La tua parola è una lampada al mio piede e una luce sul mio sentiero” (Sal.119:105).

La parola di Dio è per noi la lampada, la luce splendente, che illumina il nostro cammino in santità. Questa meravigliosa Parola ci è stata trasmessa da Cristo Gesù e dai suoi apostoli che, per breve tempo, hanno goduto del suo splendore direttamente (Gv.5:35). Gesù è la luce: “Io sono la luce del mondo; chi mi segue non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita” (Gv.8:12), che ha dato vita a tutti quelli che hanno creduto e credono ancora in Lui.

Molti sono rimasti accecati rimanendo così nelle tenebre: “…la luce è venuta nel mondo e gli uomini hanno amato le tenebre più che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Infatti chiunque fa cose malvagie odia la luce e non viene alla luce, affinché le sue opere non siano riprovate” (Gv.3:20,21), ma “In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini. E la luce risplende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno compresa” (Gv.1:4,5).

Inoltre chi cammina nella luce non inciampa, perché la sua via è bene illuminata, ”ma se uno cammina di notte, inciampa, perché la luce non è in lui” (Gv.11.10). Se la parola di Dio è in noi e la mettiamo in pratica, noi siamo nati da Dio e non possiamo cadere nel peccato, perché la via che seguiamo è bene illuminata, perciò “Noi sappiamo che chiunque è nato da Dio non pecca; chi è nato da Dio preserva se stesso e il maligno non lo tocca” (1Gv.5:18) e ancora: “Chiunque dimora in lui non pecca; chiunque pecca non l’ha visto né l’ha conosciuto” (1Gv.3:6).

Quando affermano che il giusto cade (pecca), ma si rialza: “Niente affatto! Noi che siamo morti al peccato, come vivremo ancora in esso?” (Rom.6:2). Noi siamo il tempio di Dio, come può Egli dimorare in un tempio sporco di peccato? Il peccato contamina il nostro corpo e lo rende tenebre, infatti: “La lampada del corpo è l’occhio; …Ma se l’occhio tuo è viziato, tutto il tuo corpo sarà tenebroso; se dunque la luce che è in te è tenebre, quanto grandi saranno quelle tenebre!” (Mt.6:22,23).

Se il credente fedele, fa vivere Gesù nel suo cuore, egli è morto al peccato e quindi non vive più per il peccato, ma per Cristo: “Ora se siamo morti con Cristo, noi crediamo pure che vivremo con lui” (Rom.6:8). Camminando con Cristo e credendo, per fede, riceviamo salvezza per il motivo di essere morti al peccato e “viventi a Dio, in Cristo Gesù, nostro Signore” (Rom.6:11).

Che cosa vuol dire morire al peccato?

Ogni essere umano che nasce, muore; vale a dire lascia per sempre il corpo, che è stato tratto dalla terra, per ritornare polvere. Un essere umano, che risusciterà, non possederà mai più in eterno un corpo di argilla, perché è stato distaccato da esso. Tanto più per il peccato, se noi siamo morti ad esso, lo abbiamo lasciato per sempre, per non commetterlo mai più. L’affermazione dell’apostolo Paolo è un bel esempio: “Io sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me; e quella vita che ora vivo nella carne, la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me” (Gal.2:20). Se Cristo vive in me, è dedotto che non sono più io che vivo, perché il mio “io” è annullato, pur risiedendo nella carne, ma vivo avendo fede nel Figlio di Dio, il quale ha sacrificato se stesso per me.

Noi siamo luce del mondo e la luce che ci illumina è Gesù, guardiamo di non nasconderla: “Voi siete la luce del mondo; una città posta sopra un monte non può essere nascosta” (Mt.5:14). Siamo perciò sobri e vigilanti, per non cadere nelle trappole del nemico, che è sempre attento ad ogni nostra superficialità; ascoltiamo l’avvertimento dell’apostolo Paolo: “Ora dico questo per il vostro vantaggio, non per tendervi un laccio, ma per indirizzarvi a ciò che è decoroso e perché possiate darvi assiduamente al Signore senza esserne distratti“ (1Cor.7:35).

È Gesù che ci consiglia di comprare da Lui dell’oro raffinato, purificato col fuoco, che è la Parola di Dio (la lampada), per diventare ricchi spiritualmente e poter così indossare delle vesti bianche per coprire la vergogna di non conoscere la verità. Gesù pulirà i nostri occhi con il collirio dello Spirito per vedere perfettamente (Ap.3:18).

Noi non possiamo camminare contemporaneamente nelle tenebre e nella luce “E quale comunione c’è tra la luce e le tenebre?” (2Cor.6:14), come non possiamo servire Dio e mammona (Mt.6:24). Nessuna comunione con il peccato, il male e l’ingiustizia, perciò “…non partecipate alle opere infruttuose delle tenebre, ma piuttosto riprovatele” (Ef.5:11), sapendo che “…il comandamento è una lampada, l’insegnamento una luce, e le correzioni dell’ammaestramento sono la via della vita” (Prv.6:2).

Dio è perfetto e per questo Gesù afferma: “Voi dunque siate perfetti, come è perfetto il Padre vostro, che è nei cieli” (Mt.5:48) e come è scritto: “siate santi, come io sono santo” (1Ptr.1:16); se per qualcuno ciò è impossibile, noi ricordiamo: “Per gli uomini questo è impossibile, ma per Dio ogni cosa è possibile” (Mt.19:26).

Come potete voi credere, voi che prendete gloria gli uni dagli altri e non cercate la gloria che viene da Dio solo? (Gv.5:44).

Molti amano essere elogiati dagli uomini, senza tener conto di quello che Dio vede in loro, per cui sono anche persuasi di essere nella luce, ma sono ancora nelle tenebre: “…convinto di essere guida di ciechi, luce di quelli che sono nelle tenebre, educatore degli ignoranti, maestro dei semplici…” (Rom.2:19,20), “…ma voi, fratelli, non siete nelle tenebre, così che quel giorno vi sorprenda come un ladro” (1Tes.5:4).

Molte volte ci viene consigliato dallo Spirito di vegliare (Mrc.13:37), avere uno spirito sempre pronto, in comunione, per ascoltare quello che lo Spirito di Dio ci indica. Condurre una vita in ubbidienza a Dio, perché a Lui non possiamo nascondere nulla: ”Le tenebre stesse non possono nasconderti nulla, anzi la notte risplende come il giorno; le tenebre e la luce sono uguali per te” (Sal.139:12).

Dio giudicherà tutti quelli che camminano confusamente, in maniera incerta, senza distinguere il bene dal male e la Luce dalle tenebre, perciò è scritto: “Affinché cercassero il Signore, se mai riuscissero a trovarlo come a tastoni, benché egli non sia lontano da ognuno di noi” (At.17:27).

Se non hai ancora indirizzato i tuoi pensieri verso la verità per seguirla, sei a rischio di una condanna eterna. Non rifiutare la Grazia offerta gratuitamente da Gesù Cristo; oggi sei ancora in tempo, affida la tua vita al nostro Salvatore, prima che sia troppo tardi.

Indugiare vuol dire perdere la grande opportunità di salvezza, considera dove vuoi passare l’eternità: “…esser gettato nella Geenna del fuoco” (Mt.18:9) o avere “nel secolo a venire, la vita eterna” (Mt.10:30). Non esiste un’altra possibilità, né alternativa (purgatorio): gli increduli, i malvagi, i disubbidienti, ecc. “…andranno nelle pene eterne, e i giusti nella vita eterna” (Mt.25:46).

Ricordati che: “Lo spirito dell’uomo è la lampada dell’Eterno, che scruta tutti i più reconditi recessi del cuore” (Prv.20:27). Dio vede e considera ogni nostro pensiero e opera, siamo perciò ubbidienti, umili e mansueti (Mt.5:5).

Dio resiste ai superbi e dà grazia agli umili” (Gcm.4:6).