Qual è dunque quel servo fedele e avveduto, che il suo padrone ha preposto ai suoi domestici, per dar loro il cibo a suo tempo?” (Mt.24:45).

Gesù presenta due tipi di servi, uno fedele e l’altro infedele, mettendo a confronto i loro comportamenti, ma soprattutto evidenziando i rispettivi risultati, come conseguenza del loro operato.

I servi sono paragonati a qualsiasi responsabile o amministratore della Grazia di Gesù, ai quali ha affidato incarichi particolari e compiti specifici secondo i doni dello Spirito, per soddisfare ogni bisogno spirituale dei membri nella chiesa per la sua edificazione.

A qualsiasi amministratore è richiesta la fedeltà, prontezza e zelo nel divulgare la Parola di Dio e il messaggio di salvezza. Essi sono profeticamente indicati come stelle, perché risplendenti e illuminati dalla luce di Gesù, che li tiene nella sua mano destra (Ap.1:20).

I membri, che compongono il candelabro, devono ricevere nutrimento dall’Evangelo per crescere attraverso le stelle (ministri di Dio), proprio come un corpo si svilupperebbe in modo sano e costante, se si alimentasse correttamente e quotidianamente. Come il candelabro conteneva l’olio sufficiente per tenere sempre accese le lampade nel luogo santo del tabernacolo, così la Chiesa di Cristo deve essere ripiena dello Spirito Santo. Gesù cammina in mezzo alle sette chiese (Ap.2:1), come risulta suddiviso il periodo dalla nascita della Chiesa ad ora.

Gesù è quel padrone che ha ordinato ai suoi servi: «Andate per tutto il mondo e predicate l’evangelo a ogni creatura” (Mrc.16:15), rivolgendosi non solo ai suoi discepoli, ma a tutti i successivi, fino alla fine. Beato è chi persevererà fino alla fine, compiendo con diligenza tutto quello che Gesù ordinò, così quando egli tornerà, ognuno renderà conto del proprio servizio e riceverà in quel giorno il premio secondo la sua fatica e impegno, come disposto: “Così colui che pianta e colui che annaffia sono una medesima cosa, ma ciascuno riceverà il proprio premio secondo la sua fatica” (1Cor.3:8). L’entità del premio che si riceve è in rapporto a quanto frutto abbiamo portato, come ordinò: “Il re gli disse: “Va bene, servo buono; poiché sei stato fedele nelle minime cose, abbi potere su dieci città” (Lc.19:17).

Se invece l’altro servo, malvagio, perché incurante delle istruzioni ricevute, decidesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire, e comincia a battere i suoi conservi, e a mangiare e a bere con gli ubriaconi; il padrone di quel servo verrà nel giorno in cui meno se l’aspetta e nell’ora che egli non sa; lo punirà duramente e gli riserverà la sorte degli ipocriti. Li sarà il pianto e lo stridor dei denti” (v.48-51).

I servi infedeli sono quelli che si ritengono pastori, ma sono mercenari. Gesù li paragona a un ladro e a un brigante (Gv.10:1), perché essi non proteggono il loro gregge dai pericoli e non curano le loro ferite, anzi li battono, opprimendoli e li sfruttano a proprio vantaggio, perché ripieni di egoismo, pensano solo al loro ventre e, divenendo tiepidi, si credono ricchi spiritualmente, ma sono invece considerati poveri, miseri, nudi e ciechi (Ap.3.16; Zac.11:16).

Per essi, negligenti, Gesù verrà sorprendendoli, come un ladro di notte e non sapranno nemmeno a quale ora si presenterà (Ap.3:3), perché non si sono ravveduti. Loro riceveranno una dura punizione, perché sono dei malvagi amministratori e saranno gettati nella geenna del fuoco, dove ci sarà pianto e stridor di denti.

Essi non riceveranno alcun premio, perché “Se dunque voi non siete stati fedeli nelle ricchezze ingiuste, chi vi affiderà le vere?” (Lc.16:11).

Conviene quindi essere ubbidienti, servi fedeli, essere illuminati dalla luce di Gesù, sia che siamo ministri, responsabili, amministratori (stelle) e sia che siamo membri (candelabro) ed essere ripieni dello Spirito Santo, sempre.

Non essere perciò il cristiano solo della Domenica, ma dimostra di esserlo sempre, manifestando ovunque la tua fede e non vergognarti di essere chiamato evangelico, perché vuol dire che ti riconoscono essere seguace del vangelo e, nel mettere in pratica i suoi principi, tu sei beato/a.

Accostiamoci con piena fiducia a Cristo e dimoriamo in Lui, per osservare costantemente la verità e non mescolarsi col mondo, ma tenersi lontani dalle sue concupiscenze, “Ora dunque, figlioletti, dimorate in lui affinché, quando egli apparirà, noi possiamo avere fiducia e alla sua venuta non veniamo svergognati davanti a Lui” (1Gv.2:28).

Satana è molto forte, astuto e sapiente, ma la sua sapienza è corrotta e vorrebbe che anche noi diventassimo contaminati, attraverso le sue bugie ed inganni. Per questo motivo, tu cerca sempre la verità e non ascoltare, senza riflettere e verificare, i concetti dell’uomo, ma presta molta attenzione invece allo Spirito Santo, che ti insegna e ti guida attraverso il tuo spirito, per cui sappiLo ascoltare, perché: “Chi ha orecchi (lo Spirito Santo) ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese” (Ap.3:22).

Dio ti darà tutto l’aiuto necessario nel tuo servizio, se ti attieni alla sua Parola e, mettendola sempre in pratica, riceverai benedizioni, qui sulla terra e, alla fine, la vita eterna in Gesù Cristo, nostro Signore.

Questo è il tempo della prova (Ap.3:10). L’uomo con tutte le decisioni politiche, le scoperte scientifiche e mediche o con l’avvento di nuove tecnologie stanno cambiando i costumi, la morale e i valori, sostituendosi a Dio e al suo ordine. Questo nuovo orientamento sta sottoponendo l’animo umano, ma soprattutto il cristiano, a un test di verifica della sua fede, fortificandosi in essa, per resistere alle tentazioni o soccombere all’avanzare del progresso per il presunto benessere. Di tutte queste possibilità possiamo usare quelle adeguate e utili solo per facilitarci la nostra esistenza, ma non lasciamoci completamente assorbire il nostro limitato tempo a disposizione, dipendendo assolutamente da esse, come se fossero strumenti irrinunciabili, nel senso che “Ogni cosa mi è lecita, ma non ogni cosa è utile; ogni cosa mi è lecita, ma non mi lascerò dominare da cosa alcuna” (1Cor.6:12; 10:23).

Noi apparteniamo a Cristo e vogliamo dipendere esclusivamente da Lui in ogni cosa. La nostra esistenza su questa terra sappiamo che è temporanea, siamo solo di passaggio, come tutte le cose in essa e niente potremo portare via come nulla abbiamo portato nel mondo (1Tmt.6:7), ma quello che conta è ciò che abbiamo fatto e lasciato nei ricordi e nei cuori degli altri e non quello che avremmo potuto fare, se avessimo avuto tempo, mezzi, ecc. Ora è il momento di credere e ricevere le promesse divine, forse il domani non ci sarà.

Noi aspettiamo nuovi cieli e nuova terra, dove regnerà la pace e la giustizia (2Ptr.3:13), perciò non uniformiamoci a questo mondo di peccato (Rom.12:2), ma teniamo in alto lo scudo della nostra fede, che serve per respingere i dardi infuocati del nemico (Ef.6:16). Combattiamo il buon combattimento della fede con le armi spirituali, che abbiamo in Dio, per distruggere ogni argomentazione contraria alla verità a fianco del nostro Signore e Vincitore Gesù Cristo.