Gesù dichiarò ai suoi discepoli: “…io dispongo che vi sia dato un regno, come il Padre mio ha disposto che fosse dato a me” (Lc.22:29), ossia come Lui ha ricevuto un regno dal Padre anche noi lo riceveremo. L’apostolo Paolo lo confermò: “Dio ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasportati nel regno del suo amato Figlio” (Col.1:13).

Gesù affermò: “Il vincitore lo farò sedere presso di me, sul mio trono, come io ho vinto e mi sono assiso presso il Padre mio sul suo trono” (Ap.3:21).

La chiesa di Laodicea, come descritto nelle lettere della Rivelazione, risulta essere quella che avrà sopportato la prova più gravosa tra i sette periodi. Infatti, i fedeli attuali sono indicati come i credenti dell’ultima ora (1Gv.2:18), perché è operante l’apostasia dell’anticristo, nel rinnegamento della vera fede, per sedurre tutti quelli che non appartengono a Dio, “…i cui nomi non sono scritti fin dalla creazione del mondo nel libro della vita dell’Agnello che è stato immolato” (Ap.13:8). Quelli fedeli sono invece coloro che hanno il loro nome scritto nel libro dell’Agnello e saranno preservati, perché sono “…eredi secondo la promessa” (Gal.3:29), insieme ai nostri fratelli nella fede, vissuti negli ultimi tempi. Tutti siederemo vittoriosi con Cristo sul suo trono, come Egli ha vinto e si è seduto alla destra del Padre, sul suo trono (Ap.3:21).

Facciamo un esempio.

Dio rivelò a tutti i profeti la fine dell’empio sulla terra. A Daniele venne rivelato tutto il periodo, partendo dal regno di Babilonia, dove era stato deportato, fino all’ultimo regno, che sarà sotto il potere di Satana per 1260 giorni.

La stessa cosa fu rivelata, ma con più dettagli, all’apostolo e profeta Giovanni.

L’unica differenza è nel vincolo temporale: “Ora tu, Daniele, chiudi queste parole e sigilla questo libro, fino al tempo della fine: allora molti lo scorreranno e la loro conoscenza sarà accresciuta” (Dan.12:4), mentre al profeta e apostolo Giovanni ordinò: “Non mettere sotto sigillo le parole profetiche di questo libro, perché il tempo è vicino” (Ap.22:10).

Infatti, quello che Gesù predicò, durante la sua Missione terrena, gli apostoli lo hanno annunciato di nuovo.

Gesù riferì che, come il Padre gli aveva affidato un regno, così ci sarà dato un regno anche a noi, come confermato dall’apostolo. Il regno di Cristo è quindi anche il nostro regno; infatti, noi siamo eredi di Dio e coeredi del regno di Cristo, però solo “…se veramente soffriamo con lui, per essere anche glorificati con lui” (Rom.8:17). Dio ci ha fatti eredi del regno di Cristo (Col.1:13), “Ascoltate, fratelli miei carissimi: Dio non ha forse scelto quelli che sono poveri secondo il mondo perché siano ricchi in fede ed eredi del regno che ha promesso a quelli che lo amano?” (Gcm.2:5).

Abbandoniamo perciò tutti i desideri carnali, perché “In questo modo infatti vi sarà ampiamente concesso l’ingresso nel regno eterno del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo” (2Ptr.1:11).