La vigna del Signore è Israele (Is 5:7).

Gesù disse: -Ascoltate un’altra parabola: C’era un padrone che piantò una vigna e la circondò con una siepe, vi scavò un frantoio, vi costruì una torre, poi l’affidò a dei vignaioli e se ne andò. Quando fu il tempo dei frutti, mandò i suoi servi da quei vignaioli a ritirare il raccolto. Ma quei vignaioli presero i servi e uno lo bastonarono, l’altro lo uccisero, l’altro lo lapidarono. Di nuovo mandò altri servi più numerosi dei primi, ma quelli si comportarono nello stesso modo. Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: Avranno rispetto di mio figlio! Ma quei vignaioli, visto il figlio, dissero tra sé: Costui è l’erede; venite, uccidiamolo, e avremo noi l’eredità. E, presolo, lo cacciarono fuori della vigna e l’uccisero. Quando dunque verrà il padrone della vigna che farà a quei vignaioli?-. Gli rispondono: -Farà morire miseramente quei malvagi e darà la vigna ad altri vignaioli che gli consegneranno i frutti a suo tempo-“ (Mt.21:33-41).

Il profeta Isaia rivelò che: “…la vigna del Signore degli eserciti è la casa d’Israele, e gli uomini di Giuda sono la sua piantagione prediletta; egli si aspettava rettitudine, ed ecco spargimento di sangue; giustizia, ed ecco grida d’angoscia!” (Is.5:7)

Gesù rivelò con questa parabola il progetto di Dio fin dal principio, quando fece la promessa di dare alla discendenza di Abramo, “…un paese buono e spazioso, in un paese nel quale scorre il latte e il miele” (Es.3:8). Israele era un popolo dalla testa dura, ostinato, che tentò Dio, appena uscito dall’Egitto. Infatti: “…essi hanno disubbidito, si sono ribellati contro di te, si sono gettati la tua legge dietro le spalle, hanno ucciso i tuoi profeti che li scongiuravano di tornare a te, e ti hanno oltraggiato gravemente” (Neem.9:26)

La parabola indica Israele, la vigna del Signore. Quante volte Dio pazientemente mandava i suoi servi, i profeti, ma loro li bastonavano, li lapidavano e li uccidevano. Infatti, avvenne che: “…quelli si beffarono dei messaggeri di Dio, disprezzarono le sue parole e schernirono i suoi profeti, finché l’ira del Signore contro il suo popolo arrivò al punto che non ci fu più rimedio” (2Cron.36:16). Israele fu ribelle a Dio molte volte, perché preferiva i falsi profeti ai servi di Dio fin “…dal giorno che i vostri padri uscirono dal paese d’Egitto fino a oggi, io vi ho mandato tutti i miei servi, i profeti, ve li ho mandati ogni giorno, fin dal mattino” (Ger.7:25).

Per ultimo, il Padrone della vigna (Dio) mandò il suo proprio Figlio (Cristo Gesù), credendo che almeno di lui avessero timore. Così Dio fece: “…quando giunse la pienezza del tempo, Dio mandò suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge” (Gal.4:4). “Egli venne in casa sua e i suoi non lo hanno riconosciuto” (Gv.1:11), perché essi furono tanto invidiosi, vedendo che Gesù faceva miracoli e prodigi, da decidere di inchiodarlo sulla croce ed ucciderlo, però tutto secondo il “…determinato consiglio e la prescienza di Dio, voi, per mano di iniqui, inchiodandolo sulla croce, lo uccideste” (At.2:23).

Dio non lo lasciò però nella tomba, ma “…ha risuscitato Gesù che voi uccideste appendendolo al legno” (At.5:30). Ecco, come il profeta Isaia rivelò quello che Gesù riferì in parabola: “Che cosa si sarebbe potuto fare alla mia vigna più di quanto ho fatto per essa? Perché, mentre mi aspettavo che facesse uva, ha fatto uva selvatica?”(Is.5:4). Dio mandò tra di loro per ultimo il suo Figlio diletto e lo presentò così: “Questo è il mio diletto Figlio, nel quale mi sono compiaciuto” (Mt.3:17), ma loro lo uccisero “…appendendolo al legno” (At.5:30).

Dopo aver raccontato la parabola, Gesù chiese: “-Quando dunque verrà il padrone della vigna che farà a quei vignaioli? Gli risposero: -Farà morire miseramente quei malvagi e darà la vigna ad altri vignaioli che gli consegneranno i frutti a suo tempo-“ (vv.40,41).

Gesù rivelò la diaspora del popolo Ebreo, che avvenne circa quaranta anni dopo la sua ascensione al Padre (At.1:9).

Gerusalemme fu distrutta e data alle fiamme. Solo un terzo di tutto il popolo si salvò, ma fu disperso tra tutte le nazioni, come fu profetizzato: “Un terzo dei tuoi morirà di peste e perirà di fame in mezzo a te; un terzo cadrà di spada nei tuoi dintorni e l’altro terzo lo disperderò a tutti i venti e sguainerò la spada dietro di essi” (Ez.5:12).

Avvenne tutto questo, perché non riconobbero Gesù come il Messia, che li avvertì: “…Non avete mai letto nelle Scritture: La pietra che i costruttori hanno scartata è diventata testata d’angolo; dal Signore è stato fatto questo ed è mirabile agli occhi nostri?” (v.42).

Infatti, Israele rifiutò la Grazia offerta gratuitamente da Cristo Gesù, la Pietra d’angolo su cui tutto l’edificio e tempio di Dio fu costruito (Ef.2:21).

La Pietra scartata dagli Israeliti, perché non riconobbero il Cristo, il Figlio di Dio, li ha stritolati, come Gesù ammonì: “Chiunque cadrà su quella pietra si sfracellerà ed essa stritolerà colui sul quale cadrà” (Lc.20:18). Per noi credenti, essa è preziosa, ma per gli increduli è “…pietra d’inciampo e sasso di ostacolo”, “essendo disubbidienti, inciampano nella parola; e a questo sono stati anche destinati” (1Ptr.2:7,8).

Per il popolo eletto è avvenuto che “Noi siamo infatti collaboratori di Dio, voi siete il campo di Dio, l’edificio di Dio” (1Cor.3:9).

Gesù rivelò ai Giudei che il regno di Dio li sarà tolto e consegnato ad un altro popolo, “Perciò io vi dico: vi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che lo farà fruttificare” (Mt.21:43) ed ecco che “…voi siete una stirpe eletta, un sacerdozio regale, una gente santa, un popolo che Dio si è acquistato, perché proclamiate le virtù di colui che vi ha chiamati dalle tenebre alla sua luce meravigliosa” (1Ptr.2:9).

Ricordiamoci che: “Chi cadrà sopra questa pietra sarà sfracellato; e qualora essa cada su qualcuno, lo stritolerà” (Mt.21:44).