Dio non è il Dio dei morti, ma dei viventi” (Mt.22:32).

Gesù dichiarò: “Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; ma tu va’ ad annunziare il regno di Dio” (Lc.9:60).

Questa dichiarazione la rivolse Gesù quando invitò un ascoltatore a seguirlo, ma questi gli chiese di permettergli di andare prima a seppellire suo padre.

Chi sono i morti che devono seppellire i propri morti?

Gesù si riferiva ai morti spirituali, quelli che hanno solo interesse nei piaceri e nelle cose materiali, affermando che eseguissero pure i loro affari, perché trascuravano l’importanza e sottovalutavano il bene della loro anima. Noi siamo da Dio e il mondo è del maligno, come confermato: “Noi sappiamo che siamo da Dio e che tutto il mondo giace nel maligno” (1Gv.5:19).

Noi dobbiamo seguire il nostro Maestro, Gesù. Egli vuole che lo seguiamo prontamente, abbandonando subito tutto, come fecero i Suoi discepoli per farli pescatori di uomini (Mt.4:18-22) e diventati poi il fondamento della chiesa di Cristo (Ef.2:20).

Quando Gesù ha chiamato, noi gli abbiamo subito risposto, lasciando ogni nostro affare per seguirlo, per ubbidirgli e per annunciare il regno di Dio. Se abbiamo risposto alla Sua chiamata, dobbiamo anche distogliere il nostro sguardo da ciò che è iniquità.   “Tuttavia il saldo fondamento di Dio rimane fermo, avendo questo sigillo: -Il Signore conosce quelli che sono suoi-, e: -Si ritragga dall’iniquità chiunque nomina il nome di Cristo” (2Tmt.2:19).

Gesù tornerà presto e ci chiederà conto di ogni nostra azione e di quanto ha reso il talento che ci ha affidato e consegnato.

Se invece noi ci fossimo occupati delle cose del mondo, trascurando l’impegno di servirlo con il suo talento, che era nelle nostre mani, alla fine, ci verrebbe tolto, perché ritenuti servi malvagi e indolenti, destinati a ricevere la condanna: “…Gettate questo servo inutile nelle tenebre di fuori. Lì sarà il pianto e lo stridor di denti” (Mt.25:25-30).

Non sottovalutiamo il buon deposito che Dio ha messo in noi (lo Spirito Santo), ricordando che tutto il mondo giace nel maligno (1Gv.5:19), essendo nelle tenebre completamente (2Cor.6:14). Chi vive nelle tenebre, non vede dove sta andando, rischiando di cadere e di non rialzarsi più, perché è morto e il suo spirito è inattivo, incapace di percepire la verità.

Gesù è la luce e la vita; Egli ci chiama a seguirlo e a lasciare i morti spirituali (chi vive per il mondo) nelle loro faccende, per non rimanere coinvolti o essere complici delle loro opere malvagie, perciò separiamoci.

Il nostro compito è di seguire Cristo, evangelizzando quanti sono nel mondo, pregando per quelli che Dio ci mette davanti, affinché ascoltino la Parola e si convertano. Non tutti ci ascolteranno, perché è scritto: “Noi siamo da Dio, chi conosce Dio ci ascolta; chi non è da Dio non ci ascolta; da questo riconosciamo lo spirito della verità e lo spirito dell’errore” (1Gv.4:6) e “Chi è da Dio ascolta le parole di Dio; perciò voi non le ascoltate, perché non siete da Dio” (Gv.8:47).

Non pregare per il mondo, che è morto nel peccato, come Gesù si rivolge al Padre: “Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per coloro che tu mi hai dato, perché sono tuoi” (Gv.17:9). Gesù conosceva bene quali erano i suoi, che il Padre gli aveva dato, non solo per i Giudei, ma anche per quelli che verranno dopo, compreso noi gentili, fino alla fine.

Tramite lo Spirito Santo ha pure insegnato a noi come riconoscere i figli di Dio: “Da questo si riconoscono i figli di Dio e i figli del diavolo: chiunque non pratica la giustizia non è da Dio, e neppure lo è chi non ama il proprio fratello” (1Gv.3:10) e “Da questo potete conoscere lo Spirito di Dio: ogni spirito che riconosce che Gesù Cristo è venuto nella carne, è da Dio” (1Gv.4:2).

Quei pochi che riconoscono Gesù, venuto nella carne (divenendo uomo), sono da Dio, mentre sono una moltitudine quelli che affermano che Dio si è fatto uomo e non il Figlio, perché “Chiunque nega il Figlio, non ha neanche il Padre; chi confessa il Figlio, ha anche il Padre… Chiunque confessa che Gesù è il Figlio di Dio, Dio dimora in lui ed egli in Dio” (1Gv.2:23, 4:15) con la conseguenza “… chi non ha il Figlio di Dio, non ha la vita” (1Gv.5:12).

Molte volte, nelle parabole, Gesù sottolinea l’importanza di ricevere la sua offerta e l’ingresso nel regno di Dio, a costo di tutto ciò che abbiamo, anche della vita, rinunciando quindi a noi stessi, prendendo la croce e seguendo il Maestro, ossia osservando i suoi insegnamenti.

 Non ci deve essere alcun tipo di legame, interesse, tesoro, debito o peso che ci possa trattenere in questo mondo in perdizione, precludendo così per sempre la nostra salvezza, considerando la conoscenza di Cristo, ricchezza superiore a qualsiasi bene terreno, come affermato da Paolo:  “Anzi, ritengo anche tutte queste cose essere una perdita di fronte all’eccellenza della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore, per il quale ho perso tutte queste cose e le ritengo come tanta spazzatura per guadagnare Cristo” (Fil.3:8)

Voglio concludere con un invito, come l’apostolo Giovanni: “Ma queste cose sono state scritte, affinché voi crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e affinché, credendo, abbiate vita nel suo nome” (Gv.20:31) e ripetuto “Ho scritto queste cose a voi che credete nel nome del Figlio di Dio, affinché sappiate che avete la vita eterna e affinché crediate nel nome del Figlio di Dio” (1Gv.5:13).

Gesù sta bussando alla porta del tuo cuore, non essere ostinato, ma rispondiGli, apri e Lui entrerà e cenerà con te (Ap.3:20) vale a dire, starà con te fino alla fine dei tempi. La Sua luce (la Parola, Slm.119:105) ti rischiarerà il cammino e tu non inciamperai nella menzogna, ma conoscerai la Via, la Verità e la Vita, la Sua gloria e sarai libero/a, come precisato “conoscerete la verità e la verità vi farà liberi” (Gv.8:32), da ogni istigazione del maligno, perché: “Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete veramente liberi” (Gv.8:36).

Gesù ci dà la Sua pace: “Io vi lascio la pace, vi do la mia pace; io ve la do, non come la dà il mondo; il vostro cuore non sia turbato e non si spaventi” (Gv.14:27), a condizione di accettare la sua offerta di salvezza e di grazia, credendo nel Signore Gesù e nel suo sacrificio, applicando i suoi ammaestramenti per la vita eterna, perché Egli ha dichiarato: “Io sono la risurrezione e la vita; chiunque crede in me, anche se dovesse morire, vivrà. E chiunque vive e crede in me, non morrà mai in eterno. Credi tu questo?” (Gv.11:26).

Lasciare ogni cosa per seguire Cristo, nostro Signore e Salvatore, come “Pietro prese a dirgli: -Ecco, noi abbiamo lasciato ogni cosa e ti abbiamo seguito- Allora Gesù, rispondendo, disse: -Io vi dico in verità che non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o padre o madre o moglie o figli o poderi per amor mio e dell’evangelo, che non riceva il centuplo ora, in questo tempo, in case, fratelli, sorelle, madre, figli e poderi, insieme a persecuzioni e, nel mondo a venire, la vita eterna” (Mrc.10:29,30).