Un avviso importante per i tempi in cui viviamo: “Perciò rinfrancate le mani cadenti e le ginocchia infiacchite e raddrizzate le vie storte per i vostri passi, perché il piede zoppicante non abbia a storpiarsi, ma piuttosto a guarire” (Ebr.12:13). I deboli nella fede, gli ingenui e i semplici creduloni ad ogni dichiarazione, sono in pericolo, perché facili prede del nemico, essendo immaturi e impreparati nella Parola di Dio.

Preghiamo per loro, affinché si fortifichino nella conoscenza e non si allontanino totalmente dalla Grazia.

Molte chiese apostate, esistenti in tutto il mondo, predicano un vangelo diverso da quello che ci hanno lasciato in eredità gli apostoli di Cristo Gesù.

Come riconoscere i ministri di Satana? Dai loro frutti! (Mt.7:17,20)

Tutto è possibile per coloro che hanno ricevuto lo Spirito di Verità (Gv.16:13), perché rivela il falso dal vero. Nessun seguace di Cristo, riconoscendo la sua voce, può cadere nella trappola del diavolo, che è sempre pronto a divorare le persone fragili spiritualmente.

I falsi ministri predicano un Dio di solo amore, che accoglie tutti in paradiso, perché perdona tutti i peccati passati, presenti e futuri. Essi ammettono anche che, quando si crede, si è salvati per sempre, pur se continuiamo a commettere dei peccati, senza dover chiedere perdono, perché sottintendono che Dio perdona, a differenza di quanto è riportato: “Cercate la pace con tutti e la santificazione, senza la quale nessuno vedrà mai il Signore, vigilando che nessuno venga meno alla grazia di Dio. Non spunti né cresca alcuna radice velenosa in mezzo a voi e così molti ne siano infettati; non vi sia nessun fornicatore o nessun profanatore, come Esaù, che in cambio di una sola pietanza vendette la sua primogenitura. E voi ben sapete che in seguito, quando volle ereditare la benedizione, fu respinto, perché non trovò possibilità che il padre mutasse sentimento, sebbene glielo richiedesse con lacrime” (Ebr.12:13-17).

Quello che è scritto, è per nostro esempio (Rom.15:4).

Esaù cedette con leggerezza la sua primogenitura al fratello, in cambio di una minestra. Solo quando capì l’importanza di averla persa definitivamente, insieme ai privilegi, piangendo, chiese al padre di benedirlo ugualmente, ma in lui non ci fu pentimento, così Isacco lo rifiutò.

Così il Padre celeste farà a chi non si ravvede, non crede nella Grazia e rifiuta l’offerta sacrificale di Gesù. Se invece ci riconoscessimo colpevoli e, soprattutto pentiti, chiederemmo perdono dei peccati, compiuti per ignoranza, riceveremmo giustificazione e salvezza con la remissione dei peccati per mezzo della fede in Gesù, come indicato: “Ravvedetevi dunque e convertitevi, perché i vostri peccati siano cancellati” (At.3:19).

Chi commette il peccato è disubbidiente alle leggi di Dio e, per i colpevoli impenitenti, incombe la condanna, perché l’ira di Dio è su di loro (Rom.1:18; Ef.5:6) “Essi, essendo disubbidienti, inciampano nella parola; e a questo sono stati anche destinati” 1(Ptr.2:8). I falsi distorcono la Parola di Dio e per essa periranno, come Gesù affermò: “Chi mi respinge e non riceve le mie parole, ha chi lo giudica; la parola che ho annunciata è quella che lo giudicherà nell’ultimo giorno” (Gv.12:48) “E ancora chi commette il peccato è dal diavolo” (1GV.3:8).

Con molti paragoni, Gesù affermò che occorre togliere ogni cosa malvagia, che ci induce al peccato, anche se fosse qualcosa, che ci farà soffrire. E’ meglio però soffrire sulla terra, che essere gettato nella geenna del fuoco eterno: “Se il tuo occhio ti fa cadere in peccato, cavalo e gettalo via da te; meglio è per te entrare nella vita con un occhio solo, che aver due occhi ed essere gettato nella geenna del fuoco” (Mt.18:9).

Ravvediti e fai opere di giustizia e di santificazione, se vuoi entrare nel regno di Dio e di Cristo (Ap.22:11). “Perché, sappiatelo bene, nessun fornicatore o impuro o avaro (che è un idolatra) ha eredità nel regno di Cristo e di Dio” (Ef.5:5).

In questi ultimi tempi moltissimi “Colmano così senza posa la misura dei loro peccati; ma ormai li ha raggiunti l’ira finale” (1Tes.2:16), quindi non ti associare a loro, ma aggrappati a Cristo Gesù, rinnegando ogni peccato, perché occorre essere morto al peccato e vivente in Cristo, se vuoi ereditare la vita eterna.

Tieni sempre presente che “Noi che siamo morti al peccato, come vivremmo ancora in esso?” (Rom.6:2).

portando di continuo nel nostro corpo il morire del Signore Gesù, affinché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo. Noi che viviamo, infatti, siamo di continuo esposti alla morte a motivo di Gesù, affinché la vita di Gesù si manifesti nella nostra carne mortale” (2Cor.4:10,11).