Una riflessione è dovuta per chiarire alcuni punti fondamentali.

In diverse parti della Scrittura e su alcune versioni bibliche si riscontrano purtroppo alcune variazioni, che incidono sul significato ed alterano il messaggio.

Infatti, molti scrittori, revisori e traduttori, sia per non aver trovato un’esatta corrispondenza nella propria lingua, sia per adattare meglio il senso al linguaggio corrente che, a parer loro, rende maggior leggibilità e facilita meglio la comprensione di testi sacri, hanno volutamente apportato dei cambiamenti grammaticali e di punteggiatura, però secondo la loro capacità di intendere, dipendente dalla propria cultura ed intelligenza, falsificando così il concetto vero.

La giusta maniera di conoscere il reale senso di un qualsiasi messaggio biblico è attraverso lo Spirito Santo, dato che ogni Parola di Dio è spirituale, come Gesù ha affermato: “E’ lo Spirito che vivifica, la carne non giova a nulla; le parole che io vi dico sono spirito e vita” (Gv.6:63). Essendo cose spirituali quindi ”Dio le ha rivelate a noi per mezzo del suo Spirito, perché lo Spirito investiga ogni cosa, anche le profondità di Dio… Così pure nessuno conosce le cose di Dio, se non lo Spirito di Dio… affinché conosciamo le cose che ci sono state donate da Dio” (1Cor.2:10-12).

Prima di tutto, però, per poter ricevere qualsiasi rivelazione, discernimento e guida divina in ogni circostanza, occorre sgomberare la nostra mente da ogni pregiudizio, abbassare il nostro orgoglio, che impedisce il fluire dello Spirito, umiliarci alla presenza del Signore, per chiedere con fede il suo aiuto o intervento.

A maggior ragione, quando studiamo, leggiamo la Parola di Dio, preghiamo che i nostri occhi spirituali si aprano ed illuminino la nostra mente, per capire ciò che Lo Spirito ci comunica, perché “…nessuna profezia della Scrittura è soggetta a particolare interpretazione“ (2Ptr.1:20), per cui la Parola non deve essere interpretata personalmente, per non cadere in falsità.

La Parola di Dio afferma che non bisogna mai aggiungere o togliere ciò che fu scritto per mezzo dello Spirito di Dio dai suoi servi, i profeti e dagli apostoli, come è riportato: ”Non aggiungere nulla alle sue parole, perché non ti riprenda e tu sia trovato bugiardo” (Prov.30:6). Certamente chi aggiunge sarà ritenuto da Dio bugiardo e non erediterà il regno di Dio (Apoc.21:8).

Ugualmente chi cambia il senso delle Scritture, lo fa a suo danno, che “ …uomini ignoranti e instabili torcono, come fanno con le altre Scritture, a loro propria perdizione” (2Ptr.3:16), perché sappiamo che la Parola di Dio è santa, giusta, perfetta ed è pura: “La via di Dio è perfetta; la parola dell’Eterno è purificata col fuoco; egli è lo scudo di tutti coloro che si rifugiano in lui” (Slm.18:30).

Allo stesso modo, alcuni prendono in esame alcuni versi singolarmente, estraendoli dal resto del contesto e ne fanno una dottrina, quando essi devono essere confermati da altri riferimenti.

La Scrittura non si contraddice, ma presenta lo stesso messaggio di amore e di salvezza in vari modi e con esempi applicativi.

Quanti traduttori hanno potuto interpretare correttamente antichi scritti per poi riportarli fedelmente e coerentemente nelle versioni bibliche della loro lingua, senza avere lo Spirito Santo, utile per comprendere con esattezza quello che scrivevano? Io non voglio giudicare come e perché è stato contraffatto o manipolato un testo, ma per lo Spirito di Dio posso riconoscere ciò che è sbagliato.

Anche tra gli Ebrei, oltre ai farisei, dottori e sacerdoti, come rappresentanti e osservatori della legge mosaica, esisteva la classe degli scribi, i custodi della legge, il cui compito principale era quello di trascriverla per farla conoscere.

Questi manoscritti, come avviene anche oggi nelle traduzioni o versioni, nel tempo hanno perso il vero senso di alcune parole, perché le hanno sostituite con altre, secondo il loro pensiero, adattando il concetto in un linguaggio moderno, più comprensibile, a loro parere. Come anche allora fu evidenziato dal profeta Geremia che, per lo Spirito di Dio, enunciò: “Come potete dire: Noi siamo saggi e la legge dell’Eterno è con noi? Ma ecco, la penna bugiarda degli scribi l’ha resa una falsità” (Ger.8:8).

Ai tempi dei profeti, quindi gli scribi, che non trascrivevano correttamente la Legge, falsificavano la Parola di Dio, perché non avevano conoscenza.

Oggi è successo e succede la stessa cosa, perché cambiano alcune parole con sinonimi o modificano la punteggiatura, alterando un messaggio della Parola di Dio, perché sostituiscono la conoscenza spirituale, anteponendo la loro cultura: “Infatti coloro che sono secondo la carne volgono la mente alle cose della carne, ma coloro che sono secondo lo Spirito alle cose dello Spirito” (Rom.8:5).

In questo modo nascono divergenze sul credo, portando alla nascita nuove confessioni, come accennato: ”Verrà il tempo, infatti, in cui non sopporteranno la sana dottrina ma, per prurito di udire, si accumuleranno maestri secondo le loro proprie voglie e distoglieranno le orecchie dalla verità per rivolgersi alle favole” (2Tmt.4:3,4) e “Or lo Spirito dice espressamente che negli ultimi tempi alcuni apostateranno dalla fede, dando ascolto a spiriti seduttori e a dottrine di demoni, per l’ipocrisia di uomini bugiardi, marchiati nella propria coscienza” (1Tmt.4:1,2).

Grazie e lode al Vero Dio, che sempre ci fa capire il cammino che dobbiamo seguire in ogni cosa; guai se non fosse così, perché vivremmo sempre nelle tenebre. Dio però: “…le ha rivelate a noi per mezzo del suo Spirito, perché lo Spirito investiga ogni cosa, anche le profondità di Dio” (1Cor.2:10).

Possiamo comprendere la verità solo attraverso lo Spirito Santo “Il Consolatore, lo Spirito Santo, vi insegnerà ogni cosa…” (Gv.14:26) “Ma quando verrà il Consolatore,… lo Spirito di verità…” (Gv.15:26) “…lo Spirito di verità, egli vi guiderà in tutta la verità…” (Gv.16:13), anche se l’uomo avesse mutato la verità in menzogna.

Dio però non ha lasciato i suoi figli senza conoscenza, ma ha aperto gli occhi a tutti quelli che ancora oggi desiderano fervidamente conoscere la verità, perché: “… noi non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, ma lo Spirito che viene da Dio, affinché conosciamo le cose che ci sono state donate da Dio” (1Cor.2:12).

E’ quindi importante ed utile far riferimento a più versioni della Bibbia su un argomento poco chiaro, sempre chiedendo allo Spirito illuminazione spirituale. Dio non ci ha tenuto nascosto il suo piano meraviglioso, ma tutto quanto scritto è per noi; niente è misterioso, perché quando si è guidati dallo Spirito, tutto diventa chiaro. Solo quindi attraverso lo Spirito si comprende la verità, come sappiamo che Dio rivela la conoscenza ai semplici di cuore (Prv.1:4; Mt.10:16) e non a quelli che si credono savi.

Soprattutto nello studio delle profezie, è consigliabile esaminare le Scritture in modo spirituale, lasciando da parte la nostra mente e il nostro ragionamento carnale, ma prendere la guida dello Spirito Santo, perché “… nessuno conosce le cose di Dio, se non lo Spirito di Dio” (1Cor. 2:11).

Noi dobbiamo imparare solo la verità espressa mediante lo Spirito e divulgata attraverso i suoi servi, i profeti e gli apostoli, senza mettere del nostro. Senza lo Spirito Santo non si può capire esattamente la Parola di Dio, perché essa non è rivolta a quelli che non credono, né può essere compresa da chi non ha ricevuto lo Spirito Santo. Infatti, molte volte Gesù conclude le parabole con “A chi ha orecchi da udire, oda” (Lc.14:35) e si rivolge ai discepoli con “A voi è dato di conoscere…” (Lc.8:10).

Praticate perciò l’umiltà e la semplicità di cuore e non usate la logica, perché essa è una qualità carnale, ma chiedete con fede a Dio conoscenza spirituale e sapienza, che la dona a tutti liberamente (Gcm.1:5), perché se avessimo l’unzione del Santo, niente sarebbe impossibile.

È lo Spirito Santo che ci insegna e ci fa conoscere la verità dalla menzogna (Gv.14:26). Se credessimo agli uomini, saremmo condannati; crediamo invece in Cristo ed avremo la vita eterna. Solo la verità in Cristo Gesù ci renderà liberi (Gv.8:32) di conoscere ogni cosa sul passato, sul presente e sul futuro.

Un esempio:

Ma tu, Daniele, tieni nascoste queste parole e sigilla il libro fino al tempo della fine; molti andranno avanti e indietro e la conoscenza aumenterà” (Dan. 12:4).

In questo verso la versione N.D. ha modificato alcune parole, che non hanno alcun collegamento logico con il resto, riferito dall’angelo.

Precisamente si nota: “molti andranno avanti e indietro”, che nelle altre versioni non è riportato, bensì: “Or tu, Daniele, serra queste parole e suggella questo libro infino al tempo della fine; allora molti andranno attorno, e la conoscenza sarà accresciuta” (Diodati). Più chiaro diventa il senso nelle seguenti versioni: “Tu, Daniele, tieni nascoste queste parole e sigilla il libro sino al tempo della fine. Molti lo studieranno con cura e la conoscenza aumenterà” (Luzzi e N.Riv.) e “Ora, tu Daniele, chiudi queste parole e sigilla il libro fino al tempo della fine; allora molti lo scorreranno e la conoscenza sarà accresciuta” (C.E.I)

In questo esempio particolare è da notare come il cambiamento di un termine “avanti e indietro” o “attorno” (a che cosa?) genera un dubbio sul senso logico, mentre un appropriato vocabolo come “lo studieranno con cura” o “lo scorreranno” rende comprensibile e unito l’intero verso. Ecco allora l’importanza, prima, di capire il significato spirituale e, poi, la capacità di renderlo chiaro con parole semplici, ma adeguate e concordanti al resto.

Il contenuto del messaggio divino, diretto a Daniele, riguarda quindi le visioni avute dal profeta, che si realizzeranno solo alla fine dei tempi. Per questo motivo doveva sigillare il libro, al tempo del profeta, perché il termine di tutti gli avvenimenti descritti era ancora molto lontano. Solo in quel tempo, Dio toglierà il sigillo ed aprirà gli occhi ai savi (Dan.12:10) sulla verità.

Notiamo invece come Gesù ordina all’apostolo e profeta Giovanni: “Non sigillare le parole della profezia di questo libro, perché il tempo è vicino” (Apoc.22:10). A Daniele fu dichiarato: “… queste parole sono nascoste e sigillate fino al tempo della fine” (Dan.12:9-10) ed aggiunge che alla fine intenderanno solo i savi, ma gli empi non potranno capire.

La differenza nel trattamento delle parole è in relazione al tempo. Infatti, per Giovanni il tempo era vicino, anche se ora sono trascorsi circa duemila anni da Gesù ma, per Dio, mille anni sono come un giorno (2Ptr.3:8); per questo motivo, quanto più oggi siamo prossimi alla fine.

Dopo la deportazione in Babilonia di Israele da parte di Nebukadnetsar (circa 607 a.C.), Daniele ebbe le visioni, al tempo del re Belshatsar (circa 555 a.C.) e la rivelazione degli ultimi avvenimenti durante il terzo anno (circa 534 a.C.) dell’impero di Ciro, re di Persia. Dalla cattività di Babilonia a Gesù Cristo dovranno passare quattordici generazioni (Mt.1:17); dall’editto del re Ciro di ricostruire il Tempio in Gerusalemme, coincidente con la fine dei 70 anni della cattività babilonese per i Giudei, fino alla nascita del Messia passeranno sette settimane (Dan.9.24,25).

La profezia di Daniele sarà compresa da molti solo alla fine, cioè ai nostri tempi; il sigillo sarà tolto e molti studieranno, approfondendo il libro e Dio aprirà gli occhi ai savi, nello Spirito, per conoscere la verità (Dan.12:10).

Nessuno andrà avanti e indietro nello spazio, come invece qualcuno commenta il verso suddetto, affermando che viaggeranno e torneranno in fretta, con auto, jet o altri mezzi.

Questo è il risultato di non discernere bene spiritualmente, ma, ancor più grave, è quello di fermarsi a quelle due parole, forse mal tradotte, senza avvertire come una stonatura nell’ascolto di un brano musicale, così accade a chi non ha un orecchio “spirituale” esercitato ad ascoltare con attenzione ciò che lo Spirito rivela, commettendo errori, senza rendersene conto.

Facciamo dunque attenzione a come (e a che cosa) ascoltiamo (Lc.8:18) per non credere alle menzogne e rimanere ingannati con la convinzione di essere nel giusto, per poi proclamarlo. Verifichiamo sempre tutto ciò che riceviamo alla luce della Parola e, solo se corrisponde alla verità, possiamo accettarlo sicuramente, come facevano gli abitanti di Berea alla predicazione di Paolo (Atti 17:11).

Il nostro pensiero indica il grado di conoscenza acquisito e il livello della nostra fede, ma anche ci segnala quanto resta del nostro orgoglio a non abbassarsi.

Occorre invece annullarsi, in segno di umiliazione e sottomissione, davanti alla grazia di Dio nel concederci di farci conoscere la sua volontà, attraverso la Scrittura. Davanti quindi alla profondità e all’immensa sapienza divina, dovremmo scavare in profondità nella Scrittura, come alla ricerca di un tesoro nascosto (Prv.2:4,5), per trovare, con timore, la conoscenza di Dio.

Tutta la Parola di Dio è santa e perciò degna di assoluto rispetto “Noi abbiamo anche la parola profetica più ferma a cui fate bene a porgere attenzione, come a una lampada che splende in un luogo oscuro…” (1Ptr.1:19), perché purificata sette volte: “Le parole dell’Eterno son parole pure, sono argento affinato in un crogiuolo di terra, purificato sette volte”(Slm.12:6) a cui non dobbiamo quindi aggiungere, né togliere, perché perfetta.

L’uomo, invece, la modifica secondo i suoi interessi e dimostra, come segno, che viviamo negli ultimi tempi della Grazia e Satana sta preparando il suo ultimo regno. Come ripeto: ”Verrà il tempo, infatti, in cui non sopporteranno la sana dottrina ma, per prurito di udire, si accumuleranno maestri secondo le loro proprie voglie e distoglieranno le orecchie dalla verità per rivolgersi alle favole” (2Tmt.4:3,4) e “Or lo Spirito dice espressamente che negli ultimi tempi alcuni apostateranno dalla fede, dando ascolto a spiriti seduttori e a dottrine di demoni, per l’ipocrisia di uomini bugiardi, marchiati nella propria coscienza” (1Tmt.4:1,2).

Anche ai tempi dei profeti, Dio ammoniva ripetutamente il suo popolo, invitandolo ad eliminare l’idolatria e minacciando il suo castigo, se non si fosse ravveduto, quando altri falsi profeti dichiaravano il contrario, che non ci sarebbe stata alcuna sciagura.

Non falsifichiamo quindi le profezie e non profetizziamo cose che Dio non ha rivelato (Ger.14:14), perché chi lo fa, sarà sottoposto a una grave condanna, come esposto: “Io lo dichiaro a ognuno che ode le parole della profezia di questo libro: Se alcuno vi aggiunge qualcosa, Dio aggiungerà ai suoi mali le piaghe descritte in questo libro; e se alcuno toglie dalle parole del libro di questa profezia, Dio toglierà la sua parte dal libro della vita dalla santa città e dalle cose descritte in questo libro” (Apoc.22:18).

Dio non ha piacere del castigo dell’empio (Ez.33:11) e non desidera affatto che noi ci allontaniamo dai suoi precetti, seguendo il nostro inutile proposito, perché tutto quello che è carnale conduce inevitabilmente alla morte, ma ciò che è Spirito è vita.

Tendiamo la nostra mano a Cristo; affidiamoci al Signore incondizionatamente e sarà Lui a guidarci e a condurci alla verità. La conoscenza e il timor di Dio valgono più dell’oro e di ogni ricchezza di questo mondo, come affermato: “Poiché io desidero bontà, non sacrifici, e la conoscenza di Dio più degli olocausti” (Os.6:6) e “Grande sicurezza e rifugio si trovano nel timore di Dio” (Prv.14:26).

Chi è senza timore di Dio non si porrà alcun pensiero di esserGli gradito e neppure si preoccuperà delle conseguenze di una vita disubbidiente o tanto meno se cambiasse il significato alla Parola di Dio, a suo vantaggio, come succedeva: “Poiché dal più piccolo al più grande, sono tutti avidi di guadagno; dal profeta al sacerdote, praticano tutti la menzogna” (Ger.6:13) e “… io punirò quel tale e la sua casa” (Ger.23:34).

Benedetto sia il Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, che nella sua grande misericordia ci ha fatti rinascere a una speranza viva mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti” (1Ptr.1:3).