Caino fu molto indignato contro il fratello Abele, solo perché le sue offerte non erano gradite a Dio, a differenza di quelle del fratello. Infatti, l’apostolo Giovanni chiarisce: “Non come Caino, che era dal maligno, e uccise il proprio fratello. Perché l’uccise? Perché le sue opere erano malvagie e quelle di suo fratello erano giuste” (1Gv.3:12). Da sempre quelli che appartengono a Dio sono perseguitati da coloro che sono del maligno. “Perché, se tali cose si fanno al legno verde, che cosa sarà fatto al legno secco?” (Lc.23:31) e confermato: “Vi ho detto queste cose, affinché abbiate pace in me; nel mondo avrete tribolazione, ma fatevi coraggio, io ho vinto il mondo” (Gv.16:33). “Infatti tutti quelli che vogliono vivere piamente in Cristo Gesù saranno perseguitati” (2Tmt.3:12).

Da Caino e da Abele iniziarono le due generazioni rispettivamente del male e del bene, proprio come Dio stabilì due stirpi antagoniste, due popoli: uno appartenente a Cristo e l’altro a Satana. Questi due gruppi sono spesso raffigurati come la luce e le tenebre, “…Infatti che rapporto c’è tra la giustizia e l’iniquità? O quale comunione tra la luce e le tenebre?” (2Cor.6:14). Infatti, all’atto del peccato di Adamo ed Eva, sedotta dal serpente antico, dal diavolo, l’Eterno lo maledisse, dichiarando due discendenze: “Io porrò inimicizia fra te e la donna, e fra la tua progenie e la progenie di lei; questa ti schiaccerà il capo e tu le ferirai il calcagno” (Gen.3:15).  La donna, in similitudine, rappresenta Israele, da cui è venuto il Cristo.

Dio ha disposto avversione tra le due etnie. Caino e Abele, furono i primi due uomini della generazione umana, nati da donna, di cui uno appartenente alle tenebre e l’altro alla luce. Caino era dal maligno, perché le sue opere erano malvagie, delle tenebre (1Gv.2:9), invece Abele, essendo giusto, aveva fede e le sue opere erano fatte in Dio, quindi erano luce, proprio: “…Per fede Abele offrì a Dio un sacrificio più eccellente di quello di Caino; per mezzo di essa gli fu resa testimonianza che egli era giusto, quando Dio attestò di gradire le sue offerte; e per mezzo di essa, benché morto, egli parla ancora” (Ebr.11:4).

Ora il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo e gli uomini hanno amato le tenebre più che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Infatti chiunque fa cose malvagie odia la luce e non viene alla luce, affinché le sue opere non siano riprovate; ma chi pratica la verità viene alla luce, affinché le sue opere siano manifestate, perché sono fatte in Dio” (Gv.3:19-21).

Le opere di Caino erano perfide e prima ancora che egli uccidesse suo fratello, Dio gli domandò: “Perché sei irritato e perché è abbattuto il tuo volto? Se agisci bene, non dovrai forse tenerlo alto? Ma se non agisci bene, il peccato è accovacciato alla tua porta; verso di te è il suo istinto, ma tu dominalo” (Gen.4:6,7). Dio non punisce mai prima che non abbia invitato al ravvedimento colui che commette il peccato. Notiamo come Dio riprese Caino, ammonendolo di fare il bene per non essere turbato, non vergognarsi e avere il volto abbattuto, ma essere raggiante, perché il peccato è sempre pronto a tentare, finché lo commettiamo e, nonostante non si veda, è alla tua porta (il cuore), per cercare di entrare, devastare, rubare e uccidere (Gv.10:10).

L’istinto peccaminoso è quindi rivolto sempre verso di te, ma Dio con fermezza ti avverte: “ma tu dominalo”.

Questo prezioso consiglio Dio lo rivolge a tutti, compreso me e te, nel medesimo modo che avvertì Caino, così ci raccomanda di vegliare, di essere forti e di perseverare nella fede, scudo, contro i dardi infuocati che il nemico ci lancia addosso continuamente per tentare di farci cadere nell’inganno, nella trappola del peccato, facendoci schiavo di esso.

L’apostolo Paolo sostiene che “Ogni cosa mi è lecita, ma non ogni cosa è utile. Ogni cosa mi è lecita, ma io non mi lascerò dominare da nulla” (1Cor.6:12), perché “Dio infatti ci ha dato uno Spirito non di timidezza, ma di forza, d’amore e di autocontrollo” (2Tmt.1:7). Il cristiano deve avere un autocontrollo molto efficace e potente per poter dominare e respingere ogni cosa che non proviene da Dio. Il nemico è forte, astuto ed è sempre in agguato per poterci attirare nei suoi tranelli, ma Dio ci ha dotato di uno Spirito di “…amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo” (Gal.5:22), in modo che tutti questi effetti siano “…dei frutti degni del ravvedimento” (Mt.3:8), che si manifestano attraverso l’opera dello Spirito Santo, che è la nostra forza e guida.

Fin dal principio il peccato è entrato nella creazione umana tramite Adamo arrivando fino a noi oggi e l’unica cosa che dobbiamo fare è contrastarlo, odiarlo, dominarlo e cacciarlo lontano. Conoscendo la nostra natura umana, Dio ci ha dotato del suo Spirito di potenza e di autocontrollo, affinché sia sottomesso”…Tutto ciò che si eleva orgogliosamente contro la conoscenza di Dio, facendo prigioniero ogni pensiero fino a renderlo ubbidiente a Cristo” (2Cor.10:5). Non facciamo quindi come Caino che, essendo dominato dal peccato, uccise il fratello, perché egli non ascoltò la voce di Dio, che lo invitava a controllare il pensiero malvagio contro suo fratello.

Molti sono quelli che non ascoltano la voce di Dio e, convinti dal peccato, diventano dei pervertiti, ma “Guai a loro! Perché si sono incamminati per la via di Caino, e per amor di lucro si sono gettati nei traviamenti di Balaam, e sono periti per la ribellione di Core” (Giuda 11).

Tre episodi citati per il nostro ammonimento: la via di Caino rappresenta l’opera malvagia e perciò evidenzia la mancanza di autocontrollo, che porta a soccombere in tutti i mali; i traviamenti di Balaam, perché amò il salario di iniquità (2Ptr.2:15), per ricevere dei beni materiali offerti dal re Balac, in cambio di far cadere nel peccato il popolo d’Israele “…il quale insegnava a Balac il modo di far cadere i figli d’Israele, inducendoli a mangiare carni sacrificate agli idoli e a fornicare” (Ap.2:14), perché “l’avidità del denaro infatti è la radice di tutti i mali e, per averlo grandemente desiderato, alcuni hanno deviato dalla fede e si sono procurati molti dolori” (1Tmt.6:10).

Inoltre la Scrittura ci porta alla conoscenza del peccato dei figli di Levi, affinché noi non ci opponiamo a Dio e né alle autorità, come fecero le famiglie di Core, ribellandosi contro Mosè ed Aronne dicendo: “…Basta! Tutta la comunità, tutti sono santi e il Signore è in mezzo a loro; perché dunque vi innalzate sopra l’assemblea del Signore?”. Dopo aver risposto ai ribelli e aver loro ricordato come Dio li aveva scelti per essere al suo servizio, “…Mosè avvertì coloro che si erano astenuti dalla ribellione: -Allontanatevi dalle tende di questi uomini empi e non toccate nulla di ciò che è loro, perché non periate a causa di tutti i loro peccati- …la terra spalancò la bocca e li inghiottì: essi e le loro famiglie, con tutta la gente che apparteneva a Core e tutta la loro roba. Scesero vivi agli inferi essi e quanto loro apparteneva; la terra li ricoprì ed essi scomparvero dall’assemblea” (Num.16:3-33).

Ogni ribellione a Dio viene punita, se non ci pentiamo e ci convertiamo dai nostri disegni malvagi. Mosè invitò la radunanza dei giusti ad allontanarsi dagli empi e di non toccare nulla di ciò che possedevano, per non perire a causa dei loro peccati.

Questi episodi emblematici di Caino, Balaam e Core sono un serio avvertimento per noi, per non imitare l’omicida Caino, di non desiderare un profitto illecito o guadagnare disonestamente e ingiustamente come desiderò il profeta Balaam e assolutamente di non ribellarci mai contro la volontà di Dio.

Disprezzare ed evitare ciò che è male, oltre a separarci da tutti quelli che operano perversamente, per non perire insieme a loro, come anche il salmista sostiene “Io non siedo in compagnia di uomini bugiardi, non vado con gente ipocrita (Sal.26:4) e “Beato l’uomo che non cammina nel consiglio degli empi, non si ferma nella via dei peccatori e non si siede in compagnia degli schernitori” (Sal.1:1).

Teniamoci quindi lontani dal peccato, perché se ci mescoliamo con gli infedeli, ipocriti e bugiardi, noi resteremmo contaminati dai loro modi e periremo insieme a loro, ma “…colui che l’Eterno avrà scelto sarà santo” (Num.16:7), perciò “…come colui che vi ha chiamati è santo, voi pure siate santi in tutta la vostra condotta, poiché sta scritto: -Siate santi, perché io sono santo-” (1Ptr.1:15,16) e santificarci ancor di più è il nostro scopo, perché la nostra redenzione è più vicina di quanto si creda, “Chi è ingiusto continui ad essere ingiusto, chi è immondo continui ad essere immondo, chi è giusto continui a praticare la giustizia, e chi è santo continui a santificarsi” (Ap.22:11).