Gesù, il servo dell’Eterno Dio.

Dio rivelò tramite il profeta Isaia: “Ecco il mio servo, che io sostengo, il mio eletto in cui la mia anima si compiace. Ho posto il mio Spirito su di lui; egli porterà la giustizia alle nazioni” (Is.42:1).

Se ci fosse qualcuno che dubita della fedeltà dell’Eterno, significherebbe che non l’ha mai conosciuto e né considera la sua Parola, anche quando Dio testimoniò di suo Figlio, mandando su di Lui il suo Spirito in forma di colomba, affinché tutti lo vedessero e anche quando Dio attestò dal cielo: “Tu sei il mio diletto Figlio; in te mi sono compiaciuto” (Lc.3:22).

La profezia di Isaia si compì in Gesù. Infatti, i giudei erano invidiosi e molte volte complottarono per ucciderlo, perché: “Molti lo seguirono ed egli guarì tutti, ordinando loro di non divulgarlo, perché si adempisse ciò che era stato detto dal profeta Isaia: –Ecco il mio servitore che ho scelto; il mio diletto, in cui l’anima mia si è compiaciuta. Io metterò lo Spirito mio sopra di lui, ed egli annuncerà la giustizia alle genti-“ (Mt.12:15-18).

Anche oggi molti teologi, per confermare le loro dottrine eretiche, estraggono alcuni passi biblici a sostegno del loro ragionamento, ma Dio, che conosceva tutto, prima che fondasse il mondo, ha stabilito per i suoi figli la rivelazione della verità e della giustizia eterna per mezzo del suo unigenito Figlio Gesù. A Lui Dio dice: “Io, il Signore, ti ho chiamato per la giustizia e ti ho preso per mano; ti ho formato e stabilito come alleanza del popolo e luce delle nazioni, perché tu apra gli occhi ai ciechi e faccia uscire dal carcere i prigionieri, dalla reclusione coloro che abitano nelle tenebre” (Is.42:6,7).

Molto più di tutti gli altri profeti, Isaia annunciò la venuta del Messia e il suo ministerio: “Lo spirito del Signore Dio è su di me perché il Signore mi ha consacrato con l’unzione; mi ha mandato a portare il lieto annunzio ai miseri, a fasciare le piaghe dei cuori spezzati, a proclamare la libertà degli schiavi, la scarcerazione dei prigionieri” (Is.61:1). Confermato poi da Gesù quando entrò nella sinagoga e lesse a tutti i presenti proprio la profezia di Isaia, affermando: “Lo Spirito del Signore è sopra di me, perciò mi ha unto per evangelizzare i poveri; mi ha mandato per annunciare la liberazione ai prigionieri e il ricupero della vista ai ciechi; per rimettere in libertà gli oppressi… Allora cominciò a dire: -Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi-“ (Lc.4:18-21).

Conoscere la Parola di Dio è fondamentale, come lo sono tutte le profezie. Per i credenti che hanno ricevuto il dono di conoscenza è tutto chiaro, perché essi vedono distintamente proprio perché i loro occhi sono stati aperti. Non è quindi per intelligenza o cultura che si arriva alla conoscenza spirituale, ma attraverso la rivelazione dello Spirito, che ebbero tutti i profeti, apostoli e che hanno tutti i servi di Dio, anche con sogni e visioni.

Anche se oggi possiamo consultare le Sacre Scritture, a molti lettori alcuni passi appaiono incomprensibili o di difficile intendimento, perciò ne danno un’interpretazione secondo il loro pensiero, che si discosta dal vero significato. Ecco perché molti si convincono e, mentre distorcono la verità, diffondono purtroppo le menzogne a loro danno, perché avviene quello che il profeta Isaia rivelò per Israele: “Ogni visione profetica è divenuta per voi come le parole di un libro sigillato che si dà a uno che sappia leggere, dicendogli: -Ti prego, leggi questo!- Egli risponderebbe: -Non posso, perché è sigillato!” (Is.29:11), perché “le loro menti sono diventate ottuse; infatti, nella lettura dell’antico patto lo stesso velo rimane senza essere rimosso, perché il velo viene annullato in Cristo. Anzi fino ad oggi, quando si legge Mosè un velo rimane sul loro cuore. Ma quando Israele si sarà convertito al Signore, il velo sarà rimosso” (2Cor.3:15-17), così è per gli increduli o per chi antepone i propri pregiudizi orgogliosi, senza annullarli prima di leggere la Parola di Dio.

Tutta la Scrittura infatti è ispirata da Dio e utile per insegnare, convincere, correggere e formare alla giustizia, perché l’uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona” (2Tmt.3:16-17).