Gesù parlava alla folla, che lo seguiva, sempre in parabole: “Affinché si adempisse quello che era stato detto per mezzo del profeta: -Aprirò in parabole la mia bocca; proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo-“ (Mt.13:35).

Gesù parlò ai Giudei in parabole e, senza parabole, non diceva loro nulla (Mt.13:34), spiegando il motivo ai suoi discepoli: “Per questo parlo loro in parabole, perché, vedendo, non vedono; e udendo, non odono né comprendono” (Mt.13:13). Gesù rivelò cose che fino a quel giorno erano rimaste nascoste per il suo popolo.

Molti erano quelli che seguivano Gesù, per ascoltare la sua sapienza divina, che Egli dispensava loro in parabola sul regno di Dio e su ciò che succedeva in Israele, definito la vigna del Signore (Is.5:3-7).

Dio fece conoscere anticamente ad Israele la sua giustizia tramite il suo servo, “Mosè infatti descrive così la giustizia che proviene dalla legge: -L’uomo che fa quelle cose, vivrà per esse-“ (Rom.10:5). Essi però si ribellarono a Dio, che li avvertì tramite il profeta: “-Ho nutrito dei figli e li ho allevati, ma essi si sono ribellati a me-“ (Is.1:2). Israele fu quindi ribelle a Dio e, nonostante che molte volte gli inviava i profeti perché si ravvedessero, loro li perseguitavano e li uccidevano (Mt.23:31), per non ascoltarli e

perché sceglievano di adorare gli idoli. Dio “riguardo a Israele afferma: -Tutto il giorno ho teso le mani verso un popolo disubbidiente e contestatore-“ (Rom.10:21).

Così Gesù raccontò ai Giudei questa parabola riguardo le loro trasgressioni:

-“Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli; rivoltosi al primo disse: Figlio, va’ oggi a lavorare nella vigna.  Ed egli rispose: Sì, signore; ma non andò.  Rivoltosi al secondo, gli disse lo stesso. Ed egli rispose: Non ne ho voglia; ma poi, pentitosi, ci andò.  Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?-. Dicono: -L’ultimo-. E Gesù disse loro: -In verità vi dico: I pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio.  È venuto a voi Giovanni nella via della giustizia e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, pur avendo visto queste cose, non vi siete nemmeno pentiti per credergli” (Mt.21:29-32).

Cosa intendeva dire ai Giudei con questa parabola?

In parabola, Gesù descrive un uomo con due figli.

Al primo il padre chiese di andare nella sua vigna a lavorare, rispondendogli affermativamente, ma poi non vi andò. La stessa cosa fu chiesta al secondo figlio, che si comportò al contrario di suo fratello.

Israele è considerata la vigna del Signore, “…la sua piantagione prediletta; egli si aspettava rettitudine, ed ecco spargimento di sangue; giustizia, ed ecco grida d’angoscia!” (Is.5:7).

Il primo figlio simboleggia Israele. Infatti, il profeta rivela che: “Israele era una vigna rigogliosa, che dava frutto in abbondanza; più abbondava il suo frutto, più moltiplicava gli altari; più bello era il suo paese, più belle faceva le sue statue” (Os.10:1). Avvenne che, quando la ricchezza finì, perché benedetti da Dio, essi si diedero alla prostituzione idolatra. Infatti, in parabola Gesù rivela proprio il comportamento del suo popolo, che iniziò a servire Dio, ma poi cominciarono ad essere disubbidienti e così si allontanarono da Dio.

Gesù rimprovera i Giudei, che non credettero a Giovanni, il Battista e, pur avendo visto tutti i miracoli e prodigi che il Cristo, il Messia, faceva in mezzo a loro, non si pentirono per convertirsi e credere. Gesù perciò aggiunse che i pubblicani e le prostitute, ritenuti peccatori, credettero sia in Giovanni che in Gesù, mentre i Giudei, che si ritenevano giusti, non vollero credere per convertirsi dai loro peccati.

Dopo che Israele rifiutò definitivamente la Grazia, avvenne ciò che i profeti avevano rivelato su Israele: “Una terza parte di te morirà di peste, e sarà consumata dalla fame in mezzo a te; una terza parte cadrà per la spada attorno a te, e ne disperderò a tutti i venti l’altra terza parte, e sguainerò contro di essa la spada” (Ez.5:12; Is.5:13; Ger.9.16; 13:34). Israele fu deportato, come i profeti avevano annunciato, per sessantadue settimane (Dan.9:24-27) e, solo nell’ultima settimana delle settanta, Dio li ricondurrà nuovamente tutti nella loro Terra e manderà i due profeti, che testimonieranno per 1260 giorni (Ap.11), così molti si convertiranno. Infatti, è stato rivelato: “Poi i figli d’Israele torneranno a cercare il Signore, loro Dio, e Davide, loro re, e ricorreranno tremanti al Signore e alla sua bontà, negli ultimi giorni” (Os.3:5). In similitudine, Davide raffigura Gesù, loro Re  “…il re d’Israele!” (Gv.12:13; 1:49).

Invece, il secondo figlio, pur rispondendo che non voleva andare nella vigna, poi si pentì e quindi vi andò. Questo figlio rappresenta i gentili, ovvero i popoli non Ebrei. Essi non conoscevano Dio, ma quando la Parola arrivò a loro, molti si convertirono e accadde come è scritto “…voi, che prima non eravate un popolo, ma ora siete il popolo di Dio; voi, che non avevate ottenuto misericordia, ma ora avete ottenuto misericordia” (1Ptr.2:10). Così noi gentili, che nel passato non avevamo ricevuto misericordia, siamo divenuti “…un popolo che Dio si è acquistato, perché proclamiate le virtù di colui che vi ha chiamati dalle tenebre alla sua luce meravigliosa” (1Ptr.2:9).

Gesù chiese: -chi dei due figli fece la volontà del padre? La risposta fu il secondo, che in analogia indica il popolo scelto tra i gentili.

La Chiesa di Cristo è chiamata ad essere un popolo santo, perché sia ubbidiente al Padre, cioè a Dio, come è attestato: “ma voi siete una stirpe eletta, un sacerdozio regale, una gente santa…” (v.9).