Il mistero che è stato nascosto per tutti i secoli e per tutte le generazioni, ma che ora è stato manifestato ai suoi santi” (Col.1:26).

Gesù rivelò “…che molti profeti e giusti desiderarono vedere le cose che voi vedete, e non le videro; e udire le cose che voi udite, e non le udirono” (Mt.13:17).

I profeti predissero tutto ciò che riguardò Gesù, ma alcuni, pur desiderando vedere quello che profetizzavano, non lo videro e non lo udirono.  Anche l’apostolo Paolo riporta che: “Nelle altre epoche non fu concesso ai figli degli uomini di conoscere questo mistero, così come ora, per mezzo dello Spirito, è stato rivelato ai santi apostoli e profeti di lui” (Ef.3:5).

Dopo la venuta di Gesù, tutto il mistero di Dio riguardo Suo Figlio, fu svelato ai suoi apostoli: “…facendoci conoscere il mistero della sua volontà, secondo il disegno benevolo che aveva preordinato in sé” (Ef.1:9).

Non è dato di conoscere a quelli di fuori o agli increduli, ma solo a coloro che credono nella verità, come confermò Gesù agli apostoli: “A voi è dato di conoscere i misteri del regno di Dio; ma agli altri se ne parla in parabole, affinché vedendo non vedano, e udendo non comprendano” (Lc.8:10).

Molti sono quelli che leggono e studiano la Sacra Scrittura ma, come i Giudei avevano la legge, non la comprendono esattamente, perché ognuno antepone la propria intelligenza, cultura, pregiudizi e opinioni della dottrina di appartenenza e interpretano a modo loro le Scritture. Tutta questa confusione deriva perché “l’uomo naturale non riceve le cose dello Spirito di Dio, perché esse sono pazzia per lui; e non le può conoscere, perché devono essere giudicate spiritualmente” (1Cor.2:14).

Chi non ha quindi ricevuto lo Spirito Santo, non può capire le cose spirituali, perché attraverso lo Spirito di Dio, che dimora in noi, ci guida alla verità, mentre per tutti gli altri, la Parola rimane incomprensibile e oscura, non portando vita, né luce, così gli uomini rimangono nelle tenebre.

Ora noi non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, ma lo Spirito che viene da Dio, affinché conosciamo le cose che ci sono state donate da Dio” (1Cor.2:12) e se non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, ma quello di Dio, allora non viviamo più secondo la carne, vale a dire che non facciamo la nostra volontà, ma quella di Dio: “Voi però non siete nella carne ma nello Spirito, se lo Spirito di Dio abita veramente in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, egli non appartiene a lui” (Rom.8:9).

Molti sono quelli che hanno lo spirito del mondo ed essi non appartengono a Dio.

Sforziamoci quindi se vogliamo entrare per la porta stretta, camminare per la via angusta, in santità, che conduce a Dio. Molte difficoltà e ostilità nemiche si incontreranno nella vita, come Gesù ci ha avvertito: “Vi ho detto queste cose, affinché abbiate pace in me; nel mondo avrete tribolazione, ma fatevi coraggio, io ho vinto il mondo” (Gv.16:33). Con la nostra fiducia nel Signore, noi superiamo tutte le prove, perché Gesù, il Vincitore, vive in noi ed è il Signore che ci aiuta, fortifica e consiglia: “Dimorate in me, e io dimorerò in voi. Come il tralcio non può da sé dare frutto se non rimane nella vite, così neppure voi, se non dimorate in me” (Gv.15:4).

È necessario portare frutto, se vogliamo trovarci davanti al tribunale di Cristo, per ricevere il premio, secondo le nostre opere (2Cor.5:10; Ap.22:12). In similitudine, Gesù avverte che “Ogni albero che non fa buon frutto è tagliato e gettato nel fuoco” (Mt.7:19).

Gesù sta per chiudere, tra breve, il periodo della Grazia, come già profetizzato: “Presi quindi il mio bastone –Grazia- e lo spezzai, per annullare il patto che avevo stabilito con tutti i popoli” (Zac.10:11). Non hai molto tempo per ravvederti da ogni opera malvagia, qualunque essa sia, perciò credi, accetta la Grazia e solo allora potrai vivere e vedere la gloria di Dio, perché Gesù dichiara: “…Io sono la risurrezione e la vita; chiunque crede in me, anche se fosse morto, vivrà e chiunque vive e crede in me, non morirà mai in eterno. Credi tu questo?” (Gv.11:26).

Tutto quello che è stato scritto dai profeti e dagli apostoli è verità, perché è stato rivelato da Dio ai suoi santi. Il tempo della Grazia iniziò da Giovanni Battista con il battesimo per ravvedimento: “Legge e i profeti hanno durato fino a Giovanni; da quel tempo è annunciata la buona notizia del regno di Dio, e ciascuno vi entra a forza” (Lc.16:16). Al tempo stabilito si manifestò Cristo Gesù, il quale portò a compimento tutto quello che era stato scritto di Lui. Infatti Gesù attestò: “Non pensate che io sia venuto per abolire la legge o i profeti; io sono venuto non per abolire ma per portare a compimento” (Mt.5:17).

Dopo la sua risurrezione, Gesù si presentò agli undici e vedendo la loro incredulità, disse “Sono queste le parole che vi dicevo quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella Legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi” (Lc.24:44). Infatti, tutti annunciarono la venuta del Messia: Mosè lo rivelò come profeta: “…Il Signore Dio vi susciterà in mezzo ai vostri fratelli un profeta come me; ascoltatelo in tutte le cose che vi dirà” (At.3:22; Deut.18:15,18). Il profeta Isaia lo palesò come servo: “Ecco, il mio servo prospererà e sarà innalzato, elevato e grandemente esaltato. Come molti erano stupiti di te, così il suo aspetto era sfigurato più di quello di alcun uomo; e la sua sembianza più di quella dei figli dell’uomo” (Is.52:13,14).

Nessuna delle cose scritte è rimasta segreta o nascosta, come alcuni pensano. “Or tutte queste cose avvennero loro come esempio, e sono scritte per nostro avvertimento, per noi, che ci troviamo alla fine delle età” (1Cor.10:11). Infatti, Gesù dichiarò: “A voi è dato di conoscere il mistero del regno di Dio; ma a quelli che sono di fuori, tutto viene esposto in parabole…” (Mrc.4:11). Il mondo non può conoscere alcun mistero rivelato, perché è rivelato solo ai santi, a quelli cioè che sono chiamati eletti e fedeli (Ap.17:14).

Gesù pregò il Padre: “Io ti ho glorificato sulla terra, avendo compiuto l’opera che tu mi hai data da fare” (Gv.17:4). Tutto fu compiuto con il suo sacrificio; infatti, prima di rendere lo spirito proclamò: “-È compiuto!- e, chinato il capo, rese lo spirito” (Gv.19:30).