La paura è un sensazione di forte preoccupazione, di insicurezza e di smarrimento che si avverte in presenza o al pensiero di un pericolo reale o immaginario.

Chi ha paura è bloccato, perché teme e considera la situazione una minaccia, ma “Dio infatti non ci ha dato uno spirito di paura, ma di forza, di amore e di disciplina” (2Tmt.1:7), perché “Nella calma e nella fiducia, sarà la vostra forza…” (Is.30:15) e “…non per potenza né per forza, ma per il tuo Spirito…” (Zac.4:6) che noi siamo e viviamo.

I figli di Dio non devono aver paura, ansia, spavento, angoscia o panico di fronte a eventi difficili o problemi improvvisi, perché hanno lasciato tutto nelle mani del loro Signore, il Salvatore, il protettore e aiuto Gesù Cristo e hanno posto la loro vita e fiducia totale nel suo amore eterno e nel suo intervento.

Quando avrò paura, confiderò in te” (Slm.56:3).

Ora senza fede è impossibile piacergli, perché chi si accosta a Dio deve credere che egli è…” (Ebr.11:6).

Se noi credessimo in Dio, accetteremmo la Sua Parola come assoluta verità, data e scritta per noi attraverso i suoi profeti, Gesù e i suoi apostoli. Conosciamo perciò che Dio manda il suo angelo, intorno a chi lo teme per liberarli e servirli per il bene di quelli che devono ereditare la salvezza (Slm.34:7; Ebr.1:14). Quale ragione abbiamo quindi di sentirci soli, angosciati e ansiosi per ciò che può capitarci di male nella nostra vita? Non è scritto: “Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi?” (Rom.8:31) e “Se dunque non potete far neppure ciò che è minimo, perché siete in ansia per il resto?” (Lc.12:26).

Se dubitassimo, tutto sarebbe annullato, allora dov’ è la nostra fede? Questo può succedere perché diamo più importanza al resto, che a quello che è scritto e non fissiamo il nostro sguardo su Gesù Cristo, autore e compitore della nostra fede (Ebr.12:2) e, “reso perfetto, divenne autore di salvezza eterna per tutti coloro che gli ubbidiscono” (Ebr.5:9).

La fede è certamente uno strumento vitale per il credente, perché con essa abbiamo comunione con il Signore e riceviamo le sue benedizioni e le sue protezioni. Stando con Gesù viviamo al sicuro.

Ripeto che senza fede non si può piacere a Dio (Ebr.10:38), pertanto la nostra vita è nulla senza Dio, perché saremo morti spiritualmente. Chi fieramente attesta che può fare tutto senza Dio, non si trova nella verità, “Ecco, la sua anima si è inorgoglita in lui, non è retta, ma il giusto vivrà per la sua fede” (Abac.2:41)

È scritto infatti che “… il giusto vivrà per fede; ma se si tira indietro l’anima mia non lo gradisce” (Ebr.10:38), “…il giusto vivrà per fede” (Rom.1:17; Gal.3:11).

I credenti, lettori delle Sacre Scritture, sapranno senz’altro che per fede riceviamo salvezza. Una fede attiva è utile a preservarci dalle cadute e a contrastare il male, simile a quella di Noè, che costruì l’arca e fu salvato insieme alla sua famiglia (Ebr.11.7,8). Allo stesso modo Abramo ubbidì a Dio e si trasferì in un paese che non conosceva, ma che doveva ricevere in eredità. Mosè rifiutò i tesori dell’Egitto, scegliendo di essere maltrattato insieme al popolo di Dio “che di godere per breve tempo i piaceri del peccatoperché aveva lo sguardo rivolto alla ricompensa” (Ebr.11:23-29). Tutti loro ebbero fede in Dio e, mettendola in azione, dimostrarono di crederci, nonostante le apparenze contrarie e le avversità incontrate, ottennero riuscita, “i quali per fede vinsero regni, praticarono la giustizia, conseguirono le promesse, turarono le gole dei leoni, spensero la forza del fuoco, scamparono al taglio ella spada, trassero forza dalla debolezza, divennero forti in guerra, misero in fuga gli eserciti stranieri” (Ebr.11:33-35), quando altri, al posto loro, avrebbero invece abbandonato o sarebbero stati battuti per la non perseveranza. Quanti oggi farebbero come loro, credendo fino alla morte e non abiurando a costo della vita, come martiri della fede? Rinnegare se stessi, prendere ogni giorno la propria croce e seguire l’esempio del Maestro di vita (Mt.16:24; 10:38), rinunciando ai piaceri della vita materiale odierna è un cammino per ottenerne una migliore, eterna e spirituale, considerandoci morti al peccato, ma  viventi a Dio, in Cristo Gesù, nostro Signore (Rom.6:11).

Molti esempi di uomini con una fede salda e incrollabile nelle promesse divine sono presenti nella Bibbia, che anziché cedere davanti alla paura della morte, i martiri furono fortificati nella fede e affrontarono con coraggio e con sicurezza la loro fine, fiduciosi di un futuro glorioso:  “Altri invece furono torturati, non accettando la liberazione, per ottenere una migliore risurrezione. Altri ancora subirono scherni e flagelli, e anche catene e prigionia. Furono lapidati, segati, tentati, morirono uccisi di spada, andarono in giro coperti di pelli di pecora e di capra, bisognosi, afflitti, maltrattati (il mondo non era degno di loro), erranti per deserti e monti, in spelonche e grotte della terra. Eppure tutti costoro, pur avendo buona testimonianza mediante la fede, non ottennero la promessa” (Ebr.11:35-39).

Essi sono per noi l’esempio da seguire, primo fra tutti il nostro Signore Gesù. Altro valido testimone che piace citare fu Abrahamo, come il padre della fede, di tutti quelli che credono (Rom.4:11), perché egli “sperando contro ogni speranza, credettesecondo ciò che gli era stato detto: -Così sarà la tua progenie-… Neppure dubitò per incredulità riguardo alla promessa di Dio, ma fu fortificato nella fede e diede gloria a Dio, pienamente convinto che ciò che egli aveva promesso era anche potente da farlo” (Rom.4:18,20-21).

Possiamo noi credenti dubitare delle promesse divine nella Sacra Scrittura e soccombere davanti alle circostanze avverse o essere scoraggiati nelle gravi difficoltà di fronte ad un esempio eccellente come quello di Abramo, che invece di esitare nel vedere il suo corpo come morto (Rom.4:19), confidò ancora nella promessa fatta, come fosse già ricevuta, fu per questo fortificato e diede gloria a Dio, perché era più che sicuro e certo che il Signore è fedele e mantiene sempre la sua Parola. Anche noi lo facciamo e ringraziamo Dio per ogni cosa che ci dona?

Riflettiamo su tutto quello che chiediamo in preghiera, perché la nostra domanda sia fatta “…con fede, senza dubitare, perché chi dubita è simile all’onda del mare, agitata dal vento e spinta qua e là. Non pensi infatti un tal uomo di ricevere qualcosa dal Signore, perché è un uomo dal cuore doppio, instabile in tutte le sue vie” (Gcm.1:6-8) perché “Questa è la fiducia che abbiamo davanti a lui: se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce. E se sappiamo che egli ci esaudisce in qualunque cosa gli chiediamo, noi sappiamo di avere le cose che gli abbiamo chiesto” (1Gv.5:14,15).

Da notare che le avversità sono test di fede, che il Signore, scrutando i cuori e le menti, ci presenta per valutare quanto noi lo amiamo nel rispettare e confidare nella sua Parola, perciò “Considerate una grande gioia, fratelli miei, quando vi trovate in prove di vario genere, sapendo che la prova della vostra fede produce costanza. E la costanza compia in voi un’opera perfetta, affinché siate perfetti e completi, in nulla mancanti” (Gcm.1:2-4).

Non pensiamo che i santi del passato siano diversi da quelli di oggi, perché essi erano soggetti alle nostre stesse passioni come “Elia era un uomo sottoposto alle nostre stesse passioni…” (Gcm.5:17) e perché il loro Dio è anche il nostro Dio e nulla di nuovo è cambiato “Ciò che è stato è quel che sarà; ciò che si è fatto è quel che si farà; non c’è nulla di nuovo sotto il sole. C’è forse qualcosa di cui si possa dire: «Guarda, questo è nuovo?» Quella cosa esisteva già nei secoli che ci hanno preceduto” (Ecl.1:9,10).

 (Ecl. ), se non il modo e la forma. Se riconoscessimo le ricchezze e i piaceri di questo mondo come unico motivo della nostra esistenza, saremmo indegni delle cose celesti e invisibili, perché tutte le cose visibili sono solo per un breve tempo e perderemo le ricchezze eterne, la ricompensa futura: “Se siamo figli, siamo anche eredi; eredi di Dio e coeredi di Cristo, se veramente soffriamo con lui, per essere anche glorificati con lui” (Rom.8:17). Mosè accettò di soffrire con il suo popolo e perciò riceverà la gloria promessa, così noi credenti, se accettassimo di seguire Cristo Gesù, soffrendo e sacrificandoci per Lui, tenendo presente che il suo giogo è dolce e il suo peso è leggero (Mt.11:30), noi saremo glorificati con Gesù, eternamente. Crediamo e agiamo per fede e non per visione, perché se sperassimo ottenere quello che vediamo non sarebbe fede, come se cercassimo solo quello che ci offre questa vita terrena, saremmo incompleti, delusi e condannati: “Or la  fede è certezza di cose che si sperano, dimostrazione di cose che non si vedono” (Ebr.11:1).

L’ansia, il timore, l’angoscia e la crisi di panico sono mali che colpiscono gli infedeli, quelli che non credono in Cristo Gesù. Chi ha invece affidato completamente la sua vita al suo Signor Gesù e ha pure ricevuto lo Spirito di santità e di verità, sarà liberato, sostenuto, aiutato e guidato; infatti: ”lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché dimora con voi, e sarà in voi” (Gv.14:17). Dove dimora lo Spirito Santo non ci può essere paura, perché le due cose non sono compatibili. Non esiste alcuna condanna (Rom.8:1) e né castigo per quelli che sono nella verità, che osservano la Parola di Dio: “…Non vi sgomenti la paura che incutono e non vi agitate” (1Ptr.3:14) e “Nell’amore non c’è paura; anzi, l’amore perfetto caccia via la paura, perché chi ha paura teme un castigo. Quindi chi ha paura non è perfetto nell’amore” (1Gv.4:18).

Fratelli, sorelle e amici, oggi il mondo ci offre i suoi divertimenti, incluso ogni specie di benessere materiale, non facciamoci attrarre e sedurre da cose che durano per un breve tempo, ma volgiamo anche noi la nostra attenzione e teniamo lo sguardo fisso sulla ricompensa futura, che non avrà mai più fine.

Anche se possedessimo delle ricchezze terrene, non dobbiamo metterci né il cuore, né la nostra speranza,  come indicato “Ai ricchi in questo mondo ordina di non essere d’animo orgoglioso, di non riporre la loro speranza nell’incertezza delle ricchezze, ma in Dio, che ci fornisce abbondantemente di ogni cosa perché ne godiamo (1Tmt.6:17), ricordiamoci però che il nostro sguardo deve essere alle cose celesti e non a quelle terrene, perché i tesori di questo mondo non ci appartengono: “Infatti non abbiamo portato nulla nel mondo, e neppure possiamo portarne via nulla” (1Tmt.6:7), ma Dio li ha dati nelle mani di Satana, che li offrì a Gesù se lo avesse adorato: “Ti darò tutta questa potenza e la gloria di questi regni; perché essa mi è stata data, e la do a chi voglio” (Lc.4:6). Chi ama le ricchezze del mondo, ama colui che è principe di quei beni, cioè Satana.

Per noi Dio ha preparato un regno dalla fondazione del mondo (Mt.25:34), eliminiamo quindi ogni ostacolo ed impedimento che ci blocca e ci porta lontano da Cristo, come, primo tra tutti, l’orgoglio, per cui sottomettiamoci gli uni agli altri, avendo una medesima fede, vegliando e pregando di continuo (1Cor.16:13; Mt.25:13), perché alla fine, riceveremo la corona incorruttibile (1Cor.9:25).

Non facciamoci attrarre e vincere dalle cose del mondo, ma sia il nostro sguardo fisso verso Cristo, che ha sacrificato la sua vita al posto nostro, ha perdonato i nostri peccati, versando il suo sangue sulla croce, è risuscitato vincendo la morte e il mondo, permettendoci di ricevere vittoria nel Suo nome.

Per il fedele, seguace di Cristo, non esiste paura, perché lo Spirito di Gesù, il Figlio di Dio, è in lui, com’è scritto: “Ora perché voi siete figli, Dio ha mandato lo Spirito del Figlio suo nei vostri cuori che grida: -Abba, Padre-“ (Gal.4:6).

Sia quindi la nostra fede forte in Cristo e l’angelo di Dio si accampa intorno a noi per liberarci da ogni male: “Il Signore mi libererà ancora da ogni opera malvagia e mi salverà fino a portarmi nel suo regno celeste. A lui sia la gloria nei secoli dei secoli. Amen” (2Tmt.4:18).

Come Gesù disse ai suoi discepoli, così lo ripete a noi: “…Perché avete paura, uomini di poca fede?…” (Mt.8:26).

“Benedetto l’uomo che confida nell’Eterno e la cui fiducia è l’Eterno!” (Ger.17:7).

La paura dell’uomo costituisce un laccio, ma chi confida nell’Eterno è al sicuro” (Prv.29:25).

O voi che temete l’Eterno, confidate nell’Eterno! Egli è il loro aiuto e il loro scudo” (Slm.115:11).

Rimetti la tua sorte nell’Eterno, confida in lui, ed egli opererà” (Slm.37:5).

Ma io, o Eterno, confido in te; ho detto: -Tu sei il mio DIO-” (Slm.31:14).

E quelli che conoscono il tuo nome confideranno in te, perché tu, o Eterno, non abbandoni quelli che ti cercano” (Slm.9:10).