Ma Samuele disse a Saul: -Non ritornerò con te, poiché hai rigettato la parola del SIGNORE e il SIGNORE ha rigettato te perché tu non regni più sopra Israele-“ (1Sam.15:26).

Saul combatté molte battaglie contro i filistei e Dio gli dava vittoria.

Il re Saul fu però disubbidiente a Dio.

La prima volta, egli offrì spontaneamente, non richiesto da Dio, “…l’olocausto e i sacrifici di comunione”, quando tali operazioni erano ad uso esclusivo dei sacerdoti e dei leviti, ordinati apposta per servire l’Eterno nel tempio. Il profeta Samuele riprese duramente Saul: “Tu hai agito stoltamente; non hai osservato il comandamento che il SIGNORE, il tuo Dio, ti aveva dato” (1Sam.13:12,13). Il re si giustificò per la fretta, vedendo il popolo disperdersi.

Quanto è importante mettere sempre in pratica la Parola di Dio, indipendentemente da ogni situazione.

La seconda trasgressione fu quando l’Eterno gli ordinò di sconfiggere Amalek, perché trattò male il popolo di Dio, quando uscivano dall’Egitto.

Saul ricevette precise istruzioni divine: “Va’ dunque e colpisci Amalek e vota allo sterminio quanto gli appartiene, non lasciarti prendere da compassione per lui, ma uccidi uomini e donne, bambini e lattanti, buoi e pecore, cammelli e asini” (1Sam.15:3).

Saul però non ubbidì completamente a Dio, perché non fece come gli era stato comandato, anzi, insieme al popolo, risparmiarono il meglio delle pecore, dei buoi, degli agnelli e tutti gli animali migliori. Lasciarono anche vivo Agag, re di Amalek e tutto ciò “…che c’era di buono; non vollero votarli allo sterminio, ma votarono allo sterminio ogni cosa senza valore e inutile” (1Sam.15:9).

Saul incontrò Samuele e gli disse: “…Ho eseguito l’ordine del SIGNORE” (1Sam.15:13), ma quando il profeta sentì il belar di pecore e i muggiti di armenti, chiese da dove provenivano e il re lo informò, che erano bestie degli Amalekiti, scelte e risparmiate, per sacrificarle al Signore, suo Dio, mentre il resto, lo aveva tutto sterminato.

Il profeta Samuele ricordò a Saul l’ordine di Dio di sterminare tutti quei peccatori degli Amalekiti, insieme a tutto quello che possedevano, per votarlo allo sterminio. Inoltre fece presente al re che Dio si era rammaricato, per averlo stabilito come re, perché non aveva eseguito i suoi ordini.

Così l’Eterno scelse il suo successore, Davide.

Chi disubbidisce alle leggi di Dio, sarà punito. Saul riconobbe di aver disubbidito al comando di Dio, “perché ho temuto il popolo, e ho dato ascolto alla sua voce” (v.24). Invece di temere Dio ed ascoltare la sua voce, Saul temette e ascoltò la parola del popolo e per questo fu rigettato da Dio, come re d’Israele.

Il profeta Samuele gli espose il giudizio da parte di Dio: “Il Signore forse gradisce gli olocausti e i sacrifici come obbedire alla voce del Signore? Ecco, obbedire è meglio del sacrificio, essere docili è più del grasso degli arieti. Poiché peccato di divinazione è la ribellione, e iniquità e terafim (idolatria) l’insubordinazione. Perché hai rigettato la parola del Signore, Egli ti ha rigettato come re” (v.22,23).

L’obbedienza vale più del sacrificio.

Il re Saul concesse quello che il popolo voleva, rifiutando di ubbidire a Dio.

Saul si giustificò che aveva risparmiato il meglio del paese, per offrirlo al Signore. Dio non gli aveva chiesto alcun sacrificio, ma solo di ubbidire al suo ordine.

Quanti oggi, camminano secondo il pensiero del loro cuore, disubbidendo a Dio?

“…ma ira e indignazione a quelli che, per spirito di contesa, invece di ubbidire alla verità ubbidiscono all’ingiustizia” (Rom.2:8).

La disubbidienza è come il peccato di divinazione (consultare maghi e stregoni) ed ogni iniquità è pari all’idolatria.

L’apostolo Pietro dichiarò con decisione: “Bisogna ubbidire a Dio anziché agli uomini” (At.5:29), quando il sinedrio gli impose di non predicare più il Signore.

L’ira di Dio è contro quelli che non ubbidiscono alla verità, ma preferiscono l’ingiustizia (Rom.2:8). Alla fine, anche se si pentissero, sarebbe troppo tardi, perché oggi è il giorno di salvezza, avendo la possibilità di mettere in pratica e di ubbidire alla voce di Dio.

Avendo purificato le anime vostre con l’ubbidienza alla verità per giungere a un sincero amor fraterno, amatevi intensamente a vicenda di vero cuore” (1Ptr.1:22). Chi pecca di ribellione alla verità, sarà allontanato dalla presenza di Dio, per sempre, perciò, “Nessuno vi seduca con vani ragionamenti; infatti è per queste cose che l’ira di Dio viene sugli uomini ribelli” (Ef.5:6).

Dio ha dato in sacrificio Gesù e, per tutti quelli che credono nell’unigenito suo Figlio (Gv.3:16), hanno la salvezza dell’anima. Se vuoi scampare dalla geenna del fuoco eterno, sii fedele ed ubbidiente, nel mettere in pratica la sua Parola.

Sii santo, “…poiché sta scritto:Siate santi, perché io sono santo-“ (1Ptr.1:16), irreprensibile (1Tes.5:23) e perfetto, come Gesù disse: “Voi dunque siate perfetti, come è perfetto il Padre vostro celeste” (Mt.5:48).