Per far comparire la chiesa davanti a sé gloriosa, senza macchia o ruga o alcunché di simile, ma perché sia santa ed irreprensibile” (Ef.5:27).

La Chiesa di Dio è santa, senza macchia, irreprensibile, ripiena di Spirito Santo (2Cor.5:5) e “…le porte dell’inferno non la potranno vincere” (Mt.16:18).

Cristo Gesù è il Capo della Chiesa o della sposa, che è vergine e pura, perché giustificata tramite il Suo sangue: “Tanto più dunque, essendo ora giustificati per il suo sangue, saremo per mezzo di lui salvati dall’ira” (Rom.5:9).

Dio gli ha dato l’autorità di essere Capo di una chiesa santa, perfetta, pura e irreprensibile. A tale proposito, Dio, per bocca del profeta Isaia, rivelò che “…il giusto mio servo giustificherà molti, egli si addosserà la loro iniquità. Perciò io gli darò in premio le moltitudini, dei potenti egli farà bottino, perché ha consegnato se stesso alla morte ed è stato annoverato fra gli empi, mentre egli portava il peccato di molti e intercedeva per i peccatori” (Is.53:11,12).

Inoltre “…Egli è il capo del corpo, cioè della chiesa; è lui il principio, il primogenito dai morti, affinché in ogni cosa abbia il primato” (Col.1:18; Ef.4:15). Gesù è il primo della creazione di Dio (Ap.3:14) e fu anche “…il primo a risuscitare dai morti” (At.26:23), quindi Gesù ha il primato in ogni cosa creata da Dio.

Gesù quindi non può essere Capo di una Chiesa malata e sporca di peccato, perché è stata purificata con il suo prezioso sangue, come confermato: “Infatti il peccato non avrà più potere su di voi, poiché non siete sotto la legge, ma sotto la grazia” (Rom.6:14). Il peccato ha perso quindi il suo potere su tutti quelli che sono stati purificati nel sangue di Gesù, ricevendo Grazia.

Molti usano questo verso: “Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi” (1Gv.1:8), per giustificare il loro peccato, quando siamo invece chiamati a santificarci, ad allontanarci da ogni forma di male. L’apostolo Giovanni indica il passaggio dallo stato di peccatore pentito, perché nessuno è senza peccato, per ravvedimento e conversione, a quello di credente, graziato e giustificato.

Io ero un grande peccatore, in mezzo a questo mondo perduto, come l’apostolo attesta: “…fra i quali anche noi tutti un tempo vivemmo nelle concupiscenze della nostra carne, adempiendo i desideri della carne e della mente, ed eravamo per natura figli d’ira, come anche gli altri” (Ef.2:3; Rom.3:9). Tutti eravamo nel peccato, schiavi del peccato, ma Cristo ci ha resi liberi, perché siamo morti al peccato, come la morte libera l’anima dal corpo, così la morte al peccato ci rende viventi a Dio in Cristo (Rom.6:7), “Così anche voi consideratevi morti al peccato, ma viventi a Dio, in Gesù Cristo, nostro Signore” (Rom.6:11).

È scritto che: “Se pertanto noi che cerchiamo la giustificazione in Cristo siamo trovati peccatori come gli altri, forse Cristo è ministro del peccato? Impossibile!” (Gal.2:17). Noi eravamo schiavi del peccato, ma quando è intervenuto Cristo Gesù nella nostra vita, ha cambiato il nostro stato in morti al peccato e, quindi essendo morti, come può il peccato regnare ancora in noi? “No di certo! Noi che siamo morti al peccato, come vivremmo ancora in esso?” (Rom.6:2).

Gesù ci ha liberati dal peccato e dalla morte: “Infatti, ciò che era impossibile alla legge, perché la carne la rendeva impotente, Dio lo ha fatto; mandando il proprio Figlio in carne simile a carne di peccato e, a motivo del peccato, ha condannato il peccato nella carne” (Rom.8:2,3).  Chi pur avendo creduto in Gesù afferma di essere ancora un peccatore, allora dimostra che non è stato liberato, perché il peccato domina ancora in lui e non ha quindi la vita: ”…Perché il salario del peccato è la morte, ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore” (Rom.8:23).

Gesù ci ha lavati con il Suo sangue una volta sola per sempre, purificandoci dai peccati che avevamo commesso per ignoranza, senza conoscenza, perciò non possiamo più peccare, perché: “Ora, dove c’è perdono di queste cose, non c’è più bisogno di offerta per il peccato” (Ebr.10:18-26). “Infatti, se persistiamo nel peccare volontariamente, dopo aver ricevuto la conoscenza della verità, non rimane più alcun sacrificio per i peccati” (Ebr.10:26).

Convertirsi a Dio vuol dire cambiare la propria vita, far morire le opere del corpo e vivere a Dio, in Cristo Gesù,  “perché se vivete secondo la carne voi morrete; ma se per mezzo dello Spirito fate morire le  opere  del  corpo, voi vivrete” (Rom.8:13), perciò “Fate dunque morire ciò che in voi è terreno: fornicazione, impurità, passioni, desideri cattivi e cupidigia, che è idolatria” (Col.3:5; Rom.6:10).

Occorre comprare la perla di grande valore (Mt.13:46), la Parola di Dio e disfarsi di tutto il resto; vendere tutto quello che in noi è carnale, che appartiene al vecchio uomo e, solo allora, riconosceremo: “…che chiunque è nato da Dio non persiste nel peccare; ma colui che nacque da Dio (Gesù) lo protegge, e il maligno non lo tocca” (1Gv.5:18).

Chi è da Dio ascolta le parole di Dio. Per questo voi non le ascoltate; perché non siete da Dio” (Gv.8:47).

Non fatevi ingannare dai predicatori dell’amore, perché loro non conoscono Dio, quando attestano che l’Eterno è amore e non condanna alcuno, dato che Egli è misericordioso e perdona chiunque. “Essi renderanno conto a colui che è pronto a giudicare i vivi e i morti” (1Ptr.4:5) e il giorno del giudizio verrà per decidere la sorte di tutti quelli che non hanno creduto in Gesù e non hanno messo in pratica la sua Parola, condannandoli alla geenna del fuoco eterno (Ap.20:15).

Oggi è il tempo della Grazia, ma presto Gesù chiuderà questo periodo, annullando la grazia per i gentili (popoli non Ebrei) (Mrc.14:24; Ebr.8:6). Zaccaria profetizzò il termine della Grazia: “Presi quindi il mio bastone –Grazia- e lo spezzai, per annullare il patto che avevo stabilito con tutti i popoli” (Zac.11:10). Non hai molto tempo, ma ravvediti e credi oggi stesso per ricevere tutte le promesse della vita eterna.

Devi credere in Cristo Gesù per aver accesso al Padre, cioè Dio, come Gesù confermò: “Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me” (Gv.14:6).

Non ti scoraggiare se Dio ha posto in te il desiderio di conoscere la verità e di cambiare la tua vita. Non aspettare altro tempo, perché oggi è il giorno in cui puoi credere in Gesù, battezzarti nel suo nome per ricevere il perdono dei tuoi peccati ed ereditare la vita eterna. “…ma questi sono stati scritti, affinché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e, affinché, credendo, abbiate vita nel suo nome” (Gv.20:31; At.8.16; 2:38; At.10:48; 19:5; Rom.6:3).

Chi insegna diversamente da ciò che è scritto, segue un vangelo carnale, che porta alla morte, perché: “…Ciò che brama la carne è morte, mentre ciò che brama lo Spirito è vita e pace” (Rom.8:6). Occorre perciò annullare prima il vecchio uomo peccaminoso e poi rivestirsi dell’uomo nuovo, per essere riconciliati a Dio per mezzo di Cristo Gesù: “Infatti voi tutti che siete stati battezzati in Cristo vi siete rivestiti di Cristo” (Gal.3:27).

Molti pastori, ministri, collaboratori, responsabili e conduttori di comunità non si preoccupano affatto di come Dio vuole che siano i suoi fedeli. Essi insegnano dottrine di uomini, secondo la tradizione, rispettando il proprio statuto confessionale di appartenenza e con la cultura ricevuta nelle scuole bibliche, seminari, si favorisce ogni specie di amore, perché è lecito e Dio è amore. I loro fedeli devono quindi amare, ubbidire ai superiori e non contraddirli mai, perché se lo facessero, sarebbero considerati come giudici. Essi devono accettare tutto quello che ordinano, senza intromettersi negli insegnamenti, pena l’espulsione come dissidenti, eretici.

Essi insistono che ogni cosa deve essere fatta con amore, perciò bisogna amare, amare e ancora amare, per cui ritengono che se ami, anche se non ti santifichi, va bene lo stesso, perché se pecchi, il sangue di Gesù ti purifica.

Per ricevere il perdono occorre riconoscere anzitutto il nostro peccato, essere contristato di cuore, essere pentito di aver violato il comandamento di Dio e aver offeso il Signore con il nostro comportamento errato, quindi confessarlo e impegnandoci a non commetterlo più (santificazione), allora la pace inonderà tutto il nostro essere, ristabilendo la nostra comunione con il Signore.

Quelli infatti che sono stati illuminati, hanno gustato il dono celeste, sono stati fatti partecipi dello Spirito Santo e hanno gustato la buon parola di Dio e le potenze del mondo a venire, se cadono, è impossibile riportarli un’altra volta al ravvedimento, poiché per conto loro crocifiggono nuovamente il Figlio di Dio e lo espongono a infamia” (Ebr.6:4-6). Cadere è vivere nel peccato; non odiare e non ripudiare il male, non facendo la volontà di Dio, equivale a ignorare e a rifiutare la grazia, rendendo vano l’unico e irripetibile sacrificio di Gesù, che è morto al posto nostro, portando ed annullando i nostri peccati ed è risuscitato per dare vita a coloro che credono nel Suo nome, perciò “Colui che persiste nel commettere il peccato proviene dal diavolo…” (1Gv.3:8) e “…Di quale peggior castigo, a vostro parere, sarà giudicato degno colui che avrà calpestato il Figlio di Dio e avrà considerato profano il sangue del patto con il quale è stato santificato e avrà disprezzato lo Spirito della grazia?” (Ebr.10:29) e “Che diremo dunque? Rimarremo nel peccato, affinché abbondi la grazia? Niente affatto! Noi che siamo morti al  peccato, come vivremo ancora in esso?” (Rom.6:1,2)

I pastori moderni non insegnano ai loro fedeli di non desiderare le cose del mondo e di separarsi da esse, per essere infine puri di anima, corpo e spirito, che rimane per loro solo un utopia, perché “Essi sono dal mondo; per questo parlano di cose del mondo e il mondo li ascolta” (1Gv.4:5), quando invece siamo tenuti a osservare il consiglio: “Non amate il mondo, né le cose che sono nel mondo. Se uno ama il mondo, l’amore del Padre non è in lui” (1Gv.2:15).

L’uomo carnale giudica secondo l’apparenza, ma l’uomo spirituale fa giudizi secondo lo Spirito, come è evidenziato: “Non giudicate secondo l’apparenza, ma fate un giusto giudizio” (Gv.7:24). La vera dottrina è quella che procede da Dio, come Gesù rispose ai giudei: “La mia dottrina non è mia, ma di colui che mi ha mandato. Se qualcuno vuol fare la sua volontà, conoscerà se questa dottrina viene da Dio, oppure se io parlo da me stesso” (Gv.7:17).

Non vi fate ingannare, fratelli, perché lo Spirito Santo vi guiderà in tutta la verità (Gv.16:13), che procede da Dio e che ci insegna a camminare in purezza di spirito, senza malizia e senza sporcizia alcuna, “… ma l’essere nascosto nel cuore con un’incorrotta purezza di uno spirito dolce e pacifico, che è di grande valore davanti a Dio” (1Ptr.3:4).

L’ubbidienza viene prima di ogni cosa, senza l’ubbidienza a Dio, non c’è amore, come stabilito: “Questo infatti è l’amore di Dio: che noi osserviamo i suoi comandamenti; e i suoi comandamenti non sono gravosi” (1Gv.5:3), “Ma chi  osserva la sua parola, l’amore di Dio in lui è perfetto…” (1Gv.2:5), “Avendo purificato le anime vostre con l’ubbidienza alla verità mediante lo Spirito, per avere un amore fraterno senza alcuna simulazione, amatevi intensamente gli uni gli altri di puro cuore” (1Ptr.1:22). È un comandamento perfetto: chi ama Dio, ami anche il suo fratello, perché se uno non ama il proprio fratello, che vede, come può amare Dio, che non ha mai visto? (1Gv.4:20).

Molti insegnano che avere amore per gli altri è tutto della fede, ma confondono l’amore terreno con quello di Dio. L’amore terreno è carnale, ma l’amore di Dio è spirituale, perché: “…è paziente, è benigno; l’amore non invidia, non si mette in mostra, non si gonfia, non si comporta in modo indecoroso, non cerca le cose proprie, non si irrita, non tiene conto del male; non si rallegra dell’ingiustizia, ma gioisce con la verità, tollera, crede, spera, sopporta ogni cosa” (1Cor.13:4-7), Chi ama in modo carnale, non ha la verità e perciò non conosce Dio, ma il suo amore è falso, è ingannevole, perché: “…e da ogni inganno di malvagità per quelli che periscono, perché hanno rifiutato di amare la verità per essere salvati” (2Tmt.2:10).

Chi dice quindi di amare, ma non mette in pratica i comandamenti di colui che è Amore, cioè Dio, è bugiardo e il suo amore è falso, perché non ama la verità per essere salvato, come confermato: “Chi dice: -Io l’ho conosciuto-, e non  osserva i suoi comandamenti, è bugiardo e la verità non è in lui. Ma chi  osserva la sua parola, l’amore di Dio in lui è perfetto. Da questo conosciamo che siamo in lui” (1Gv.2:4,5). Gesù afferma che: “…Io vi conosco, che non avete l’amore di Dio in voi” (Gv.5:42).

Ci è stato comandato che: “Tutte le cose che fate, fatele con amore” (1Cor.16:14). In tutta la Scrittura viene moltissime volte indicato il primo comandamento, che è: “Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Questo è il primo comandamentoIl secondo è simile a questo: -Ama il tuo prossimo come te stesso-. Non vi è alcun altro comandamento maggiore di questi” (Mrc.12:30,31).

La fede deve essere: ”…con purità, con conoscenza, con pazienza, con benignità, con lo Spirito Santo, con amore non finto” (2Cor.6:6). Quante volte abbiamo notato l’atteggiamento e la reazione di coloro che professano amore e, quando fai appena notare loro che non stanno camminando secondo la volontà di Dio, ti aggrediscono, perché non conoscono l’amore di Dio e il loro amore è solo ipocrisia. Gesù sa chi gli appartiene e dice agli altri: “Ma io vi conosco, che non avete l’amore di Dio in voi” (Gv.5:42). L’amore di Dio non ha niente in comune con l’amore carnale. Dio è Spirito e tutto quello che noi facciamo, per esserGli graditi, ereditando la vita eterna, deve necessariamente essere in Spirito e secondo verità, come per adorarLo.

I tempi sono molto difficili, perché il nostro nemico mette fuori tutte le sue armi, anche quelle più usate e potenti, come l’orgoglio e le mezze verità, con cui ha ingannato e ancora seduce il mondo, oltre a diffondere lo sconforto, la depressione, accrescendo la superbia, la malizia e l’imbroglio in mezzo a tanta confusione.

I figli di Dio, cioè quelli che sono nati di nuovo, non cadono e perciò non saranno sedotti, perché loro sanno discernere bene, tramite lo Spirito Santo, quello che è buono da ciò che è male, “Chi ama il proprio fratello dimora nella luce e non vi è niente in lui che lo faccia cadere” (1Gv.2:10). Noi sappiamo che “…la speranza non confonde, perché l’amore di Dio è stato sparso nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato” (Rom.5:5). Dio non parla di amore carnale, ma di quello spirituale, con cui si ama Dio e il nostro prossimo; chi non ha ricevuto il dono dello Spirito Santo, non può conoscere l’amore di Dio.

Dio benedica e sostenga tutti i suoi figli. Amen!