Ogni figlio di Dio, “…generati in Cristo Gesù, mediante il vangelo” (1Cor.4:15), non vive più per se stesso.

Gesù dichiarò che: “Se uno vuol venire dietro a me, rinunci a se stesso, prenda la sua croce e mi segua” (Mt.16:24), confermato dall’esempio dell’apostolo Paolo: “Sono stato crocifisso con Cristo: non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me! La vita che vivo ora nella carne, la vivo nella fede nel Figlio di Dio il quale mi ha amato e ha dato se stesso per me” (Gal.2:20).

Se prendiamo la nostra croce per far morire in noi tutto quello che è terreno (Col.3:5), le opere della carne saranno annientate, come lo fu per Cristo “Poiché il suo morire fu un morire al peccato, una volta per sempre; ma il suo vivere è un vivere a Dio” (Rom.6:10-13). Tali saremo: morti al peccato, ma viventi in Cristo.

Poiché l’amore del Cristo ci spinge, al pensiero che uno è morto per tutti e quindi tutti sono morti. Ed egli è morto per tutti, perché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e risuscitato per loro” (v.14, 15);

Quindi se uno è in Cristo, è una creatura nuova; le cose vecchie sono passate, ecco ne sono nate di nuove” (v.17).