“Io sono il pane della vita” (Gv.6:48).

Gesù ci attira a sé “Ed io, quando sarò innalzato dalla terra, attirerò tutti a me” (Gv.12:32), ci ammaestra, facendoci conoscere la verità e, tramite il suo sacrificio, noi riceviamo vita e salvezza. Gesù ha dato il suo corpo per la nostra vita e ha versato il suo sangue per lavarci e purificarci da ogni iniquità.

Gesù disse: “In verità, in verità vi dico: -se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita-” (Gv.6:53). Mangiare la sua carne e bere il suo sangue, in similitudine, è riferito alla “cena del Signore”, denominata anche santa cena.

Mangiare la sua carne è prendere e mangiare il pane, che benediciamo, per la partecipazione al sacrificio del suo corpo (1Cor.10:16), come anche bere il suo sangue è prendere il calice e bere del vino, che rappresenta il nuovo patto nel suo sangue: “Questo calice è il nuovo patto nel mio sangue…” (1Cor.11:20-25).

Nel consumare la cena del Signore, noi annunciamo la sua morte e questo sarà fino al suo ritorno: “Ogni volta infatti che mangiate di questo pane e bevete di questo calice, voi annunziate la morte del Signore finché egli venga. Perciò chiunque mangia di questo pane o beve del calice del Signore indegnamente, sarà colpevole del corpo e del sangue del Signore” (1Cor.11:26,27).

È molto importante esaminarsi per valutare se siamo degni di prendere la cena del Signore, per non essere colpevoli del suo sangue e del suo corpo, perché chi lo fa indegnamente “mangia e beve la propria condanna. È per questo che tra voi ci sono molti ammalati e infermi, e un buon numero sono morti” (1Cor.11:29-30). Poniamo molta attenzione a quello che facciamo, perché è molto importante essere degni, vale a dire puliti da ogni malizia, odio, rancore, ecc.

Quanti infermi si trovano perfino tra i cristiani e colpevolizzano Dio per il loro stato. E’ invece bene guardarsi dal fare o dal dire cose vane, che non giovano e che non portano alla salvezza, ma alla condanna. Ecco perché Dio ci vuole santi come Egli è santo, e ”…a camminare in modo degno di Dio, che vi chiama al suo regno e gloria” (1Tes.2:12).

Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me; colui che viene a me, non lo respingerò, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. E questa è la volontà di colui che mi ha mandato, che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma lo risusciti nell’ultimo giorno… Questa infatti è la volontà del Padre mio, che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna… Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno.

Sta scritto nei profeti: -E tutti saranno ammaestrati da Dio-. Chiunque ha udito il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non che alcuno abbia visto il Padre, ma solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità vi dico: chi crede in me ha la vita eterna. Io sono il pane della vita” (Gv.6:37-48).