleranno maestri secondo le loro proprie voglie e distoglieranno le orecchie dalla verità per rivolgersi alle favole” (2Tmt.4:3,4).

Ricordiamo come sacerdoti, scribi e farisei, raggiunsero il colmo dell’iniquità con le loro falsità e Dio li riprese continuamente, tramite i profeti: “Guai ai pastori che distruggono e disperdono il gregge del mio pascolo-, dice l’Eterno” (Ger.23:1), “Così dice il Signore, l’Eterno: -Guai ai profeti stolti che seguono il loro spirito senza aver visto nulla-” (Ez.13:3). Israele purtroppo ascoltava molto volentieri quelli che parlavano di pace e sicurezza, anziché quelli inviati da Dio, che li avvisava delle conseguenze, se non si fossero ravveduti dal peccato, per il loro bene, “-Perciò giudicherò ciascuno di voi secondo le sue vie, o casa d’Israele-, dice il Signore, l’Eterno. -Ravvedetevi e abbandonate tutte le vostre trasgressioni, così l’iniquità non vi sarà più causa di rovina-” (Ez.18:30). Nonostante i ripetuti ed insistenti avvertimenti, essi non vollero ascoltare né i profeti, né Gesù, che rivelava: “Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino.  Ravvedetevi e credete all’evangelo” (Mrc.1:15).

Per Israele e Giuda arrivò quindi il tempo dell’attuazione del colmo dell’ira di Dio per aver rinnegato il Cristo, il Messia, che Dio aveva mandato per la loro salvezza. Dio tolse ad Israele la terra promessa e i suoi abitanti furono dati nelle mani dei loro nemici, che li uccisero, mentre il residuo superstite fu disperso tra le nazioni di tutta la terra. Gesù profetizzò questo evento: ”Non vedete voi tutte queste cose? In verità vi dico che non resterà qui pietra su pietra che non sarà diroccata” (Mt.24:2). Infatti, nel 70 d.C., quando i romani distrussero il tempio di Dio in Gerusalemme, si avverò la profezia (Lev.26:33; Ez.5:12; Ger.9:16).

Israele non volle convertirsi, preferì ascoltare i falsi profeti e perciò ottenne la ricompensa: “Chi semina iniquità raccoglierà guai, e la verga della sua collera sarà annientata” (Prv.22:8), però “…nessun male accadrà al giusto, ma gli empi saranno pieni di guai” (Prv.12:21).

Gesù li avvertì: “Guai a voi, scribi e farisei ipocriti! Perché scorrete il mare e la terra, per fare un proselito e, quando lo è diventato, ne fate un figlio della Geenna il doppio di voi” (Mt.23:15). Questo rimprovero è ancora valido e attuale: quanti predicatori di menzogne esistono nel mondo intero, perché è giunto il tempo dell’apostasia, dove ognuno crede alle falsità e, rimanendo sedotti, rinnegano il Figlio di Dio e pure Dio stesso, che ha dato testimonianza del Suo unigenito Figlio (1Gv.5:9,10) e “Poiché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna” (Gv.3:16).

Gesù conferma ancora che il Padre rende testimonianza di Lui: “Vi è un altro che rende testimonianza di me, e io so che la testimonianza che egli rende di me è verace” (Gv.5:32); inoltre “Se noi accettiamo la testimonianza degli uomini, la testimonianza di Dio è ancora più grande, poiché questa è la testimonianza di Dio che egli ha dato circa il suo Figlio. Chi crede nel Figlio di Dio ha questa testimonianza in sé; chi non crede a Dio, lo ha fatto bugiardo, perché non ha creduto alla testimonianza che Dio ha reso circa suo Figlio” (1Gv.5:9,10).

Ricordati che: “Chi crede in lui non è condannato, ma chi non crede è già condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio” (Gv.3:18). Credi alla testimonianza di Dio e vivrai, ma se credi a quella degli uomini, tu morirai, perché non vedrai mai Dio, ma sarai gettato nella geenna del fuoco, che arde con zolfo (Ap.21:15).

Non aspettare altro tempo, leggi, ascolta e medita la Parola per comprendere la verità, perché è la sola che ti può aiutare a conoscere e credere in Cristo Gesù. Cerca e troverai l’aiuto sicuro dello Spirito Santo.

Al termine, quando la malvagità degli uomini raggiungerà il colmo della misura, l’Eterno darà inizio alla sua ira e vendetta con giustizia, togliendo prima la Chiesa e lo Spirito Santo dalla terra e darà tutti gli empi nelle mani di Satana. Solo il residuo israelita, i santi che Dio ha scelto per vivere (Is.4:3; Dan.12:1), sarà messo in salvo per tutto il tempo della grande tribolazione e, dopo la guerra nella valle di Giosafat (Sof.3:12-19; Os.1:7), il residuo santo israelita scelto per vivere, entrerà nel millennio per essere benedetto da Dio e ripopolare Israele. Essi si moltiplicheranno, divenendo una nazione forte e numerosa, come la profezia di Zaccaria conferma: “Corri, parla a quel giovane e digli: -Gerusalemme sarà abitata come una città senza mura, per la moltitudine di uomini e di animali che ci saranno in essa-” (Zac.2:4).

Israele è stato perseguitato dai popoli gentili, che lo ha oppresso per tutto il tempo del loro esilio tra le nazioni, ma Dio lo riscatterà “a motivo dell’oppressione dei miseri e del grido dei bisognosi, ora mi leverò-, dice l’Eterno, -e li salverò da quelli che li insidiano” (Sal.12:5).

Alla fine del loro regno, quando l’empietà avrà raggiunto il colmo, sorgerà un re audace, sfacciato e intrigante” (Dan.8:23).

Appena il mondo arriverà al colmo dell’iniquità, si insedierà il regno satanico per 1260 giorni, quando un uomo, chiamato bestia riceverà tutto il potere, autorità e regno da Satana, indicato come dragone o serpente antico, dominerà come un dio e si farà adorare da tutto il mondo.

Anche una parte degli israeliti che non riconosceranno Gesù, come il Messia, adoreranno l’uomo, che riceverà il dominio da Satana, mentre una terza parte dei santi israeliti dovrà subire il martirio (Dan.11:32-33), perché non adoreranno la bestia, né la sua immagine e non prenderanno il suo marchio, perciò essi saranno decapitati (Ap.20.4).

Un altro residuo sempre preso dalle dodici tribù, Dio li santificherà (Is.4:6), e prima della grande tribolazione saranno portati lontani dal serpente antico o dragone. Dio li nutrirà e li custodirà per 1260 giorni (Ap.12:6) fino alla fine, dopo la guerra nella valle di Giosafat (Gioele 3). Dio farà nuovi cieli e nuova terra e il residuo scelto per vivere entrerà nel millennio di pace e giustizia.

Sion sarà redenta mediante la rettitudine, e i suoi convertiti mediante la  giustizia” (Is.1:27).

Accettiamo quindi il consiglio che Gesù rivolge a tutti quelli che sperano in giorni migliori: di vegliare e di pregare continuamente, come ci esorta “Vegliate dunque, perché non sapete quando il padrone di casa verrà; se di sera, a mezzanotte, al cantar del gallo o al mattino” (Mrc.13:35) e ripete “Ora, ciò che dico a voi, lo dico a tutti: -Vegliate-”  (Mrc.13:37).

Perché vegliare? Per essere pronti ed essere certi di ascoltare la chiamata, quando Gesù “… stesso con un potente comando, con voce di arcangelo e con la tromba di Dio discenderà dal cielo, e quelli che sono morti in Cristo risusciteranno per primi poi noi viventi, che saremo rimasti, saremo rapiti assieme a loro nelle nuvole, per incontrare il Signore nell’aria; così saremo sempre col Signore” (1Tes.4:16,17). Se invece noi ci addormentiamo spiritualmente, sicuramente non potremo sentire il potente comando di Gesù, né il suono della tromba e allora resteremo in eterno lontani dal Signore: “Questi saranno puniti con la distruzione eterna, lontani dalla faccia del Signore e dalla gloria della sua potenza” (2Tes.1:9).

Abbiamo timore di Dio e amiamolo con tutto noi stessi, ubbidendoGli, perciò togliamo e abbandoniamo ogni cosa che ci è di ostacolo, come Gesù consiglia: “…se il tuo piede ti è occasione di peccato, taglialo; è meglio per te entrare zoppo nella vita, che avere due piedi ed essere gettato nella Geenna, nel fuoco inestinguibile” (Mrc.9:45). Gesù, parlando in parabola, ci mette in guardia dal peccato che si può commettere con un piede, infatti, se il tuo piede ti conduce fuori strada, dove non devi andare (nel peccato), allora, in analogia, taglialo, che vuol dire fermati e togli ogni intoppo, meglio privarti di qualcosa di carnale ed entrare nella vita eterna, che praticare i desideri della carne ed andare nella geenna del fuoco, come Gesù attesta: “dove il loro verme (l’anima) non muore e il fuoco non si spegne” (Mrc.9:46).

Non è facile, né semplice e né comoda la vita spirituale, perché è rinuncia a tutti i desideri della carne, ad ogni forma di peccato, perciò se vogliamo vedere la gloria di Dio, dobbiamo lasciare tutte le cose appartenenti al mondo, che ci sono d’impedimento per poter seguire Cristo, il quale dichiarò ai suoi discepoli: “Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi avrà perduto la propria vita per amor mio, la ritroverà. Che giova infatti all’uomo, se guadagna tutto il mondo e poi perde la propria anima? O che darà l’uomo in cambio dell’anima sua?” (Mt.16:24-26)..

Rinnegare se stessi è perciò annullare i propri desideri carnali; prendere la nostra croce, che vuol dire: “Basta a ciascun giorno il suo affanno” (Mt.6:34) e seguire Cristo, il suo esempio e i suoi insegnamenti.

Gesù conferma ancora: “Ricordatevi della parola che vi ho detto: -Il servo non è più grande del suo padrone-“. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra” (Gv.15:20). Noi dovremmo esporre persino la nostra vita per Cristo (Ap.12:11), se volessimo altresì con Lui rallegrarci eternamente.

Noi che viviamo, infatti siamo del continuo esposti alla morte per Gesù, affinché anche la vita di Gesù si manifesti nella nostra carne mortale” (2Cor.4:11).

Il nostro cammino terreno deve essere spirituale, con Cristo:

perché, se pure viviamo, viviamo per il Signore; e se moriamo, moriamo per il Signore; dunque sia che viviamo, sia che moriamo, siamo del Signore” (Rom.14:8).