O Eterno, poni una guardia davanti alla mia bocca” (Slm.141:3).

Il cristiano dovrebbe saper discernere il bene dal male e fare molta attenzione a seguire la verità, la giustizia e la bontà in ogni cosa, come comportarsi bene, in modo degno della sua vocazione in Cristo. In particolare, imparare dal suo Maestro a dare valore e peso alle parole, perché una volta dichiarate, soprattutto quelle inopportune, non possono essere più ritirate ed esse producono effetto e reazione in chi le ascolta. Ugualmente per quelle espresse nella Parola di Dio, che dobbiamo rispettare e osservare con tutto il nostro impegno. Essa è il messaggio di salvezza per il credente, che l’Eterno ha rivelato tramite suo Figlio, Gesù Cristo, nostro Signore e Salvatore. Sappiamo inoltre che la sua Parola è verità, santa, eterna, perfetta, giusta ed efficace, così quando noi la usiamo, dobbiamo accostarci ad essa con grande rispetto e dovuta cura nel timore di Dio, senza storpiarla, né aggiungendo o togliendo alcuna cosa, nel modo più assoluto, per non essere trovati bugiardi e subirne le conseguenze (Prov.30:6).

Origine delle parole.

Le parole che si esprimono sono pensieri, che provengono dal nostro animo o mente, come confermato: “Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, procedono pensieri malvagi…” (Mrc.7:21; Lc.5:22) e rivelano all’ascoltatore il nostro spirito “…poiché, come pensa nel suo cuore, così egli è…” (Prv.23:7); “…Veglierò sulla mia condotta, per non peccare con la mia lingua; metterò un freno alla mia bocca mentre l’empio mi sta davanti” (Slm.39:1),  “Il cuore del saggio rende assennata la sua bocca, e aumenta il sapere delle sue labbra” (Prv.16:23); “L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae il bene; e l’uomo malvagio dal malvagio tesoro del suo cuore trae il male, perché la bocca di uno parla dall’abbondanza del cuore” (Lc.6:45); “Le labbra del giusto conoscono ciò che è accettevole, ma la bocca degli empi conosce solo cose perverse” (Prv.10:32); “Chi custodisce la sua bocca protegge la propria vita, ma chi apre troppo le labbra va incontro alla rovina” (Prv.13:3). In similitudine, molte volte il cuore indica il nostro spirito, mentre altre la mente dell’uomo.

Modo di parlare, proclamare le Scritture.

Il vostro parlare sia sempre con grazia, condito con sale, per sapere come vi conviene rispondere a ciascuno” (Col.4:6) e non rispondere in fretta, ma tu sia lento nel parlare, per considerare le tue parole:” Perciò, fratelli miei carissimi, sia ogni uomo pronto ad ascoltare, lento a parlare e lento all’ira” (Gcm.1:19), perché “Hai visto un uomo precipitoso nel parlare? C’è più speranza per uno stolto che per lui” (Prv.29:20).

Rifletti con saggezza e “Non essere precipitoso con la tua bocca, e il tuo cuore non si affretti a proferire alcuna parola davanti a DIO, perché DIO è in cielo e tu sulla terra; perciò le tue parole siano poche” (Ecl.5:2), perché “Nelle molte parole non manca la colpa, ma chi frena le sue labbra è saggio” (Prv.10:19).

Come dobbiamo usare la parola.

Alcune parole possono provocare contese, ire, divisioni, perciò “Chi parla sconsideratamente è come se trafiggesse con la spada, ma la lingua dei saggi reca guarigione” (Prv.12:18), quindi “Rimuovi da te il parlare fraudolento e allontana da te le labbra perverse” (Prv.4:24), “Trattieni la tua lingua dal male e le tue labbra dal dire menzogne” (Slm.34:13). “Non lasciare che la tua bocca porti il tuo corpo a peccare, e non dire davanti al messaggero di Dio: -È stato uno sbaglio-. Perché dovrebbe DIO adirarsi per le tue parole e distruggere l’opera delle tue mani?” (Ecl.5:6).

Molte sono le parole inutili e senza ragione, che vengono pronunciate solo per il piacere di stare insieme o per scambio di opinioni, informazioni, pensieri su determinate questioni attuali, politiche, ma dobbiamo fare attenzione “Or io dico che nel giorno del giudizio gli uomini renderanno conto di ogni parola oziosa che avranno detta” (Mt.12:36).

Effetto delle parole.

Accade spesso che quando uno promette, si deve pure impegnare a mantenere la sua decisione, pena la sua credibilità e la sua reputazione, perché “sei colto nel laccio dalle parole della tua bocca, sei preso dalle parole della tua bocca” (Prv.6:2).

L’uomo sazia il ventre col frutto della sua bocca, egli si sazia col prodotto delle sue labbra” (Prv.18:20), l’affidabilità, la serietà, la responsabilità, l’onestà e lealtà premiano sempre la vita di chi le pratica, mentre la rendita del malvagio è la sua rovina, per cui: “Chi custodisce la sua bocca e la sua lingua preserva la sua vita dalle avversità” (Prv.21:23).

Morte e vita sono in potere della lingua; quelli che l’amano ne mangeranno i frutti” (Prv.18:21). Chi pensa che per servire il Signore non bisogna essere perfetti, viene smentito da Gesù e dai suoi apostoli “Voi dunque siate perfetti, come è perfetto il Padre vostro, che è nei cieli” (Mt.5:48; Gv.17:23; Fil.3:15). Per ogni parola pronunciata per scherzo “Come un pazzo… così è colui che inganna il prossimo e dice: -L’ho fatto per scherzo!-“ (Prv.26:19) o senza senso o motivo, si va in giudizio, perché questo non edifica il nostro spirito e tutto quello che non edifica è morte, “Nessuna parola malvagia esca dalla vostra bocca, ma se ne avete una buona per l’edificazione, secondo il bisogno, ditela affinché conferisca grazia a quelli che ascoltano” (Ef.4:29).

Scopo delle parole.

Per il cristiano è quello di testimoniare della grandezza delle opere di Cristo Gesù, della Sua morte e resurrezione e della sua esperienza di salvezza e vita in Gesù, il suo Signore e Salvatore. È necessario comunicare integralmente il messaggio di salvezza e trasmettere la fede nella Parola di Dio, unico strumento valido della conoscenza della volontà divina, “…e come crederanno in colui del quale non hanno udito parlare? E come udiranno, se non c’è chi predichi?” (Rom.10:14).

Per questo, proclamare alla leggera la parola di Dio è un rischio molto grande, perciò “Studiati di presentare te stesso approvato davanti a Dio, operaio che non ha da vergognarsi, che esponga rettamente la parola della verità” (2Tmt.2:15). Dio ci ha santificati e resi perfetti: “Con un’unica offerta, infatti, egli ha reso perfetti per sempre coloro che sono santificati” (Ebr.10:14).

Osserviamo quanto è importante essere sicuri e corretti nell’annunciare o proclamare in modo esatto e autentico le Sacre Scritture, perché “Non ciò che entra nella bocca contamina l’uomo; ma è quel che esce dalla bocca che contamina l’uomo” (Mt.15:11). Se noi esponessimo cose menzognere, quelli che le ascolterebbero, credendo alle nostre parole, cadrebbero nel peccato come noi, che resteremmo doppiamente condannati; per questo siamo avvertiti:

Se uno non sbaglia nel parlare, è un uomo perfetto, Capace anche di tenere a freno tutto il corpo… così anche la lingua… si vanta di molte cose… anche la lingua è un fuoco, il mondo dell’iniquità… la lingua contamina tutto il corpo, infiamma il corso della vita ed è infiammata dalla Geenna… ma la lingua nessun uomo la può domare; è un male che non si può frenare, è piena di veleno mortifero. Con essa benediciamo Dio e Padre, e con essa malediciamo gli uomini che sono fatti a somiglianza di Dio. Dalla stessa bocca esce benedizione e maledizione. Fratelli miei, le cose non devono andare così” (Giac.3:2,5,6,8-10)

Dalla stessa fonte non possono uscire acque amare e dolci (Giac.3:11), quindi la bocca di chi serve e ama Dio, non deve aprirsi per raccontare barzellette “e di non occuparsi di favole e di genealogie senza fine, le quali producono controversie piuttosto che l’opera di Dio, che è fondata sulla fede” (1Tmt.1:4), “Ma evita le discussioni stolte, le genealogie, le contese e le dispute intorno alla legge, perché sono inutili e vane” (Tito 3:9), né argomenti insensati, né discutere con filosofi, che mettono in mostra la loro cultura, né colloquiare con oratori o con chi esercita l’arte dell’eloquenza, solo per fare ammirare le sue qualità carnali, “Ma come si conviene ai santi, né fornicazione, né impurità alcuna, né avarizia siano neppure nominate fra di voi; lo stesso si dica dell’oscenità, del parlare sciocco e della buffoneria, che sono sconvenienti; ma piuttosto abbondi il ringraziamento” (Ef.5:3,4), quindi “Evita inoltre le discussioni stolte e insensate, sapendo che generano contese” (2Tmt.2:23).

Niente è nascosto a Dio o forse qualcuno pensa che non fa caso al comportamento umano? È scritto che: “…Non vi è alcuna creatura nascosta davanti a lui, ma tutte le cose sono nude e scoperte agli occhi di colui al quale dobbiamo rendere conto” (Ebr.4:13). La nostra condotta deve essere degna di un figlio, o figlia di Dio, quindi “Vegliate, state fermi nella fede, comportatevi virilmente, siate forti” (1Cor.16:13), “Soltanto, comportatevi in modo degno dell’evangelo di Cristo” (Fil.1:27) e della vocazione ricevuta, “quando vedranno la vostra casta condotta accompagnata da timore” (1Ptr.3:2), possano anche gli altri essere attratti dal Signore. Comportiamoci pertanto come “…concittadini dei santi e membri della famiglia di Dio” (Ef.2:19) e “Camminate in modo degno del Signore per piacergli in ogni cosa” (Col.1:10), perché senza santificazione, nessuno vedrà Dio (Ebr.12:14). Teniamoci lontani da ogni forma o apparenza di male, per non esserne influenzati e contaminati, perciò “Avendo dunque queste promesse, carissimi, purifichiamoci da ogni contaminazione di carne e di spirito, compiendo la nostra santificazione nel timore di Dio” (2Cor.7:1), separiamoci dal peccato e respingiamo tutto ciò che ci offre o che appartiene a questo mondo, anche se noi siamo nel mondo (Gv.17:11), ma non siamo del mondo (Gv.17:16), perché apparteniamo a Cristo (Rom.7:4), che ci ha comprati a caro prezzo (1Cor.6:20) del suo sangue versato sulla croce per la remissione dei peccati di chi crede in Lui e “…affinché stiate fermi, perfetti e compiuti in tutta la volontà di Dio” (Col.4:12).

Ci sia quindi un continuo ravvedimento, proseguendo nel cammino di santificazione e, credendo sempre in Cristo Gesù, serviamo, lodiamo e amiamo Dio con tutto il nostro cuore, anima, forza e mente (Mc.12:33), mettendo in pratica la Sua Parola, per non essere giudicati. Passeremo allora dalla morte alla vita, per sempre (Gv.5:24), come eredi di Dio e coeredi di Cristo, perché: “…se siamo figli, siamo anche eredi, eredi di Dio e coeredi di Cristo, se pure soffriamo con lui per essere anche con lui glorificati” (Rom.8:17).

Non camminiamo secondo la caparbietà del nostro cuore e ricordiamoci che: “…Ognuno di noi renderà conto di se stesso a Dio” (Rom.14:12), “L’uomo sarà saziato di beni per il frutto della sua bocca, e ognuno riceverà la ricompensa secondo l’opera delle sue mani” (Prv.12: 14).

Resta una sola e semplice cosa da fare: ringraziare continuamente Dio e “Per mezzo di lui (Gesù) dunque, offriamo del continuo a Dio un sacrificio di lode, cioè il frutto di labbra che confessano il suo nome” (Eb.13:15). Proclamiamo con forza che:

Io benedirò l’Eterno in ogni tempo; la sua lode sarà sempre sulla mia bocca” (Sal.34:1).

Ogni cosa che respira, lodi l’Eterno. Alleluia.” (Sal.150:6).