Ora, se il tuo fratello ha peccato contro di te, va’ e riprendilo fra te e lui solo; se ti ascolta, tu hai guadagnato il tuo fratello“.
Il peccato è la trasgressione della legge divina, se il mio fratello ha fatto qualcosa contro di me, egli ha trasgredito il comandamento: “ama il tuo prossimo come te stess”. Parlerò col mio fratello avvertendolo del suo comportamento sbagliato, che riceva il mio perdono ma soprattutto consigliandolo di chiederlo a Dio, pentirsi per non compierlo nuovamente. Tutto questo svolto sotto la piena unzione e guida dello Spirito Santo; se non ti ascoltasse riconfermalo davanti ad uno o due testimoni (2Cor.13:1, Mt. 18:16); se ancora rifiutasse non resta altro che comunicarlo al Pastore per informarne la Chiesa. L’avviso alla comunità non tanto per il peccato del fratello, bensì perché non si è ravveduto dalla sua colpa. La parola di Dio prescrive che sia reputato come il pagano ed il pubblicano, per il popolo di Israele, ovvero estraneo, della stessa categoria dei peccatori, degli  idolatri, ecc.

A conclusione dell’insegnamento, Pietro chiese a Gesù quante volte doveva perdonare, stimando in sette volte. Gesù risponde con settanta volte sette corrispondente a quattrocentonovanta volte che calcolandole al giorno risulta quasi tre volte al minuto, quindi, in pratica, perdonare sempre!
Egli spiegò chiaramente la sua dichiarazione con un esempio paragonando il regno dei cieli ad un re che cominciò a fare i conti con i suoi servi.
Si presentò un debitore che gli doveva diecimila talenti ma non aveva modo di pagare, allora il padrone ordinò che fosse venduto lui, sua moglie e tutto quanto egli possedeva. Quel servo si gettò a terra implorandolo di aver pazienza che gli avrebbe saldato tutto.
Il suo capo, mosso a compassione, gli condonò il debito. Il servo, uscendo fuori, incontrò un suo conservo che gli doveva cento denari e gli impose di restituirli.
Alla stessa maniera questi lo supplicò di concedergli ancora tempo per estinguere il conto, ma il creditore non volle e lo fece imprigionare. Quando il padrone venne a conoscenza di ciò, lo rimproverò severamente perché non aveva avuto pietà, come gli era stata accordata nei suoi confronti e, privandolo del beneficio concessogli, lo consegnò agli aguzzini fino al saldo dell’obbligo.

Così Dio farà a coloro che non perdonano il prossimo, perciò perdoniamo soprattutto i nostri fratelli e riprendiamoli nella giustizia, per essere a nostra volta perdonati (Mt.6:14).
Il perdono dobbiamo concederlo a tutti, come noi siamo stati perdonati mentre eravamo nel peccato, offendendo il prossimo.
Gesù ci ha offerto la sua Grazia condonandoci tutto, altrettanto noi dobbiamo perdonare le offese al nostro prossimo.
Il perdono è una dimostrazione dell’amore fraterno e l’amore è l’ingrediente principale per ogni cosa, perché l’amore “non cerca le cose proprie, non si irrita,… non si rallegra dell’ingiustizia, ma gioisce con la verità” (1Cor.13:5,6). Chi possiede l’amore, perdona il fratello e tutto il prossimo; ogni mancanza, offesa o qualsiasi fallo non perdonato è sintomo di assenza di affetto ed è paragonabile al servo che, mentre il suo padrone gli condonò il debito, lui lo pretese dal suo dipendente, usando violenza.

Gesù conclude con un ammonimento, che anche il Padre celeste si comporterà alla stessa maniera con noi, se ognuno non perdonasse di cuore gli sbagli del proprio fratello: “Perché se voi perdonate agli uomini le loro offese, il vostro Padre celeste perdonerà anche a voi” (Mt.6:14).
Sappiamo che è un Dio giusto, fedele e che non cambierà una sola virgola della sua Parola.
A tal proposito riscontriamo la potenza di essa e l’autorità spirituale che ne deriva, come appare in Mt.18:18,19: “… tutte le cose che avrete legate sulla terra saranno legate nel cielo; e tutte le cose che avrete sciolte sulla terra saranno sciolte nel cielo. Ancora … se due di voi si accordano sulla terra per domandare qualunque cosa, questa sarà loro concessa …” spiegandoci il motivo nel verso successivo “Poiché dovunque due o tre sono riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro” .
Gesù afferma e vorrei sottolinearlo con forza: qualunque cosa!
E’ veramente così, per fede, riferendosi a tutto ciò che è spirituale e non materiale, confermandocelo con ” … il Padre vostro celeste, infatti, sa che avete bisogno di tutte queste cose. Ma cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno sopraggiunte ” (Mt.6:32-33).

Facciamo in modo che il timore di Dio resti in noi e ci induca, per il grande amore che Lui ha per noi, a perdonare ogni iniquità l’uno all’altro.
Come potremmo rifiutare il perdono chiestoci dai nostri fratelli se avessimo assaporato il conforto della sua grande misericordia; se ancora tu avessi qualcosa in sospeso da perdonare o da farti perdonare dal tuo fratello, vai da lui, abbraccialo dello stesso amore che Dio ha avuto per te, chiarisci ogni cosa e così ristabilirai piena comunione, ricevendo pace e calma nel tuo cuore.
Avrai fatto un passo in più verso la santità. Ti sentirai più libero e più vicino a Dio.