Ma voi rinnegaste il Santo, il Giusto, e chiedeste che vi fosse dato un assassino” (At.3:14). Siamo negli ultimi anni della Grazia e gli uomini di nuovo rinnegano Gesù, il Santo e Giusto per seguire il mondo di tenebre, pieno di peccato.

E il governatore si rivolse di nuovo a loro, dicendo: -Quale dei due volete che vi liberi? – E quelli dissero: -Barabba -“(Mt.27:21) e “…essi gridarono tutti insieme: -Fa’ morire costui e liberaci Barabba!-“ (Lc.23:18).

Alla stessa maniera le chiese moderne calpestano i veri fedeli, mentre innalzano i falsi. Gesù, santo, innocente ed immacolato (Ebr.7:26) fu condannato a morte perché aveva dichiarato di essere il Figlio di Dio, “…poiché ha detto: -Io sono il Figlio di Dio-” (Mt.27:43), mentre Barabba ladro e omicida (Mrc.15:7; Gv.18:40) fu messo in libertà. Non meravigliamoci, perché “Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; ma poiché non siete del mondo, ma io vi ho scelto dal mondo, perciò il mondo vi odia” (Gv.15:19).

Ugualmente oggi se dichiari di essere cristiano e che sei fedele alla Parola di Dio, ti scherniscono, ti criticano e t’insultano per la tua ubbidienza e conformità alla Scrittura, tanto che ti invitano a ravvederti dal tuo comportamento ritenuto strano, superato o ad uscire dalla comunità, per non scandalizzare. I pastori moderni cercano membri adulatori e con un buon portafoglio.

I Figli di Dio sono emarginati, cacciati fuori, perché considerati retrogradi e testimoni scomodi della verità, ma tutto questo è più che normale per una società immorale e perversa, come indicato” Non vi meravigliate, fratelli miei, se il mondo vi odia” (1Gv.3:13), perché “…infatti che rapporto c’è tra la giustizia e l’iniquità? O quale comunione tra la luce e le tenebre?” (2Cor.6:14), “…come allora colui che era nato secondo la carne perseguitava quello che era nato secondo lo Spirito, così succede anche ora” (Gal.4:29), “…Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra” (Gv.15:20).  In quanti preferiscono il male al bene, la menzogna alla verità, l’ingiustizia alla giustizia, come i Giudei vollero libero Barabba, scegliendo il peccatore e crocifiggendo il Giusto. Bisogna invece lasciare ogni forma di male, se si desidera entrare nel regno di Dio. Gesù avvertì tutti quelli che credono in Lui: “Perché, se tali cose si fanno al legno verde, che cosa sarà fatto al legno secco?” (Lc.23:31).

Possiamo affermare che i veri cristiani sono stati sempre perseguitati dai malvagi, “Infatti tutti quelli che vogliono vivere piamente in Cristo Gesù saranno  perseguitati” (2Tmt.3:12), come pure lo siamo oggi; il mondo ci odia, perché ci vede diversi, resta soltanto di rallegrarsi come fecero gli apostoli, che si allontanarono dal sinedrio, “…rallegrandosi di essere stati ritenuti degni di essere oltraggiati per il nome di Gesù” (At.5:41). Non bisogna lamentarci o offenderci se ci viene detto o fatto qualcosa di male, ma ricordiamoci che i santi, prima di noi, hanno sofferto le stesse cose, che oggi fanno a noi. Resistiamo e di certo ci troveremo tutti insieme nel regno di Dio e alla presenza del nostro Signor Gesù Cristo.

Beati coloro che sono perseguitati a causa della giustizia, perché di loro è il regno dei cieli. Beati sarete voi, quando vi insulteranno e vi perseguiteranno e, mentendo, diranno contro di voi ogni sorta di male per causa mia. Rallegratevi e giubilate, perché il vostro premio è grande nei cieli. Poiché così hanno perseguitato i profeti che furono prima di voi” (Mt.5:10-12).

Il  nostro comportamento rispecchi la nostra fede e devozione a Dio, a cui affidiamo ogni cosa, anche se siamo “…ingiuriati, benediciamo; perseguitati, sopportiamo; vituperati, esortiamo; siamo diventati come la spazzatura del mondo e come la lordura di tutti fino a ora” (1Cor.4:12,13), “noi siamo afflitti in ogni maniera, ma non ridotti agli estremi; perplessi, ma non disperati; perseguitati, ma non abbandonati; abbattuti, ma non distrutti, portando del continuo nel nostro corpo il morire del Signore Gesù, affinché la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo” (2Cor.4:8-10).

Che straordinario esempio ci viene dato da quelli, che per la loro fede, “…subirono scherni e flagelli, e anche catene e prigionia. Furono lapidati, segati, tentati, morirono uccisi di spada, andarono in giro coperti di pelli di pecora e di capra, bisognosi, afflitti, maltrattati (il mondo non era degno di loro), erranti per deserti e monti, in spelonche e grotte della terra” (Ebr.11:36-38), perché la loro attenzione era sempre rivolta a colui che non vedevano, come se lo vedessero, con l’unico scopo di fare la sua volontà, per ereditare le sue promesse.

L’apostolo Paolo ci esorta a non dare alcun motivo di scandalo in nessuna cosa, ed avere “…molta pazienza nelle afflizioni, nelle necessità e nelle distrette, nelle battiture, nelle prigionie, nelle sedizioni, nelle fatiche, nelle veglie, nei digiuni, con purità, con conoscenza, con pazienza, con benignità, con lo Spirito Santo, con amore non finto, con la parola di verità, con la potenza di Dio, con le armi della giustizia a destra e a sinistra, nella gloria e nel disonore, nella buona e cattiva fama, come seduttori, eppure veraci; come sconosciuti, eppure riconosciuti; come morenti, eppure ecco viviamo; come castigati, ma pure non messi a morte; come contristati, eppure sempre allegri; come poveri eppure arricchendo molti; come non avendo nulla, eppure possedendo tutto” (2Cor.6:3-10). Comportiamoci in modo degno della Grazia ricevuta, non rammaricarsi mai di ciò che abbiamo lasciato nel mondo, sopportando con pazienza gli oppositori, anzi, riprendendoli affinché anche loro, se toccati da Dio, possano giungere alla verità.

Qualsiasi cosa accada, perseveriamo nella fede, camminando nella giustizia di Dio, sapendo che non siamo soli, ma il Signore sarà con noi fino alla fine, per sostenerci e aiutarci nelle difficoltà e soprattutto ricordiamoci che “…tutte le cose cooperano al bene per coloro che amano Dio, i quali sono chiamati secondo il suo proponimento” (Rom.8:28).