Poiché quelli che egli ha preconosciuti, li ha anche predestinati ad essere conformi all’immagine del suo Figlio, affinché egli sia il primogenito fra molti fratelli. E quelli che ha predestinati, li ha pure chiamati; quelli che ha chiamati, li ha pure giustificati; e quelli che ha giustificati, li ha pure glorificati” (Rom.8:29,30).

Giuda Iscariota era stato scelto da Gesù, come tutti i discepoli, ma per uno scopo diverso dagli altri. Su di lui era stato profetizzato quello che avrebbe dovuto fare, quando non era ancora nato.

Circa 500 anni prima, Dio lo aveva destinato a quello scopo e non ebbe affatto il libero arbitrio di scegliere, se seguire Gesù, come anche gli altri discepoli, perciò andò incontro al suo destino.

Di Giuda è stato profetizzato dal re e profeta Davide: “Quando sarà giudicato, esca condannato, e la sua preghiera gli sia imputata come peccato. Siano pochi i suoi giorni: un altro prenda il suo posto. I suoi figli diventino orfani e sua moglie vedova. I suoi figli siano vagabondi e mendicanti e cerchino il pane lontano dalle loro case in rovina. L’usuraio divori tutto il suo patrimonio ed estranei lo spoglino del frutto delle sue fatiche.  Nessuno sia misericordioso con lui e nessuno abbia pietà dei suoi orfani.  La sua discendenza sia distrutta; nella seconda generazione sia cancellato il loro nome!”  (Sal.109:7-12).

Tutto questo fu prefissato anticamente e, al momento stabilito, avvenne: “Satana entrò in Giuda, chiamato Iscariota, che era nel numero dei dodici” (Lc.22:3; Gv.13:2).

Anche il profeta Zaccaria rivelò come sarebbe stata valutata la vita di Gesù, da Giuda: “Io dissi loro: -Se vi sembra giusto, datemi il mio salario; se no, lasciate stare-. Ed essi mi pesarono il mio salario: trenta sicli d’argento” (Zac.11:12,13).

Anche nel Salmo 41, Davide rivela il tradimento, che doveva essere perpetrato ad opera di Giuda: “Perfino l’uomo col quale vivevo in pace, nel quale confidavo, che mangiava il mio pane, ha alzato il calcagno contro a me” (Sal.41:9); Gesù confermò: ”Non parlo di voi tutti; io conosco quelli che ho scelti; ma, perché sia adempiuta la Scrittura: -Colui che mangia il mio pane, ha levato contro di me il suo calcagno-“ (Gv.13:18).

Quando ebbe compiuto il tradimento, Giuda si pentì, ma non gli servì, perché egli era già stato condannato, come dichiarato dai profeti: “Siano quei peccati sempre davanti al SIGNORE, e faccia egli sparire dalla terra il ricordo di lui” (Sal.109:15). Gesù lo conosceva bene, ma lo chiamò a seguirlo, ma non lo scelse.

Altro esempio è di Esaù che, ancor prima che nascesse e che formasse una nazione, Dio lo aveva escluso, come discendenza, preferendo suo fratello Giacobbe, come indicato: “Ho amato Giacobbe e ho odiato Esaù” (Rom.9:13). È tradotto con odiato, ma noi sappiamo che Dio non odia alcuno, ma solamente non ha scelto Esaù. Infatti, Esaù disprezzò la sua primogenitura, vendendola al fratello per un piatto di lenticchie. E’ raccomandato: “…che nessuno sia fornicatore, o profano, come Esaù che per una sola pietanza vendette la sua primogenitura” (Ebr.12:16). Anche lui si pentì, ma non trovò perdono presso Dio, perché di lui, Dio aveva decretato: “…ho odiato Esaù; ho fatto dei suoi monti una desolazione e ho dato la sua eredità agli sciacalli del deserto” (Mal.1:3).

Si può dire che Dio è ingiusto, no! (Rom.3:5,6; Ebr.6:10)

L’Eterno è il Formatore e sceglie chi vuole e indurisce chi vuole (Rom.9:18), come fece con il Faraone, per mostrare la sua potenza e farsi conoscere (Rom.9:17), attraverso le dieci piaghe, nella liberazione del suo popolo dalla schiavitù di Egitto, tramite il suo servo Mosè, insieme ad Aronne.

Dio rivelò a Daniele quello che il suo popolo avrebbe fatto nelle 62 settimane di esilio. Così successe, come era stato predetto. Tutto avvenne come stabilito e ugualmente sarà per l’ultima e 70-esima settimana, che verrà.

Il piano di Dio per il mondo, non cambia. Dio non ci ripensa: quello che è stato detto dalla sua bocca avverrà e nessuno può modificarlo. È scritto: “…in Isacco ti sarà data una discendenza, cioè: non sono considerati figli di Dio, i figli della carne, ma come discendenza, sono considerati solo i figli della promessa” (Rom.9:7,8).

Potrà forse Dio ubbidire all’uomo?

Non è invece l’uomo che deve ubbidire a Dio? La tua vita, Dio la conosce: “E non è tutto; c’è anche Rebecca che ebbe figli da un solo uomo, Isacco nostro padre: quando essi ancora non erano nati e nulla avevano fatto di bene o di male – perché rimanesse fermo il disegno divino fondato sull’elezione non in base alle opere, ma alla volontà di colui che chiama” (Rom.9:10,11). Tutto quindi avviene, secondo l’elezione di Dio e non secondo il libero arbitrio dell’uomo.

Se Lui ti ha scelto, scrivendo il tuo nome nel libro della vita dell’Agnello (Cristo), nessuno ti può separare da Cristo. Se invece ti ha solo chiamato e il tuo nome non si trova scritto nell’elenco degli eletti, il tuo cuore resterà indurito e i tuoi occhi accecati spiritualmente e non entrerai nella vita eterna. Dio ha il suo piano per ognuno che viene al mondo e nessuno può farglielo cambiare.

Tutte le Scritture sono per gli eletti, mentre gli altri non comprenderanno mai.

Avete mai trovato scritto di pregare per gli infedeli o per il mondo? No! Gesù pregò il Padre dicendo: “Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per quelli che tu mi hai dati, perché sono tuoi” (Gv.17:9). Inoltre l’apostolo Paolo scrive che pregava per tutti quelli che lottavano insieme a Lui e per: “…altri miei collaboratori i cui nomi sono nel libro della vita” (Fil.4:3).

Dobbiamo quindi pregare per i santi, affinché si santifichino di più, come ci viene esortato di pregare gli uni per gli altri, per la Chiesa dei riscattati. Ci viene anche insegnato: “…Pregate in ogni tempo, per mezzo dello Spirito, con ogni preghiera e supplica; vegliate a questo scopo con ogni perseveranza. Pregate per tutti i santi” (Ef.6:18).

Dio non dà il suo Spirito a quelli che non ha scelto, ma ai suoi eletti, che li sigilla, li consola, li rallegra, ma anche li prova, anche attraverso le sofferenze e poi li guarisce, come avvenne per Enea: “Pietro gli disse: -Enea, Gesù Cristo ti guarisce; alzati e rifatti il letto-. Egli subito si alzò” (At.9:34).

Se credi e metti in pratica la Parola di Dio, diventerai figlio e come ogni figlio, avrai diritto all’eredità; infatti, è scritto che: “Se siamo figli, siamo anche eredi;  eredi di Dio e coeredi di Cristo, se veramente soffriamo con lui, per essere anche glorificati con lui” (Rom.8:17), “avendoci predestinati ad essere adottati come suoi figli per mezzo di Gesù Cristo secondo il beneplacito della sua volontà” (Ef.1:5).