L’unica salvezza si ha solo attraverso Gesù Cristo (Gv.6), perché in nessun altro vi è la salvezza, poiché non c’è alcun altro nome sotto il cielo che sia dato agli uomini, per mezzo del quale dobbiamo essere salvati” (At.4:12).

Gesù parlava al popolo giudaico in parabole, spiegando poi: “Per questo parlo loro in parabole, perché, vedendo, non vedono; e udendo, non odono né comprendono” (Mt.13:13), “…ma in privato ai suoi discepoli spiegava ogni cosa” (Mrc.4:34).

Inoltre Gesù precisò che senza di Lui, nulla può completare la sazietà dell’uomo, restando insoddisfatto e sempre alla ricerca del benessere, della felicità e della pace, affermando: “Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete” (v.35).

Il pane è vita per l’uomo, come lo è la Parola di Dio, che nutre l’anima tramite lo Spirito e, tutti quelli che l’accettano e la mettono in pratica, giungeranno alla vita eterna.

Il credente, che rinasce, riceve pure “…l’acqua che io gli darò diventerà in lui una fonte d’acqua che scaturisce in vita eterna” (Gv.4:14). Di conseguenza, per giungere alla vita eterna, occorre andare a Cristo e ricevere la sua acqua (il suo Spirito).

Gesù è il nostro pane. Come noi, anche gli altri, tutti i giorni mangiamo del pane, oltre ad altri cibi, per vivere in questo mondo; così, alla stessa maniera, i credenti devono ricevere ogni giorno quel pane, che proviene dal cielo e, chi ne mangia, non morirà mai. Infatti, Gesù disse che: “Io sono il pane vivente, che è disceso dal cielo; se uno mangia di questo pane vivrà in eterno; e il pane che io darò per la vita del mondo è la mia carne… Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giornoChi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me, e io in lui” (Gv.6:50-56).

Tutta la nostra fede e salvezza è basata nella morte e nella risurrezione di Cristo. Egli offrì la sua carne (il suo corpo) su cui caricò tutti i nostri peccati. Se crediamo in Gesù, saremo uniti alla sua carne di morte, perché liberati dai nostri vecchi peccati e perciò riconciliati con Dio. Osserviamo perciò la sua Parola, come figli ubbidienti, perché “…Cristo ha sofferto una volta per i peccati, lui giusto per gli ingiusti, per condurci a Dio. Fu messo a morte quanto alla carne, ma reso vivente quanto allo spirito” (1Ptr.3:18). Soffrendo la morte nella sua carne, Gesù fece in modo che anche noi rinunciassimo al peccato, perciò armati “…dello stesso pensiero, che, cioè, colui che ha sofferto nella carne, rinuncia al peccato” (1Ptr.4:1).

Cosa voleva dire Gesù quando affermò che dobbiamo mangiare la sua carne e bere il suo sangue?

Mangiare è vita per l’umanità, come per i credenti è ricevere la Parola di Dio, ogni giorno della nostra vita. Riconosciamo che Gesù ci ha portato la vita eterna, che la riceviamo per fede, perché tramite la sua morte ha pagato i nostri peccati, non coprendoli, ma cancellandoli definitivamente una volta per tutte, perciò: “Se infatti, mentre eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio mediante la morte del Figlio suo, tanto più ora, che siamo riconciliati, saremo salvati mediante la sua vita” (Rom.5:10).

Gesù ci ha fatto conoscere la verità della Parola, chiamandoci amici, “… perché vi ho fatto conoscere tutte le cose che ho udite dal Padre mio” (Gv.15:15), che porta alla vita eterna.

Mangiare la carne e bere il suo sangue, è unirsi a Gesù, accettare i suoi insegnamenti e seguirLo, perché ha proclamato: “In verità, in verità vi dico: ci crede ha la vita eterna. Io sono il pane della vita” (v.47,48).

Se facciamo dimorare Gesù in noi, dipenderemo da Lui continuamente, attraverso la Parola vivente, vale a dire il cibo che viene dall’alto, perché il credente: “…non vive di solo pane, ma di ogni parola che procede dalla bocca di Dio” (Mt.4:4).

Bere acqua è vitale, perché serve anche per purificare il nostro corpo dalle tante scorie non buone, così, indicando nella parabola che dobbiamo bere il sangue di Gesù, significa che: “…il sangue di Gesù, suo Figlio, ci purifica da ogni peccato” (1Gv.1:7).

Senza il sacrificio di Cristo, noi non avremmo mai avuto vita eterna, perché Egli diede la sua carne (il suo corpo) in sacrificio per i peccati di molti, ovvero di tutti quei credenti, che fanno dimorare in loro Cristo Gesù. Nessuno può accedere alla vita eterna, se non fa dimorare Gesù nella sua vita, come Gesù assicurò: “Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia di me vivrà per me” (v.55-57).

Chi ha Gesù nella sua vita, non perirà mai, perché è alimentato dal Signore, che è la Via, la Verità e la Vita eterna (Gv.14:6). Se invece non dipendiamo e non abbiamo accettato Gesù, allora Egli dichiara che “non avrete in voi la vita” (v.53).

Gesù quindi è l’unico mediatore che porta a Dio. Egli ha ricevuto da Dio vita e la dona a tutti quelli che Gli credono e osservano la sua Parola.