E la costanza compia in voi un’opera perfetta, affinché siate perfetti e completi, in nulla mancanti” (Gcm.1:4).

La vera fede sta venendo purtroppo sempre meno.

Ad esempio, credenti, che sono usciti dal cattolicesimo, non abbandonano i principi della loro dottrina di origine, perciò adattano delle verità mescolandole alle menzogne. Anche molte religioni evangeliche hanno tolto immagini idolatre nel luogo di culto, perché è un abominio, ma seguono le eresie della grande meretrice.

Negli ultimi decenni il mondo è stato così introdotto nelle chiese. La domenica si partecipa all’adorazione a Dio, con balletti, mimi, sventolio di bandiere proprio come ad una festa pagana e incuranti del proprio aspetto, giustificando che Dio guarda il cuore e non l’esteriore!

Purtroppo si è dimenticato che questi due elementi sono in stretta dipendenza e che Dio esamina sia l’uno che l’altro, precisando di essere “…santi in tutta la vostra condotta, poiché sta scritto: -Siate santi, perché io sono santo-“ (1Ptr.1:15,16).

Nelle chiese moderne, pochi cercano la santificazione. Si diventa tiepidi, perché convinti di essere arrivati alla completezza, come quando solo la domenica si radunano insieme, non per edificare l’anima, ma per ricevere l’approvazione degli uomini e mettere a tacere la coscienza, onorando il pastore. Negli altri giorni della settimana si cerca invece l’approvazione dal mondo. In questo modo si sta servendo alternativamente due padroni contrari, ma in realtà si arriverà ad odiare uno e ad amare l’altro (Lc.16:13).

Le donne giustificano il loro trucco e l’indossare vestiti indecorosi, affermando che Dio guarda solo il cuore, senza tener conto che Dio vuole santità assoluta dell’anima, corpo e spirito, “Or il Dio della pace vi santifichi egli stesso completamente; e l’intero essere vostro, lo spirito, l’anima e il corpo, sia conservato irreprensibile per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo” (1Tes.5:23).

Dio espose un avvertimento molto importante per il popolo del primo patto, ancora  valido, con queste parole significative: ”-tornate a me con tutto il vostro cuore, con digiuni, con pianti e con lamenti-. Stracciate il vostro cuore e non le vostre vesti e tornate all’Eterno, il vostro DIO, perché egli è misericordioso e pieno di compassione, lento all’ira e di grande benignità e si pente del male mandato” (Gioe.2:12,13).

Oggi, lo stesso consiglio è rivolto a te, perciò torna indietro e riconosci il tuo errore. Vai a Gesù con tutto il tuo cuore, implora con digiuni, pianti e lamenti. Egli ti perdonerà, ti accetterà, quindi non continuare ad essere tiepido, ma svegliati, perché se tu non lo facessi, non sentiresti il suono della tromba antecedente il rapimento, restando escluso dall’essere preso e così saresti lasciato fuori dalla città celeste abitata da tutti i santi.

Il motivo è da ricercare nell’orgoglio, “Poiché tu dici: -Io sono ricco, mi sono arricchito e non ho bisogno di nulla-; e non sai invece di essere disgraziato, miserabile, povero, cieco e nudo” (Apoc.3:17). Parole molto dure e piene di significato, rivolte proprio alle chiese, dai pastori a tutti i membri, che ora si sentono a posto e salvati, avendo tutto sotto controllo per la loro presunta completa conoscenza, perché non mancano di alcuna cosa, frequentano le adunanze, onorano ogni servizio, amano il prossimo e lodano Dio, però fanno tutto questo in modo carnale, non prendendo in considerazione il loro stato davanti a Dio.

Siamo negli anni moderni, dove il progresso scientifico si è notevolmente sviluppato soprattutto nella tecnologia, nell’elettronica e nell’informatica, che ci aiutano ad esaudire sempre di più le nostre innumerevoli esigenze carnali, ovunque, in casa, ma anche in chiesa.

Un’osservazione evidente, da far riflettere, è che dai tempi di Gesù ad oggi è cambiato soltanto il modo di vivere, adesso con più benessere e altre possibilità, che i primi apostoli allora non avevano. Quello che vorrei far notare con maggior forza è che il peccato, in tutti i suoi molteplici aspetti, piccoli o grandi che siano, come il male, la magia, divinazione o superstizione, idolatria e la falsità, è rimasto lo stesso, anche se ora è più frequente.

Non ci facciamo distrarre dall’obbiettivo di importanza vitale, né farci ingannare dai modi dolci, dissuadenti e fuorvianti, perché nella trasgressione “non c’è nulla di nuovo sotto il sole” (Eccl.1:9).

Gesù non è cambiato, Lui “è lo stesso ieri, oggi e in eterno” (Ebr.13:8). Egli è il modello perfetto di fede a cui gli apostoli, fondatori della chiesa, si sono attenuti e che anche noi dobbiamo imitare. Non deviamo dall’esempio, che Gesù stesso ci ha lasciato e che, per mezzo dell’evangelo, lo ha fatto conoscere a noi, oggi.

Noi siamo i costruttori attuali e non possiamo edificare secondo un nostro progetto per  affermare poi che è conforme a quello di Gesù Cristo, perché è stato solo adattato ai tempi odierni, quando la Parola è sempre la stessa e noi siamo stati “…edificati sul fondamento degli apostoli e dei profeti, essendo Gesù Cristo stesso la pietra angolare” (Ef.2:20).

Occorre una attenta valutazione con la Parola e pregare prima di intraprendere qualsiasi cosa. A questo proposito, Gesù esorta le sette stelle, che tiene nella sua mano destra, ovvero tutti i pastori e conduttori della sua Chiesa, dall’inizio e fino alla fine, con il seguente consiglio di: ”…comperare da me dell’oro affinato col fuoco per arricchirti, e delle vesti bianche per coprirti e non far apparire così la vergogna della tua nudità, e di ungerti gli occhi con del collirio, affinché tu veda” (Apoc.3:18).

Se tutti i conduttori, ministri e responsabili ad ogni livello, della chiesa di Cristo Gesù si ravvedessero, anche i membri si ravvedrebbero, come certamente compiono coloro che amano la verità, che si umiliano e che riconoscono il loro errore.

Chi è santo continui a santificarsi (Ap.22:11) e “Avete infatti bisogno di perseveranza affinché, fatta la volontà di Dio, otteniate ciò che vi è stato promesso” (Ebr.10:36).