Così anche voi consideratevi morti al peccato, ma viventi a Dio, in Gesù Cristo, nostro Signore” (Rom.6:11).

Noi siamo stati sepolti, perché morti al peccato nel battesimo e risuscitati in Cristo a nuova vita. Infatti, abbiamo rinnegato il mondo e dichiarato di servire Dio per tutta la vita, siamo dunque divenuti delle nuove creature.

Ignorate voi, che noi tutti che siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte? Noi dunque siamo stati sepolti con lui per mezzo del battesimo nella morte, affinché, come Cristo è risuscitato dai morti per la gloria del Padre, così anche noi similmente camminiamo in novità di vita” (Rom.6:3,4).

Se fossimo veramente consapevoli della morte della nostra vecchia natura al peccato, ci si renderebbe conto che su di noi non ha più potere l’influenza del peccato (Rom.6:14), perché siamo stati liberati dalla sua forza (Rom.6:7) nella carnalità, per la concupiscenza di essa. Il peccato non ci appartiene più, siamo sciolti dai legami del peccato per la potenza di Dio, attraverso il sacrificio di Gesù e perciò siamo svincolati dal nostro vecchio uomo, che è morto, inerte e corrotto dal male, per non servire più al peccato, ma essere rinnovati, al servizio della giustizia (Rom.6:19).

La morte è comunemente definita come il distacco fisico dal nostro ambiente naturale con cessazione di ogni attività corporea, ovvero la fine della nostra vita, ma nel mondo spirituale, essa è simboleggiata dal battesimo in acqua per completa immersione, come atto di sepoltura e abbandono definitivo dal peccato. L’uscita dall’acqua rappresenta l’inizio e testimonia l’impegno di una nuova vita in Cristo e per Cristo. Infatti, l’atto realizza il risultato di un cambiamento radicale avvenuto (ravvedimento e conversione) di posizione: da estraneo, senza speranza e senza Dio, a Cristo e ne consegue anche un passaggio di stato: da peccatore a giustificato, per mezzo della fede in Gesù, secondo la Parola di Dio, ad opera dello Spirito Santo.

La morte simboleggia quindi il distacco dal mondo e dalle sue concupiscenze, separati dal peccato e perciò non desideriamo più ritornare alla sua schiavitù. Dobbiamo perciò continuare il cammino di santità intrapreso per piacere a Dio e compiere ciò che è gradito al Signore: nell’osservare la sua Parola; prestare molta attenzione a ogni nostra azione coinvolgente, “perché uno diventa schiavo di ciò che lo ha vinto” (2Ptr.2:19); valutare bene qualsiasi decisione importante da prendere, perché vale il seguente ammonimento: “Non sapete voi che a chiunque vi offriate come servi per ubbidirgli, siete servi di colui al quale ubbidite, o del peccato per la morte, o del’ubbidienza per la giustizia” (Rom.6:16). Seguire sempre il consiglio e la guida dello Spirito Santo, perché il nostro desiderio, impegno e speranza devono essere sempre rivolti a Dio e ad applicare la sua Parola e gli insegnamenti di Gesù alla nostra vita.

L’apostolo Paolo afferma: ”…Noi che siamo morti al peccato, come vivremo ancora in esso?” (Rom.6:2), perché chi desidera le cose di questo mondo, conducendo la sua vita per esse e in base ad esse, dimostra che è affezionato al mondo e quindi non può amare Dio, come riportato: ”Non amate il mondo, né le cose che sono nel mondo. Se uno ama il mondo, l’amore del Padre non è in lui… e il mondo passa con la sua concupiscenza, ma chi fa la volontà di Dio rimane in eterno” (1Gv.2:15,17).

Nessuno può servire due padroni (Mt.6:24), come quale relazione esiste tra giustizia e iniquità, tra tenebre e luce? (2Cor.6:14). Nessuno può affermare di essere figlio di Dio se compie le opere infruttuose della carne. I piaceri, desideri e interessi, quando non si ha autocontrollo degli stessi, possono generare in situazioni, modi inutili, dannosi e contagianti al peccato e al vizio. Come alcuni divertimenti, ritenuti innocui passatempi, ma sono potenziali insidie, che a lungo provocano serie patologie o dipendenze. Basta pensare ad alcuni giochi con puntate per vincere una posta o un premio in palio fino alle semplici lotterie.

In effetti, tutto ciò che porta lontano dalla presenza del Signore è assolutamente da evitare per il credente, perché “Ogni cosa mi è lecita, ma non ogni cosa è utile; ogni cosa mi è lecita, ma non mi lascerò dominare da cosa alcuna” (1Cor.6:12, 10,23) quindi tutto ciò che non edifica spiritualmente va respinta.

La vita, il tempo e tutti i beni materiali sono a nostra disposizione, ma niente è nostro, perché tutto quello che abbiamo è un dono di Dio e nulla porteremo via da questo mondo (1Tmt.6:7), come confermato: ”Nudo sono uscito dal grembo di mia madre e nudo vi ritornerò. L’Eterno ha dato e l’Eterno ha tolto. Sia benedetto il nome dell’Eterno” (Gb.1:21; Ecl.5:15), perciò tutto va usato con coscienza, discernimento, discrezione e con gratitudine.

Sappiamo infatti che un giorno dovremo rendere conto di tutta la nostra vita, di come l’abbiamo trascorsa, perfino dei nostri pensieri e dei motivi che hanno prodotto le nostre azioni, se alla gloria del nostro Creatore e Signore di tutta la terra o soltanto per egoismo o vanagloria.

Affermare che tutti i divertimenti, giochi, gli sport e specialmente le competizioni tra due concorrenti o tra squadre avversarie, dove l’altro viene considerato come un rivale da battere, o addirittura visto anche come nemico, sono virtuosi, puri, educativi, innocenti, inganniamo noi stessi, perché in essi si accentuano sentimenti di ostilità, fino a degenerare in reazioni violente tra tifoserie. Dove non c’è amore, non c’è Dio (1Gv.4:8,16).

Tutto ciò che non edifica lo spirito, è carnale: “Quindi quelli che sono nella carne non possono piacere a Dio” (Rom.8:8). Se facessimo involontariamente cose che non piacessero a Dio, noi saremmo nel peccato ed esso produrrebbe la morte.

La nostra mente deve essere controllata dallo Spirito, se desiderassimo vivere (Rom.8:6), così come i nostri pensieri, che possono condurre all’azione, devono essere puri, ovvero concentrati su cose vere, onorevoli, giuste, amabili, di buona fama, virtuose e di lode (Fil.4:8). E’ conveniente chiedersi per quale motivo o scopo agisco e compio tali cose, se è per la gloria di Dio o contraria alla sua Parola. Tutto quello che facciamo deve essere fatto alla gloria di Dio, senza recare danno ad alcuno, contribuendo alla pace e all’amore fraterno. Con queste riflessioni si potrebbe eliminare o evitare a priori molte cose superflue, che non recano per niente giovamento all’anima.

Ricordiamo come ci comportavamo, quando non eravamo credenti, commettendo impurità e iniquità per ignoranza, di cui ora ci vergogniamo e,  come abbiamo accettato la Grazia del Signore, proseguiamo nel cammino di fede, in santità ed onore, alla gloria di Dio. Ricordandole, ci impegna a non ripeterle, perché allora in noi dimorava la morte, non la vita e perché “…la fine di quelle cose è la morte” (Rom.6:21). “Un tempo infatti eravate tenebre, ma ora siete luce nel Signore; camminate dunque come figli di luce. …e non partecipate alle opere infruttuose delle tenebre, ma piuttosto riprovatele” (Ef.5:8,11). Dato che: “Chi dunque vuole essere amico del mondo si rende nemico di Dio” (Gcm.4:4).

Siete così insensati che, avendo cominciato nello Spirito, vorreste finire nella carne?” (Gal.3:3). Continuiamo a lottare nel buon combattimento della fede, restando fermi nella verità, rigettando ogni menzogna di Satana, che con la sua abile astuzia, cerca di farci ritornare poco per volta schiavi del peccato e del mondo.

Satana ha fatto in modo che le mondanità entrassero nelle chiese, insinuando che non sono peccato alcune tendenze mondane e tutto è tollerato. E’ palese che le mode e i costumi sono cambiati, per stare al passo con i tempi moderni, ma la Parola di Dio non è cambiata e anche “Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e in eterno” (Ebr.13:8), così dovremmo assomigliargli sempre di più, affinché siamo radicati (Col.2:7) e fermi nella Parola di Dio.

Dov’ è allora il timore dell’Eterno?

Un figlio onora il padre e un servo il suo signore. Se dunque io sono padre, dov’è l’onore che m’è dovuto? E se sono signore, dov’è il timore che m’appartiene?, dice l’Eterno degli eserciti a voi, o sacerdoti, che disprezzate il mio nome, eppure dite: ‘In che cosa abbiamo disprezzato il tuo nome?”‘ (Mal.1:6).

Ricordiamoci che a Dio è dovuto: Onore e Timore, quello che il mondo non conosce. Dio ha determinato un tempo per ogni cosa ed ha posto anche un limite alla vita dell’uomo e al mondo perverso: “…i cieli e la terra attuali sono riservati dalla stessa parola per il fuoco, conservati per il giorno del giudizio e della perdizione degli uomini empi” (2Ptr.3:7).

Se non hai ancora deciso per la tua anima, non indugiare ad afferrare l’offerta della Grazia e ricevere la vita eterna, ma arrenditi a Cristo, osservando la Parola di Dio, allora vincerai e noterai l’infinita misericordia di Dio, che ci ha scelto, amandoci immensamente: “Poiché egli ci ha riscossi dalla potestà delle tenebre e ci ha trasportati nel regno del suo amato Figlio” (Col.1:13). Vivere eternamente nel regno glorioso con Gesù, oppure distaccato da Dio per sempre, senza nessuna speranza, nelle pene eterne. Questa è la scelta!

Gesù ci ha amato, ha perdonato e ci ha purificato dai nostri peccati, sta a noi mettere in pratica la sua Parola per vivere in eterno.

Vivere è Cristo, per affermare come Paolo: “Io sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me; e quella vita che ora vivo nella carne, la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me” (Gal.2:20).

La tua vita sia completamente nelle mani del tuo Signore, affidandoti a Lui con tutto il tuo cuore in ogni cosa, con la fede in Dio, allora vedrai le sue meravigliose opere del grande amore e non avrai altro bisogno che di stare per sempre con il tuo Salvatore, avendo ogni benedizione.

Tutto questo è già a tua disposizione, occorre solo che tu creda nelle sue promesse, facendole tue, per fede. Ricorda che ”il giusto vivrà per fede” e la fede è più preziosa dell’oro (1Ptr.1:7), perciò ascolta la Parola, agisci con fede ed essa aumenterà, “seguendo la verità nell’amore, cresciamo in ogni cosa in colui che è il capo, cioè Cristo” (Ef.4:15).

La pace sia con te. Amen.