E chi di voi può con la sua preoccupazione aggiungere un’ora sola alla durata della sua vita?” (Lc.12:25).

Non vi preoccupate per la vita, perché nessuno può aggiungere alla sua vita neppure una sola ora. Tutto è sotto il controllo di Dio ed è l’Eterno che ha stabilito la vita di tutte le creature umane, “Ora vedete che io, io lo sono e nessun altro è dio accanto a me. Sono io che dò la morte e faccio vivere; io percuoto e io guarisco e nessuno può liberare dalla mia mano” (Deut.32:39).

Ogni cosa che accade nel mondo è sotto il suo Autorevole controllo. Egli decise la tua e la mia nascita, come ha stabilito la nostra morte: non solo il giorno e l’ora, ma anche di che cosa dovremmo morire. Gesù annunciò all’apostolo Pietro di quale morte doveva morire (Gv.21:19), ma lo rivelò anche a tutti gli altri discepoli come dovevano glorificare Dio: “Voi certo berrete il mio calice e sarete battezzati del battesimo di cui io sarò battezzato…” (Mt.20:23). Vale a dire morire per Cristo, offrendoGli la propria vita.

Anche il profeta Eliseo morì di una malattia: “Or Eliseo si ammalò di quella malattia di cui doveva morire…” (2Re13:14). Inquietarsi o angosciarsi della nostra vita terrena è sbagliato, anche se, vivendo nella carne, il nostro desiderio sarebbe di rimanere in vita il più possibile, anche se il corpo è malato. Non deve essere così, perché non sappiamo nemmeno quello che ci accadrà domani qui sulla terra, ma di sicuro, sappiamo che: “…Per il resto, mi è riservata la corona di giustizia che il Signore, il giusto giudice, mi assegnerà in quel giorno, e non solo a me, ma anche a tutti quelli che hanno amato la sua apparizione” (2Tmt.4:8).

La nostra vita è nelle mani del Signore nostro Dio. Nessuno ha il potere di allungarla o di accorciarla, perché anche per quelli che si tolgono la vita è stato già sentenziato da Dio. Moltissime cose avvengono sicuramente per il peccato che incombe sull’uomo. Dio disse ad Israele che se peccava “…allora l’Eterno rovescerà su di te e sui tuoi discendenti indescrivibili calamità, calamità grandi e durature, e malattie maligne e ostinate” (Deut.28:59). Così è ancora oggi, tutte le calamità che Dio manda è per il peccato delle nazioni, le quali hanno cambiato le buone leggi di Dio in quelle malvagie.

È profetizzato che: “La terra è profanata sotto i suoi abitanti, perché essi hanno trasgredito le leggi, hanno cambiato lo statuto, hanno infranto il patto eterno” (Is.24:5). Dio ha messo un limite al peccato, che non si può superare, perché: “Alla fine del loro regno, quando i ribelli avranno colmato la misura, sorgerà un re dall’aspetto feroce ed esperto in stratagemmi” (Dan.8:23). Siamo giunti quasi al colmo del peccato e Dio incomincia a punire le nazioni, esattamente come è scritto:  “E vi saranno dei segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli, nello smarrimento al fragore del mare e dei flutti” (Lc.21:25). I segni nel sole, nella luna e nelle stelle ci saranno negli ultimi sette anni, prima del millennio, mentre in analogia il mare rappresenta popoli, nazioni e lingue (Ap.17:16) e i flutti sono invece le agitazioni delle genti per quello che dovrà accadere.

Tutto si sta preparando per la fine, quando l’ira di Dio si riverserà contro tutti quelli che hanno creduto alla menzogna dei demoni e hanno rigettato la verità.

La nostra sicurezza di vita è solo in Gesù; nessuno può farci niente se Dio non lo permette, proprio come avvenne per Gesù, che nessuno riuscì a prenderlo e ad ucciderlo prima del tempo fissato da Dio, come è scritto che: “Allora cercarono di arrestarlo, ma nessuno riuscì a mettergli le mani addosso, perché non era ancora giunta la sua ora” (Gv.7:30).

Se non giunge la nostra ora, determinata da Dio, noi vivremo ancora su questa terra, ma al momento che essa terminerà, abbiamo la certezza di vivere in eterno con Cristo nel suo regno, perché con Lui saremo coeredi (Rom.8:17).