Pochi si rendono conto che vivono su una terra maledetta da Dio. Colpevolizzano Dio per ogni cosa, che non va nella loro vita e che non è accaduto come hanno pensato, perché non sanno, che fu per il peccato dell’uomo, che Dio maledisse tutta la terra: “All’uomo disse: -Poiché hai ascoltato la voce di tua moglie e hai mangiato dell’albero, di cui ti avevo comandato: -Non ne devi mangiare-, maledetto sia il suolo per causa tua! Con dolore ne trarrai il cibo per tutti i giorni della tua vita-“ (Gen.3:17).

Dio è fedele e la sua Parola non può cambiare, perciò la maledizione del suolo iniziò subito dopo il peccato commesso da Adamo e da sua moglie. Essa è ancora presente e sarà fino alla redenzione dei figli di Dio, “nella speranza che la creazione stessa venga essa pure liberata dalla servitù della corruzione per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio” (Rom.8:21). Infatti “Lamech chiamò suo figlio Noè, dicendo: -Costui ci consolerà del nostro lavoro e della fatica delle nostre mani, a causa del suolo che il Signore ha maledetto-“ (Gen.5:29).

Tutti traevano il cibo dalla terra, con molta fatica e dolore, quindi il peccato fu ed è la conseguenza di ogni male, come di ogni malattia.

Un avvertimento importante fu rivolto ad Israele, per ricevere benedizioni divine, valido anche oggi, che se “…tu avrai ascoltato la voce del Signore tuo Dio, verranno su di te e ti raggiungeranno tutte queste benedizioni: …Il Signore aprirà per te il suo benefico tesoro, il cielo, per dare alla tua terra la pioggia a suo tempo e per benedire tutto il lavoro delle tue mani; così presterai a molte nazioni, mentre tu non domanderai prestiti” (Deut.28:2,12). Tutte le benedizioni, descritte in questo capitolo, poteva ricevere ognuno del popolo, solo: “…se non devierai né a destra né a sinistra da alcuna delle cose che oggi vi comando…” (v.14).

Se il popolo non metteva invece in pratica le leggi, che Dio aveva dato, ma andava ad adorare altri dei, la benedizione cambiava in maledizione, come Dio ammonì: “E, quanto a voi, io vi disperderò fra le nazioni e vi inseguirò a spada tratta; il vostro paese sarà desolato e le vostre città saranno deserte” (Lev.26:33).

La conseguenza del peccato fu devastante per Israele e, al tempo stabilito, Dio mandò il suo unigenito Figlio, per la loro salvezza, ma essi, rigettatolo, lo misero a morte. L’abbondanza per Israele terminò, Dio disperse il loro residuo tra tutte le nazioni.

L’apostolo Paolo scrive: “Che dire dunque? Israele non ha ottenuto quello che cercava; lo hanno ottenuto invece gli eletti; gli altri sono stati induriti” (Rom.11:7).

Per questo Israele rimase escluso dalla Grazia, per non aver riconosciuto e né accettato Cristo Gesù, il Figlio di Dio, perché solo: “Chi riconosce che Gesù è il Figlio di Dio, Dio dimora in lui ed egli in Dio” (1Gv.4:15). Israele peccò e non ottenne la salvezza, che cercava, mediante le opere della Legge, mentre tutti coloro che credono nel Figlio di Dio, ricevono la vita eterna, perciò è scritto: “Chi ha il Figlio ha la vita; chi non ha il Figlio di Dio, non ha la vita” (1Gv.5:12).

Come sappiamo, il popolo di Dio subì tutte le maledizioni annunciate per la sua incredulità e, allo stesso modo, riceverà le benedizioni, rivelate dai profeti, quando arriverà il tempo, che sarà visitato nuovamente da Dio, allora gli ebrei “…se non persevereranno nell’infedeltà, saranno anch’essi innestati; Dio infatti ha la potenza di innestarli di nuovo!” (Rom.11:23).

Israele non fu risparmiato, perché Dio compì la sua vendetta sui Giudei, che rinnegarono Gesù, il Messia, il Figlio di Dio. Infatti, essi dichiararono: “Noi abbiamo una legge e secondo questa legge deve morire, perché si è fatto Figlio di Dio” (Gv.19:7).

Dio li abbandonò perciò nelle mani dei loro nemici, per il periodo di 62 settimane, circa 1878 anni. Credete forse che risparmierà i popoli pagani, adoratori di idoli e disubbidienti alla sua Parola? Niente affatto! “Perché il salario del peccato è la morte; ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù nostro Signore” (Rom.6:23).

La conseguenza del peccato porta povertà, malattie, fame e sete tra tutti popoli, come fu per Israele. Ancora oggi, tra tutti quelli, che non ubbidiscono a Dio, domina la maledizione, ovvero la morte eterna, per restare in eterno, nelle pene, perseguitati e lontani dalla presenza di Dio.

Non c’è da consolarsi, perché la morte eterna, non vuol dire che si muore e non si soffre più, anzi è il contrario: “Essi saranno puniti di eterna rovina, respinti dalla presenza del Signore e dalla gloria della sua potenza” (2Tes.1:9).

Alla fine, quando tutti gli empi saranno stati annientati, Dio farà nuovi cieli e nuova terra, toglierà la maledizione e metterà la Sua benedizione: “E poi, secondo la sua promessa, noi aspettiamo nuovi cieli e una terra nuova, nei quali avrà stabile dimora la giustizia.  Perciò, carissimi, nell’attesa di questi eventi, cercate d’essere senza macchia e irreprensibili davanti a Dio, in pace” (2Ptr.3:13,14; Is.66:22; 57:17).