Ma travolse il Faraone e il suo esercito nel Mar Rosso, perché la sua benignità dura in eterno” (Sal.136:15),

In quel giorno i suoi piedi (di Gesù) si fermeranno sopra il monte degli Ulivi che sta di fronte a Gerusalemme, a est, e il monte degli Ulivi si spaccherà in mezzo da est a ovest, formando così una grande valle; una metà del monte si ritirerà verso nord e l’altra metà verso sud. Allora voi (residuo giudei) fuggirete per la valle dei miei monti…” (Zac.14:4,5).

Avvenne che, mentre Israele era in fuga dall’Egitto, Mosè, nella potenza di Dio, aprì il mar Rosso, così il popolo lo attraversò nell’asciutto, mentre l’esercito del Faraone, quando tentò di inseguirlo, Dio lo sommerse nel mare, che si chiuse su di esso, morendo affogato: “Poiché i cavalli del Faraone coi suoi carri e i suoi cavalieri erano entrati nel mare, e l’Eterno aveva fatto ritornare su di loro le acque del mare, ma i figli d’Israele avevano camminato in mezzo al mare, all’asciutto” (Es.15:19).

Israele passò quindi dall’altra parte della riva, all’asciutto, mentre i loro nemici furono annegati nel mare. Simile episodio si ripeterà ancora, dopo la testimonianza profetica dei due testimoni (Ap.11), quando il dragone, serpente antico, che è Satana, tramite l’uomo, che riceverà da lui potenza e autorità, manderà il suo esercito dietro al residuo ebreo in fuga, verso il monte degli Ulivi, per essere salvato da Dio e portato in un luogo preparato per loro, come profetizzato che: “In quel giorno i suoi piedi (di Gesù) si poseranno sul monte degli Ulivi, che sta di fronte a Gerusalemme, a oriente, e il monte degli Ulivi si spaccherà a metà, da oriente a occidente, tanto da formare una grande valle; metà del monte si ritirerà verso settentrione e l’altra metà verso il meridione.  Voi fuggirete per la valle dei miei monti” (Zac.14:3,4).

Dio ha rivelato tutto quello che ha fatto e che farà, per il popolo che ha scelto, come Sua eredità, come è indicato: ”…Israele mia eredità!” (Is.19:25). Dio non darà più il residuo della Sua eredità nelle mani del serpente (Satana), come fece quando tolse loro la terra promessa e li disperse tra tutte le nazioni del mondo, ma: “Invece io amerò la casa di Giuda e saranno salvati dal Signore loro Dio; non li salverò con l’arco, con la spada, con la guerra, né con cavalli o cavalieri” (Os.1:7).

Ma furono date alla donna (il residuo d’Israele) le due ali delle grandi aquile, per volare nel deserto nel suo luogo, dove essa è nutrita per un tempo, dei tempi e la metà di un tempo, lontano dalla presenza del serpente” (Ap.12:14). La donna, in similitudine, rappresenta il residuo di tutte le tribù d’Israele, scelto per vivere, vale a dire tutti quelli che entreranno nel millennio (Is.4:3). Le ali delle grandi aquile rappresentano, in similitudine, gli angeli che, li prenderanno dal monte degli Ulivi e li porteranno in un luogo sicuro nel deserto, dove saranno protetti da Dio per tutto il tempo della grande tribolazione (1260 giorni, Ap.12:14).

Anche Gesù avvertì il suo popolo, profetizzando quello che avverrà all’inizio del regno satanico: “In quel giorno chi si troverà sul tetto della casa, non scenda in casa a prendere le sue cose; così pure chi si troverà nei campi, non torni indietro. Ricordatevi della moglie di Lot” (Lc.17:31,32).

Dio ha scelto, da tutte le dodici Tribù d’Israele, un residuo, che dovrà fuggire e lasciare in fretta le sue proprietà, per salvarsi, per cui essi non devono tornare indietro per prendere delle cose in casa, né guardare indietro, come invece fece la moglie di Lot, che divenne lì una statua di sale.

Come il Faraone mandò dietro agli israeliti il suo esercito, così anche Satana, che guiderà l’uomo, chiamato bestia, proveniente dal mare (Ap.13; 17:15), cioè dai popoli, nazioni e lingue, manderà l’esercito dietro al residuo santo, “Allora il serpente gettò dalla sua bocca, dietro alla donna, dell’acqua come un fiume, per farla portare via dal fiume” (Ap.12:15). La donna, in similitudine, rappresenta il residuo israelita; l’acqua e il fiume simboleggiano l’esercito del serpente (Satana), che lo inseguirà fino al monte degli Ulivi e, quando proveranno a passare nel mezzo alla valle, il monte si chiuderà su di esso e l’esercito sarà seppellito vivo nell’abisso della terra, inghiottito da essa, “Ma la terra soccorse la donna, e la terra aprì la sua bocca ed inghiottì il fiume che il dragone aveva riversato dalla sua bocca” (Ap.12:16) (in similitudine: la donna è il residuo, la terra è il monte degli Ulivi e il fiume è l’esercito del dragone).

La salvezza viene dall’Eterno, che fece attraversare il Mar Rosso con i piedi asciutti agli ebrei, con mano potente (Ebr.11:29). Altrettanto accadrà alla fine, quando Dio salverà il residuo d’Israele dalla mano del dragone e dall’uomo-bestia, che riceverà regno potenza e autorità da Satana. Alla stessa maniera, con la mano grande e potente di Dio, farà chiudere la terra, il monte degli Ulivi, sui nemici degli Ebrei. Il quel tempo sarà proprio Satana, che ordinerà al suo esercito di inseguirli, per ucciderli, ma quando vedrà, che il suo esercito sarà inghiottito dalla terra, allora si rivolgerà contro i santi, che saranno rimasti in Israele (Ap.12:17).

Questi santi, che saranno rimasti, moriranno uccisi, perché essi non adoreranno la bestia (Satana), né si prostreranno davanti alla sua immagine (Ap.20:4), né prenderanno il marchio del suo nome, “Alcuni di quelli che hanno sapienza cadranno, per essere affinati, purificati e imbiancati fino al tempo della fine, perché questo avverrà al tempo stabilito” (Dan.11:35; Ap.20:4,5).

Quelli che saranno decapitati, per la testimonianza Gesù e per la parola di Dio, saranno il rimanente dei santi, che resteranno in Israele, mentre l’altro residuo, preso da tutte le Tribù, sarà portato in salvo per la potente mano di Dio.

Quelli che daranno la vita, saranno chiamati santi e martiri della grande tribolazione; il residuo, che morirà decapitato, è chiamato esercito: “Un esercito gli fu dato assieme al sacrificio continuo… Poi udii un santo che parlava, e un altro santo disse a quello che parlava: -Fino a quando durerà la visione del sacrificio continuo e la trasgressione della desolazione, che abbandona il luogo santo e l’esercito ad essere calpestati?-” (Dan.8:12,13).

Il luogo santo è Sion; l’esercito è riferito ai santi martiri, che saranno dati nelle mani della bestia “E le fu dato di fare guerra ai santi e di vincerli; e le fu dato autorità sopra ogni tribù, lingua e nazione” (Ap.13:7). Dio allontanerà un residuo dei santi israeliti, perché dovranno essere protetti da ogni devastazione per tutto il periodo dei 1260 giorni della grande tribolazione, perché alla fine, quando Dio avrà fatto nuovi cieli e nuova terra, entreranno nel millennio (Is.66:22).

Tutto il mondo: piccoli, grandi, ricchi e poveri, servi e liberi saranno dati nelle mani di Satana per tre anni e mezzo e, alla fine, saranno tutti uccisi di spada nella guerra di Armagheddon (Ap.16:16; 19:11-21). L’altro residuo santo non adorerà l’immagine della prima bestia, né prenderà il marchio o il numero del suo nome, divenendo martiri del popolo israelita.

Molti del popolo di Dio saranno invece sedotti dall’uomo iniquo, mentre i due residui di santi: uno entrerà nel millennio e l’altro sarà martire, “…decapitati per la testimonianza di Gesù e per la parola di Dio…” (Ap.20:4), ma tutti e due i residui riconosceranno il Messia, Cristo Gesù, come loro Salvatore, che i loro padri lo rinnegarono e lo uccisero, faranno per Lui cordoglio ritornando a Dio.

Questi due episodi insegnano “Infatti tutte le cose che furono scritte in passato furono scritte per nostro  ammaestramento, affinché mediante la perseveranza e la consolazione delle Scritture noi riteniamo la speranza” (Rom.15:4), che chi vuole salvarsi, da questo vano modo di vivere, da questo mondo di tenebre, destinato ad essere distrutto e che porta inevitabilmente alla morte eterna, deve fuggire da ogni forma di schiavitù, apparentemente bella e piacevole.

Occorre lasciare ogni cosa, che ti impedisce di accettare Cristo Gesù nella tua vita. Egli sta alla porta e bussa (Ap.3:20) perché non gli apri?

Ricorda che …E il mondo passa con la sua concupiscenza; ma chi fa la volontà di Dio rimane in eterno” (1Gv.2:17).